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esadia16 - Roche

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L’infezione da HBV: la trasmissione sessuale e materno-fetale<br />

del legame avviene mediante chemiluminescenza. L’intensità<br />

del segnale è direttamente proporzionale alla quantità<br />

di HBV – DNA. La curva di calibrazione del sistema in<br />

esame avviene con standards esterni; il range di linearità<br />

è compreso tra 0.5 e 6000 pg/mL, mentre la sensibilità<br />

del metodo è di 150.000 copie/mL.<br />

Branched – DNA<br />

L’estrazione del DNA avviene mediante lisi cellulare. Il<br />

DNA target, così ottenuto, viene legato a delle sonde<br />

dette Target Probes e adeso al pozzetto mediante delle<br />

Capture Probes. Si aggiungono delle Preamplifier Probes<br />

che ibridizzano con le Target Probes e poi avviene l’aggiunta<br />

delle Amplifier Probes che si legano alle Preamplifier<br />

Probes.<br />

L’ultimo passaggio consiste nell’aggiunta delle Label Probes,<br />

coniugate con fosfatasi alcalina, che si legano alle<br />

Amplifier Probes e il rilevamento di tale legame avviene<br />

mediante chemiluminescenza. La curva di calibrazione<br />

dell’intero sistema avviene con standards esterni; il range<br />

di linearità è compreso tra 0.7 e 5.000 Meq/mL e la sensibilità<br />

del metodo è di 700.000 copie/mL<br />

PCR quantitativa<br />

Questa tecnica consta di 3 fasi:<br />

1) Si parte sempre con l’estrazione dell’HBV-DNA dal siero<br />

o dal plasma.<br />

2) Il target di DNA, così ottenuto, viene fatto reagire con<br />

una miscela (Master Mix) contenente 2 primers specifici,<br />

i deossinucleotidi fosfati e l’enzima DNA polimerasi<br />

necessario per l’amplificazione del segnale.<br />

3) La fase di rivelazione del prodotto della PCR (copie di<br />

DNA target) avviene mediante ibridazione con una<br />

sonda specifica per HBV-DNA.<br />

La calibrazione di questo metodo avviene mediante l’utilizzo<br />

di uno Standard Interno a concentrazione nota, che<br />

viene aggiunto al sistema all’inizio dell’amplificazione e<br />

coamplificato contemporaneamente al target di HBV – DNA.<br />

Il range di linearità del metodo è compreso tra 200 e<br />

200.000 copie/mL e la sensibilità è di 200 copie/mL.<br />

Attualmente è disponibile anche una PCR automatizzata<br />

(Cobas Amplicor Monitor) in cui viene automatizzata la<br />

fase di rivelazione dell’amplificato.<br />

Altri metodi molecolari usati per porre diagnosi di infezione<br />

da HBV sono:<br />

a) Quantificazione di HBV – DNA mediante Real Time PCR:<br />

rivelazione in tempo reale del DNA virale fino a 10 x 10 6<br />

copie/mL, mediante l’osservazione della cinetica dei<br />

cicli iniziali della reazione di amplificazione.<br />

b) Genotipizzazione del virus: al momento sono stati<br />

identificati 7 genotipi.<br />

c) Ricerca e dosaggio di HBV – DNA nelle cellule epatiche.<br />

La scelta della metodica biomolecolare da utilizzare<br />

dipende essenzialmente dal tipo di informazione che si<br />

vuole ottenere.<br />

L’amplificazione mediante PCR, infatti, consente di rilevare<br />

nel siero del paziente anche quantità piccolissime di<br />

HBV-DNA. Ciò diventa di fondamentale importanza per il<br />

monitoraggio dei pazienti HBeAg negativi/HBeAb positivi<br />

che nella nostra area geografica rappresentano la maggior<br />

parte dei casi di epatite cronica. All’interno di questo<br />

vasto gruppo ci sono pazienti in cui la viremia è costante<br />

e presenta valori rilevabili anche con l’ibridazione diretta,<br />

altri in cui la replicazione di HBV è soppressa o è a valori<br />

molto bassi, rivelabili solo mediante PCR.<br />

Infine, ci sono i cosiddetti “portatori cronici asintomatici<br />

o portatori sani di HBV” in cui la viral load è costantemente<br />

soppressa e gli indici di funzionalità epatica sono<br />

nella norma.<br />

Questi pazienti, però, devono comunque essere monitorati<br />

nel tempo perché in alcuni casi ci può essere riattivazione<br />

virale che può sfociare anche in epatite fulminante,<br />

oltrechè portare nel tempo all’evoluzione verso la cirrosi<br />

o l’epatocarcinoma. Infine, la PCR quantitativa risulta<br />

molto utile per il monitoraggio della viremia di pazienti<br />

in trattamento terapeutico con Interferone o Lamivudina<br />

ed è fondamentale eseguire l’esame prima dell’inizio del<br />

trattamento terapeutico.<br />

Terapia anti – HBV<br />

La terapia anti – HBV si basa, fondamentalmente, su due<br />

classi di farmaci:<br />

● Farmaci immunomodulatori :Interferone, Timosina a-1,<br />

Interleuchina 12<br />

● Farmaci inibitori della polimerasi virale :Lamivudina<br />

(3TC), Famciclovir, Adefovir dipivoxil, Lobucavir. Gli ultimi<br />

2 sono degli inibitori molto potenti e attivi del<br />

virus, anche dopo comparsa di mutanti YMDD del gene<br />

p in pazienti sottoposti a trattamento prolungato con<br />

Lamivudina (escape mutant).<br />

● Associazione tra Interferone e Lamivudina<br />

Vaccinazione anti – HBV<br />

In Italia è obbligatoria a 1 anno e a 12 anni, e per tutte<br />

le categorie a rischio.<br />

Ora si dispone di vaccini ottenuti con tecniche di DNA<br />

ricombinante, come l’antigene ricombinante da cellule di<br />

lievito (dal 1991 è l’unico autorizzato).

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