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N. 2 del 1 settembre 2010 - Accademia dei Georgofili

N. 2 del 1 settembre 2010 - Accademia dei Georgofili

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Anno IV n. 2 1 <strong>settembre</strong> <strong>2010</strong><br />

informazioni<br />

dai <strong>Georgofili</strong><br />

t : agri-cultura<br />

“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze”<br />

Rilanciare l’agricoltura<br />

Va oggi emergendo un<br />

condiviso richiamo alla<br />

inderogabile necessità di<br />

r e c u p e rare l’attenzione sulla<br />

p ri o ri t a ria importanza stra t e g i c a<br />

d e l l ’ a g ri c o l t u ra e sulla urgenza di<br />

ri l a n c i a rne lo sviluppo locale e<br />

g l o b a l e. Non può sfuggire la<br />

p o r tata di questo ri c h i a m o, d a<br />

c o n s i d e rare molto seri a m e n t e,<br />

se si pensa alle improv v i d e<br />

d i c h i a ra z i o n i , anche recenti e talvolta<br />

ri t e nute autorevo l i , s e c o ndo<br />

le quali l’agri c o l t u ra sarebb e<br />

da considerare ormai un settore<br />

“ t ra s c u ra b i l e ” e addiri t t u ra “ d a<br />

d i m e n t i c a r e ” , capace semmai di<br />

rappresentare esigenze ambientali<br />

e paesaggistiche.<br />

Il primo e più grave errore sta<br />

nel valutare in termini esclusivamente<br />

economici l’importanza<br />

<strong>del</strong>l’intero settore primario, trascurando<br />

il fatto che l’agricoltura<br />

è, fra l’altro, l’unica ed essenziale<br />

fonte di tutti i nostri alimenti.<br />

Inoltre, è grazie al silenzioso<br />

lavoro offerto dagli agricoltori<br />

nei millenni che si è finora<br />

tutelato il nostro h a b i t a t<br />

(attraverso la capillare regimazione<br />

<strong>del</strong>le acque superficiali, il<br />

controllo <strong>del</strong>la erosione <strong>dei</strong> terreni,<br />

la prevenzione <strong>dei</strong> dissesti<br />

idrogeologici, la conservazione<br />

<strong>del</strong> verde ed il conseguente<br />

equilibrio <strong>del</strong>l’atmosfera, ecc.).<br />

Nessuna Amministrazione pubblica<br />

sarà in grado di sostenere<br />

direttamente l’onere economi-<br />

co di queste multifunzionali attività,<br />

sostituendosi agli agricoltori,<br />

per di più con altrettanta<br />

attenzione, tempestività e continuità.<br />

Inoltre l’industria alimentare ha<br />

fatto troppo assegnamento<br />

sulla globalizzazione <strong>dei</strong> mercati<br />

e sulla conseguente possibilità<br />

di acquistare i prodotti necessari<br />

, compresi quelli alimentari<br />

p ri m a ri (gra n o, olio di oliva,<br />

p o m o d o ri , e c c. ) , in qualsiasi<br />

momento, anche da Paesi lontani.<br />

Sono stati trascurati i solidi<br />

legami storici con l’agricoltura<br />

regionale come primo elemento<br />

di qualsiasi filiera alimentare.<br />

La stessa Unione Europea,<br />

dopo aver superato iniziali crisi<br />

di sovrapproduzioni alimentari,<br />

ha trascurato persino il bisogno<br />

di assicurarsi la disponibilità di<br />

adeguate scort e . P u r t r o p p o,<br />

L’<strong>Accademia</strong> <strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong>, perseguendo una migliore comunicazione<br />

