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i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

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La teste proseguiva, ricordando come il collegio giudicante si fosse di nuovo riunito il giorno successivo (30<br />

gennaio) ed in quella sede avesse deciso di <strong>tra</strong>smettere <strong>gli</strong> atti alla Corte costituzionale; precisa che il<br />

Presidente aveva chiesto di mantenere il massimo riserbo sulla decisione, che doveva ancora essere motivata<br />

e di nuovo sottoposta all'esame del Collegio.<br />

Ricorda che, prima di avviarsi all'aeroporto, aveva trovato nella propria casella in Corte una busta, che aveva<br />

portato con sé; l'aveva aperta, apprendendo <strong>tra</strong>ttarsi di una lettera anonima che faceva riferimento ad un<br />

orientamento del collegio giudicante a favore dell'IMI (per la verità, inizialmente la teste lo aveva riferito in<br />

senso opposto, ossia come funzionale a<strong>gli</strong> interessi dalla parte avversa ai Rovelli, ma si è corretta in seguito<br />

a contestazione del Pubblico Ministero).<br />

Si era recata nella toilette dell'aeroporto e aveva buttato la missiva; non ne aveva parlato poi con alcuno dei<br />

colleghi della Corte di cassazione.<br />

Ricollegando il ricordo dell'anonimo con una pelliccia particolarmente vistosa che indossava quel giorno,<br />

precisava di avere incon<strong>tra</strong>to all'aeroporto Francesco Berlinguer, con il quale aveva poi viaggiato per la<br />

Sardegna: escludeva di aver<strong>gli</strong> rivelato il contenuto della decisione presa quel giorno.<br />

Rovelli, nel corso de<strong>gli</strong> interrogatori in fase di indagine preliminare (acquisiti stante il suo rifiuto di<br />

sottoporsi all'esame dibattimentale chiesto dal Pubblico Ministero) non ha mai inteso rendere dichiarazioni<br />

in ordine allo specifico tema: come risulta dal relativo verbale, il giorno 22 settembre 1997, il Pubblico<br />

Ministero contesta a Felice Ro-velli (vi erano stati già altri interrogatori precedenti) le dichiarazioni di<br />

Berlinguer, ma l'allora indagato si era avvalso della facoltà di non rispondere, così come aveva in seguito<br />

fatto di fronte alle contestazioni relative alle emergenze bancarie riguardanti la società Dorian Investments<br />

ed i relativi passaggi finanziari, fino ad arrivare al <strong>tra</strong>sferimento in favore di Renato Squillante, di 133<br />

milioni di lire sul conto Rowena nel 1991.<br />

Nel primo interrogatorio in data 8 maggio 1996 Rovelli aveva accennato ai suoi <strong>rapporti</strong> con il magis<strong>tra</strong>to,<br />

aveva dichiarato di essere andato a trovarlo a casa e di avere discusso con lui "alcuni aspetti della vicenda<br />

della causa"; a uno di questi incontri aveva forse preso parte anche Attilio Pacifico.<br />

Nulla Rovelli ebbe mai a dichiarare intorno a concreti contatti con la controparte finalizzati ad una ipotesi<br />

<strong>tra</strong>nsattiva; nel primo verbale compare un fugacissimo e generico accenno, di segno completamente negativo<br />

mentre, come si è detto, vi è stato un rifiuto totale di rispondere in merito alla vicenda Berlinguer.<br />

Renato Squillante (esaminato per videoconferenza all'udienza del 3 ottobre 2002) nega in modo categorico<br />

che i fatti si siano svolti come li ricostruisce Berlinguer; segnatamente nega di avere chiesto al teste di<br />

avvicinare un componente il collegio giudicante della causa Imi SIR.<br />

Andando con ordine, l'imputato ha spiegato di avere telefonato a Felice Rovelli dopo la morte del padre<br />

Nino per porger<strong>gli</strong> le condo<strong>gli</strong>anze; più avanti lo stesso Felice, trovandosi a Roma, lo era andato a trovare a<br />

casa, per ringraziarlo; in quell'occasione <strong>gli</strong> aveva spiegato che spesso veniva nella capitale proprio per<br />

seguire la causa che aveva "ereditato" dal padre; il giovane si era limitato a dir<strong>gli</strong> che sperava che la<br />

vertenza giudiziaria finisse "presto e bene". Negava dunque di essersi mai interessato alle vicende della<br />

causa civile ("io, che ho sempre fatto il penale..."). Quanto ai <strong>rapporti</strong> con i fratelli Berlinguer, dichiarava di<br />

avere conosciuto Sergio al Quirinale e, at<strong>tra</strong>verso di lui, Francesco; questi era alla ricerca di contatti<br />

imprenditoriali all'estero, nei paesi dell'ex Unione Sovietica; aveva anche chiesto a suo fi<strong>gli</strong>o Fabio - che<br />

lavorava come giornalista a Mosca - di far<strong>gli</strong> da interprete in occasione di un viaggio a Mosca con l'allora<br />

Presidente Cossiga e di presentar<strong>gli</strong> personalità locali che potessero essere utili per i suoi progetti<br />

imprenditoriali. Una volta, Sergio Berlinguer <strong>gli</strong> aveva detto che il Presidente dell'IMI, Luigi Arcuti, aveva<br />

chiesto un incontro con il Presidente della Repubblica, affinchè il Quirinale si attivasse per promuovere una<br />

ipotesi di <strong>tra</strong>nsazione con la fami<strong>gli</strong>a Rovelli; lo aveva riferito a Felice, il quale però non aveva commentato<br />

la cosa.<br />

Lo stesso Berlinguer, <strong>gli</strong> aveva poi chiesto di indicare a Rovelli il fratello Francesco come possibile legale di<br />

parte SIR in relazione alla specifica ipotesi di una <strong>tra</strong>nsazione: proprio per questo motivo aveva detto a<br />

Francesco Berlinguer di telefonare a Felice presso l'Hotel Hassler.<br />

Ecco dunque che, per bocca dell'imputato Squillante (ma, come si è visto, non di Rovelli) prende corpo una<br />

versione difensiva specificamente riferita a fornire una differente "lettura" del coinvolgimento del Berlinguer<br />

nella vicenda IMI Rovelli: in poche parole, poiché Sergio aveva avuto notizia diretta delle richieste di Luigi<br />

Arcuti, nella sua veste di Presidente dell'IMI, al Quirinale perché mettesse i suoi buoni uffici nel tentativo di<br />

una composizione ex<strong>tra</strong>giudiziale della causa, aveva cercato di "infilare" nel pool di avvocati che<br />

assistevano la fami<strong>gli</strong>a Rovelli anche il fratello Francesco, affinchè potesse "partecipare" all'affare in caso di

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