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RICERCA DI CHLAMYDIA TRACHOMATIS MEDIANTE TECNICHE DI BIOLOGIA MOLECOLARE<br />

VANTAGGI<br />

Tabella 4<br />

monografia<br />

● Sensibilità (90-95%) superiore rispetto a metodi IFA (80-90%) e EIA (73%); specificità (98-100%) elevata<br />

● Unico metodo consigliato per la ricerca su liquido seminale, secreto endoprostatico, s<br />

ecreto endocervicale ed urine<br />

LIMITI<br />

● Costi elevati in confronto ad IFA, EIA e ELFA<br />

● Falsi postivi per possibili contaminazioni tra campioni diversi per elevata sensibilità del metodo<br />

e falsi negativi per sostanze inibenti l’amplificazione del DNA<br />

● Tempo di risposta minimo 12 ore per PCR<br />

● Specifico addestramento del personale di laboratorio<br />

● Disponibilità di spazi di laboratorio separati e dedicati<br />

Tab 4 pia esclusivamente le pazienti ad alto rischio per patologia<br />

tubarica sulla base del titolo degli Ab anti Chlamydia<br />

(Johnson et al., 2000).<br />

Conclusioni<br />

Lo screening per la Chlamydia trachomatis nelle coppie<br />

infertili costituisce un problema non ancora risolto. La<br />

prevalenza dell’infezione da C.t. non è esattamente nota<br />

nella popolazione infertile. Nelle donne affette da<br />

sterilità si stima che la prevalenza delle cerviciti sintomatiche<br />

dovute a C.trachomatis possa variare dallo 0 al 1.9<br />

% (Macmillan et al., 1999).<br />

E’ dimostrato che procedure diagnostiche (isterosalpingografia,<br />

isteroscopia) e/o terapeutiche (inseminazione<br />

intrauterina, embryo transfer) strumentali sull’utero possono<br />

favorire la risalita di batteri dalla cervice nelle vie<br />

genitali femminili superiori o riattivare microrganismi<br />

già presenti nel tratto genitale alto in pazienti con pregressa<br />

infezione clamidiale, soprattutto se asintomatica.<br />

Ed è dimostrato che infezioni maschili, specie se asintomatiche,<br />

possono compromettere la fertilità della donna.<br />

Se si può accettare che donne infertili abbiano probabilmente<br />

una bassa incidenza di infezioni cervicali attive<br />

dovute alla C.t., dal momento che hanno un’età superiore<br />

a 25 anni ed una maggiore probabilità di avere una<br />

relazione stabile con un solo partner, è meno accettabile<br />

un’ulteriore compromissione della loro fertilità.<br />

A questo proposito ci si è chiesti se, prima di effettuare<br />

indagini strumentali sull’utero (ISG, LPS, IUI, ET), fosse<br />

preferibile effettuare uno screening almeno nelle donne<br />

ad alto rischio.<br />

Estendere lo screening per l’infezione da C.t. a tutte le<br />

coppie infertili, nella quale l’infezione clamidiale ha una<br />

Infezioni Sessualmente Trasmissibili<br />

bassa prevalenza, potrebbe, infatti, comportare spese<br />

ingenti per il Sistema Sanitario Nazionale, soprattutto se<br />

il programma di screening non fosse fondato su tecniche<br />

diagnostiche altamente sensibili e specifiche, quali i test<br />

di amplificazione genica degli acidi nucleici considerati i<br />

“gold standard’’ nella diagnosi di infezione da Chlamydia<br />

trachomatis (Macmillan et al., 1999; Land et al., 2002).<br />

L’impiego stesso della PCR potrebbe essere limitato dai<br />

costi elevati e dalla mancanza di laboratori opportunatamente<br />

attrezzati.<br />

D’altro canto, una profilassi antibiotica estesa a tutte le<br />

donne, candidate a strumentazione uterina, potrebbe<br />

gravare pesantemente sul bilancio della spesa sanitaria<br />

nazionale.<br />

L’uso non selettivo degli antibiotici potrebbe portare,<br />

infatti, all’aumento delle infezioni persistenti e allo sviluppo<br />

di chemioresistenza da parte dei vari ceppi della<br />

C.trachomatis (Macmillan et al., 2002).<br />

Una review (Macmillan et al., 2002) delle evidenze (Chief<br />

Medical Officer 1998; Royal College of Obstetricians and<br />

Gynaecologists 2000) suggerisce che vengano screenate<br />

per la C.t. nelle vie genitali inferiori, mediante test sensibili,<br />

donne infertili di età 25 anni<br />

ma con fattori di rischio, uomini con fattori di rischio e i<br />

donatori di gameti.<br />

Maggiori informazioni sono necessarie prima di estendere<br />

lo screening anche agli uomini sulla base dell’età. L’indagine<br />

sierologica con i test tuttora disponibili non può<br />

essere utilizzata quale test di screening.<br />

Le donne con una pregressa infezione clamidiale o con<br />

diagnosi di patologia tubarica dovrebbero, oltre allo<br />

screening, essere sottoposte a profilassi antibiotica quando<br />

sottoposte a strumentazione uterina (si consiglia in<br />

questi casi la somministrazione di azitromicina da 1 g, in<br />

singola dose, dodici ore prima della procedura) (Land et<br />

al., 2002). Si raccomanda lo screening per le MST anche al<br />

partner di queste donne.<br />

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