di tutto ciò che interessa il mondo legato alle attività agricole,<br />

ha dato vita da oggi, 1 <strong>settembre</strong> <strong>2010</strong>,<br />

al sito web “<strong>Georgofili</strong>.INFO” (www.georgofili.info),<br />

articolato in modo da rendere facile ed immediata la ricerca<br />

di aggiornate notizie di maggiore interesse.<br />

Anche questa iniziativa non persegue alcun fine di lucro<br />

ed i <strong>Georgofili</strong> sono a disposizione di tutti coloro<br />

che desiderano collaborare, dialogando ed offrendo suggerimenti.<br />

Utili pareri sugli argomenti trattati saranno graditi e<br />

potranno essere pubblicati.<br />

eventi diversi (strutturali o congiunturali<br />

che siano) hanno evidenziato<br />

(nel 2008-2009) i possibili<br />

squilibri <strong>del</strong> tumultuoso e<br />

non ancora governabile mercato<br />

globale e le conseguenti ricadute<br />

finanziarie a catena.<br />

Anche per evitare che si ripetano<br />

emergenze alimentari quali<br />

quelle che siamo stati chiamati a<br />

f r o n t e g g i a r e, la FAO ha con<br />

forza ribadito che “è giunto il<br />

momento di rilanciare l’agricoltura,<br />

ampliando e potenziando<br />

la sua produttività, per creare<br />

un incremento <strong>dei</strong> suoi redditi e<br />

disporre di più cibo”. E’ evidente<br />

che ciò vale anche per ciascun<br />

Paese e per l’intera Europa,<br />

la cui politica agricola va<br />

comunque rafforzata ad ogni<br />

livello e con impegno adeguato<br />

ai tempi.<br />

Franco Scaramuzzi<br />

In questo numero:<br />

Francesco Addeo<br />

Giorgio Ama<strong>dei</strong><br />

Giancarlo Barbieri<br />

Giorgio Bargioni<br />

Andrea Bennici<br />

Luciano Boanini<br />

Angela Calvo<br />

Luigi Costato<br />

Francesco Ferrini<br />

Italo Frasca<br />

Natale G. Frega<br />

Riccardo Gucci<br />

Orazio La Marca<br />

Fiorenzo Mancini<br />

Letizia Martirano<br />

Vittorio Marzi<br />

Alice Perlini<br />

Eugenio Pomarici<br />

Silviero Sansavini<br />

Franco Scaramuzzi


Alimentazione<br />

Il ruolo degli antiossidanti<br />

Negli alimenti sono presenti<br />

antiossidanti capaci<br />

di difendere l’organismo<br />

dall’azione <strong>dei</strong> radicali liberi.Tra<br />

questi i tocoferoli (vitamina<br />

E), i carotenoidi (vitamina A),<br />

l’acido ascorbico (vitamina C) e<br />

le sostanze fenoliche (fenoli, flavonoidi<br />

isoflavoni). I radicali liberi,<br />

chiamati anche specie reattive<br />

<strong>del</strong>l’ossigeno (ROS), sono molecole<br />

altamente instabili, prodotte<br />

dal nostro organismo come<br />

difesa da agenti eziologici. Sono<br />

frammenti di molecole estremamente<br />

reattivi. L’organismo<br />

umano si difende naturalmente<br />

dai radicali liberi producendo<br />

antiossidanti endogeni; quando,<br />

però, l’entità <strong>del</strong>l’attacco radicalico<br />

è molto forte, le difese<br />

2<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

n a t u rali <strong>del</strong>l’organismo non<br />

risultano più sufficienti, quindi, è<br />

necessario l’ausilio di antiossidanti<br />

provenienti dalla dieta.<br />

La frutta e i vegetali rappresentano<br />

la principale fonte alimentare<br />

di sostanze antiossidanti.<br />

Tra gli antiossidanti un ruolo<br />

importante lo rivestono i composti<br />

fenolici naturali, metaboliti<br />

secondari presenti nelle differenti<br />

parti <strong>del</strong>le piante. Un’elevata<br />

concentrazione di composti<br />

fenolici bioattivi, inoltre, è<br />

stata riscontrata nel succo <strong>del</strong>l’uva<br />

e di conseguenza nel vino<br />

sia rosso che bianco.<br />

Le sostanze fenoliche si classifi c ano<br />

in fenoli non flavonoidi e f l a v o -<br />

n o i d i. Sono considerati antiossidanti<br />

di tipo I perchè opera n o<br />

come donatori di idrogeno nei<br />

confronti <strong>dei</strong> radicali perossidici e<br />

a l c o s s i l i c i . F ra i non flavo n o i d i , g l i<br />

acidi fenolici sono largamente diffusi<br />

nei cereali, nel tè, c a f f è , n e l l e<br />

s p e z i e, nei succhi di frutta (pere,<br />

m e l e, pesche) e frutti di bosco.<br />

Gli acidi idrossicinnamici sono<br />

noti per essere degli efficaci<br />

antiossidanti natura l i . L’acido caffeico<br />

è il più importante acido<br />

cinnamico <strong>del</strong> mosto d’uva ed è<br />

presente come estere tart a rico o<br />

come glucoside; nella sua fo rm a<br />

l i b e ra o come derivato (estere)<br />

inibisce l’ossidazione <strong>del</strong>le lipoproteine<br />

a bassa densità (LDL).<br />

Il cacao è, invece, particolarmente<br />

ricco di fenoli flavonoidi,<br />

quali i flavan-3-oli (catechina,<br />

epicatechina, procianidine), il cui<br />

contenuto è <strong>del</strong> 6-8% in peso<br />

nei semi secchi. Sono presenti<br />

anche luteolina, apigenina, naringenina<br />

e loro glucosidi. Il contenuto<br />

di acidi fenolici <strong>del</strong>la serie<br />

idrossibenzoica e idrossicinnamica<br />

viene influenzato dal pro-<br />

P r evenzione nella c o n d u z i o n e d e l l e<br />

m a c chine ag r i c o l e<br />

Nei primi due mesi <strong>del</strong><br />

<strong>2010</strong>, tra le cause principali<br />

degli info r t u n i<br />

m o r tali nei settori maggiormente<br />

coinvolti (agri c o l t u ra ,<br />

2 6 , 1 % , ed edilizia, 24,6%) ci<br />

sono la caduta dall’alto di materiali<br />

e il contatto con mezzi o<br />

oggetti mobili e il ribaltamento<br />

di veicoli in movimento. Eppure<br />

i sistemi di protezione contro i<br />

rischi sopra elencati sono da<br />

tempo oggetto di leggi, oltre<br />

che argomento di vasta letteratura<br />

(anche divulgativa).<br />

Da più di 35 anni la sicurezza<br />

<strong>del</strong>l’operatore in caso di ribaltamento<br />

<strong>del</strong> conducente <strong>del</strong>la<br />

trattrice è assicurata da una<br />

struttura di protezione collocata<br />

attorno al posto di guida<br />

(sistema di prevenzione di tipo<br />

passivo: non impedisce l’accadimento<br />

<strong>del</strong>l’incidente, ma mira a<br />

limitarne le conseguenze negative).<br />

Questo sistema è composto<br />

da una struttura metallica<br />

detta ROPS (Roll-Over Protection<br />

System) installata direttamente<br />

sulla trattrice (tramite la<br />

cabina o, in sua assenza, il roll-<br />

bar a due o a quattro montanti)<br />

e da un dispositivo che trattiene<br />

l’operatore al posto di<br />

guida (cintura di sicurezza) in<br />

modo da trattenerlo all’interno<br />

di un volume di sicurezza<br />

(VDS). In caso di ribaltamento il<br />

rischio per l’operatore di restare<br />

schiacciato tra la trattrice ed<br />

il terreno può essere evitato se<br />

egli resta sul sedile o, comunque,<br />

all’interno <strong>del</strong> VDS.<br />

Dal punto di vista legislativo, i n<br />

Italia esistono obblighi ben precis<br />

i , a carico sia <strong>del</strong> datore di lavoro<br />

(D. L g s . 81/08) che <strong>dei</strong> costru tt<br />

o ri (Direttiva 2006/42/CE) per<br />

proteggere i lavo ra t o ri dalle<br />

conseguenze di ribaltamenti e<br />

di caduta di oggetti dall’alto.<br />

Rispetto alla Direttiva Macchine<br />

previgente, quella attuale considera<br />

in modo diverso il rischio<br />

di ribaltamento (che comporta<br />

la perdita di stabilità <strong>del</strong>la macchina<br />

con uno sbilanciamento di<br />

un angolo maggiore a 90°) da<br />

quello di rovesciamento laterale<br />

(dove la stabilità si perde con<br />

spostamento angolare inferiore<br />

a 90°), in quanto nel primo caso<br />

devono essere installati dispositivi<br />

di protezione <strong>del</strong> tipo<br />

RO P S , mentre nel secondo<br />

devono essere previsti i TOPS<br />

(Tip-Over Protection System,<br />

insieme di elementi strutturali il<br />

cui ruolo principale è quello di<br />

ridurre il rischio di schiacciamento<br />

di un operatore, trattenuto<br />

da una cintura di sicurezza,<br />

in caso di rovesciamento laterale<br />

<strong>del</strong>la macchina).<br />

Analogamente, in caso di rischi<br />

connessi a cadute di oggetti o di<br />

m a t e ri a l i , la macchina deve<br />

essere munita di una struttura<br />

di protezione adeguata (FOPS -<br />

Falling Object Protective System)<br />

tale da garantire un adeguato<br />

volume limite di defor-<br />

cesso di tostatura <strong>del</strong>le fave.<br />

Sperimentazioni recenti hanno<br />

evidenziato che un consumo a<br />

lungo termine di polifenoli <strong>del</strong><br />

cacao incrementa il potere<br />

antiossidante <strong>del</strong> plasma ed inibisce<br />

l’ossidazione <strong>del</strong>le LDL.<br />

I composti fenolici ri ve s t o n o<br />

grande importanza anche nella<br />

valutazione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’olio<br />

vergine d’oliva, in quanto sono<br />

r e s p o n s a b i l i , sia <strong>del</strong>la stabilità<br />

ossidativa, che <strong>del</strong>le caratteristiche<br />

sensoriali. Infatti, l’amaro è<br />

attribuito all’oleuropeina e ligstroside<br />

aglicone nelle forme<br />

al<strong>dei</strong>diche e dial<strong>dei</strong>diche, mentre<br />

la sensazione di piccante<br />

s e m b r e r e bbe derivare dalla<br />

forma dial<strong>dei</strong>dica <strong>del</strong> decarbossimetil-ligstroside<br />

aglicone.<br />

Gli antiossidanti sono fo n d amentali<br />

nello sviluppo <strong>del</strong>le<br />

normali funzioni biologiche. Le<br />

diete povere di frutta e verdura<br />

non garantiscono una adeguata<br />

copertura <strong>del</strong> fabbisogno.<br />

Natale G. Frega<br />

Efficacia <strong>del</strong>le cinture di sicurezza in caso di ribaltamento <strong>del</strong>la trattrice dotata di rollbar<br />

