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esadia16 - Roche

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Emocolture: Il prelievo deve essere seminato direttamente<br />

sui terreni di coltura in quanto i flaconi per emocolture<br />

contengono anticoagulanti che hanno un effetto inibitorio<br />

sui Micoplasmi.<br />

Trasporto<br />

Data la loro sensibilità all’essiccamento si divrebbe adoperare<br />

sempre un terreno di trasporto. In particolare il<br />

terreno saccarosio-fosfato (2 SP) arricchito col 5% di siero<br />

fetale di vitello, senza aggiunta di antibiotici può essere<br />

utilizzato sia per l’esame colturale sia per la PCR.<br />

I campioni devono essere seminati al più presto; possono<br />

essere conservati a +4°C per 48 ore altrimenti devono<br />

essere congelati a –70°C<br />

Esame colturale<br />

Relativamente semplice per M. hominis e U. urealyticum<br />

è invece complessa e lunga per le altre specie.<br />

Il terreno di coltura (A7) utilizzato per la ricerca di questi<br />

microrganismi è abbastanza complesso ed è arricchito con:<br />

● siero animale ricco in colesterolo essendo i Micoplasmi<br />

incapaci di sintetizzarlo; generalmente viene usato il<br />

siero di cavallo o meglio ancora di pollo.<br />

● estratto di lievito<br />

● antibiotici e specificatamente beta lattamici perché non<br />

hanno effetto su questi microrganismi sprovvisti di<br />

parete. Sembra che alcuni ceppi siano sensibili alla<br />

micostatina ed alla amfotericina B per cui é preferibile<br />

non aggiungere antimicotici al terreno di coltura.<br />

Non bisogna dimenticare che essendo i Micoplasmi ubiquitari<br />

possono infettare il siero di alcuni animali per cui<br />

è bene filtrarlo prima dell’utilizzo.<br />

Secondo lo schema classico la coltura di questi microrganismi<br />

prevede una prima semina in brodo urea-arginina<br />

da cui si prelevano 3 gocce per insemenzare il terreno<br />

solido A7 incubato, poi, per 24-48 ore a 37°C in anaerobiosi<br />

o in microaerofilia (Fig.1).<br />

Identificazione<br />

L’identificazione dei Micoplasmi si basa sulle loro proprietà<br />

metaboliche: capacità di idrolizzare l’urea o l’arginina<br />

e di fermentare il glucosio (Tab. 3) e sull’aspetto<br />

Tabella 3<br />

monografia<br />

Fig. 1<br />

Schema perl’esame<br />

colturale dei<br />

Micoplasmi urogenitali<br />

Fig. 2<br />

Colonie di M. Hominis<br />

Tab. 3<br />

Proprietà di acune<br />

specie di Micoplasmi<br />

Specie Frequenza Glucosio Arginina Urea<br />

d’isolamento in coltura<br />

____________________________________________<br />

U. urealyticun Frequente - - +<br />

M. hominis Frequente - + -<br />

M. genitalium Molto rara + + -<br />

M. fermentans Molto rara + - -<br />

Infezioni Sessualmente Trasmissibili<br />

delle colonie.<br />

Le dimensioni e l’aspetto delle colonie sul terreno solido<br />

A7 sono estremamente variabili. Sulla stessa piastra se ne<br />

possono trovare con diametro da 10 a 500 microns (devono<br />

essere osservate al microscopio), con aspetto omogeneo<br />

o irregolare. Esse vanno ricercate sui bordi delle cellule<br />

ed alla periferia della goccia di inoculo.<br />

Nelle colonie di Mycoplasma hominis (Fig.2) possiamo<br />

individuare due parti: una parte centrale otticamente più<br />

densa, che é il vero centro germinativo della colonia, dall’aspetto<br />

più o meno granuloso circondata da un anello<br />

periferico traslucido che conferisce l’aspetto tipico ad<br />

“uovo fritto”.<br />

Questa parte si forma più tardi e può essere molto ridotta<br />

se il numero di colonie é particolarmente elevato.<br />

La maggiore densità ottica della parte centrale é data dal<br />

fatto che le cellule di Micoplasmi si sviluppano nello spessore<br />

dell’agar mentre nella parte periferica la crescita é<br />

solo superficiale. Ureaplasma urealyticum forma delle<br />

colonie molto più piccole in cui questa zona chiara é rudimentale<br />

per cui é visibile solo la parte centrale più scura;<br />

si direbbe di vedere solo il “tuorlo dell’uovo”.<br />

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