i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

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20.05.2013 Views

P.M.: ... sulla base di quello che è scritto nell'ordinanza, che cosa ha da dire? Lei perché ha intascato quei miliardi? I.: la signora credo che lo abbia dichiarato. Perché c'era un debito pregresso del marito nei miei confronti e quando è morto, prima di morire gli ha detto:" se io muoio, devi dare questi soldi a Pacifico". P.M.: Spieghi quale era il rapporto professionale con Rovelli, per cui lei ha intascato in più tranches... I.: ma non era un rapporto...era un rapporto dovuto ad anni di collaborazione e... P.M.: di che tipo? I.: Di tutti i tipi. Di coinvolgimenti in operazioni che lui ha fatto, in soldi che avevo già guadagnato perché io avevo dato dei pareri o e delle consulenze, in una serie di cose... P.M.: Lei ha percepito questi soldi perché aveva svolto un'attività professionale per la causa Imi Rovelli? I.: No. Assolutamente. P.M.: perché trenta miliardi non sono pochi. I:.. .Io ho lavorato circa vent'anni con Rovelli, in una maniera settimanale o anche bisettimanale. Non credo di dover dare nessuna spiegazione per quanto riguarda la mia collaborazione professionale e i coinvolgimenti e i guadagni che ho fatto. P.M.: e in che anno inizia la collaborazione con Rovelli? I.:.. .Io l'ho conosciuto nel' 75, '76.. .poi ho cominciato con lui dopo un paio d'anni.. .l'-ho fatto dal'79, '80... Divento il suo consulente in certi tipi di operazioni societarie, bancarie, di valuta e di cose che lui fa all'estero... Ci siamo trovati pure certe volte in certe situazioni di... particolare... vantaggio. Per esempio, faccio un esempio. Quando c'è stato...quello sbalzo dei costi dell'oro che è andato da 400 dollari a 800 dollari all'oncia. Quella, per esempio, è stata una cosa in cui lui mi ha coinvolto e ci sono stati dei guadagni importantissimi. Questa già è una cosa di tantissimi anni prima. Io ho impegnato, praticamente, tutta la mia attività professionale e la mia vita in questa Cosa.… P.M.: ma, i conti? Scusi. Lei come ha fatto i conti? Ha dovuto giustificare alla vedova. I.: Sì signora. Ma se questa me li ha dati, evidentemente lui gli ha detto la cifra. P.M.: io le chiedo se lei è in grado di dimostrare... I.: No. Assolutamente. P.M.: ...e documentare l'attività.. I.: No...non posso. P.M.: Quindi lei, nel corso di questi anni...dal'78/'79 al '90 non ha mai ricevuto nessun compenso da parte dell'ingegnere Rovelli? I.: Sì. Ogni tanto qualche cosa sì. Per esempio, che ne so, voleva comprare una cosa che mi interessava e lui mi dava un acconto su quelle che erano le mie competenze.

P.M.: Siccome l'ingegnere Rovelli muore nel 1990 e in quel momento la causa era in Corte d'appello, però non era finita: lei come mai ha accettato di aspettare ancora e non ha preteso in quel momento i compensi che da tanti anni Lei vantava nei confronti dell'ingegnere Rovelli? I.: Ma io non è che li vantavo da tanti anni. Io li avevo maturati in tanti anni e li potevo avere quando volevo... nel momento in cui io mi rivolgevo al Rovelli, sapevo che i soldi li potevo avere. Anche se non immediatamente, in varie soluzioni... P.M.: Sì, ma nel momento in cui è morto l'ingegnere Rovelli, è venuto meno il suo interlocutore, no? I.: ...visto che la signora e il figlio riconoscevano il debito e che fare nei miei confronti e io sapevo quali erano le loro possibilità...non è che ci rimettevo niente...il fatto che sia stato pagato dopo, sì, è vero che sono stato pagato dopo. Però, voglio dire, se io avessi insistito avrei potuto prendere i soldi anche prima. P.M.: Dalle dichiarazioni della signora Rovelli emerge che il marito, prima di operarsi, le disse, appunto, che l'avvocato Pacifico si sarebbe, qualora fosse successo qualcosa, si sarebbe rivolto a lei e se chiedeva qualsiasi cifra, la signora doveva estinguere questo debito. Quando lei si è presentato dalla famiglia Rovelli, dopo la morte dell'ingegnere, disse che bisognava anche saldare dei debiti nei confronti dell'avvocato Cesare Previti e dell'avvocato Acampora. I.: Non l'ho mai detto questo. Io non sapevo che Acampora e Previti avessero dei crediti nei confronti di Rovelli. Nel modo più assoluto. Conosco benissimo sia Acampora che Previti, ma ignoravo che avessero questi crediti nei confronti di Rovelli. Prima di passare alla esposizione delle dichiarazioni dibattimentali, mette conto anticipare una notazione, peraltro evidente dalla lettura in ordine cronologico delle dichiarazioni rese dall'imputato nel corso delle indagini: l'adattamento della versione difensiva alle emergenze investigative che via via il Pubblico Ministero andava acquisendo e contestando. In particolare. Pacifico è passato da una primitiva, assoluta e totale negazione, financo circa la propria disponibilità di conti correnti in terra elvetica, ad un generale rifiuto alle domande su quel tema allorquando erano emersi elementi che ne dimostravano l'esistenza. Allo stesso modo, emerso il primo rapporto economico con Primarosa Battistella, ossia il bonifico in Italia della irrisoria somma di 241 milioni di lire (irrisoria, s'intende, rispetto ai bonifici estero su estero che emergeranno in seguito). Pacifico descrive in modo frettoloso, distaccato e superficiale i propri rapporti con la famiglia, alludendo ad una ottima conoscenza della vedova Rovelli, non ricordando (rectius, fingendo di non ricordare) la data della morte del capofamiglia, né - circostanza che, alla luce delle evidenze probatorie già acquisite in motivazione e che ancora si andranno ad esaminare, fa quasi sorridere - la denominazione "dell'istituto" (così lo indica l'imputato, che non "sapeva" se l'ente avesse sede in Roma o in Milano) che si contrapponeva a Rovelli nella vertenza giudiziaria; né, infine, l'epoca in cui la causa era finita (che coincideva con il periodo nel quale egli Pacifico, aggiunge il Tribunale, aveva ricevuto 30 miliardi di lire dalla famiglia Rovelli). Solo dopo le dichiarazioni degli eredi di Nino, l'imputato palesava l'esistenza di rapporti con il defunto ingegnere, tali da avergli fruttato quella astronomica somma, dandone la "spiegazione" della quale s'è ora detto. Nel corso del lungo esame dibattimentale (cfr. udienza 20 settembre 2002) l'imputato ha parlato della conoscenza con Angelo Rovelli, alla fine degli anni Settanta, e del fatto che il petroliere aveva apprezzato le sue altolocate e prestigiose conoscenze ".. .lui vede quali sono i miei rapporti con Carini e quindi cominciamo questo nostro rapporto di conoscenza e poi diventa di amicizia, perché io faccio degli interventi per lui sia con Carini che con Raveglia e Santospirito e ci sono anche delle delibere che gli consentono non solo di sanare certe posizioni debitorie con gli altri istituti, perché in quel mo-mento certe società di Rovelli erano in difficoltà, ma di ottenere anche denaro fresco, che era la cosa più importante... e per questi lavori... che lui mi incarica di fare, queste presentazioni... ad un certo punto, ottenendo certi risultati mi da circa 3 milioni di franchi...cioè io ricevo tre milioni di franchi svizzeri che nel'78, '79 saranno un miliardo e mezzo…". "A questo gruppo di denari... aggiungo 150 milioni di lire che ricevo, nel'70, dal dott. Alfonso Carulli, che è fratello di mia mamma, ed era il fratello maggiore al quale il padre notaio, Oreste Carulli, mio nonno,