(John Deere, 2001)<br />

mazione.<br />

Nel sito <strong>del</strong>l’ISPESL (www. i s p e s l . i t )<br />

sono ri p o rtate le linee guida per<br />

dotare le trattrici, che ne sono<br />

a n c o ra sprov v i s t e, di roll-bar<br />

così come di cinture di sicurezza.<br />

Nonostante ciò, anche in<br />

presenza di sistemi di sensibilizzazione,<br />

molte trattrici continuano<br />

a non avere questo sistema<br />

di protezione. Un recente<br />

studio americano ha dimostrato<br />

che, laddove è stata condotta<br />

una campagna di incentivi<br />

economici per equipaggiare le<br />

vecchie trattrici di ROPS, i risultati<br />

sono stati più che soddisfacenti.<br />

Forse è questa la strada<br />

da percorrere ...<br />

Angela Calvo


Olivicoltura<br />

Vantaggi di una irrigazione<br />

“in deficit controllato”<br />

Ef fetti positivi <strong>del</strong>l’irri g a z i one<br />

sull’attività vegetativa e<br />

produttiva <strong>del</strong>l’olivo, s u l l e<br />

dimensioni <strong>del</strong> frutto nonchè<br />

sul processo di inolizione sono<br />

ampiamente documentati nella<br />

l e t t e ra t u ra scientifi c a . R e c e n t i<br />

studi hanno mostrato che la<br />

gestione in deficit controllato<br />

d e l l ’ i rri g a z i o n e, cioè senza soddisfare<br />

completamente il fabb isogno<br />

<strong>del</strong>l’albero, d e t e rm i n a<br />

anche vantaggi per la qualità<br />

d e l l ’ o l i o, in quanto la somminis<br />

t razione controllata <strong>del</strong>l’acqua<br />

consente di ottimizzare la conc<br />

e n t razione di composti fe n o l i c i<br />

e le note di amaro e piccante in<br />

funzione <strong>del</strong>le cara t t e ri s t i c h e<br />

v a rietali (S e r vili et al., 2 0 0 7 . JA F C.<br />

5 5 : 6 6 0 9 - 1 8) . Al diminuire <strong>del</strong>la<br />

disponibilità idrica nel suolo<br />

aumenta la concentrazione di<br />

alcune frazioni derivate <strong>dei</strong><br />

s e c o i ridoidi e dosando opportunamente<br />

l’irrigazione se ne<br />

ottengono concentrazioni paragonabili<br />

a quelle di olive ra c c o lte<br />

da alberi in coltura asciutta.<br />

Ai derivati <strong>dei</strong> secoiri d o i d i , v i e n e<br />

a t t ri buito un importante ru o l o<br />

salutistico nella preve n z i o n e<br />

<strong>del</strong>le patologie cardiov a s c o l a ri ,<br />

quali aterosclerosi ed infart o.<br />

G u c c i et al., ( 2 0 0 9 . Tree Physiol.<br />

25:1575-85) hanno evidenziato<br />

i benefici <strong>del</strong>l’irrigazione “in deficit<br />

controllato” anche sul ra pp<br />

o r to polpa-nocciolo, un parametro<br />

qualitativo fo n d a m e n t a l e<br />

per le olive da tavo l a . Lo sviluppo<br />

<strong>del</strong> frutto è stato studiato<br />

utilizzando sia metodi non<br />

d i s t ruttivi in vivo che analisi di<br />

immagini al microscopio. M e ntre<br />

era già noto che l’irri g a z i o n e<br />

aumenta il ra p p o r to polpa-nocciolo<br />

rispetto alla coltura asciut-<br />

Dal diritto agrario a<br />

quello alimentare<br />

Lo sviluppo degli interventi<br />

normativi <strong>del</strong>la Comunità<br />

p e rmette di considera r e<br />

oggi il diritto alimentare in<br />

modo <strong>del</strong> tutto differente, considerando<br />

anche il fatto che si è<br />

d ov u t o, data l’ampiezza <strong>del</strong>la<br />

materia, abbandonare l’esclusivo<br />

uso <strong>del</strong>la base giuridica costituita<br />

dall’art. 37.<br />

Prendendo in considera z i o n e<br />

queste nuove regolamentazioni,<br />

non si può non osservare che il<br />

trattato CE fornisce la basi giuridiche<br />

che non solo autorizzano,<br />

ma, entro certi limiti, rendono<br />

addirittura necessari degli<br />

interventi di protezione <strong>del</strong>la<br />

salute <strong>del</strong> consumatore. In effetti,<br />

la base giuridica <strong>del</strong>la competenza<br />

comunitaria in materia alimentare<br />

si rinviene nell’art. 3,<br />

lettere o) e s), i cui sviluppi si<br />

realizzano negli articoli 95, 152,<br />

153, senza che vengano esclusi<br />

quelli agricoli, e cioè gli articoli<br />

33, 34 e 37.<br />

N a t u ra l m e n t e, la protezione<br />

<strong>del</strong>la salute e degli altri interessi<br />

<strong>del</strong> consumatore non dovevano<br />

necessariamente ave r e<br />

l’aspetto che essi stanno progressivamente<br />

assumendo<br />

attraverso la legislazione derivata<br />

adottata ed adottanda; tuttavia<br />

disposizioni quali quelle contenute<br />

ai capi I e II <strong>del</strong> reg.<br />

178/2002, rubricati come “legislazione<br />

alimentare generale”,<br />

sembrano avere una importanza<br />

che va al di là <strong>del</strong>lo stesso<br />

regolamento che li contiene, e<br />

fanno comprendere come si<br />

abbia la volontà di creare un<br />

vero e proprio diritto alimentare<br />

europeo.<br />

In effetti, gli articoli 1, 2, 3, <strong>del</strong><br />

r e g . 1 7 8 / 2 0 0 2 , si presentano<br />

come <strong>del</strong>le regole generali che<br />

definiscono l’alimento; i sogget-<br />

t a , lo studio ha dimostrato che il<br />

pieno soddisfacimento <strong>dei</strong> consumi<br />

idrici non si traduce necess<br />

a riamente nel massimo ra pp<br />

o r to polpa-nocciolo. L’ e f fe t t o<br />

può non manife s t a rsi tutti gli<br />

a n n i , a causa <strong>del</strong>l’intera z i o n e<br />

con il carico produttivo. È stato,<br />

i n o l t r e, i d e n t i ficato un interv a l l o<br />

ottimale <strong>del</strong>lo stato idrico <strong>del</strong>-<br />

ti che operano nella filiera; il<br />

rischio nelle differenti fasi di<br />

produzione e commercio; l’introduzione<br />

nel mercato, la produzione<br />

e la tracciabilità degli<br />

alimenti e <strong>del</strong>le loro materie<br />

prime.<br />

L’ a r ticolo 4 <strong>del</strong> regolamento 178<br />

(qui inizia il capo II) affe rma da<br />

un lato che “i principi enu n c i a t i<br />

negli articoli da 5 a 10 costituiscono<br />

un quadro generale di<br />

n a t u ra ori z zontale al quale atten<br />

e rsi nell’adozione di nu ove<br />

regole in materia alimentare”. L a<br />

regolamentazione in vigore “ è<br />

applicata (…) tenendo conto<br />

<strong>dei</strong> principi di cui agli articoli da<br />

5 a 10”.<br />

Appare, dunque, certo che le<br />

disposizioni stabilite in quegli<br />

articoli costituiscono <strong>dei</strong> principi<br />

generali <strong>del</strong> diritto alimentare,<br />

e ciò non solo per le affermazioni<br />

presenti nell’art. 4, ma<br />

anche per il contenuto effettivo<br />

<strong>del</strong>le citate regole, che individuano:<br />

- le definizioni di alimenti e<br />

<strong>dei</strong> soggetti appart e n e n t i<br />

alla filiera alimentare,<br />

- gli obiettivi generali <strong>del</strong>la<br />

l’albero ai fini <strong>del</strong> massimo ra pp<br />

o r to polpa-nocciolo, i n fe ri o r e<br />

dal punto di vista <strong>del</strong>le esigenze<br />

i d riche rispetto al processo di<br />

a c c u mulo di olio nella dru p a .Tra<br />

le implicazioni pratiche <strong>del</strong>lo<br />

studio vi è la possibilità di ri s p a rmiare<br />

acqua sia nella produzione<br />

di olio che di olive da tavo l a .<br />

Riccardo Gucci<br />

legislazione alimentare (articolo<br />

5) attraverso i quali si<br />

v a l o rizza in particolare la<br />

tutela degli interessi <strong>dei</strong><br />

consumatori (articolo 8);<br />

- i caratteri fondamentali <strong>del</strong>l’analisi<br />

<strong>del</strong> rischio, suddivisa<br />

in valutazione, gestione e<br />

c o municazione <strong>del</strong> ri s c h i o<br />

stesso (articoli 6, 9 e 10);<br />

- il principio de precauzione, i<br />

cui caratteri e limiti sono<br />

m i nuziosamente precisati<br />

(articolo 7) evidenziando il<br />

tentativo di realizzare un difficile<br />

equilibrio fra tutela<br />

<strong>del</strong>la salute e libera circolazione,<br />

soprattutto per prodotti<br />

extracomunitari.<br />

Sembra, dunque, evidente che<br />

si è voluto attribuire un carattere<br />

generale, nel settore alimentare,<br />

a queste regole che assumono,<br />

pertanto, un valore ed<br />

una forza che sorpassa lo stesso<br />

regolamento che le contiene,<br />

divenendo <strong>dei</strong> veri e propri<br />

principi ai quali non solo il legislatore<br />

e l’interprete comunitario,<br />

ma anche quelli nazionali, si<br />

devono attenere.<br />

Luigi Costato<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

3


Discriminazione molecolare <strong>del</strong>le<br />

uve europee da quelle da ibridi<br />

In seguito alla devastante<br />

i nvasione <strong>del</strong>la fi l l o s s e ra , s i<br />

sono diffusi in Italia vitigni<br />

resistenti derivati da incroci tra<br />

v a rietà americane ed europee.<br />

La colorazione tipica <strong>del</strong>l’uva<br />

rossa è impartita dagli antociani<br />

che, nelle uve europee,<br />

hanno la stru t t u ra <strong>dei</strong> 3-O-glucosidi<br />

(5 antocianidine: m a l v i d in<br />

a , p e t u n i d i n a , c i a n i d i n a , p e o n idina<br />

e <strong>del</strong>fi n i d i n a , più glucosio)<br />

in parte acilati a livello <strong>del</strong> gluc<br />

i d e. Le proporzioni relative <strong>dei</strong><br />

d i ve rsi antociani costituiscono<br />

un indice chemotassonomico<br />

utile per la classificazione vari et<br />

a l e. I 3,5-O-diglucosidi, c o n<br />

4<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

u n ’ u l t e riore unità glucosidica in<br />

posizione 5 <strong>del</strong>l’antocianidina,<br />

sono tipici <strong>del</strong>le uve rosse <strong>del</strong>le<br />

specie ameri c a n e. Il live l l o<br />

q u a n t i t a t i vo di antociani 3,5-Od<br />

i g l u c o s i d i c i , presenti solo in<br />

t racce nelle uve V. v i n i fe ra, è<br />

stato assunto tra gli indici per<br />

d i s c riminare le specie ibri d e. L a<br />

Commissione O.I.V ha fissato in<br />

5 mg/L di vino il tenore massimo<br />

consentito di antociani 3,5-<br />

O-diglucosidici (espresso in<br />

3,5-O-diglucoside <strong>del</strong>la malvidin<br />

a ) . Tra le scienze “ o m i c h e ” , l a<br />

m e t a b o l o m i c a , ossia lo studio<br />

sistematico <strong>del</strong>l’insieme <strong>dei</strong><br />

metaboliti sintetizzati da un<br />

Una Piattaforma Europea<br />

per la Sicurezza Alimentare<br />

Il tema scelto per la candidatura<br />

di Milano all’Expo <strong>del</strong><br />

2015 è stato certo determinante:<br />

“Nutrire il pianeta energia<br />

per la vita”. Il 2015 coincide<br />

con le scadenze <strong>del</strong> Millennium<br />

Development Goals e gli avvenimenti<br />

di questi ultimi anni tendono<br />

ad allontanare la speranza<br />

di cogliere almeno alcuni <strong>dei</strong><br />

risultati attesi.<br />

L’ e vento <strong>del</strong> 2015 è stato<br />

immaginato come un dialogo<br />

universale e lo spazio espositivo<br />

come una articolata Agorà. La<br />

testimonianza permanente che<br />

si vuole lasciare, oltre il 2015,<br />

non è un monumento ma<br />

un’attività indirizzata a contribuire<br />

a nutrire il pianeta, in un<br />

impegno ampiamente condiviso.<br />

Il VII Programma Quadro<br />

<strong>del</strong>la Commissione Europea,<br />

raccomanda la costituzione di<br />

P i a t t a fo rme Europee Intern azionali<br />

capaci di favo rire un<br />

legame stretto fra ricerca e<br />

i n n ovazione per lo sviluppo<br />

sostenibile in Europa e con i<br />

Paesi emergenti.<br />

Questi orientamenti, di Milano<br />

e <strong>del</strong>la Commissione Europea,<br />

possono incontrarsi concreta-<br />

mente nel quadro di Expo<br />

2015, attraverso la realizzazione<br />

di una Piattaforma Tecnologica<br />

