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i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

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il rapporto è rimesso al rapporto interpersonale e quindi, se lei parla di una documentazione attinente alla<br />

conclusione di quella fase del rapporto con Rovelli, certamente non ce l'ho e non la posso avere".<br />

Ed ancora, interrogato dal P.M. sulle garanzie che eventualmente si fosse fatto dare da Rovelli junior,<br />

persona a lui sino a quel momento sconosciuta, circa l'adempimento del debito paterno, intervenuto ben<br />

quattro anni dopo la morte di Nino, così rispondeva: ".…per me era più che sufficiente che Rovelli mi avesse<br />

detto che il padre <strong>gli</strong> aveva parlato del suo debito e che lui lo avrebbe soddisfatto e che avrebbe rispettato<br />

in tutto e per tutto la volontà del padre. Detto questo, se io <strong>gli</strong> avessi chiesto un documento avrei fatto<br />

proprio veramente un fuor d'opera, era un rapporto fiduciario col padre, ero contento del fatto che si<br />

mantenesse fiduciario anche con il fi<strong>gli</strong>o, ne poteva essere di al<strong>tra</strong> natura".<br />

Di fronte ad un racconto dei fatti diverso dal precedente, ma privo - nell'ottica difensiva - di risvolti che<br />

collegassero il denaro di Rovelli a fatti corruttivi, ci si potrebbe a buon diritto chiedere perché mai, nel 1997,<br />

l'imputato avesse mentito, parlando di somma per la quasi totalità destinata a terzi e non - come invece era -<br />

a se stesso. Così spiega l'interessato il proprio iniziale mendacio: "... era stata fatta la richiesta di<br />

autorizzazione a procedere all'arresto in Parlamento e in più erano iniziate su vari fronti, anche nei miei<br />

confronti, le attività de<strong>gli</strong> organi fiscali per, diciamo, aggredire anche su quel fronte <strong>gli</strong> <strong>imputati</strong> di questo<br />

processo...talché io, in un primo momento quando uscì sui giornali il passaggio di denaro <strong>tra</strong> Rovelli e me,<br />

io dichiarai immediatamente quel che era la verità, cioè che si <strong>tra</strong>ttava di una parcella, ma in una<br />

dichiarazione ufficiale utilizzabile, anche su consi<strong>gli</strong>o dei professionisti che mi assistevano, io decisi di dare<br />

una versione nella quale non venisse fuori la parola parcella, perché mi è stato spiegato che questo avrebbe<br />

potuto effettivamente scatenare il fisco nei miei confronti, con effetti evidentemente rovinosi. E quindi ho<br />

parlato di mandato perché mi sembrava la situazione più, come dire, anonima e così le dichiarazioni<br />

conseguenti naturalmente sono state, diciamo, improvvisate alla circostanza proprio per evitare questo<br />

rischio gravissimo... in quella occasione, nel dovere spiegare un movimento di denaro che nulla aveva a che<br />

vedere con questa vicenda ho pensato, a tutela della mia posizione, soprattutto fiscale, ma anche di<br />

immagine, di parlare di mandato".<br />

Emergeva in dibattimento anche un ben differente spessore ed intreccio dei <strong>rapporti</strong> con l'avvocato<br />

Acampora: colui che nel corso delle indagini era presentato alla stregua di un collega come tanti (sia pure<br />

molto stimato) con il quale non aveva mai avuto <strong>rapporti</strong> professionali, se non per il fatto di avervi inviato il<br />

fi<strong>gli</strong>o per un periodo di pratica legale, si rivela in dibattimento legato a Cesare Previti da profondi legami,<br />

professionali e finanziari. Quanto al primo punto: "... a differenza che con l'avvocato Pacifico, ho avuto<br />

<strong>rapporti</strong> professionali in comune con l'avvocato Acampora e in un certo periodo molto intensi in quanto<br />

anche lui ha assistito il Gruppo Fininvest..."; non intendeva indicare altri clienti in comune (oltre alla<br />

Fininvest e a Gianni Bulgari; di quest'ultima vicenda si parlerà a proposito dei movimenti finanziari relativi<br />

alla imputazione Lodo Mondadori) con il coimputato "per naturale riservatezza".<br />

Come si vedrà a tempo debito, vi è un'al<strong>tra</strong> causa nella quale i due legali risultano avere prestato, insieme, la<br />

propria opera, ossia quella relativa alla opposizione al fallimento Caltagirone, in cui en<strong>tra</strong>mbi patrocineranno<br />

il fallito avanti un collegio giudicante della Corte d'appello di Roma, relatore Vittorio Metta.<br />

Quanto al secondo punto, si avrà modo di constatare l'esistenza in atti di lettere scambiate fra <strong>gli</strong> <strong>imputati</strong> nel<br />

giugno 2002, relative a passaggi da Acampora a Pacifico, e poi a Previti, di oltre 4 miliardi di lire: anche<br />

questa vicenda sarà <strong>tra</strong>ttata nella sede propria, bastando qui rimarcare che, soprattutto nelle parole di<br />

Acampora (cfr. ud.5 ottobre 2002; Previti si è invece rifiutato di rispondere, affermando che "non intendo<br />

dare nessuna storia a fatti privati che non c'en<strong>tra</strong>no per niente in questo processo") Previti avrebbe investito<br />

- suo <strong>tra</strong>mite e senza alcuna documentazione di supporto o di garanzia, in quanto "il rapporto Mochi Craft è<br />

un rapporto mio con sottostante ausilio partecipativo dell'avvocato Previti" - un miliardo e cinquecento<br />

milioni di lire nel 1991 e 4 milioni di franchi svizzeri nel 1994, in una società operante nel campo della<br />

nautica, la Mochi Craft, poi fallita nel 1999. Tutto, come sempre, sulla fiducia.<br />

In relazione alla vicenda Lodo Mondadori, Cesare Previti rendeva dichiarazioni in ordine alla natura della<br />

erogazione patrimoniale oggetto di contestazione, proveniente dai conti esteri riconducibili alla Fininvest di<br />

Silvio Berlusconi. Innegabili sono, invero, le differenze <strong>tra</strong> questa situazione e quella relativa alla questione<br />

Rovelli in quanto, sul piano generale, sono quasi fatto notorio <strong>gli</strong> intensi <strong>rapporti</strong>, anche professionali, che<br />

legavano l'imputato al sunnominato gruppo imprenditoriale. Interrogato, in sede di indagini preliminari,<br />

nell'unico, già menzionato, interrogatorio, sui bonifici riscon<strong>tra</strong>ti sul conto Mercier, così rispondeva in via<br />

generale: "... sono collegati alle mie prestazioni professionali internazionali e ai miei interessi ne<strong>gli</strong> USA e

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