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esadia16 - Roche

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Fig 4<br />

Rappresentazione<br />

schematica delle varie<br />

fasi del ciclo replicativo<br />

di HIV e dei metodi<br />

di rilevazione. Le varie<br />

fasi intracellulari<br />

possono venire<br />

quantificate mediante<br />

DNA-PCR e RT-PCR.<br />

L’utilizzazione di<br />

specifici set di primers<br />

permette di<br />

quantificare l’HIV-DNA<br />

episomale e l’HIV-DNA<br />

integrato nel genoma<br />

cellulare. I diversi trascritti<br />

virali<br />

intracellulari possono<br />

venire quantificati<br />

mediante RT-PCR<br />

utilizzando primers<br />

specifici per gli mRNA<br />

virali singly-spliced e<br />

multiply-spliced. L’HIV<br />

extracellulare può<br />

venire quantificato<br />

mediante RT-PCR con<br />

primers specifici per il<br />

genoma virale<br />

monografia<br />

temente mediante impiego della real-time PCR. L’impiego<br />

di queste metodiche ha contribuito a documentare che<br />

nei soggetti in trattamento con HAART, anche dopo che il<br />

virus non e più rilevabile nel plasma da un lungo periodo<br />

di tempo (2-3 anni), continuano a persistere sia una<br />

frazione di cellule CD4 latentemente infettate che bassi<br />

livelli di replicazione virale.<br />

Trattamento precoce con terapia antiretrovirale nei neonati infetti<br />

Se l’impiego della terapia nei soggetti con una infezione<br />

cronica non appare a tutt’oggi risolutivo della infezione,<br />

quale sia l’impatto del trattamento precoce con HAART<br />

durante l’infezione acuta è oggetto di studio. Negli adulti<br />

il trattamento con HAART durante l’infezione acuta<br />

modifica l’andamento successivo dell’infezione; la diminuzione<br />

della carica virale può comportare in un certo<br />

numero di casi anche una ritardata e/o parziale incompleta<br />

risposta anticorpale verso solo alcune proteine virali;<br />

i profili anticorpali in Western blot possono risultare<br />

indeterminati e non soddisfare i criteri correntemente<br />

stabiliti per definire un campione sieropositivo (34). Nel<br />

neonato, il trattamento precoce con HAART, con conseguente<br />

drastica diminuzione di virus durante le primissi-<br />

Infezioni Sessualmente Trasmissibili<br />

me fasi di esposizione/infezione, potrebbe interferire con<br />

l’instaurarsi dell’infezione cronica. A questo proposito, è<br />

importante sottolineare che, anche in assenza di profilassi<br />

nella madre, la somministrazione di ZDV al neonato a<br />

partire entro le 48 ore dalla nascita è in grado di diminuire<br />

il tasso di trasmissione; questo dato, nell’avvalorare<br />

l’efficacia della profilassi post-esposizione, va a sostegno<br />

dell’ipotesi, suggerita da più modelli di studio, che<br />

qualora nell’ospite non si raggiunga un livello soglia di<br />

virus e/o cellule infettate la trasmissione virale può esitare<br />

in una infezione abortiva. Di particolare interesse<br />

sono i risultati ottenuti nei bambini con infezione verticale<br />

da HIV, dove l’HAART è stata iniziata entro i primi 3<br />

mesi di vita e continuata per tutto il periodo di followup<br />

(16-56 mesi). Otto su 17 bambini, persi gli anticorpi<br />

materni, sono rimasti sieronegativi; la maggior parte<br />

inoltre è rimasta negativa sia per HIV-RNA nel plasma che<br />

per le forme extracromosomiali di HIV-DNA, indicative di<br />

una attiva replicazione virale. I dati preliminari di uno<br />

studio da noi recentemente iniziato concordano con questi<br />

risultati. Ulteriori studi e un più lungo follow-up sono<br />

necessari per chiarire se l’infezione sia stata risolta o sia<br />

mantenuta sotto livelli minimali dalla terapia.<br />

Conclusioni<br />

La trasmissione verticale di HIV è la causa di più del 90 %<br />

delle infezioni pediatriche. Nei paesi industrializzati, la<br />

profilassi con farmaci antiretrovirali ha drasticamente<br />

diminuito il tasso di trasmissione verticale e il trattamento<br />

con terapie combinate ha di fatto cambiato la storia<br />

naturale dell’infezione, con un netto miglioramento<br />

nella aspettativa e qualità di vita. Sono stati inoltre messi<br />

a punto tests altamente sensibili sia per la diagnosi precoce<br />

dell’infezione che per il monitoraggio delle terapie.<br />

La profilassi e la cura, così come i tests per la diagnosi e<br />

monitoraggio dell’infezione sono disponibili solo per una<br />

minima parte della popolazione mondiale, e continuano<br />

ad essere inaccessibili, per complessità e costo, nei paesi<br />

in via di sviluppo dove l’infezione con HIV continua ad<br />

essere pandemica e causa principale di mortalità nei giovani.<br />

La recente dimostrata efficacia di trattamenti più accessibili,<br />

sia in termini di costi che di gestione, nel ridurre la<br />

trasmissione verticale di HIV introduce una ragionevole<br />

speranza che, con l’aiuto della comunità internazionale, si<br />

abbia una effettiva riduzione delle infezioni a trasmissione<br />

verticale anche nei paesi in via di sviluppo. Appare<br />

altrettanto obbligatorio approntare strategie per la diagnosi<br />

e la cura dell’infezione da HIV che siano accessibili<br />

per la parte del mondo tutt’ora esclusa.<br />

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