Europea per la Sicurezza Alimentare,<br />

che dia vita ad una<br />

rete internazionale per la<br />

gestione e la tutela <strong>del</strong>le risorse<br />

rinnovabili <strong>del</strong>la biosfera.<br />

Il cambiamento climatico <strong>del</strong><br />

p i a n e t a , o rmai considera t o<br />

anche dai più scettici, indica la<br />

necessità di collegare maggiormente<br />

capacità, c o n o s c e n z a ,<br />

informazioni, obiettivi. Pertanto,<br />

innescare un nuovo processo<br />

che metta insieme l’esperienza<br />

nella raccolta e nella sintesi<br />

<strong>del</strong>le conoscenze, l’ottimizzazione<br />

<strong>del</strong>le ri s o rse attrave r s o<br />

o rganismo biologico, c o n s e n t e<br />

di stabilire su base stru t t u rale il<br />

c a rattere ibrido <strong>dei</strong> vitigni. In tal<br />

m o d o, l’instabilità <strong>del</strong> colore <strong>del</strong><br />

vino ottenuto dalle uve “ O l i ve ll<br />

a ” è stata associata alla presenza<br />

nella frazione antocianica di<br />

3 , 5 - O - d i g l u c o s i d i . Su 25 componenti<br />

identifi c a t i , 10 era n o<br />

3,5-O-diglucosidi e 3-O-(6-Op-<br />

a c i l ) - 5 - O - d i g l u c o s i d i , t u t t i<br />

tipici <strong>del</strong>le uve ameri c a n e. I l<br />

vino rosso ottenuto da uva<br />

“ O l i ve l l a ” , presente in Campania<br />

sotto dive r si biotipi, h a<br />

m o s t rato una fo r te instabilità<br />

<strong>del</strong> colore. Per stabilizzare il<br />

colore di quel vino, il prof.<br />

gruppi di lavoro fra comunità<br />

scientifiche diverse, sembra oggi<br />

condizione necessaria per<br />

un’impresa vincente.<br />

La consapevolezza che in questo<br />

mondo globalizzato dovrebbe<br />

essere posta la massima<br />

attenzione alle diversità fra le<br />

regioni <strong>del</strong> pianeta (geo-climatiche,<br />

economiche, sociali, culturali,<br />

ecc.) sollecita la comunità<br />

s c i e n t i fi c a , le Istituzioni e la<br />

società civile, ad un dialogo più<br />

aperto e ad un più ampio scambio<br />

di informazioni.<br />

L’idea di una Piattaforma internazionale<br />

a ciò preposta, permette<br />

di immaginare una base<br />

di lavoro efficace perché con-<br />

Albonico propose il taglio in<br />

fase di ammostatura con uva<br />

“ P i e d i r o s s o ” od altra vari e t à<br />

rossa (10-20%). Un’ipotesi che<br />

decifra su base molecolare la<br />

“rottura” di colore nei vini ottenuti<br />

da uve ibride è derivata<br />

dall’eccezionale ri t r ov a m e n t o<br />

ad opera di un ricercatore parigino<br />

di “Pinot noir” che aveva<br />

conservato pressoché invariato<br />

il suo colore rosso nonostante<br />

fosse rimasto murato per quasi<br />

80 anni dal tempo <strong>del</strong>la Grande<br />

Guerra. La cv. “Pinot noir” contiene<br />

solo antociani 3-O-glucosidici,<br />

propensi a formare pigmenti<br />

colorati solubili più stabili<br />

di quelli 3,5-O-diglucosidici. Il<br />

dato scientifico ra p p r e s e n t a<br />

probabilmente la prima dimostrazione<br />

su base molecolare<br />

<strong>del</strong> maggior pregio <strong>del</strong>la vite<br />

europea (Vitis vinifera).<br />

Francesco Addeo<br />

dotta da chi “ci vuole stare”.<br />

Dunque un lavoro motivato<br />

riconosciuto come razionale.<br />

Poichè la piattafo rma può<br />

nascere da un indirizzo europeo,<br />

impegno ed obiettivi possono<br />

essere immessi in un circuito<br />

ri c o n o s c i u t o, l e g i t t i m o,<br />

c o m p e t i t i vo e provvisto di<br />

risorse.<br />

L’ambito opera t i vo dov r e bb e<br />

comprendere le attività dirette<br />

a:<br />

• accrescere il patrimonio e le<br />

capacità di incidere sui processi<br />

di ricerca e sviluppo,<br />

determinandone un avanzamento<br />

competitivo;<br />

• rafforzare il ruolo europeo<br />

nei processi di internazional<br />

i z z a z i o n e, incidendo sui<br />

programmi di cooperazione<br />

internazionali.<br />

L’obiettivo generale è quello di<br />

f avo rire l’accrescimento <strong>del</strong><br />

patrimonio di conoscenze <strong>del</strong>la<br />

c o munità internazionale per<br />

l’innovazione nel campo <strong>del</strong>la<br />

Sicurezza Alimentare, attraverso<br />

la creazione di una rete per<br />

“nutrire le conoscenze”.<br />

Questa, in breve, l’idea per la<br />

l eg a c y di EXPO 2015, c h e<br />

auspichiamo possa essere presentata<br />

e discussa in un incontro<br />

autunnale <strong>del</strong>l’<strong>Accademia</strong><br />

<strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong> in collaborazione<br />

con la Facoltà di Agraria di Milano,<br />

il Ciheam (Centre d’Hautes<br />

Etudes Agronomiques pour la<br />

Mediterranée) ed Expo 2015.<br />

Alice Perlini<br />

Expo 2015 Legacy


Lavorando per l’agricoltura in<br />

terre lontane<br />

Ormai parecchi anni fa,<br />

ho lavo ra t o, a più<br />

riprese, in non pochi<br />

Paesi di diversi continenti.<br />

E’ risaputo che il lavoro italiano,<br />

anche in campo agricolo, è stato<br />

sempre molto apprezzato. Non<br />

intendo certo fare qui un arido<br />

elenco <strong>dei</strong> progetti a cui ho<br />

partecipato. Mi limiterò a due<br />

soli ricordi che sono vivi nella<br />

mia mente e che mi commossero<br />

allora e che anche oggi mi<br />

sono cari.<br />

Subito dopo l’alluvione fiorentina<br />

<strong>del</strong> novembre 1966 andammo<br />

- quattro miei allievi ed io -<br />

in Birmania, per un progetto<br />

<strong>del</strong>le Nazioni Unite. Uno <strong>dei</strong><br />

più grossi affluenti <strong>del</strong>l’imponente<br />

fiume Irrawaddi è un bel<br />

corso d’acqua che si chiama<br />

Mu. Sull’asta <strong>del</strong> Mu, gli inglesi,<br />

quando la Birmania era ancora<br />

loro, fecero una traversa creando<br />

un modesto lago che tuttavia<br />

permise di irrigare le terre<br />

c i r c o s t a n t i . L’ONU vo l e v a<br />

ingrandire e non poco, l’area<br />

<strong>del</strong>le terre irrigabili. Il grande<br />

geologo Ardito Desio e l’ingegnere<br />

idraulico Carlo Lotti<br />

dovevano studiare dove creare<br />

la nuova diga e come addurre le<br />

acque alle terre da irrigare. Noi<br />

dovevamo studiare e cartografare<br />

tali terre perché l’agronomo<br />

potesse meglio progettare<br />

la scelta <strong>del</strong>le colture e le<br />

modalità d’irrigazione. Durante<br />

tale lavo r o, d u rato parecchi<br />

mesi, ci dissero che anche in<br />

collina riuscivano a coltivare il<br />

riso. Andai a curiosare: c’erano<br />

Riorganizzazione <strong>del</strong>la<br />

ricerca pubblica<br />

per le scienze agrarie<br />

Gli Atti (disponibili su<br />

w w w . g e o r g o f i l i . n e t )<br />

<strong>del</strong>la Giornata di studio<br />

su “La ricerca scientifica pubblica.<br />

Strutture e organizzazione per le<br />

scienze agrarie”, tenutasi a Firenze<br />

l’8 marzo <strong>2010</strong>, sono stati<br />

fo rmalmente consegnati dall’<strong>Accademia</strong><br />

<strong>dei</strong> Georg o fili al<br />

Ministero <strong>del</strong>l’Istru z i o n e , d e ll’Università<br />

e <strong>del</strong>la Ricerca. Si<br />

tratta di un lavoro che completa<br />

e aggiorna i risultati di un<br />

precedente Convegno sul<br />

medesimo tema, o rg a n i z z a t o<br />

dai <strong>Georgofili</strong> nel 1995. Offre<br />

un quadro strutturale complessivo<br />

ed un’analisi <strong>dei</strong> principi sui<br />

quali basare l’indispensabile<br />

riorganizzazione generale attesa<br />

per il settore.<br />

Dal lavoro svolto dal Gruppo di<br />

Studio <strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong> e dalle<br />

successive discussioni pubbliche<br />

è emersa la necessità di eliminare<br />

l’attuale dispersione e duplicazione<br />

di competenze e di attività<br />

nella ricerca pubblica per le<br />

scienze agrarie, oggi ripartita fra<br />

troppi Ministeri ed Enti diversi.<br />

Ciò provoca un dispendio di<br />

ri s o rse umane e fi n a n z i a ri e,<br />

oltre che l’assenza di un unico<br />

indirizzo strategico. Si avverte la<br />

mancanza di un’autorevo l e<br />

struttura istituzionale che possa<br />

rappresentare tutte le risorse<br />

<strong>del</strong>la ricerca pubblica nazionale<br />

<strong>del</strong> settore e costituire l’unitaria<br />

interfaccia a vari livelli, soprattutto<br />

internazionali, che si sono<br />

rapidamente sviluppati e che<br />

sono ormai essenziali.<br />

Sarebbe inoltre necessario parificare<br />

i ruoli e le carriere di tutti<br />

i ricercatori, anche per consentire<br />

la loro indispensabile mobil<br />

i t à , secondo le molteplici e<br />

dinamiche esigenze <strong>del</strong>le<br />

moderne attività scientifiche, in<br />

una crescente complessità multidisciplinare.<br />

In una riorganizzazione<br />

strutturale di così grande<br />

interesse generale, non dovrebbero<br />

rimanere estranee anche<br />

le Unive rs i t à , le cui attività<br />

didattiche sono imprescindibilmente<br />

legate alla ricerca scientifica<br />

<strong>dei</strong> propri docenti.<br />

Italo Frasca<br />

splendidi terrazzamenti con<br />

campicelli lunghi e stretti. Erano<br />

contenti gli agricoltori di avere<br />

risolto il problema <strong>del</strong>la semina<br />

<strong>del</strong> riso, che prima si faceva a<br />

spaglio, con una macchinetta da<br />

poco importata. La volli vedere<br />

perché la magnificavano molto<br />

e rimasi commosso quando<br />

lessi “fabbricata da xy artigiano<br />

in Vercelli”. “Sa - mi dissero -<br />

concimiamo molto bene”, e mi<br />

mostrarono un sacco con un<br />

fertilizzante <strong>del</strong>la Montecatini.<br />

Ingegno italiano e la nostra<br />

capacità avevano risolto i problemi<br />

<strong>dei</strong> bravi agricoltori birmani<br />

a molte migliaia di chilometri<br />

da casa nostra.<br />

Il secondo ricordo viene dall’Etiopia<br />

dove, lungo l’Awash, il<br />

fiume che scende dall’altipiano<br />

e si perde in Dancalia, studiammo<br />

i suoli per un progetto<br />

internazionale. Percorrendo la<br />

s t rada che da Addis A b e b a<br />

porta a Gibuti a un certo punto<br />

o c c o rre trave rsare il fi u m e.<br />

C’era un ponte costruito dagli<br />

italiani. Due fatti attrassero la<br />

mia attenzione: lungo la strada e<br />

nelle circostanti pendici c’erano<br />

parecchi bei muretti a secco<br />

costruiti con scura pietra vulcanica.<br />

Sono identici a quelli che si<br />

possono ancor oggi ve d e r e<br />

sulle pendici <strong>del</strong>l’Etna, e seppi<br />

poi che durante l’occupazione<br />

italiana erano stati operai siciliani<br />

ad erigerli.<br />

Di fronte al ponte si erge una<br />

imponente parete rocciosa quasi<br />

ve r t i c a l e, di due o trecento<br />

m e t ri . A metà, ben incisa nella<br />

r o c c i a , si legge questa dicitura<br />

“ Q u a r to Reggimento Genio<br />

Po n t i e ri Te ve r e ” . Anche il ponte<br />

e ra stato costruito dagli italiani.<br />

C’è da commuoversi e da essere<br />

orgogliosi, non credete?<br />

Fiorenzo Mancini<br />

Premio<br />

“Giancarlo Geri”<br />

Edizione <strong>2010</strong><br />

È istituito per l’anno <strong>2010</strong> il<br />

Premio “Giancarlo Geri”<br />

<strong>del</strong>l’ammontare di Euro 1.500,00<br />

per una tesi di laurea nelle<br />

discipline zootecniche.<br />

Il Premio, in ricordo <strong>del</strong><br />

Prof. Giancarlo Geri,<br />

promosso dalla moglie, si prefigge<br />

di stimolare nei giovani laureati<br />

la passione per lo studio e<br />

la ricerca scientifica nel<br />

campo <strong>del</strong>le produzioni animali.<br />

Il bando scade il 15 dicembre <strong>2010</strong>.<br />

Per maggiori informazioni: www.georgofili.it<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

