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Fig 4<br />
Rappresentazione<br />
schematica delle varie<br />
fasi del ciclo replicativo<br />
di HIV e dei metodi<br />
di rilevazione. Le varie<br />
fasi intracellulari<br />
possono venire<br />
quantificate mediante<br />
DNA-PCR e RT-PCR.<br />
L’utilizzazione di<br />
specifici set di primers<br />
permette di<br />
quantificare l’HIV-DNA<br />
episomale e l’HIV-DNA<br />
integrato nel genoma<br />
cellulare. I diversi trascritti<br />
virali<br />
intracellulari possono<br />
venire quantificati<br />
mediante RT-PCR<br />
utilizzando primers<br />
specifici per gli mRNA<br />
virali singly-spliced e<br />
multiply-spliced. L’HIV<br />
extracellulare può<br />
venire quantificato<br />
mediante RT-PCR con<br />
primers specifici per il<br />
genoma virale<br />
monografia<br />
temente mediante impiego della real-time PCR. L’impiego<br />
di queste metodiche ha contribuito a documentare che<br />
nei soggetti in trattamento con HAART, anche dopo che il<br />
virus non e più rilevabile nel plasma da un lungo periodo<br />
di tempo (2-3 anni), continuano a persistere sia una<br />
frazione di cellule CD4 latentemente infettate che bassi<br />
livelli di replicazione virale.<br />
Trattamento precoce con terapia antiretrovirale nei neonati infetti<br />
Se l’impiego della terapia nei soggetti con una infezione<br />
cronica non appare a tutt’oggi risolutivo della infezione,<br />
quale sia l’impatto del trattamento precoce con HAART<br />
durante l’infezione acuta è oggetto di studio. Negli adulti<br />
il trattamento con HAART durante l’infezione acuta<br />
modifica l’andamento successivo dell’infezione; la diminuzione<br />
della carica virale può comportare in un certo<br />
numero di casi anche una ritardata e/o parziale incompleta<br />
risposta anticorpale verso solo alcune proteine virali;<br />
i profili anticorpali in Western blot possono risultare<br />
indeterminati e non soddisfare i criteri correntemente<br />
stabiliti per definire un campione sieropositivo (34). Nel<br />
neonato, il trattamento precoce con HAART, con conseguente<br />
drastica diminuzione di virus durante le primissi-<br />
Infezioni Sessualmente Trasmissibili<br />
me fasi di esposizione/infezione, potrebbe interferire con<br />
l’instaurarsi dell’infezione cronica. A questo proposito, è<br />
importante sottolineare che, anche in assenza di profilassi<br />
nella madre, la somministrazione di ZDV al neonato a<br />
partire entro le 48 ore dalla nascita è in grado di diminuire<br />
il tasso di trasmissione; questo dato, nell’avvalorare<br />
l’efficacia della profilassi post-esposizione, va a sostegno<br />
dell’ipotesi, suggerita da più modelli di studio, che<br />
qualora nell’ospite non si raggiunga un livello soglia di<br />
virus e/o cellule infettate la trasmissione virale può esitare<br />
in una infezione abortiva. Di particolare interesse<br />
sono i risultati ottenuti nei bambini con infezione verticale<br />
da HIV, dove l’HAART è stata iniziata entro i primi 3<br />
mesi di vita e continuata per tutto il periodo di followup<br />
(16-56 mesi). Otto su 17 bambini, persi gli anticorpi<br />
materni, sono rimasti sieronegativi; la maggior parte<br />
inoltre è rimasta negativa sia per HIV-RNA nel plasma che<br />
per le forme extracromosomiali di HIV-DNA, indicative di<br />
una attiva replicazione virale. I dati preliminari di uno<br />
studio da noi recentemente iniziato concordano con questi<br />
risultati. Ulteriori studi e un più lungo follow-up sono<br />
necessari per chiarire se l’infezione sia stata risolta o sia<br />
mantenuta sotto livelli minimali dalla terapia.<br />
Conclusioni<br />
La trasmissione verticale di HIV è la causa di più del 90 %<br />
delle infezioni pediatriche. Nei paesi industrializzati, la<br />
profilassi con farmaci antiretrovirali ha drasticamente<br />
diminuito il tasso di trasmissione verticale e il trattamento<br />
con terapie combinate ha di fatto cambiato la storia<br />
naturale dell’infezione, con un netto miglioramento<br />
nella aspettativa e qualità di vita. Sono stati inoltre messi<br />
a punto tests altamente sensibili sia per la diagnosi precoce<br />
dell’infezione che per il monitoraggio delle terapie.<br />
La profilassi e la cura, così come i tests per la diagnosi e<br />
monitoraggio dell’infezione sono disponibili solo per una<br />
minima parte della popolazione mondiale, e continuano<br />
ad essere inaccessibili, per complessità e costo, nei paesi<br />
in via di sviluppo dove l’infezione con HIV continua ad<br />
essere pandemica e causa principale di mortalità nei giovani.<br />
La recente dimostrata efficacia di trattamenti più accessibili,<br />
sia in termini di costi che di gestione, nel ridurre la<br />
trasmissione verticale di HIV introduce una ragionevole<br />
speranza che, con l’aiuto della comunità internazionale, si<br />
abbia una effettiva riduzione delle infezioni a trasmissione<br />
verticale anche nei paesi in via di sviluppo. Appare<br />
altrettanto obbligatorio approntare strategie per la diagnosi<br />
e la cura dell’infezione da HIV che siano accessibili<br />
per la parte del mondo tutt’ora esclusa.<br />
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