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L’infezione da HBV: la trasmissione sessuale e materno-fetale<br />
del legame avviene mediante chemiluminescenza. L’intensità<br />
del segnale è direttamente proporzionale alla quantità<br />
di HBV – DNA. La curva di calibrazione del sistema in<br />
esame avviene con standards esterni; il range di linearità<br />
è compreso tra 0.5 e 6000 pg/mL, mentre la sensibilità<br />
del metodo è di 150.000 copie/mL.<br />
Branched – DNA<br />
L’estrazione del DNA avviene mediante lisi cellulare. Il<br />
DNA target, così ottenuto, viene legato a delle sonde<br />
dette Target Probes e adeso al pozzetto mediante delle<br />
Capture Probes. Si aggiungono delle Preamplifier Probes<br />
che ibridizzano con le Target Probes e poi avviene l’aggiunta<br />
delle Amplifier Probes che si legano alle Preamplifier<br />
Probes.<br />
L’ultimo passaggio consiste nell’aggiunta delle Label Probes,<br />
coniugate con fosfatasi alcalina, che si legano alle<br />
Amplifier Probes e il rilevamento di tale legame avviene<br />
mediante chemiluminescenza. La curva di calibrazione<br />
dell’intero sistema avviene con standards esterni; il range<br />
di linearità è compreso tra 0.7 e 5.000 Meq/mL e la sensibilità<br />
del metodo è di 700.000 copie/mL<br />
PCR quantitativa<br />
Questa tecnica consta di 3 fasi:<br />
1) Si parte sempre con l’estrazione dell’HBV-DNA dal siero<br />
o dal plasma.<br />
2) Il target di DNA, così ottenuto, viene fatto reagire con<br />
una miscela (Master Mix) contenente 2 primers specifici,<br />
i deossinucleotidi fosfati e l’enzima DNA polimerasi<br />
necessario per l’amplificazione del segnale.<br />
3) La fase di rivelazione del prodotto della PCR (copie di<br />
DNA target) avviene mediante ibridazione con una<br />
sonda specifica per HBV-DNA.<br />
La calibrazione di questo metodo avviene mediante l’utilizzo<br />
di uno Standard Interno a concentrazione nota, che<br />
viene aggiunto al sistema all’inizio dell’amplificazione e<br />
coamplificato contemporaneamente al target di HBV – DNA.<br />
Il range di linearità del metodo è compreso tra 200 e<br />
200.000 copie/mL e la sensibilità è di 200 copie/mL.<br />
Attualmente è disponibile anche una PCR automatizzata<br />
(Cobas Amplicor Monitor) in cui viene automatizzata la<br />
fase di rivelazione dell’amplificato.<br />
Altri metodi molecolari usati per porre diagnosi di infezione<br />
da HBV sono:<br />
a) Quantificazione di HBV – DNA mediante Real Time PCR:<br />
rivelazione in tempo reale del DNA virale fino a 10 x 10 6<br />
copie/mL, mediante l’osservazione della cinetica dei<br />
cicli iniziali della reazione di amplificazione.<br />
b) Genotipizzazione del virus: al momento sono stati<br />
identificati 7 genotipi.<br />
c) Ricerca e dosaggio di HBV – DNA nelle cellule epatiche.<br />
La scelta della metodica biomolecolare da utilizzare<br />
dipende essenzialmente dal tipo di informazione che si<br />
vuole ottenere.<br />
L’amplificazione mediante PCR, infatti, consente di rilevare<br />
nel siero del paziente anche quantità piccolissime di<br />
HBV-DNA. Ciò diventa di fondamentale importanza per il<br />
monitoraggio dei pazienti HBeAg negativi/HBeAb positivi<br />
che nella nostra area geografica rappresentano la maggior<br />
parte dei casi di epatite cronica. All’interno di questo<br />
vasto gruppo ci sono pazienti in cui la viremia è costante<br />
e presenta valori rilevabili anche con l’ibridazione diretta,<br />
altri in cui la replicazione di HBV è soppressa o è a valori<br />
molto bassi, rivelabili solo mediante PCR.<br />
Infine, ci sono i cosiddetti “portatori cronici asintomatici<br />
o portatori sani di HBV” in cui la viral load è costantemente<br />
soppressa e gli indici di funzionalità epatica sono<br />
nella norma.<br />
Questi pazienti, però, devono comunque essere monitorati<br />
nel tempo perché in alcuni casi ci può essere riattivazione<br />
virale che può sfociare anche in epatite fulminante,<br />
oltrechè portare nel tempo all’evoluzione verso la cirrosi<br />
o l’epatocarcinoma. Infine, la PCR quantitativa risulta<br />
molto utile per il monitoraggio della viremia di pazienti<br />
in trattamento terapeutico con Interferone o Lamivudina<br />
ed è fondamentale eseguire l’esame prima dell’inizio del<br />
trattamento terapeutico.<br />
Terapia anti – HBV<br />
La terapia anti – HBV si basa, fondamentalmente, su due<br />
classi di farmaci:<br />
● Farmaci immunomodulatori :Interferone, Timosina a-1,<br />
Interleuchina 12<br />
● Farmaci inibitori della polimerasi virale :Lamivudina<br />
(3TC), Famciclovir, Adefovir dipivoxil, Lobucavir. Gli ultimi<br />
2 sono degli inibitori molto potenti e attivi del<br />
virus, anche dopo comparsa di mutanti YMDD del gene<br />
p in pazienti sottoposti a trattamento prolungato con<br />
Lamivudina (escape mutant).<br />
● Associazione tra Interferone e Lamivudina<br />
Vaccinazione anti – HBV<br />
In Italia è obbligatoria a 1 anno e a 12 anni, e per tutte<br />
le categorie a rischio.<br />
Ora si dispone di vaccini ottenuti con tecniche di DNA<br />
ricombinante, come l’antigene ricombinante da cellule di<br />
lievito (dal 1991 è l’unico autorizzato).