5


Evoluzione vegetale e animale:<br />

alcune considerazioni<br />

Nelle piante terrestri, in<br />

quanto organismi sessili<br />

e fotosintetici, lo sviluppo<br />

si è evoluto in maniera<br />

completamente differente da<br />

quello degli animali. A s p e t t o<br />

chiave <strong>del</strong>l’interazione evoluzione-sviluppo<br />

nelle piante è la<br />

loro plasticità fenotipica. Questo<br />

fenomeno consiste nell’espressione<br />

di uno stesso<br />

genotipo in fenotipi dive rsi in<br />

funzione <strong>del</strong>l’ambiente. Già il<br />

modo di crescita <strong>del</strong>le piante è<br />

la reiterazione di una unità<br />

modulare o metamero (fo g l i a ,<br />

gemma ascellare e internodo) la<br />

quale è continuamente fo rm a t a<br />

dalla zona terminale <strong>del</strong> germ oglio<br />

o meristema caulinare, c a p ace<br />

di generare in continu a z i o n e<br />

nu ove cellule e nu ovi organi per<br />

tutta la durata di vita <strong>del</strong>la pian-<br />

6<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

t a . Negli animali l’accrescimento<br />

è invece limitato o di tipo chiuso<br />

con un numero di organi determinato<br />

fin dall’inizio <strong>del</strong>lo svilupp<br />

o. Questa org a n i z z a z i o n e<br />

m o d u l a r e, in cui una o più zo n e<br />

di crescita sono sempre presenti<br />

in ciascun modulo, c o n fe ri s c e<br />

alle piante anche la capacità di<br />

ri fo rmare o sostituire quelle<br />

p a r ti eventualmente distrutte da<br />

animali o altre av ve rs i t à .<br />

Nelle piante, inoltre, l’ evoluzione,<br />

durata oltre 450 milioni di<br />

anni, ha determinato la comparsa<br />

di una potenzialità praticamente<br />

illimitata di reagire ai<br />

segnali biotici e abiotici esterni<br />

in modo da potersi sempre<br />

meglio adattare, sopravvivere e<br />

diffondersi in tutti gli ambienti<br />

terrestri. Alcuni studiosi, come<br />

A . Tr e w ava s e P. W. B a r l ow,<br />

Edible landscaping -<br />

Ornamentali<br />

“da mangiare”<br />

La funzione benefica sulla<br />

salute derivante dalla semplice<br />

coltivazione di un<br />

orto o dalla cura <strong>del</strong> proprio<br />

spazio verde è ormai accertata.<br />

Meno conosciute, pur se lo<br />

stanno divenendo ra p i d a m e n t e,<br />

sono le implicazioni sociali ed<br />

economiche strettamente legate<br />

al fenomeno di diffusione <strong>del</strong>l<br />

’ o r t i c o l t u ra in città e nelle aree<br />

p e riurbane che può appari r e, a d<br />

una prima analisi, f u o ri dal<br />

t e m p o, da ogni logica di consumo<br />

di massa e di vita urbana;<br />

eppure il fenomeno è estremamente<br />

attuale, poiché si fa sempre<br />

più rilevante l’esigenza di<br />

i n t e g rare un salario o una pensione<br />

insufficiente con una sort a<br />

di secondo lavoro n e l l ’ o r t o.Tu t t av<br />

i a , se l’orto fosse soltanto un<br />

l avo r o, p e r d e r e bbe quel senso<br />

di libertà che gli è propri o. L’ o rt<br />

i c o l t u ra è anche dive r t i m e n t o,<br />

impiego <strong>del</strong> tempo libero e fuga<br />

dalla solitudine e valutare la cosa<br />

nei suoi termini sociali signifi c a<br />

c h i a rire chi sono gli ort i c o l t o ri e<br />

perché si dedicano a questa attiv<br />

i t à , nonché definire l’immagine<br />

<strong>del</strong> fenomeno agli occhi <strong>del</strong><br />

c o mune cittadino.<br />

Parallelamente si sta assistendo,<br />

anche nel nostro Paese, alla diffusione<br />

<strong>del</strong> cosiddetto “Edible<br />

l a n d s c a p i n g” , già diffuso negli<br />

Stati Uniti ed in alcuni Paesi<br />

europei. Edible landscaping è un<br />

termine usato per descrivere la<br />

coltivazione di piante alimentari<br />

e da frutto per scopi esteticopaesaggistici<br />

al posto <strong>del</strong>le o in<br />

combinazione con le classiche<br />

piante orn a m e n t a l i . Q u e s t o<br />

avviene tipicamente in giardini<br />

privati ma, finora, solo raramente<br />

in un contesto di spazio<br />

verde pubblico o comu n e.<br />

L’ o b i e t t i vo <strong>del</strong>l’e d i ble landsca -<br />

ping è, dunque, quello di coniugare<br />

la produzione di cibo alle<br />

hanno recentemente definito il<br />

c o m p o r tamento <strong>del</strong>le piante<br />

“intelligente” (anche se preferirei<br />

definirlo “sensoriale”) proprio<br />

sulla base di questa loro<br />

proprietà di reagire e adeguarsi<br />

alle molteplici avversità esterne,<br />

operando anche <strong>del</strong>le scelte e<br />

memorizzando, talvolta, alcuni<br />

processi. Di conseguenza da<br />

molti ricercatori sono stati rivalutati<br />

e intrapresi nuovi studi<br />

sulla trasmissione di segnali di<br />

tipo elettrico e chimico tra cellule<br />

e parti diverse <strong>del</strong>la pianta,<br />

tali da fare esprimere una corrente<br />

di pensiero che riconosce<br />

anche nei vegetali l’esistenza di<br />

aspetti di tipo neuronale paragonabili<br />

a quelli degli animali. A<br />

mio parere, si potrebbe dire<br />

che è avvenuta nelle piante una<br />

ve ra e propria evo l u z i o n e<br />

esigenze estetiche e paesaggistiche<br />

di una data zona. Questo<br />

obiettivo può essere raggiunto<br />

con dive rse combinazioni di<br />

piante: possono essere utilizzate<br />

specie da frutto ed orticole,<br />

fiori commestibili, erbe aromatiche<br />

e piante ornamentali in<br />

proporzioni variabili in funzione<br />

<strong>del</strong>le condizioni pedoclimatiche<br />

e <strong>del</strong>lo spazio a disposizione.<br />

L’idea di abbinare la produzione<br />

di cibo a esigenze ornamentali<br />

non è poi così recente; già nel III<br />

millennio a.C., gli Egizi coltivavano<br />

giardini all’interno <strong>dei</strong> muri<br />

di cinta <strong>del</strong>le abitazioni. In seguito,<br />

si impose la tipologia <strong>del</strong><br />

giardino sviluppato intorno a<br />

una peschiera rettangolare, fiancheggiata<br />

da filari di alberi da<br />

f rutta e piante orn a m e n t a l i ,<br />

come è testimoniato dalle pitture<br />

tombali che ci sono pervenute.<br />

Oggigiorno l’edible landscaping<br />

trova applicazione soprattutto<br />

nei giardini privati e di quartiere,<br />

ma anche sui tetti giardino e<br />

nei giardini <strong>del</strong>le scuole. Negli<br />

ultimi anni si è anche diffuso il<br />

termine edible estates che sta<br />

ad indicare <strong>dei</strong> quartieri circondati<br />

da community gardens.Alcuni<br />

studiosi hanno indicato questi<br />

come uno <strong>dei</strong> possibili stru-<br />

“cognitiva” basata su complessi<br />

e interagenti meccanismi biochimici,<br />

fisiologici e molecolari<br />

tali da costituire un sistema di<br />

tipo “nervoso” diffuso, in cui<br />

manca l’esistenza di un centro<br />

di controllo veramente unico.<br />

L’ e voluzione di tale sistema<br />

sarebbe perfettamente conforme<br />

al loro peculiare mo<strong>del</strong>lo di<br />

sviluppo.<br />

Negli animali, dotati di movimento,<br />

la principale svolta evolutiva<br />

è stata, invece, quella di<br />

sviluppare un organo, il cervello,<br />

formato da cellule quali i neuroni<br />

con le loro terminazioni nervose,<br />

in cui risiedono le principali<br />

funzioni sensoriali e di<br />

risposta agli stimoli estern i .<br />

Questo complesso sistema nervoso<br />

centrale e periferico ha<br />

reso possibile nei primati l’evoluzione<br />

di una “intelligenza” non<br />

solo funzionale a migliorare la<br />

loro soprav v i ven za e adattamento,<br />

ma capace di arrivare a<br />

quella coscienza di se stessi oggi<br />

presente nell’Uomo.<br />

Andrea Bennici<br />

Melograno (Punica granatum) specie fra<br />

le più utilizzate nell’edible landscaping<br />

per le sue indubbie caratteristiche estetiche<br />

e per la produzione <strong>del</strong>le tipiche<br />

infruttescenze (balauste) nel periodo<br />

autunnale<br />

menti per la riorganizzazione<br />

<strong>del</strong> sistema alimentare in relazione<br />

all’ambiente urbano, tema<br />

finora poco studiato nell’ambito<br />

<strong>del</strong>la disciplina <strong>del</strong>la pianificazione.<br />

Francesco Ferrini


Riscoperta <strong>del</strong>le ciliegie<br />

da raccogliere senza<br />

peduncolo<br />

Si è tenuto l’11 giugno scorso<br />

a Chiampo (VI) il Convegno<br />

nazionale “ L i s t e<br />

d’orientamento varietale e <strong>dei</strong><br />

portinnesti <strong>del</strong> ciliegio <strong>2010</strong>”. In<br />

quella occasione è stata prospettata<br />

l’opportunità di rivalutare<br />

le varietà da commercializzare<br />

senza peduncolo, c i o è<br />

