i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

poi documentalmente che ho redatto un appunto dattiloscritto chiosando la bozza e che il contenuto di
quest'appunto è stato ripreso nella stesura dell'atto definitivo depositato in causa. Ciò vale a dimostrare, a
mio avviso, incontestabilmente che io ho comunque seguito le vicende processuali, pur senza essere
difensore in giudizio. Il materiale certamente mi fu fatto recapitare dall'ing. Rovelli".
Il verbale così prosegue: "Si da atto che a questo punto viene depositata la bozza dell'atto di citazione e
riassunzione di cui si è parlato sopra e la copia dell'atto di citazione depositato in causa, facendosi rilevare
che pag. 20 ultime righe e seg. dell'atto definitivo si evidenzia l'aggiunta alla bozza. Viene anche depositata
una fotocopia pervenuta via fax dell'appunto sulla bozza di cui si è parlato sopra, che Acampora dichiara di
avere personalmente a suo tempo redatto.
L'imputato aggiungeva: "I miei rapporti con Felice Rovelli sono stati assolutamente banali. L'ho conosciuto
dopo la morte di suo padre; circa cinque o sei mesi dopo abbiamo parlato delle mie aspettative aleatorie,
credo di averlo rivisto dopo qualche mese, lo vidi il giorno prima o dopo della sentenza della Cassazione
dove mi informò della mancanza della procura. Definimmo la situazione economica nel 1994... Felice
Rovelli nel 1991 era a conoscenza che mi doveva delle somme. Io dissi a Felice Rovelli che avevo svolto una
consulenza legale per suo padre per la causa Imi-Rovelli e che a seguito di questa attività era stabilito,
come lo chiamo io, un compenso aleatorio. Il mio compenso era determinato sul quantum incassato dalla
famiglia, anche in sede transattiva".
Per chiudere sulla vicenda Rovelli - nella quale, lo si ripete, Acampora non è più in questa sede imputato -
basterà qui richiamare, in tutta la sua eccezionale rilevanza, il raffronto tra il contenuto del documento
prodotto dall'imputato ed il testo della sentenza sottoscritta dall'estensore Vittorio Metta (raffronto operato
nel capitolo relativo alla ricostruzione dell'iter della causa) dal quale si desume, senza ombra di dubbio, che
alcuni passi della motivazione della sentenza sottoscritta dal giudice Metta sono letteralmente "copiati"
dall'appunto prodotto da Giovanni Acampora, e che identico appunto (stampato su carta da fax dell'epoca) è
stato rivenuto e sequestrato presso lo studio di Attilio Pacifico, ove venivano rinvenute e sequestrate altre
"bozze" il cui contenuto è stato, in parte riprodotto nella citata sentenza.
Esaminato in dibattimento all'udienza del 5 ottobre 2002, l'imputato non ha inteso rispondere ad alcuna
domanda sull'accusa per la quale si procede separatamente, ed ha invece reso dichiarazioni generali sui
propri rapporti con gli altri imputati, nonché, in particolare, sui trasferimenti finanziari che l'accusa
riconduce alla tangente per la vicenda Lodo Mondatori.
Sui rapporti con il gruppo Fininvest: "I rapporti nascono in tarda primavera, inizio estate del 1991... fui
consultato per questioni che inerivano TELE +... ebbe una certa evoluzione il rapporto con le vicende
Telecinco in Spagna dove provvidi alla elaborazione, alla costruzione, alla redazione dei contratti di
compravendita di pacchetti azionari... Il discorso si è anche poi manifestato successivamente attraverso il
fatto che ... il mio studio sia stato officiato in sede penale per quanto riguardava quello che dicevo prima,
falsi in bilancio"; tutte le parcelle "sono sempre state emesse regolarmente, sono tutte agli atti...".
Su domanda della difesa: "Ovviamente conosco l'avvocato Pacifico, i rapporti sono ultraventennali, ci
conoscemmo per questioni di tipo professionale, si sono i rapporti implementati anche con una
frequentazione extraprofessionale; chiedevo, quando mi fu palesata la possibilità dell'avvocato Pacifico di
far rientrare dei fondi in Italia, gli chiedevo di farmi queste cortesie, peraltro erano remunerate; l'avvocato
Pacifico mi ha anche seguito alcune pratiche di recupero crediti e quant'altro per il mio studio... ci siamo
visti spesso, qualche volta cenavamo insieme, avevamo anche una amicizia familiare con la moglie, mia
moglie e così via, quindi diciamo che sono state delle frequentazioni tra due colleghi molto lunghe nel
tempo che si sono reiterate sino ai giorni nostri, sostanzialmente".
Scendendo nel dettaglio della movimentazione finanziaria considerata dall'accusa quale "provvista" per la
corruzione giudiziaria Mondadori: "...i motivi per cui l'avvocato Previti mi invia questi fondi è inquadrabile
in un rapporto che io avevo avviato da tempo di un investimento nella nautica da diporto... coinvolsi
l'avvocato Previti, nel senso gli dissi se era interessato a partecipare all'operazione. L'avvocato Previti, col
quale avevamo appunto dei rapporti di fiducia e di amicizia, mi affidò dei propri fondi affinchè fossero
investiti in quella iniziativa... io ho detto che l'avvocato Previti ha mandato dei soldi a me.. .sono stati