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esadia16 - Roche

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damente la prevalenza dei due virus, tanto che in alcuni<br />

paesi, quali il Giappone e il Regno Unito, il tipo 1 è quello<br />

più diffuso a livello genitale (2).<br />

I due sierotipi sono molto simili tra loro, condividendo<br />

oltre l’80% del genoma e molti antigeni comuni. L’identificazione<br />

e la purificazione di due glicoproteine tipospecifiche,<br />

gG-1 per HSV-1 e gG-2 per HSV-2, hanno reso<br />

possibile lo sviluppo di test sierologici tipo-specifici (3).<br />

Le persone che sono state precedentemente esposte all’H-<br />

SV-1 hanno una probabilità minore di infettarsi con<br />

l’HSV-2, probabilmente a causa di una protezione crociata<br />

degli anticorpi contro i due tipi di virus (4).<br />

Caratteristica peculiare del virus è lo stato di latenza che<br />

condiziona la possibilità di riattivazione e, quindi, la<br />

ripresa della malattia. Una volta a contatto con cute o<br />

mucose, il virus può penetrare nei tessuti dove replica<br />

attivamente dando luogo alla cosiddetta infezione primaria.<br />

Da qui il virus raggiunge i gangli sensoriali<br />

distrettuali continuando a replicarsi.<br />

Tuttavia nel soggetto immunocompetente il processo di<br />

replicazione tende a concludersi rapidamente a seguito<br />

dello sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria.<br />

A livello dei neuroni gangliari una certa quota di virus<br />

persiste in forma latente. Periodicamente il virus latente<br />

può riattivarsi e riprendere a replicarsi.<br />

Non c’è chiarezza riguardo ai meccanismi alla base della<br />

riattivazione virale. Il virus riattiva o dopo stimoli locali<br />

quali danni ai tessuti innervati dai neuroni che albergano<br />

il genoma latente, o dopo stimoli sistemici del tipo<br />

stress emozionali, mestruazioni, sbilanciamenti ormonali,<br />

ipertermia, esposizione ai raggi U.V.<br />

Durante il processo di riattivazione il virus, per via assonale,<br />

recupera il distretto cutaneo-mucoso di partenza<br />

realizzando il quadro dell’infezione ricorrente.<br />

Le manifestazioni cliniche sono influenzate, oltre che dal<br />

tipo e dalla carica virale, dallo stato immunitario dell’ospite,<br />

ovvero dalla preesistenza di anticorpi omologhi o<br />

eterologhi specifici.<br />

Si definisce infezione primaria la comparsa di segni e sintomi<br />

in un soggetto privo di anticorpi, primo episodio non<br />

primario l’infezione che si manifesta in un soggetto con<br />

preesistenti anticorpi eterologhi (ad es. un’infezione genitale<br />

sostenuta da HSV-2 in un soggetto precedentemente<br />

affetto da cheratite erpetica o da herpes labiale).<br />

Infine viene detta infezione ricorrente quella causata dallo<br />

stesso virus responsabile della precedente infezione, ovvero<br />

il risultato della riattivazione di un’infezione latente.<br />

La probabilità e la frequenza delle ricorrenze sono di<br />

norma più elevate in prossimità dell’infezione primaria e<br />

monografia<br />

Fig 1<br />

Percentuali di distribuzione<br />

delle manifestazioni<br />

cliniche dell’herpes<br />

genitale nei<br />

soggetti con infezione<br />

da HSV.<br />

Infezioni Sessualmente Trasmissibili<br />

tendono a decrescere progressivamente nel tempo.<br />

Esiste inoltre una stretta correlazione tra frequenza delle<br />

ricorrenze e tipo virale: HSV-2 è responsabile di un maggior<br />

numero di ricorrenze (70-90%) rispetto a HSV-1 (15-<br />

20%) (5).<br />

L’infezione si trasmette coi rapporti sessuali con un tasso<br />

medio annuo di trasmissione in coppie discordanti del<br />

6% se il partner è maschio o ha anticorpi eterologhi e del<br />

16% se il partner a rischio è femmina o non ha anticorpi<br />

eterologhi (6).<br />

L’efficienza di trasmissione è maggiore quando sono presenti<br />

le lesioni, tuttavia è stato osservato che l’80% dei<br />

contagi avviene quando l’individuo infetto non presenta<br />

segni di malattia, cioè in fase asintomatica (2). Le ragioni<br />

sono sostanzialmente due:<br />

1. soltanto il 20% dei pazienti con un’infezione genitale<br />

da HSV manifesta sintomi chiari e viene correttamente<br />

diagnosticato (fig.1).<br />

Circa il 60% presenta sintomi, che non vengono diagnosticati,<br />

perché le lesioni sono di entità clinica minore;<br />

il restante 20% è completamente asintomatico. Ne<br />

risulta quindi, che in media 80 soggetti su 100 con herpes<br />

genitale, ignorano il proprio stato di malattia.<br />

È plausibile supporre che le persone con forme cliniche<br />

sintomatiche o paucisintomatiche, non adottino particolari<br />

precauzioni durante i rapporti sessuali (a differenza<br />

di quelli con sintomi, che vengono diagnosticati<br />

ed informati dei rischi presenti nei contatti sessuali),<br />

aumentando di conseguenza le occasioni per trasmettere<br />

l’infezione (2).<br />

2. l’emissione del virus attraverso le mucose (viral shedding)<br />

avviene anche in assenza di lesioni o vescicole cli-<br />

43

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