quelle selezionate per ave r e<br />

frutti che a maturità si distaccano<br />

dal peduncolo lasciando<br />

p e r fettamente cicatrizzato il<br />

punto di distacco.<br />

Già alla fine degli anni ‘70 un’indagine<br />

demoscopica condotta<br />

dall’Istituto di Coltivazioni<br />

Arboree <strong>del</strong>l’Università di Bologna<br />

e dall’Istituto Sperimentale<br />

di Frutticoltura <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />

Provinciale di Ve r o n a<br />

aveva evidenziato che circa il<br />

70% <strong>dei</strong> consumatori accettava<br />

senza riserve quel tipo di prodotto<br />

che, peraltro, può essere<br />

offerto a prezzi ridotti grazie al<br />

fatto che i costi <strong>del</strong>la raccolta<br />

risultano sensibilmente contenu<br />

t i . F ra l’altro l’assenza di<br />

peduncolo consente<br />

una più rapida lavorazione<br />

in magazzino con<br />

la possibilità di meccanizzare<br />

anche la confezione<br />

in piccoli contenitori,<br />

prospettando possibilità<br />

di commercializzazione<br />

anche nell’ambito<br />

<strong>dei</strong> prodotti di IV<br />

gamma.<br />

La commercializzazione<br />

di questo tipo di ciliegie,<br />

un po’ per la diffidenza<br />

<strong>dei</strong> commercianti,<br />

un po’ a causa <strong>del</strong><br />

fatto che sono state<br />

considerate interessanti<br />

essenzialmente per una<br />

raccolta meccanica per<br />

usi industriali, non ha<br />

avuto seguito in Italia<br />

mentre lo ha avuto di<br />

Requisiti di ruralità<br />

ai fini ICI<br />

Dopo la sentenza n.<br />

18565/2009 <strong>del</strong>la<br />

C o r te di Cassazione a<br />

sezioni unite era atteso un<br />

p r ov vedimento gove rn a t i vo. E ’<br />

a rrivato dall’Agenzia <strong>del</strong> Te rrit<br />

o ri o, direzione centrale catasto<br />

a cart o g ra fi a , con una prop<br />

ria nota Prot. n . 10933 <strong>del</strong><br />

2 6 . 0 2 . 2 0 1 0 , nella quale in<br />

modo <strong>del</strong> tutto esaustivo e<br />

chiaro ri p e r c o rre tutte le complesse<br />

norme <strong>del</strong> nostro ordinamento<br />

ed affe rma alcuni<br />

p rincipi normativi di ori e n t amento<br />

<strong>del</strong>la giuri s d i z i o n e. “ I<br />

requisiti necessari e suffi c i e n t i<br />

che il riconoscimento <strong>del</strong><br />

c a rattere di ru ralità di un<br />

immobile devono soddisfare<br />

quanto previsto dall’art . 9 ,<br />

commi 3 e 3-bis <strong>del</strong> decreto<br />

legge 557 <strong>del</strong> 1993 e sono <strong>del</strong><br />

tutto indipendenti dalla categ<br />

o ria catastale attri buita al<br />

medesimo immobile. R e l a t i v amente<br />

alla sola categoria catastale<br />

D/10, l ’ e ven tuale successiva<br />

perdita <strong>dei</strong> requisiti implica<br />

l ’ o bbligo di dichiarazione di<br />

v a riazione al competente Ufficio<br />

provinciale <strong>del</strong>l’Agenzia <strong>del</strong><br />

Te rri t o rio e la conseguente<br />

a t t ri buzione di un dive rsa categ<br />

o ria catastale.”<br />

Il classamento quindi non è rilevante<br />

sia per i fabb ricati di<br />

carattere abitativo che per i fabb<br />

ricati non abitativi ma con<br />

alcuni distinguo.<br />

recente in Spagna, che con successo<br />

porta da alcuni anni sui<br />

mercati europei e ora, incredibile<br />

a dirsi, anche in Italia le<br />

cosiddette ciliegie “Picota”.<br />

Come fu prospettato in una<br />

L e t t u ra ai Georg o fili nel fe bb<br />

raio 1997, l’allevamento di<br />

queste varietà su i nu ovi portinnesti<br />

che consentono di<br />

ri d u rre lo sviluppo <strong>del</strong>l’albero<br />

p o r ta alla possibilità di una<br />

raccolta manuale “per mu n g i-<br />

Ciliegie <strong>del</strong>la varietà “Enrica”<br />

Fabbricati Abitativi:<br />

L’Agenzia <strong>del</strong> Te rri t o rio ri c h i a m a<br />

l’attenzione sul fatto che la categ<br />

o ria A/6 viene ra ramente ri c onosciuta<br />

in quanto oggi è fatto<br />

o bbligo per i fabb ricati abitativi<br />

di alcuni standard non previsti<br />

nella ori g i n a ria categori a . N e l l a<br />

nota si dice espressamente che<br />

non si può utilizzare la categoria<br />

A/6 “perché desueta per le<br />

p rimitive dotazioni impiantistiche<br />

e finiture”.<br />

Inoltre il citato articolo 9 comma<br />

3 lett. e) <strong>del</strong> decreto legge n.<br />

557/93 ha negato la qualifi c a z i one<br />

ru rale solo alle unità immobil<br />

i a ri ri p o r tanti le cara t t e ri s t i c h e<br />

di lusso ov vero censite nelle<br />

c a t e g o rie A/1 e A/8 ma non per<br />

le altre categori e.<br />

Fabbricati non abitativi:<br />

Per i fabb ricati non abitativi<br />

ribadisce che il concetto <strong>del</strong>la<br />

“ruralità” non è nella categoria<br />

catastale vincolante ma è nella<br />

s t rumentalità all’esercizio <strong>del</strong>-<br />

t u ra ” estremamente rapida e<br />

tale da permettere un contenimento<br />

sensibile <strong>del</strong> costo<br />

finale di produzione e quindi di<br />

ve n d i t a . In Italia, appare part ic<br />

o l a rmente interessante la<br />

v a rietà “ E n ri c a ” , o t t e nuta a<br />

Verona e resa nota nel 1997,<br />

a u t o fe r tile ed a frutto grosso,<br />

di ottimo sapore e conserv a b il<br />

i t à .<br />

Giorgio Bargioni<br />

l’attività agricola a cui è asservito<br />

il fabbricato stesso. Con il<br />

distinguo che se classifi c a t o<br />

nella categoria catastale D/10<br />

non va dimostrata la ruralità in<br />

quanto insita nella categori a<br />

stessa ma che può essere classificato<br />

in una <strong>del</strong>le categorie <strong>dei</strong><br />

gruppi ordinari (esempio C/2,<br />

C/3, C/6) ovvero in una <strong>del</strong>le<br />

c a t e g o rie speciali (D/1, D / 7 ,<br />

D/8), e mantenere nel contempo<br />

i requisiti di ruralità, la cui<br />

verifica è demandata al soggetto<br />

accertante.Viene altresì ribadito<br />

che per i fabbricati censiti<br />

in D/10, l’eventuale successiva<br />

perdita <strong>dei</strong> requisiti implica l’obbligo<br />

di dichiarazione di variazione<br />

al competente Uffi c i o<br />

provinciale <strong>del</strong>l’Agenzia <strong>del</strong> Territorio<br />

e la conseguente attribuzione<br />

di un diversa categoria<br />

catastale, mentre se censito in<br />

una categoria diversa non esiste<br />

tale obbligo.<br />

Luciano Boanini<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

7


Le mele a polpa rossa,<br />

una possibile<br />

diversificazione<br />

di mercato<br />

Il melo è la specie frutticola<br />

maggiormente soggetta all’innovazione<br />

varietale. Soltanto<br />

in Europa operano più di cinquanta<br />

programmi di Miglioramento<br />

genetico, una decina <strong>dei</strong><br />

quali in Italia.<br />

Ogni anno nel mondo si licenziano<br />

oltre 50 varietà, pochissime<br />

<strong>del</strong>le quali potranno avere<br />

s u c c e s s o. R e c e n t e m e n t e, a l l o<br />

scopo di introdurre nuovi caratteri<br />

atti a diversificare il mercato<br />

<strong>del</strong>la mela, è stato preso in<br />

considerazione il gene MYB 10,<br />

capace di conferire il colore<br />

rosa-rosso alla polpa, ma anche<br />

un marcato riflesso rossastro<br />

alle foglie e agli altri organi (es.<br />

petali rossi). Il gene che control-<br />

Nel celebrare il 150° anniversario <strong>del</strong>l’unità nazionale<br />

pensiamo alla nostra agricoltura<br />

L’ av v i c i n a rsi <strong>del</strong>l’annive r s ario<br />

<strong>del</strong> 150° anno <strong>del</strong>l’unità<br />

d’Italia è stata occasione<br />

per pubblicare un interessante<br />

studio in tre tomi su “ L a<br />

Scienza nel Mezzo g i o rno dopo<br />

l’Unità d’Italia”. Il tomo, c u ra t o<br />

da Gian Tommaso Scara s c i a<br />

M u g n o z z a , è stato dedicato al<br />

ruolo svolto dalla ricerca scient<br />

i fica sul progresso <strong>del</strong>l’agri c o lt<br />

u ra , con particolare ri g u a r d o<br />

al meri d i o n e. Insieme ad altre<br />

p u bbl i c a z i o n i , t ra le quali la<br />

ponderosa opera in cinque<br />

volumi curata <strong>del</strong>l’<strong>Accademia</strong><br />

<strong>dei</strong> Georg o fi l i , offrono testimonianza<br />

<strong>del</strong>le pri o rità che hanno<br />

avuto in Italia le ricerche scient<br />

i fiche per ri s o l vere l’atav i c o<br />

p r o blema <strong>del</strong>le ri c o rrenti carestie<br />

e <strong>del</strong>l’esodo <strong>dei</strong> contadini.<br />

Molto importante era stata<br />

l’ampia e documentata relazione<br />

degli On.li Proff. Ta s s i n a ri e<br />

