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74<br />
Micoplasmi urogenitali<br />
Fig. 3<br />
Colonie di<br />
U. urealyticum<br />
Fig. 4<br />
Sistema diagnostico<br />
Mycoplasma IST<br />
Negli ultimi anni sono stati introdotti in commercio dei<br />
kits che contengono, già pronti all’uso, tutti i terreni<br />
occorrenti per la coltura e l’identificazione dei Micoplasmi<br />
urogenitali permettendo così anche ai laboratori non specializzati<br />
la ricerca di questi microrganismi. Generalmente<br />
si tratta di microgallerie i cui pozzetti contengono substrati<br />
adatti alla crescita.<br />
I prelievi eseguiti secondo le modalità illustrate in precedenza,<br />
vengono sempre inoculati in terreno di trasporto.<br />
Previo vortexamento, si trasferiscono alcune gocce in<br />
ognuno dei pozzetti che sono poi ricoperti con olio di<br />
paraffina, per assicurare l’anaerobiosi, ed incubati a 37°C<br />
per 24 ore.<br />
L’identificazione viene effettuata sulla base della sensibilità<br />
agli antibiotici di profilo o delle caratteristiche biochimiche,<br />
mentre la conta batterica si basa sull’inibizione<br />
della cinetica enzimatica.<br />
Non bisogna inoltre dimenticare che alcuni di questi<br />
sistemi permettono anche di valutare la resistenza ad<br />
alcuni antibiotici e che prolungando l’incubazione a 48-<br />
72 ore si possono evidenziare conte batteriche basse.<br />
Interpretazione<br />
L’isolamento di U. urealyticum o di M. hominis da distretti<br />
normalmente sterili è sempre significativa.<br />
Il loro isolamento da distretti dove possono essere presenti<br />
allo stato commensale è di più difficile interpretazione<br />
per cui è necessaria una valutazione quantitativa<br />
generalmente espressa in “unità cambianti colore” (UCC).<br />
Nell’uomo vanno prese in considerazione cariche batteriche<br />
≥ 10 4 UCC per i prelievi uretrali e ≥ 10 3 per il 1° getto<br />
di urina.<br />
Nella donna la presenza di U.urealyticum in un prelievo<br />
cervico-vaginale è ancora di più difficile interpretazione a<br />
causa della sua elevata frequenza in pazienti asintomatiche.<br />
M.hominis è isolato più di rado e può essere presente<br />
in conta ≥ 10 4 UCC nella Vaginosi batterica.<br />
La sua presenza in conta elevata può anche evocare un’infezione<br />
dell’apparato genitale superiore.<br />
La presenza di Micoplasmi in prelievi periferici del neonato<br />
può indicare una semplice contaminazione, decisamente<br />
più significativo è il loro isolamento da prelievi<br />
endotracheali.<br />
PCR<br />
Le tecniche di amplificazione genica con PCR costituiscono,<br />
praticamente, il solo metodo utilizzabile per diagnosticare<br />
le infezioni da M. genitalium e restano comunque<br />
il miglior metodo per l’identificazione di M. fermentans e<br />
M. penetrans.<br />
Sono molto interessanti anche nella diagnosi di U.urealyticun<br />
e M.hominis in alcuni prelievi particolari come il<br />
liquido amniotico, l’aspirato endotracheale, il liquido<br />
sinoviale etc.<br />
Diversi studi hanno dimostrato l’elevata sensibilità di<br />
questi metodi in confronto alle tecniche colturali standard<br />
che si traduce in un aumento di diagnosi (fino al<br />
40%) soprattutto nelle complicanze ostetriche e nelle<br />
infezioni neonatali 60, 61.