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Emocolture: Il prelievo deve essere seminato direttamente<br />
sui terreni di coltura in quanto i flaconi per emocolture<br />
contengono anticoagulanti che hanno un effetto inibitorio<br />
sui Micoplasmi.<br />
Trasporto<br />
Data la loro sensibilità all’essiccamento si divrebbe adoperare<br />
sempre un terreno di trasporto. In particolare il<br />
terreno saccarosio-fosfato (2 SP) arricchito col 5% di siero<br />
fetale di vitello, senza aggiunta di antibiotici può essere<br />
utilizzato sia per l’esame colturale sia per la PCR.<br />
I campioni devono essere seminati al più presto; possono<br />
essere conservati a +4°C per 48 ore altrimenti devono<br />
essere congelati a –70°C<br />
Esame colturale<br />
Relativamente semplice per M. hominis e U. urealyticum<br />
è invece complessa e lunga per le altre specie.<br />
Il terreno di coltura (A7) utilizzato per la ricerca di questi<br />
microrganismi è abbastanza complesso ed è arricchito con:<br />
● siero animale ricco in colesterolo essendo i Micoplasmi<br />
incapaci di sintetizzarlo; generalmente viene usato il<br />
siero di cavallo o meglio ancora di pollo.<br />
● estratto di lievito<br />
● antibiotici e specificatamente beta lattamici perché non<br />
hanno effetto su questi microrganismi sprovvisti di<br />
parete. Sembra che alcuni ceppi siano sensibili alla<br />
micostatina ed alla amfotericina B per cui é preferibile<br />
non aggiungere antimicotici al terreno di coltura.<br />
Non bisogna dimenticare che essendo i Micoplasmi ubiquitari<br />
possono infettare il siero di alcuni animali per cui<br />
è bene filtrarlo prima dell’utilizzo.<br />
Secondo lo schema classico la coltura di questi microrganismi<br />
prevede una prima semina in brodo urea-arginina<br />
da cui si prelevano 3 gocce per insemenzare il terreno<br />
solido A7 incubato, poi, per 24-48 ore a 37°C in anaerobiosi<br />
o in microaerofilia (Fig.1).<br />
Identificazione<br />
L’identificazione dei Micoplasmi si basa sulle loro proprietà<br />
metaboliche: capacità di idrolizzare l’urea o l’arginina<br />
e di fermentare il glucosio (Tab. 3) e sull’aspetto<br />
Tabella 3<br />
monografia<br />
Fig. 1<br />
Schema perl’esame<br />
colturale dei<br />
Micoplasmi urogenitali<br />
Fig. 2<br />
Colonie di M. Hominis<br />
Tab. 3<br />
Proprietà di acune<br />
specie di Micoplasmi<br />
Specie Frequenza Glucosio Arginina Urea<br />
d’isolamento in coltura<br />
____________________________________________<br />
U. urealyticun Frequente - - +<br />
M. hominis Frequente - + -<br />
M. genitalium Molto rara + + -<br />
M. fermentans Molto rara + - -<br />
Infezioni Sessualmente Trasmissibili<br />
delle colonie.<br />
Le dimensioni e l’aspetto delle colonie sul terreno solido<br />
A7 sono estremamente variabili. Sulla stessa piastra se ne<br />
possono trovare con diametro da 10 a 500 microns (devono<br />
essere osservate al microscopio), con aspetto omogeneo<br />
o irregolare. Esse vanno ricercate sui bordi delle cellule<br />
ed alla periferia della goccia di inoculo.<br />
Nelle colonie di Mycoplasma hominis (Fig.2) possiamo<br />
individuare due parti: una parte centrale otticamente più<br />
densa, che é il vero centro germinativo della colonia, dall’aspetto<br />
più o meno granuloso circondata da un anello<br />
periferico traslucido che conferisce l’aspetto tipico ad<br />
“uovo fritto”.<br />
Questa parte si forma più tardi e può essere molto ridotta<br />
se il numero di colonie é particolarmente elevato.<br />
La maggiore densità ottica della parte centrale é data dal<br />
fatto che le cellule di Micoplasmi si sviluppano nello spessore<br />
dell’agar mentre nella parte periferica la crescita é<br />
solo superficiale. Ureaplasma urealyticum forma delle<br />
colonie molto più piccole in cui questa zona chiara é rudimentale<br />
per cui é visibile solo la parte centrale più scura;<br />
si direbbe di vedere solo il “tuorlo dell’uovo”.<br />
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