Ricchioni (Camera <strong>dei</strong> Deputat<br />

i , m a r zo 1930) sullo stato di<br />

previsione <strong>del</strong>la spesa <strong>del</strong> Mini-<br />

8<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

la la buccia rossa è invece diverso,<br />

pur appartenendo alla stessa<br />

famiglia oppure è una variante<br />

allelica <strong>del</strong>lo stesso gene.<br />

È assodato che in tutte le specie<br />

la regolazione <strong>del</strong>l’espressione<br />

<strong>del</strong>la biosintesi <strong>del</strong>le antocianine<br />

(da cui il colore rosso) è<br />

dovuta ad un complesso di fattori<br />

di trascrizione (TF) definiti<br />

MYB, i quali attivano strutturalmente<br />

gli enzimi <strong>del</strong>la via biosintetica<br />

(es. “antocianinsintetas<br />

i ” e “UPD glucoseflavo n o i d -<br />

glucosyl transferasi) fino a formare<br />

i suddetti complessi trascrizionali.<br />

L’interesse per le mele a polpa<br />

rossa è giustificato dal fatto che<br />

tale pigmentazione è conferita<br />

stero <strong>del</strong>l’agri c o l t u ra . Essi affe rmarono<br />

che “la battaglia <strong>del</strong><br />

g rano e la bonifica integ ra l e<br />

c o s t i t u i vano indubbiamente i<br />

cardini <strong>del</strong>la profonda ri v o l u z i o -<br />

ne in cors o, p r evalentemente col -<br />

t u rale la pri m a , c o l t u rale e fo n -<br />

d i a ria la seconda”.<br />

Nel 2003 R. Maiocchi ha<br />

espresso il signifi c a t i vo parere<br />

che “Questi interessi scientifici<br />

c o rri s p o n d evano a una visione<br />

<strong>del</strong>la società italiana, che dava<br />

g randissimo spazio all’agri c o l t u -<br />

ra , che prospettava certo uno<br />

sviluppo anche <strong>del</strong>l’industri a , m a<br />

v e d eva tale processo come<br />

a n c o rato a una fo n d a m e n t a l e<br />

vocazione agricola destinata a<br />

non seguire i percossi già tra c c i a -<br />

ti <strong>dei</strong> Paesi industrialmente più<br />

a va n z a t i ”.<br />

Anche dopo il secondo conflitto<br />

mondiale, l’aumento <strong>del</strong>la<br />

produttività agricola ri m a s e<br />

una esigenza pri o ri t a ri a , s o s t enuta<br />

da nu ove conoscenze<br />

s c i e n t i fi c h e.<br />

Lo evidenziò anche Romano<br />

Prodi nel 1986, con la Prolusione<br />

inaugurale <strong>del</strong> 233°<br />

da una serie di composti organici:<br />

antocianine e vari altri flavonoidi<br />

con specifiche funzioni<br />

a n t i o s s i d a n t i . Questi componenti,<br />

benefici e salutistici, agirebbero<br />

riducendo l’invecchiamento<br />

cellulare e con questo<br />

anche il decadimento biologico<br />

degli organismi animali che se<br />

ne cibano. Dapprima è stato<br />

esplorato il germoplasma esistente<br />

al mondo (oltre 10.000<br />

varietà) e si sono trovate mele<br />

di questo tipo sia in Germania<br />

(cv “Weirouge”) sia in Polonia<br />

(es. cv “Trinity””) sia in Nuova<br />

Zelanda (es. “Red Field”). I n<br />

Olanda, addirittura, è stata creata<br />

una varietà transgenica col<br />

gene MYB 10 isolato in Nuova<br />

Zelanda e poi inserito in una<br />

mela olandese.<br />

Sul piano applicativo c’è già il<br />

gruppo NFF (Next Fruit Generation)<br />

che intende promuovere<br />

commercialmente le mele a<br />

polpa rossa.<br />

Non vo rremmo smorzare<br />

entusiasmi e fiducia in queste<br />

prossime novità. Ma se è vero<br />

che in passato le esistenti mele<br />

a polpa rossa non si sono diffu-<br />

Anno Accademico <strong>dei</strong> Georg<br />

o fili su “La ri voluzione in agric<br />

o l t u ra . Ve rso la fine <strong>del</strong>la scars<br />

i t à ? ” In effetti le tecniche colt<br />

u rali (irri g a z i o n e, c o n c i m a z i on<br />

e, d i fesa sanitari a , m e c c a n i z z az<br />

i o n e, m i g l i o ramento genetico,<br />

sviluppo <strong>del</strong>l’industria aliment<br />

a r e, e c c.) sono stati tra i più<br />

g randi fattori <strong>del</strong>lo sviluppo<br />

a g ricolo nel secolo scors o. S t a<br />

già seguendo l’import a n t e<br />

nu ova ri voluzione <strong>del</strong>le biotecnologie<br />

e <strong>del</strong>la genetica molec<br />

o l a r e.<br />

Si può affe rm a r e, q u i n d i , che i<br />

p rimi 150 anni <strong>del</strong>l’unità nazionale<br />

si concludono con un<br />

fo r te progresso <strong>del</strong>l’agri c o l t ura<br />

, s o p rattutto per merito <strong>del</strong>la<br />

ricerca scientifi c a .<br />

P u r t r o p p o, in questi ultimi anni,<br />

a l l ’ a g ri c o l t u ra , non solo non<br />

vengono riconosciute le giuste<br />

b e n e m e r e n ze acquisite, ma si<br />

lascia senza adeguati sostegni<br />

mentre sta gravemente soffrendo<br />

di una disordinata globalizzazione<br />

<strong>dei</strong> mercati. Il faticoso<br />

equilibrio tra produttività<br />

e redditività <strong>dei</strong> nostri agri c o l-<br />

se (evidentemente perché<br />

p ri ve <strong>del</strong>le altre cara t t e ri s t i c h e<br />

<strong>del</strong>le mele, con gusto e apparenza<br />

gradite al consumatore)<br />

le mele che stanno per essere<br />

lanciate sul mercato e che<br />

d e rivano da programmi mira t i<br />

di breeding conve n z i o n a l i<br />

(quelle da tecnologie OGM<br />

per ora non hanno alcuna possibilità<br />

di essere propagate)<br />

d ov ranno possedere anche le<br />

v i r tù <strong>del</strong>le mele commerciali,<br />

con un piccolo part i c o l a r e : n o n<br />

è ancora nota la soglia <strong>del</strong> live llo<br />

di antocianine gra d e voli al<br />

p a l a t o, oltre le quali le cara t t eristiche<br />

org a n o l e t t i c h e, s e n s ori<br />

a l i , g u s t a t i ve, p o t r e bb e r o<br />

v a riare al punto da confe ri r e<br />

un retrogusto amarognolo e<br />

a s t ringente (per la compresenza<br />

di composti tannici) e<br />

c o munque sgra d e vo l e.<br />

Intanto prepariamoci all’attesa<br />

<strong>del</strong>le nuove mele, fantasticando<br />

su pomi a taglio “rosato” e non<br />

bianco come tradizione. C’è chi<br />

ha fatto grosse scommesse su<br />

questa straordinaria novità!<br />

Silviero Sansavini<br />

t o ri è andato sempre peggiora<br />

n d o, tanto da giustificare la<br />

tendenza in atto all’abb a n d o n o<br />

di questa attività pri m a ri a .<br />

La situazione attuale ri c h i e d e<br />

quindi una profonda ri f l e s s i on<br />

e, tenendo innanzitutto presente<br />

il crescente valore strategico<br />

mondiale <strong>del</strong>le produzioni<br />

alimentari . E ’ stato sufficiente<br />

un momento di ri d u z i one<br />

<strong>del</strong>la disponibilità globale di<br />

c e r e a l i , per creare una grave<br />

carenza alimentare con ri c a d ute<br />

economiche genera l i . I prezzi<br />

<strong>dei</strong> cereali tuttora molto<br />

bassi e non remu n e rativi inducono<br />

troppi agri c o l t o ri a non<br />

s e m i n a r e.<br />

Al dovuto compiacimento per<br />

i risultati conseguiti dalla nostra<br />

a g ri c o l t u ra nei primi 150 di<br />

unità nazionale, bisogna far<br />

seguire anche prov ve d i m e n t i<br />

u rgenti per tutelare le attività<br />

p ri m a rie di fronte a emerg e n ze<br />

<strong>del</strong> tutto nu ove che, con il prot<br />

ra rsi <strong>del</strong>le attuali disattenzioni,<br />

si tra d u r ranno in calamità<br />

g e n e ra l i .<br />

Vittorio Marzi


OCM vino e<br />

competitività<br />

La nu ova org a n i z z a z i o n e<br />

c o mune <strong>del</strong> mercato<br />

(OCM) <strong>del</strong> vino è il risultato<br />

di un progetto complesso e<br />

ambizioso basato su tre assi<br />

s t ra t e g i c i . La ra z i o n a l i z z a z i o n e<br />

strutturale <strong>del</strong> settore, da ottenersi<br />

mediante l’espianto <strong>dei</strong><br />

vigneti fuori mercato e l’accelerazione<br />

degli investimenti e <strong>del</strong><br />

ricambio generazionale, grazie<br />

al tra s fe rimento <strong>del</strong>l’8% <strong>del</strong><br />

budget <strong>del</strong>l’OCM verso i piani<br />

per lo sviluppo ru rale <strong>del</strong>le<br />

regioni vitivinicole. La modifica<br />

<strong>del</strong>le regole di settore, p e r<br />

sostenerne più efficacemente la<br />

competitività. Infine, la sostituzione<br />

<strong>del</strong> tradizionale sistema di<br />

L’Ortofloricoltura nella<br />

didattica universitaria<br />

L’Ortofloricoltura ha recentemente<br />

avuto una forte<br />

i n n ovazione tecnologica<br />

sotto la spinta di una rapida<br />

internazionalizzazione <strong>dei</strong> mercati<br />

e per i conseguenti cambiamenti<br />

<strong>dei</strong> livelli di competitività<br />

