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Infezione da HIV: trasmissione verticale<br />
Introduzione<br />
Il virus dell’immunodeficienza acquisita (HIV) è l’agente<br />
eziologico della sindrome da immunodeficienza acquisita<br />
(AIDS), caratterizzata da un progressivo declino nel numero<br />
dei linfociti T CD4+ e dalla comparsa di infezioni<br />
opportunistiche e specifiche forme tumorali, quali il sarcoma<br />
di Kaposi, i linfomi a cellule B e il carcinoma della<br />
cervice uterina.<br />
L’infezione da HIV è pandemica e il numero di donne<br />
infettate è andato rapidamente aumentando negli ultimi<br />
anni; l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima<br />
in più di 20 milioni le donne infette e la maggior parte<br />
di queste è in età fertile.<br />
La prevalenza dell’infezione varia a seconda dei paesi e<br />
delle principali modalità di trasmissione del virus; in Africa,<br />
dove l’infezione è acquisita principalmente attraverso<br />
via eterosessuale, la percentuale delle donne HIV-sieropositive<br />
raggiunge il 20-30% della popolazione femminile<br />
generale.<br />
La trasmissione del virus da madre infetta al figlio è la<br />
sorgente principale delle infezioni pediatriche da HIV. In<br />
assenza di profilassi antiretrovirale, il tasso di trasmissione<br />
varia dal 15 al 40 %, in dipendenza dalle zone geografiche<br />
e dai fattori di rischio.<br />
Secondo le stime OMS, aggiornate a Dicembre 2002, dall’inizio<br />
dell’epidemia quasi 10 milioni di bambini (oltre il<br />
75% in Africa) hanno acquisito l’infezione da HIV per via<br />
verticale; più di 5 milioni sono morti per AIDS, circa 3<br />
milioni vivono con HIV/AIDS e circa 800.000 hanno contratto<br />
l’infezione nel 2002 (Figura 1). In Italia sono oltre<br />
6.000 i bambini nati da donne HIV-sieropositive segnalati<br />
al Registro Italiano per l’infezione da HIV.<br />
A. De Rossi<br />
Dipartimento di Scienze<br />
Oncologiche e Chirurgiche,<br />
Centro di Riferimento AIDS,<br />
Università di Padova<br />
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