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Micoplasmi urogenitali<br />

numero considerevole di cistiti interstiziali. Sono stato<br />

anche isolati, spesso in coltura pura, in pazienti con pielonefrite<br />

acuta ed in casi di sindrome uretrale.<br />

Malattia Infiammatoria Pelvica (MIP)<br />

Il ruolo dei Micoplasmi urogenitali nelle malattie infiammatorie<br />

pelviche sembra ormai scontato.<br />

M. hominis è stato isolato dall’endometrio e dalle tube in<br />

donne con salpingite diagnosticata laparoscopicamente.<br />

Una prova supplementare é data dall’aumento considerevole<br />

degli anticorpi specifici e della frequenza di isolamento<br />

dalla cervice di pazienti con MIP rispetto a donne<br />

sane. Altri lavori evidenziano anche il ruolo di U.urealyticum.<br />

Diversi studi hanno inoltre correlato la colonizzazione<br />

della cervice uterina da parte di Mycoplasma hominis e/o<br />

un’elevato titolo anticorpale con lo sviluppo di un’endometrite<br />

cronica molto spesso paucisintomatica o del tutto<br />

asintomatica. Si tratterebbe in questi casi di un’endometrite<br />

focale con necrosi della superficie epiteliale dell’endometrio.<br />

Altri lavori suggeriscono che anche M. genitalium sarebbe<br />

coinvolto nella patogenesi della MIP e nella compromissione<br />

della funzionalità tubarica attraverso un meccanismo<br />

di risalita dalla cervice uterina e dall’endometrio<br />

fino alle tube di Fallopio.<br />

Patologia della riproduzione<br />

Infertilità<br />

Quello dell’infertilità è uno dei campi in cui il ruolo dei<br />

Micoplasmi è più controverso. Fermo restando che l’infertilità<br />

può derivare da una MIP non trattata, un ruolo più<br />

diretto soprattutto di U. urealyticum è evocato da circa<br />

20 anni senza però essere riconosciuto con certezza.<br />

Già nel 1973 Gnarpe e Friberg, in uno studio condotto su<br />

52 coppie infertili, avevano isolato questo microrganismo<br />

nel 90% delle donne e nell’86% degli uomini mentre tale<br />

frequenza era del 23% in un gruppo di donne in gravidanza<br />

e del 26% dei loro partners. Essi avevano inoltre<br />

messo in evidenza come dopo terapia con Doxiciclina la<br />

percentuale di gravidanze ottenute era decisamente maggiore<br />

rispetto ad un gruppo di controllo. Questi dati sono<br />

stati successivamente confermati da altri studi.<br />

Facendo riferimento in particolare all’infertilità maschile,<br />

Ureaplasma urealyticum‚ é stato isolato dallo sperma e<br />

dal contenuto delle vescicole seminali di soggetti infertili.<br />

In questi pazienti lo sperma presentava caratteri che lo<br />

differenziano dallo sperma normale:<br />

● volume superiore alla norma<br />

● numero di spermatozoi diminuito<br />

● motilità diminuita<br />

● aumento di forme immature.<br />

Si é anche notato un aumento del pH dovuto all’idrolisi<br />

dell’arginina da parte dell’U. urealyticum. Studi al microscopio<br />

elettronico hanno dimostrato un’aderenza di questo<br />

microrganismo alla testa o alla parte intermedia dello<br />

spermatozoo: questo potrebbe spiegare la ridotta mobilità<br />

in sua presenza.<br />

U. urealyticum può produrre anche una sostanza simile<br />

alla neuramidasi capace di lisare la blastocisti; quest’ultima<br />

ipotesi rappresenterebbe il meccanismo d’azione più<br />

probabile nelle ipofecondità.<br />

Infine, come per altre infezioni batteriche si possono<br />

prendere in considerazione ancora due fattori:<br />

● la capacità dei Micoplasmi d’infettare la prostata, le<br />

vescicole seminali e l’epididimo<br />

● la presenza di anticorpi che immobilizzano e lisano gli<br />

spermatozoi.<br />

Altri autori hanno ancora notato una diminuzione della<br />

capacità di fecondazione o un aumento degli aborti, in<br />

pazienti che si sottoponevano a IVF nei casi in cui U.<br />

urealyticum fosse presente nel liquido seminale del partner.<br />

Ulteriori studi sono ancora necessari per comprendere<br />

se questo microrganismo abbia realmente un ruolo nel<br />

fallimento delle IVF.<br />

Complicanze ostetriche<br />

In gravidanza i Micoplasmi possono colonizzare l’endometrio<br />

e, per via ascendente o ematica, il liquido amniotico<br />

(LA), le membrane ed i tessuti fetali.<br />

Una invasione microbica della cavità amniotica è dimostrata<br />

in circa un terzo delle donne con rottura prematura<br />

delle membrane e nel 25% delle donne che vanno<br />

incontro a parto pretermine con membrane integre:<br />

U.urelyticum è il microrganismo più frequentemente isolato<br />

dal liquido amniotico in entrambe le situazioni e la<br />

sua presenza è associata ad un incremento della morbilità<br />

e mortalità perinatale. Nei casi di infezione del LA da<br />

U.urelyticum è evidente una importante risposta infiammatoria<br />

materna e fetale. In queste pazienti infatti la<br />

concentrazione nel LA di citochine pro-infiammatorie<br />

come IL-6, IL-8ß e TNF-α è significatamene più elevata<br />

rispetto a quelle con coltura del LA negativa ed è più frequente<br />

il riscontro istologico di corionamnionite.<br />

U.urealyticum è responsabile di corionamnioniti e aborti<br />

spontanei. Esso infatti è stato isolato dal liquido amniotico<br />

in donne con corionamnionite e la sua frequenza nei<br />

tessuti di feti abortiti spontaneamente, nati morti o<br />

immaturi è molto più elevata se confrontata con quella

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