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alto specialmente nelle prime fasi dell’infezione luetica,<br />
riducendosi progressivamente in seguito.<br />
Il passaggio non può avvenire prima della 16° settimana<br />
ed è alquanto raro prima del 4° mese di gravidanza, provocando<br />
comunque un aborto precoce nei casi non trattati.<br />
A seconda del periodo d’insorgenza delle manifestazioni<br />
si distinguono due forme: lue congenita precoce (2 anni).<br />
La forma precoce oltre ad interessare i tessuti mucocutanei<br />
con varie eruzioni maculo-papulose, ma anche vescicolari<br />
o bollose (ricche di treponemi), coinvolge principalmente<br />
l’architettura del tessuto scheletrico con osteocondrite,<br />
viene ricordato in particolare il cosiddetto naso a<br />
sella e le cosiddette tibia a sciabola. Non mancano le diffuse<br />
manifestazioni viscerali con possibile interessamento<br />
epato-splenico, renale, meningeo,polmonare ed oculare;<br />
infatti la morte del neonato sopraggiunge il più delle<br />
volte per scompenso epatico, severa polmonite od emorragia<br />
polmonare.<br />
La forma tardiva compare dopo i due anni, spesso tra i 5<br />
e i 10 anni con lesioni oculari (cheratite interstiziale),<br />
ipoacusia o sordità (rara ma definitiva), anomalie dentarie<br />
(incisivi a semiluna di Hutchinson), lesioni ossee (bozze<br />
frontali, mascelle corte,tibie a sciabola, scapole alate) a<br />
volte anche associate con epatosple-nomegalia, nefrite<br />
subacuta. Rare le compromissioni cardioaortiche e neurologiche.<br />
Classificazione<br />
Prima di passare alla diagnosi di laboratorio per evitare<br />
classificazioni non corrette si ritiene utile sottolineare che ai<br />
giorni nostri sono abbastanza frequenti presentazioni cliniche<br />
e decorsi alquanto variabili in particolar modo quando<br />
non si instaura una terapia ottimale adeguata spesso<br />
determinante quadri atipici con manifestazioni mutevoli.<br />
Si parla di sifilide acquisita per le forme contratte durante<br />
o dopo la nascita; di sifilide congenita per quelle contratte<br />
per via transplacentare; di sifilide latente per quelle<br />
forme, oggi sempre più numerose, in cui le modalità di<br />
contagio non sono accertabili e manca qualsiasi sintomatologia<br />
clinicamente obbiettivabile in presenza di una sierologia<br />
specifica positiva.<br />
Per uniformare la notificazione dei casi di sifilide l’OMS<br />
già nel 1982 ha raccomandato di attenersi alla seguente<br />
classificazione:<br />
a) infezioni primarie e secondarie<br />
b) infezioni latenti recenti ( 2 anni)<br />
d) infezioni tardive sintomatiche<br />
monografia<br />
Infezioni Sessualmente Trasmissibili<br />
e) infezioni connatali in soggetti con meno di due anni<br />
f) infezioni connatali in soggetti con due anni o più<br />
Si definisce sifilide latente recente un’infezione diagnosticata<br />
sierologicamente, la cui durata non oltrepassi i due<br />
anni; dopo due anni si definisce sifilide latente tardiva.<br />
Diagnostica di laboratorio della Lue<br />
La diagnosi di sifilide richiede obbligatoriamente la conferma<br />
laboratoristica mediante:<br />
Dimostrazione del Treponema Pallidum nelle lesioni<br />
(diagnosi diretta)<br />
Dimostrazione della presenza nel sangue e/o nei<br />
liquidi biologici di anticorpi specifici (diagnosi sierologica).<br />
Dimostrazione del Treponema Pallidum nelle lesioni<br />
Il Treponema Pallidum può essere evidenziato istantaneamente<br />
mediante microscopia in campo oscuro o in<br />
immunofluorescenza nelle lesioni genitali e rettali della<br />
sifilide primaria e nelle lesioni mucocutanee della sifilide<br />
secondaria (condilomi piani e placche mucose).<br />
Non contengono treponemi le lesioni eritematose della<br />
sifilide secondaria e le lesioni granulomatose della sifilide<br />
terziaria che quindi, non si prestano per questo tipo di<br />
diagnosi.<br />
Indipendentemente dal metodo utilizzato per evidenziare<br />
il Treponema pallidum, la raccolta del materiale da esaminare<br />
rappresenta un fattore critico ai fini dell’efficacia<br />
della ricerca.<br />
E’ importante utilizzare per la ricerca soltanto l’essudato<br />
che si forma per gemizio alla superficie della lesione dopo<br />
che questa sia stata accuratamente detersa, con una<br />
garza imbevuta di soluzione fisiologica, dei detriti necrotici<br />
soprastanti. L’essudato può essere spremuto poi su un<br />
vetrino ed esaminato col microscopio in campo oscuro.<br />
Microscopia in campo oscuro<br />
Il metodo consiste nella dimostrazione nell’essudato delle<br />
lesioni, di microrganismi con la morfologia e la mobilità<br />
caratteristiche del Treponema pallidum.<br />
Tale ricerca è stata a lungo considerata una pratica standard<br />
nella diagnosi di sifilide primaria.<br />
Vi sono tuttavia numerose limitazioni ad essa associate, le<br />
principali sono:<br />
● Necessità di mantenere mobili e vitali le spirochete fino al<br />
momento dell’osservazione per poter differenziare il T.<br />
pallidum dai treponemi non patogeni presenti sulle<br />
mucose genitali, rettale e orale. Sotto questo aspetto si<br />
hanno buone probabilità di successo solo se si esaminano<br />
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