P.M.: ... sulla base di quello che è scritto nell'ordinanza, che cosa ha da dire? Lei perché ha intascato quei<br />

miliardi?<br />

I.: la signora credo che lo abbia dichiarato. Perché c'era un debito pregresso del marito nei miei confronti e<br />

quando è morto, prima di morire <strong>gli</strong> ha detto:" se io muoio, devi dare questi soldi a Pacifico".<br />

P.M.: Spieghi quale era il rapporto professionale con Rovelli, per cui lei ha intascato in più <strong>tra</strong>nches...<br />

I.: ma non era un rapporto...era un rapporto dovuto ad anni di collaborazione e...<br />

P.M.: di che tipo?<br />

I.: Di tutti i tipi. Di coinvolgimenti in operazioni che lui ha fatto, in soldi che avevo già guadagnato perché<br />

io avevo dato dei pareri o e delle consulenze, in una serie di cose...<br />

P.M.: Lei ha percepito questi soldi perché aveva svolto un'attività professionale per la causa Imi Rovelli?<br />

I.: No. Assolutamente.<br />

P.M.: perché trenta miliardi non sono pochi.<br />

I:.. .Io ho lavorato circa vent'anni con Rovelli, in una maniera settimanale o anche bisettimanale. Non credo<br />

di dover dare nessuna spiegazione per quanto riguarda la mia collaborazione professionale e i<br />

coinvolgimenti e i guadagni che ho fatto.<br />

P.M.: e in che anno inizia la collaborazione con Rovelli?<br />

I.:.. .Io l'ho conosciuto nel' 75, '76.. .poi ho cominciato con lui dopo un paio d'anni.. .l'-ho fatto dal'79, '80...<br />

Divento il suo consulente in certi tipi di operazioni societarie, bancarie, di valuta e di cose che lui fa<br />

all'estero... Ci siamo trovati pure certe volte in certe situazioni di... particolare... vantaggio. Per esempio,<br />

faccio un esempio. Quando c'è stato...quello sbalzo dei costi dell'oro che è andato da 400 dollari a 800<br />

dollari all'oncia. Quella, per esempio, è stata una cosa in cui lui mi ha coinvolto e ci sono stati dei guadagni<br />

importantissimi. Questa già è una cosa di tantissimi anni prima. Io ho impegnato, praticamente, tutta la mia<br />

attività professionale e la mia vita in questa Cosa.…<br />

P.M.: ma, i conti? Scusi. Lei come ha fatto i conti? Ha dovuto giustificare alla vedova.<br />

I.: Sì signora. Ma se questa me li ha dati, evidentemente lui <strong>gli</strong> ha detto la cifra.<br />

P.M.: io le chiedo se lei è in grado di dimos<strong>tra</strong>re...<br />

I.: No. Assolutamente.<br />

P.M.: ...e documentare l'attività..<br />

I.: No...non posso.<br />

P.M.: Quindi lei, nel corso di questi anni...dal'78/'79 al '90 non ha mai ricevuto nessun compenso da parte<br />

dell'ingegnere Rovelli?<br />

I.: Sì. Ogni tanto qualche cosa sì. Per esempio, che ne so, voleva comprare una cosa che mi interessava e lui<br />

mi dava un acconto su quelle che erano le mie competenze.

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