i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia
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semplicemente, per valutare le specifiche competenze tecniche dei singoli componenti. Se non fosse che, nel<br />
caso di specie, il controllo sulla composizione del collegio era continuo, quasi che ci si aspettasse, da un<br />
giorno all'altro, il sopravvenire di una "malattia" (come ipotizzato dal Meccariello) o comunque di un<br />
"impedimento" (come poi avvenuto) che ne determinasse un mutamento.<br />
E comunque, ciò che era l'anno precedente avvenuto, con i tentativi di avvicinamento di Simonetta Sotgiu,<br />
consente di affermare che, ancor più a monte, l'interessamento per la composizione del collegio, lungi<br />
dall'essere suggerita da considerazioni prudenziali sulla naturale morbilità dei giudici, come di tutti <strong>gli</strong> esseri<br />
umani, aveva certamente lo scopo di esplorare - magari ancora contando sulla figura, autorevole e assai<br />
conosciuta ne<strong>gli</strong> ambienti giudiziari romani, di Renato Squillante - eventuali possibilità di avvicinamento. I<br />
dati disponibili non consentono di dire se tale eventualità sia stata esplorata e con che esito; certo è che<br />
Pacifico e Rovelli si erano assicurati un capillare e minuzioso controllo su ciò che avveniva nelle stanze<br />
della Corte di Cassazione e tale dato, oggettivo ed incontrovertibile sulla base dei documenti in atti, deve<br />
essere letto in una con ciò che altrettanto oggettivamente accadde: ossia che uno dei giudici "sotto controllo"<br />
avesse messo nero su bianco alcune riflessioni riservate a<strong>gli</strong> altri giudici; che queste osservazioni lo<br />
rendessero, guarda caso, inviso ai Rovelli, per avere e<strong>gli</strong> pensato di suggerire la rivisitazione del tema della<br />
decadenza dal deposito della procura alle liti; che il contenuto di queste osservazioni sia uscito dalla sfera<br />
dei legittimi destinatari e in seguito utilizzato, in forma anonima, per tacciare di parzialità il Presidente<br />
Corda; che la dichiarazione di astensione di quest'ultimo, presentata ad un con<strong>tra</strong>riato Brancaccio, abbia<br />
avuto acco<strong>gli</strong>mento seduta stante.<br />
Insomma: abbiamo, da un lato, una continua "osservazione" - chiesta da Rovelli a Pacifico ed attuata<br />
quantomeno <strong>tra</strong>mite Meccariello - della I Sezione Civile e, dall'altro, un intervento esterno, che solo un<br />
eufemismo può consentire di qualificare "di disturbo", tale da creare i presupposti per una dichiarazione di<br />
astensione da parte del Presidente del Collegio, poi accolta. E, guarda caso, il giudice estromesso aveva<br />
proposto alla riflessione dei suoi giudici argomenti e soluzioni tecnico - giuridiche sfavorevoli ai Rovelli. Si<br />
riaffacciava dunque la prospettiva che l'asso nella manica potesse <strong>tra</strong>sformarsi in un due di picche: di lì a<br />
pochi giorni, la "mina" di nome Mario Corda era agevolmente "disinnescata".<br />
Insomma, le due attività "occulte" corrono su binari paralleli, ed una è funzionale all'al<strong>tra</strong>: ne può dirsi che il<br />
costante controllo e monitoraggio sui collegi e sui loro componenti - ovvero sulle notizie "in anteprima"<br />
su<strong>gli</strong> orientamenti dei giudici - si sia limitato alle fasi del giudizio di Cassazione svoltesi ne<strong>gli</strong> anni 1991<br />
(episodio Berlinguer) e 1992 (episodio Corda). Le annotazioni sulle agende di Pacifico e l'accertamento dei<br />
suoi continui contatti con Meccariello ne hanno dato, per l'episodio de quo, una sorta di <strong>tra</strong>smissione<br />
"minuto per minuto", sia pure in differita; tuttavia, per le fasi precedenti (ed anche per quelle successive)<br />
l'esistenza e l'efficacia della rete informativa si desumono da<strong>gli</strong> esiti - sempre positivi per parte Rovelli -<br />
dell'attività di interferenza. Così, una "mirata" informazione sulle perplessità di Carlo Minniti in ordine alla<br />
perizia sul valore della SIR ha portato alla sua "rimozione" di fatto dal Collegio giudicante del Tribunale di<br />
Roma; proseguendo, allorquando la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza della Corte<br />
d'Appello sull'an debeatur, la parte Rovelli era en<strong>tra</strong>ta in possesso di una minuta ancora non collazionata<br />
dall'estensore e dunque, prima della pubblicazione da parte della Suprema Corte: come s'è visto, questa<br />
circostanza è dimos<strong>tra</strong>ta dal fatto che l'appunto anonimo - redatto da Acampora, in possesso di Pacifico e<br />
"copiato" da Metta - reca una citazione letterale di un passo di quella sentenza non ancora depurato da un<br />
refuso evidentemente intervenuto in sede di dattiloscrittura ("riformata" in luogo di "ritenuta").<br />
E l'attività di "spionaggio" non si è fermata neppure dopo la sentenza con la quale, il 14 lu<strong>gli</strong>o 1993, la Corte<br />
di Cassazione dichiarava l'improcedibilità del ricorso dell'IMI: su quella autentica "miniera" di indizi che è<br />
l'agenda di Attilio Pacifico troviamo, la seguente annotazione: "7 .12.1993 -11.10 Castello - il terzo del<br />
collegio è Apice e non Marziale".<br />
E <strong>gli</strong> investigatori non hanno dovuto compiere eccessivi sforzi per comprendere che anche quella<br />
composizione di un organo giudiziario riguardava la controversia IMI-SIR: l'IMI aveva presentato alla Corte<br />
d'Appello di Roma ricorso per la sospensione della esecuzione; l'udienza era stata fissata, appunto, per il 7<br />
dicembre 1993; il 30 dicembre successivo era depositata ordinanza con la quale la Prima Sezione della Corte<br />
dichiarava inammissibile l'istanza; il collegio giudicante era così composto: Presidente Antonio Cassano,<br />
Consi<strong>gli</strong>eri Umberto Apice e Giovanni Settimj. Quest'ultimo, esaminato all'udienza del 5 aprile 2002<br />
dichiarava che, all'epoca dei fatti, era consi<strong>gli</strong>ere presso la Prima Sezione della Corte d'appello di Roma, ed<br />
era spesso inserito nel collegio del Presidente Cassano, insieme al collega Marziale; Ricordava che Umberto<br />
Apice aveva eccezionalmente fatto parte di quel collegio, proprio per sostituire quest'ultimo.<br />
Anche il teste Apice confermava la circostanza, (cfr udienza 26 marzo 2001) precisando che Marziale era<br />
stato chiamato a far parte della Commissione esaminatrice del concorso per uditori giudiziari.