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Le infezioni sessualmente trasmesse nel maschio<br />
Fig. 2<br />
di suscettibilità agli antibiotici.<br />
Le colonie su Thayer Martin medium appaiono piccole,<br />
convesse e biancastre (Fig. 2), la prova dell’ossidasi risulta<br />
positiva e la morfologia alla colorazione di Gram rivela<br />
dei cocchi gram negativi con la classica disposizione a<br />
chicco di caffè.<br />
Non sono necessarie altre prove per giungere alla sua<br />
identificazione.<br />
Tutti gli isolati di Neisseria gonorrhoeae devono essere<br />
testati per l’eventuale produzione di beta-lattamasi, preferibilmente<br />
utilizzando il test con il Nitrocefin.<br />
L’antibiogramma, non raccomandato di routine, può<br />
diventare utile in caso di resistenze ai comuni trattamenti<br />
antibiotici e laddove i dati epidemiologici rilevino la<br />
comparsa di antibioticoresistenze alle molecole solitamente<br />
impiegate nel trattamento di questa infezione.<br />
Uretriti non gonocciche (NGU)<br />
I principali microrganismi coinvolti in questo tipo di infezione<br />
sono la Chlamydia trachomatis, l’Ureaplasma<br />
urealyticum e il Mycoplasma genitalium.<br />
Altri patogeni in causa, ma con percentuali che sono inferiori<br />
al 10% sono il Trichomonas vaginalis, l’Herpes simplex<br />
virus, Candida spp e recentemente è stato messo in<br />
discussione il ruolo della Gardnerella vaginalis (8,9).<br />
In circa il 20-30% dei maschi con NGU non è possibile<br />
mettere in evidenza alcun microrganismo patogeno,<br />
soprattutto nelle forme paucisintomatiche e nelle forme<br />
recidivanti.<br />
Chlamydia trachomatis risulta presente nel 30-50% delle<br />
NGU, mentre Ureaplasma urealyticum e Mycoplasma<br />
genitalium incidono per circa il 10-20% dei casi.<br />
La sintomatologia, spesso meno imponente delle forme<br />
gonococciche, è comunque caratterizzata da secrezioni<br />
uretrali di aspetto viscoso che possono essere costanti<br />
oppure più evidenti sotto sforzo.<br />
Può essere presente disuria e/o irritazione del glande.<br />
Talvolta, come abbiamo già detto il paziente può risultare<br />
asintomatico.<br />
La diagnosi di uretrite deve essere confermata attraverso<br />
l’esame microscopico e la dimostrazione di polimorfonucleati<br />
(PMN) nella parte anteriore dell’uretra.<br />
Le tecniche idoneee sono lo striscio di un tampone eseguito<br />
all interno dell’uretra con modalità analoga a quella<br />
utilizzata per la diagnosi dell’uretrite gonococcica,<br />
oppure l’esame microscopico su urina non centrifugata<br />
del primo mitto.<br />
In entrambi i casi si eseguirà una colorazione di Gram e<br />
sarà considerata significativa una conta >=5 PMN (x 1000)<br />
nel primo caso, una conta >=10 PMN (x 1000) nel secondo.<br />
Una volta accertata la presenza di uretrite si deve procedere<br />
alla ricerca ed all’identificazione del probabile patogeno.<br />
Routinariamente devono essere ricercati Neisseria<br />
gonorrhoeae, Chlamydia trachomatis ed Ureaplasma<br />
urealyticum.<br />
Gli altri possibili patogeni vanno ricercati nel caso in cui<br />
i risultati dei primi test abbiano dato esito negativo e<br />
soprattutto in caso di persistenza della sintomatologia.<br />
Un discorso a parte merita il Mycoplasma genitalium<br />
(10,11,12), il quale viene sempre più spesso ritrovato in<br />
caso di NGU, ma di cui non è stato ancora esattamente<br />
definito il ruolo patogeno e per la cui diagnostica sono<br />
disponibili solamente tecniche di biologia molecolare.<br />
Per la ricerca del gonococcco è già stata precedemente<br />
illustrata la tecnica<br />
Per Chlamydia trachomatis (Fig. 3) le tecniche a disposizione<br />
per la sua ricerca sono diverse ed ognuna ha caratteristiche<br />
che differiscono in sensibilità e specificità