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i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

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ed ho ottenuto l'iscrizione il 31 gennaio 1995. Ho aperto allora uno studio in via Carlo Conti Rossini n.26...<br />

ho iniziato molto lentamente la mia nuova attività, perché non mi ero preparato prima ad affrontarla. Prima<br />

della mia iscrizione all'albo, Cesare Previti, avendo saputo del mio pensionamento, mi ha invitato<br />

ripetutamente con molto garbo a valutare la possibilità che io mi occupassi del suo studio. E<strong>gli</strong> infatti era<br />

molto preso dall'attività politica e riteneva che il fi<strong>gli</strong>o, data la giovane età, non fosse in grado di farsi<br />

carico completamente dell'attività dello studio. Io all'inizio declinai queste offerte di collaborazione ed<br />

intorno a marzo 1995 accettai la proposta di collaborazione, però ad una condizione che ritenevo essenziale<br />

e alla quale Previti ha aderito immediatamente, e cioè che io conservassi la mia attività nel mio studio. La<br />

collaborazione con lo studio Previti era una collaborazione esterna, ed io non ero affatto socio<br />

dell'associazione professionale facente capo allo studio Previti. Venne stabilito un compenso della mia<br />

attività di 100 milioni l'anno come collaboratore dello stesso. La collaborazione consisteva nel <strong>tra</strong>ttare<br />

alcune cause e dare consi<strong>gli</strong> in materia s<strong>tra</strong>giudiziale".<br />

Invitato a riferire quando avesse conosciuto Cesare Previti e che tipo di rapporto con lui vi fosse fino al<br />

momento in cui iniziò la collaborazione allo studio, Metta rendeva la seguente dichiarazione: "L'avv. Previti<br />

girava ne<strong>gli</strong> uffici giudiziari romani, e quindi avevo avuto sicuramente occasione di vederlo per motivi<br />

professionali, anche se lui non aveva cause con me, fin dai tempi remoti. Il rapporto è diventato più<br />

ravvicinato intorno al 1993 -1994, senza che nemmeno io sappia spiegare i motivi di questo cambiamento di<br />

qualità".<br />

Richiesto di indicare con maggiore precisione il periodo in cui l'avvicinamento si era verifìcato e le modalità<br />

dello stesso, l'imputato rispondeva: "Credo che il fatto si possa collocare nel 1993, anche se non posso<br />

essere più preciso. Non sono in grado di precisare circostanze di tempo e di luogo. Sicuramente può essere<br />

capitato che ci siamo visti più di frequente fino a quando io ho esercitato la mia attività di magis<strong>tra</strong>to presso<br />

la Corte d'appello di Roma; dopodiché posso escludere di avere avuto occasione di incon<strong>tra</strong>re l'avvocato<br />

Cesare Previti in occasione di cene e pranzi o comunque in occasioni mondane".<br />

Aggiungeva l'imputato, su specifica domanda, che non era mai capitato che l'avvocato Cesare Previti fosse<br />

difensore in ricorsi o controversie giudiziarie che e<strong>gli</strong> aveva <strong>tra</strong>ttato, sia come componente di collegi<br />

giudicanti civili del Tribunale, né come giudice presso la Corte d'appello di Roma; ribadiva dunque che,<br />

ne<strong>gli</strong> anni 1991, 1992 non aveva motivo di in<strong>tra</strong>ttenere <strong>rapporti</strong> di qualsiasi tipo con il coimputato: "... come<br />

ho già detto, il mio rapporto con lui comincia in pratica quando accetto di collaborare nel 1995 con il suo<br />

ufficio, con suo fi<strong>gli</strong>o".<br />

Infine, Vittorio Metta specificava che la collaborazione con lo studio Previti era iniziata nel febbraio- marzo<br />

1995; in precedenza c'erano stati dei contatti con i quali Previti lo aveva invitato ad iniziare tale<br />

collaborazione; il coimputato lo aveva sicuramente contattato telefonicamente, poi si erano incon<strong>tra</strong>ti ed<br />

avevano preso accordi sul punto.<br />

L'ex magis<strong>tra</strong>to Metta rendeva dichiarazioni anche in ordine ai propri <strong>rapporti</strong> con l'avvocato Pacifico, così<br />

ricostruendoli: "... con l'avvocato Pacifico non ho mai avuto nessun rapporto stretto. L'avvocato Pacifico è<br />

una di quelle persone che impongono la loro presenza... Mia fi<strong>gli</strong>a, frequentando l'università, conobbe la<br />

fi<strong>gli</strong>a dell'avvocato Pacifico e, da una parte, si misero a condividere la passione per la Juventus, dall'al<strong>tra</strong><br />

parte, l'avvocato Pacifico si offrì più di una volta di aiutare mia fi<strong>gli</strong>a nei suoi studi. Il rapporto con<br />

Pacifico è stato un rapporto assolutamente sporadico ed occasionale".<br />

In ordine ai tempi della conoscenza: "Sicuramente dopo il 1991 e sono sicuro di questo perché il primo<br />

contatto con l'avvocato Pacifico fu in occasione della morte di mia madre avvenuta il 2 agosto 1991 e devo<br />

dire che in quella occasione si fece sentire per le condo<strong>gli</strong>anze e credo pure che mandò un telegramma.<br />

Sicuramente prima di quella data non ho avuto alcun rapporto. A partire da allora è successo che ci siamo<br />

potuti vedere in ufficio e si sia conversato delle proprie cose. Poi è sorto il rapporto <strong>tra</strong> mia fi<strong>gli</strong>a e la fi<strong>gli</strong>a<br />

dell'avvocato Pacifico, credo subito dopo la mia conoscenza con l'avvocato. Quando parlo di rapporto<br />

occasionale con Pacifico, intendo dire che non c'è mai stata alcuna amicizia, ma nemmeno un rapporto<br />

ravvicinato o di frequentazione stessa. Per me il rapporto con Pacifico non voleva dire assolutamente niente<br />

ed anzi mi dava in qualche misura fastidio il suo intromettersi con mia fi<strong>gli</strong>a a causa della comune passione<br />

sportiva per la Juventus".

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