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80<br />

Vulvo-vaginite micotica e<br />

Trichomoniasi vaginale<br />

R. Pozzoli<br />

Servizio di Microbiologia<br />

Ospedale Niguarda<br />

Milano<br />

Vulvo-vaginite micotica<br />

Introduzione<br />

Le vulvo-vaginiti micotiche sono sostenute da lieviti del<br />

genere Candida. In particolar modo è coinvolta la specie<br />

C.albicans che è isolata nel 75-80% dei casi sintomatici.<br />

Nella restante percentuale delle infezioni sono isolate<br />

C.tropicalis, C.kefyr, C.krusei, C. parapsilosis e C.glabrata (Torulopsis<br />

glabrata), specie che recidivano soprattutto in<br />

donne immunocompromesse (HIV positive, affette da<br />

neoplasie) in quanto spesse volte resistenti ai comuni<br />

antimicotici.<br />

Varia è la prevalenza di colonizzazione. Il 10-22% di<br />

donne in età fertile sono colonizzate in assenza di sintomatologia,<br />

prevalenza che sale al 30-40% nelle donne<br />

gravide, mentre in pazienti HIV positive la colonizzazione<br />

arriva al 60-65%.<br />

In queste ultime si evidenzia un netto aumento della prevalenza<br />

di C.glabrata (20-22%) e di C.krusei (3-5%) rispetto<br />

ad una popolazione di donne HIV negative.<br />

Molti e diversificati sono i fattori che predispongono<br />

all’insorgenza di vulvo-vaginite micotica e sono differenziabili<br />

in esogeni ed endogeni:

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