i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia
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“Dorian Investment”; in secondo luogo, vi è un'al<strong>tra</strong>, importantissima operazione, alla quale già si è<br />
accennato e che sarà oggetto di approfondita analisi nella parte concernente i movimenti finanziari della<br />
vicenda Mondadori. Si <strong>tra</strong>tta della operazione - oggetto di contestazione nell'ambito del connesso procedimento<br />
cosiddetto "SME - Ariosto", che si sta svolgendo avanti al<strong>tra</strong> Sezione di questo Tribunale - con la<br />
quale, il giorno 5 marzo 1991, dal conto “Mercier” di Cesare Previti, viene bonificata direttamente -<br />
proveniente dal conto “Ferrido”, del gruppo Fininvest - al conto “Rowena” di Renato Squillante, la somma<br />
di 434.404 dollari USA, pari esattamente a 500 milioni di lire.<br />
Parlando delle dichiarazioni de<strong>gli</strong> <strong>imputati</strong> s'è già detto quali siano le giustificazioni - arzigogolate e<br />
cervellotiche - offerte al Tribunale nel tentativo di negare un rapporto economico diretto <strong>tra</strong> il legale ed il<br />
magis<strong>tra</strong>to; si è anche detto che quel movimento è oggetto di diverso dibattimento e che al Tribunale non<br />
interessa qui accertare la ragione sottesa allo stesso.<br />
Tuttavia, un dato balza a<strong>gli</strong> occhi: quel rapporto è l'esatta proiezione bancaria - <strong>tra</strong>dotta in documenti<br />
inoppugnabili - di un racconto "tridimensionale", nel quale i soggetti bancari agiscono in carne ed ossa e<br />
maneggiano materialmente banconote, invece che muoverle "virtualmente" <strong>tra</strong>mite bonifico: il racconto di<br />
Stefania Ariosto che più oltre si analizzerà.<br />
E sempre parlando di orizzonti che si ampliano, mette conto ricordare un'al<strong>tra</strong> operazione (anch'essa oggetto<br />
di dibattimento altrove pendente) che presenta marcatissime analogie con la precedente, anche dal punto di<br />
vista de<strong>gli</strong> arzigogoli difensivi e che dimos<strong>tra</strong> l'esistenza di illeciti <strong>rapporti</strong> in<strong>tra</strong>ttenuti dal duo Previti-<br />
Pacifìco con magis<strong>tra</strong>ti del distretto di Roma. Rimandando, per maggiori detta<strong>gli</strong>, alla <strong>tra</strong>ttazione finanziaria<br />
Mondadori, così è sufficiente, in questa sede, esporre i fatti:<br />
- da un bonifico proveniente da “All Iberian” - via “Polifemo” - (conti riconducibili ancora alla Fininvest)<br />
giungono il 14 aprile 1991 lire 1.800.000.000 a “Mercier” di Cesare Previti;<br />
- lo stesso giorno Pacifico preannuncia l'arrivo sul proprio conto “Pavone 771” (riferimento “Oceano”) il<br />
controvalore di 500 milioni di lire; infatti. Previti da l'ordine, che viene eseguito;<br />
- Pacifico investe fiduciariamente la somma, ma, ancor prima della scadenza dell'investimento, la bonifica<br />
interamente al conto “Master 811” di Filippo Verde.<br />
Nell'apposita sede si parlerà, in detta<strong>gli</strong>o, delle giustificazioni de<strong>gli</strong> <strong>imputati</strong>: ciò che al momento interessa è<br />
rilevare come, in ben due occasioni, somme provenienti da imprenditori siano passate per le mani di Previti<br />
e Pacifico, per finire, con collegamento bancario diretto ed inoppugnabile, nelle mani di giudici romani.<br />
Per il Tribunale è la prova che, oltre al calcetto, c'era dell'altro: in poche parole, la lobby affaristico<br />
giudiziaria descritta da Stefania Ariosto.<br />
...ANCHE IN RELAZIONE A MOMENTI PARTICOLARI...<br />
IL COSIDDETTO "EPISODIO BERLINGUER"<br />
Nell'ambito dello sviluppo della vicenda giudiziaria IMI - Rovelli, quello che il Tribunale, per comodità<br />
espositiva, individua come "episodio Berlinguer" riveste importanza cen<strong>tra</strong>le, sia se in sé considerato, sia se<br />
inquadrato nel complesso dei fatti portati alla cognizione del Collegio.<br />
In sé considerato, l'episodio ha portato alla luce, grazie alle dichiarazioni del teste Berlinguer, il significato<br />
illecito di contatti fra alcuni de<strong>gli</strong> attuali <strong>imputati</strong>, spasmodicamente protesi alla interferenza in una<br />
delicatissima fase della causa civile: quella in cui, nell'udienza in Corte di Cassazione tenutasi il 29 gennaio<br />
1992, i legali della fami<strong>gli</strong>a Rovelli, dopo avere affrontato la discussione nel merito del ricorso dell'IMI<br />
avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma (estensore Vittorio Metta) ne eccepirono in limine litis<br />
l'improcedibilità per mancato deposito della procura speciale alle liti da parte dell'IMI ai propri difensori.<br />
Come si vedrà, la narrazione di Francesco Berlinguer (che, lungi dall'essere calunniosa nei confronti de<strong>gli</strong><br />
attuali <strong>imputati</strong>, è anzi parsa a <strong>tra</strong>tti "ammorbidita" a loro vantaggio) nel descrivere in modo diretto ed<br />
immediato le manovre del neo corruttore Felice Rovelli, de<strong>gli</strong> esperti intermediari e del magis<strong>tra</strong>to<br />
Squillante, rivela la finalità dei <strong>rapporti</strong> occulti fra questi personaggi e fornisce una formidabile chiave di<br />
lettura per <strong>gli</strong> ulteriori contatti documentati (nei tabulati telefonici ovvero nelle agende) nelle fasi<br />
antecedenti e successive dello sviluppo della causa civile, segnatamente per l'intensificarsi dei medesimi in<br />
corrispondenza di momenti "importanti".<br />
Punto di partenza è il riepilogo del dato cronologico relativo al procedimento civile: come già visto nel<br />
detta<strong>gli</strong>o (cfr. capitolo Cassazione 1992 -1993) il 30 dicembre 1990 (circa un mese dopo la sentenza 27