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esadia16 - Roche

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virtù del miglioramento della prognosi, una patologia<br />

almeno parzialmente curabile.1,<br />

Nel mondo la trasmissione sessuale è responsabile di più<br />

dell’80% dei casi di infezione da HIV. In Africa e nel Sud-<br />

Est asiatico la quasi totalità dei casi viene trasmessa per<br />

via sessuale; negli Stati Uniti dal 1995 la trasmissione eterosessuale<br />

ha superato la tossicodipendenza come modalità<br />

di contagio più frequente fra le donne; in Europa<br />

occidentale nel 2001 il numero di casi di AIDS attribuibili<br />

a trasmissione sessuale ha superato quelli associati a<br />

uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa e in<br />

molti paesi dell’Est europeo i rapporti eterosessuali rappresentano<br />

la più frequente modalità di trasmissione dell’infezione<br />

da HIV.<br />

I dati epidemiologici italiani, come quelli raccolti in altri<br />

paesi industrializzati, riguardano la sorveglianza dei casi<br />

di AIDS, per l’assenza di un registro nazionale di sorveglianza<br />

delle nuove diagnosi di HIV. Purtroppo, come<br />

conseguenza dell’aumentata sopravvivenza e della riduzione<br />

di morbilità associate all’introduzione della terapia<br />

combinata, i dati provenienti dal Registro AIDS non sono<br />

adeguati a misurare l’entità dell’epidemia in termini di<br />

nuove infezioni. I dati provenienti dai sistemi di sorveglianza<br />

delle nuove diagnosi di HIV, implementati in<br />

alcune Regioni (che rappresentano circa il 21% della<br />

popolazione italiana), mostrano un incremento della proporzione<br />

di casi attribuibili a trasmissione sessuale dal<br />

23,6% del periodo antecedente al 1993 al 58,5% del<br />

2000; contemporaneamente si è osservata una riduzione<br />

dei casi di HIV attribuibili a tossicodipendenza dal 62,3%<br />

prima del 1993 al 17,7% del 2000.<br />

Inoltre i dati relativi all’incidenza mostrano una stabilizzazione<br />

del numero di nuove diagnosi di HIV a partire dal<br />

1998. Si calcola che il rapporto fra nuovi casi di AIDS e<br />

nuove diagnosi di HIV sia di 1:3, è quindi possibile stimare<br />

in circa 130000 il numero di persone sieropositive<br />

viventi in Italia, di cui circa il 30% donne, a fronte di circa<br />

51000 casi di AIDS segnalati al Centro Operativo AIDS.<br />

La trasmissione sessuale è particolarmente rilevante per<br />

quanto riguarda la popolazione femminile.<br />

Infatti i dati del Centro Operativo AIDS indicano un progressivo<br />

aumento della proporzione di donne fra i casi<br />

notificati, dal 16% del 1985 al 24% del 2000, parallelamente<br />

all’incremento della trasmissione per via sessuale.<br />

Studio I.CO.N.A.<br />

Lo studio I.CO.N.A. - Italian Cohort Naive Antiretrovirals è<br />

una coorte osservazionale, costituita nell’Aprile 1997 con<br />

durata prevista di 10 anni, che comprende 5409 pazienti<br />

monografia<br />

Infezioni Sessualmente Trasmissibili<br />

HIV positivi naive da farmaci antiretrovirali al momento<br />

dell’inclusione nello studio e seguiti in uno dei 68 centri<br />

di Malattie Infettive partecipanti al progetto e distribuiti<br />

sull’intero territorio nazionale.<br />

Lo studio I.CO.N.A. si propone di raccogliere informazioni<br />

sull’epidemiologia dell’infezione da HIV, sui diversi aspetti<br />

e le problematiche relative al trattamento antiretrovirale<br />

e, tramite il sottostudio di epidemiologia comportamentale,<br />

su tutti gli aspetti relativi alla qualità della vita<br />

e al vissuto della persona sieropositiva<br />

Un’analisi dei dati epidemiologici relativi alla coorte<br />

I.CO.N.A. ha confrontato, nel Maggio 2003, due gruppi di<br />

pazienti: 4688 soggetti HIV positivi asintomatici e 229<br />

soggetti con sieroconversione recente, cioè con riscontro<br />

di positività per HIV-Ab meno di un anno prima della<br />

data di arruolamento nello studio I.CO.N.A.<br />

In questi due gruppi di pazienti sono stati analizzati il<br />

sesso e l’età al momento dell’arruolamento e i fattori di<br />

rischio per l’infezione da HIV.<br />

Circa il 30% dei soggetti HIV-positivi inclusi nello studio<br />

è costituito da donne, in concordanza con i dati del COA,<br />

ma i soggetti con infezione recente sono più frequentemente<br />

di sesso maschile (75,5% versus 69,3%); in ambedue<br />

i gruppi circa il 50% dei pazienti ha un’età compresa<br />

fra i 30 e i 40 anni, ma fra i soggetti infettatisi recentemente<br />

circa un terzo ha meno di 30 anni.<br />

Notevole interesse rivestono i dati relativi ai fattori di<br />

rischio per l’infezione da HIV. Come già osservato per<br />

quanto riguarda i dati provenienti dalle segnalazioni del<br />

Registro AIDS, la via di trasmissione sessuale è quella prevalente<br />

nel periodo più recente, costituendo circa il 70%<br />

delle trasmissioni avvenute negli ultimi anni (Figura 1).<br />

Fig 1<br />

5

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