i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

Domanda del PM: "Lei è in grado di documentare questi investimenti che sono stati fatti da Nino Rovelli
negli anni'70?
Pacifico: "No".
P.M.: "Come mai?"
Pacifico:"Beh, perché io... avevo una fiducia massima nella sua persona, lui mi ha fatto solo una
dichiarazione che aveva avuto i 30 milioni di franchi e poi li ha gestiti. A me mi bastava questo, perché
questi erano i nostri rapporti".
P.M.:"Non c'era nulla di scritto?".
Pacifico: "Sì, ho detto, mi ha fatto una dichiarazione. Lui mi ha fatto una dichiarazione".
P.M.: "dov'è questa dichiarazione?".
Pacifico: "Beh, è stata strappata quando sono stato pagato. Non serviva più".
P.M.:"Lei l'ha strappata nel' 94...capisco bene questo?"
Pacifico: "Dopo che ho fatto l'accordo con il figlio e con la signora. Dopo.. .diciamo febbraio '91".
P.M.: "Quindi questo documento è stato portato a conoscenza di Felice Rovelli e Battistella Primarosa?"
Pacifico: "No, perché non ce n'era bisogno, in quanto loro avevano avuto l'incarico ufficiale dal padre o dal
marito a secondo della persona di cui parliamo, che dovevano darmi i soldi che mi spettavano, perché io
sarei andato lì a dire quale era la cifra".
P.M.: "e come mai non ha ritenuto di far vedere questo documento a Felice Rovelli e alla signora Battistella
Primarosa, atteso che vantava un credito... di ben 30 miliardi di lire...”.
Pacifico: "No, erano 30 milioni di franchi".
P.M.:"Pari a 28 miliardi di lire".
Pacifico:" E va beh, se vogliamo fare questa precisazione... Eh, oggi non so quanti sono... io non ho ritenuto
di farlo perché loro mi hanno confermato che avrebbero pagato quello che il padre aveva detto, o il
marito".
P.M.: "E quindi poi questo documento che lei aveva in mano l'ha stracciato dopo che sono arrivati i
bonifici...".
Pacifico: "No, dopo che il figlio e la moglie di Rovelli mi hanno confermato che avreb-bero pagato".
Prima di morire, Nino Rovelli telefona al creditore per tranquillizzarlo: "...lui il 28 dicembre del 1990 mi
chiama all'Hotel della Posta dove io risiedo... e mi dice: "Se c'è bisogno di qualcosa perché mi capita che io
vada all'al-tro mondo, puoi rivolgerti senz'altro a mia moglie e mio figlio, perché sono quelli che ti daranno
tutto quello che è tuo... il giorno in cui ricevo la telefonata... nella mia stanza c'era l'avvocato Antonio
Picone di Roma... ed ha sentito non la telefonata, però i commenti che io ho fatto a seguito di questa cosa,
dicendo: "Che persona, hai visto questo mi chiama perché addirittura siccome pensa che può morire...".
Morto Nino, Pacifico si fa vivo con gli eredi per porgere le condoglianze "e poi io gli dissi che c'era ‘sto
problema che mi aveva accennato al telefono il marito da Zurigo e la signora mi confermò che loro si
impegnavano a fare fronte... quando ho detto la cifra... io avevo la sensazione che la signora già sapesse