fra le imprese, oltre ad uno sviluppo<br />

<strong>del</strong>le attività agroindustriali<br />

e <strong>del</strong> terziario verde. La<br />

cosiddetta “ ri vo l u z i o n e ” d e i<br />

materiali e <strong>dei</strong> prodotti ha raggiunto<br />

risultati molto significativi<br />

ed in pochi anni si è passati da<br />

prodotti proposti a prodotti<br />

richiesti d a l l ’ O r t o f l o ri c o l t u ra ,<br />

cioè fatti su misura per specifiche<br />

destinazioni (mercato, industria,<br />

IV gamma). Il settore si è<br />

sviluppato intensivamente dal<br />

punto di vista biologico, tecnico<br />

e manageriale.<br />

Il mondo accademico non ha<br />

manifestato di accorgersi che<br />

l’Orticoltura moderna avrebbe<br />

risentito meno <strong>del</strong>la crisi generale<br />

<strong>del</strong>l’agricoltura. La didattica<br />

di questa disciplina non ha oggi<br />

un peso corrispondente all’importanza<br />

<strong>del</strong> comparto; vi sono<br />

inoltre squilibri che possono fal-<br />

controllo <strong>del</strong> mercato con un<br />

piano di sostegno, definito da<br />

ogni Stato Membro scegliendo<br />

in un menu di misure riconducibili<br />

al sostegno o alla stabilizzazione<br />

<strong>dei</strong> redditi, al controllo<br />

<strong>del</strong>l’offerta e al rafforzamento<br />

strutturale.<br />

L’Italia ha deciso di orientare<br />

l’azione nazionale verso la crescita<br />

<strong>del</strong>la competitività, destinando<br />

più <strong>del</strong> 60% <strong>dei</strong> fondi <strong>del</strong><br />

piano di sostegno a misure<br />

strutturali: la riconversione <strong>dei</strong><br />

vigneti (attiva dal 1999) e le<br />

nuove misure per la promozione<br />

sui Paesi terzi e per gli investimenti<br />

nella trasformazione e<br />

commercializzazione. Una scel-<br />

sare negli studenti la reale<br />

dimensione <strong>del</strong>l’Ortofloricoltura<br />

nell’ambito <strong>del</strong>le Scienze<br />

A g ra ri e. Quasi tutte le aree<br />

disciplinari infatti, interagiscono<br />

oggi con l’Ortofloricoltura, ma<br />

è dubbio che anche la nuova<br />

riforma possa superare l’assetto<br />

attuale.<br />

Con la riforma <strong>del</strong>l’82, l’Orticoltura<br />

fu promossa da complemen -<br />

tare ad obbligatoria dimezzata, in<br />

termini di spazio (nel solo indirizzo<br />

Produzione vegetale) e di<br />

tempo (come semestrale, senza<br />

u n ’ O r t i c o l t u ra genera l e ) . S i<br />

pensi ai soli Dottorati specifici<br />

che possono dare una preparazione<br />

avanzata post lauream in<br />

Ortofloricoltura.<br />

Si sta prospettando un negativo<br />

ri t o rno al passato, con una<br />

didattica complementare e<br />

d i m e z z a t a , se si guardano i<br />

primi segnali <strong>dei</strong> Corsi di laurea<br />

<strong>del</strong>la nu ova ri fo rm a , cui si<br />

aggiunge anche il depauperamento<br />

<strong>del</strong>le risorse umane sulle<br />

quali poteva contare il SSD<br />

AGR/04.<br />

Giancarlo Barbieri<br />

ta saggia ma il modo con cui si<br />

sta procedendo con le nuove<br />

misure rischia di essere poco<br />

proficuo. In un contesto di mercato<br />

che premia l’innovazione,<br />

l’azione di sostegno alla promozione<br />

e agli investimenti nella<br />

trasformazione e commercializzazione<br />

consentita dall’OCM<br />

d ov r e bbe essere utilizzata<br />

come uno strumento incisivo e<br />

selettivo di politica agroindustriale,<br />

per favorire la nascita di<br />

nuove idee nell’uso <strong>del</strong>le tecnologie<br />

e per fare evolvere le<br />

prassi aziendali e le relazione<br />

tra le imprese. Per questo servir<br />

e bbe un’animazione capillare<br />

<strong>del</strong>la comunità <strong>dei</strong> produttori,<br />

chiari criteri di selezione <strong>dei</strong><br />

progetti e il coinvolgimento <strong>dei</strong><br />

fornitori di servizi. La situazione<br />

è diversa per gli investimenti e<br />

la promozione ma, complessivam<br />

e n t e , d i ve rsi elementi -<br />

d i s p e r sione <strong>dei</strong> fondi tra le<br />

R e g i o n i , c o municazione insuffic<br />

i e n t e, tempi di apert u ra <strong>dei</strong><br />

bandi molto contenu t i , i n c e rtezza<br />

su cosa qualifichi i progetti<br />

- concorrono a rendere il<br />

clima sfavo r e vole ad un ampio<br />

c o i nvolgimento <strong>del</strong>le imprese,<br />

allo stimolo <strong>del</strong>la creatività e,<br />

q u i n d i , alla crescita qualitativa e<br />

non solo quantitativa degli<br />

i nvestimenti e <strong>del</strong>la promozion<br />

e.<br />

La nuova OCM è difficile da far<br />

funzionare. Si deve però capire<br />

che le misure per la promozione<br />

e gli investimenti non possono<br />

essere amministrate nei<br />

modi tradizionali. Perchè i prossimi<br />

cicli di finanziamento non<br />

siano ancora <strong>del</strong>le occasioni<br />

perdute, è necessaria un’ammin<br />

i s t razione attiva, capace di<br />

mettere a fuoco come può crescere<br />

la competitività <strong>del</strong>la filiera<br />

vinicola.<br />

Eugenio Pomarici<br />

Premio<br />

“Antico Fattore”<br />

Edizione 2011<br />

L’<strong>Accademia</strong> <strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong> ha bandito<br />

il concorso per l’assegnazione <strong>del</strong><br />

Premio “Antico Fattore” 2011 per:<br />

un lavoro che negli anni 2009-<strong>2010</strong><br />

abbia apportato un contributo conoscitivo<br />

su soggetto di interesse vitivinicolo o<br />

nuove acquisizioni scientifico-tecnologiche<br />

utili alle attività comunque attinenti<br />

la viticoltura o l’enologia.<br />

Il bando scade il 31 gennaio 2011.<br />

Per maggiori informazioni: www.georgofili.it<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

9


Taglio <strong>del</strong>le pinete<br />

bruciate e<br />

difesa <strong>del</strong> suolo<br />

Dopo gli incendi <strong>del</strong><br />

2007, che hanno interessato<br />

oltre 1000 ha di<br />

pinete di Aleppo sulle coste <strong>del</strong><br />

Gargano, abbiamo sostenuto la<br />

necessità di procedere subito al<br />

taglio <strong>del</strong>le piante bruciate e alla<br />

realizzazione di opere di difesa<br />

<strong>del</strong> suolo. Ciò in quanto:<br />

- gli incendi avevano interessato<br />

per lo più pinete adult<br />

e, dotate di abb o n d a n t e<br />

carica di seme;<br />

- il suolo umifero <strong>del</strong>la pineta,<br />

10<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

sottoposto a temperature<br />

elevate, sarebbe stato facilmente<br />

eroso dalle piogge<br />

autunnali;<br />

- lo sgombero tardivo <strong>del</strong>le<br />

piante bruciate av r e bb e<br />

comportato danni alla rinnovazione;<br />

- la presenza di piante bruciate<br />

avrebbe costituito pericolo<br />

per la pubblica incolumità,<br />

un pericoloso accumulo<br />

di necromasse per ragioni<br />

fitosanitarie e per la pre-<br />

Pa r ticolare <strong>del</strong>l'erosione conseguente al nu b i f ragio abbattutosi su Peschici (FG) alla fi n e<br />

di ottobre 2007.<br />

✎ Il primo Ministro russo Vladimir<br />

Putin ha confermato il<br />

blocco temporaneo <strong>del</strong>le<br />

esportazioni di grano e di prodotti<br />

agricoli collegati fino alla<br />

fine <strong>del</strong> <strong>2010</strong>, dopo che le colture<br />

sono state colpite da<br />

un’ondata disastrosa di incendi.<br />

Putin non ha escluso che il blocco<br />

possa protrarsi anche nel<br />

2011. Il calo <strong>del</strong>la produzione<br />

di grano è stimato introno al<br />

40%. (11 agosto)<br />

✎ In Francia i servizi statistici<br />

<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’agricoltura stimano<br />

che la raccolta di cereali<br />

dovrebbe attestarsi nel <strong>2010</strong><br />

sui 65 milioni di tonnellate, 5,2<br />

milioni in meno (-7,4%) rispetto<br />

allo scorso anno. (7 agosto)<br />

✎ Nel secondo trimestre <strong>del</strong><br />

<strong>2010</strong> il PIL in Italia è aumentato<br />

Accade nel mondo<br />

<strong>del</strong>lo 0,4% rispetto al trimestre<br />

precedente e <strong>del</strong>l’1,1% rispetto<br />

al secondo trimestre <strong>del</strong> 2009.<br />

L’aumento congiunturale <strong>del</strong><br />

PIL – spiega l’ISTAT - “è il risultato<br />

di un aumento <strong>del</strong> valore<br />

aggiunto <strong>del</strong>l’industria e <strong>dei</strong> servizi<br />

e di una diminuzione <strong>del</strong><br />

valore aggiunto <strong>del</strong>l’agricoltura”.<br />

(6 agosto)<br />

✎ Secondo un rapporto <strong>del</strong>la<br />

Banca d’Italia, nel 2009 la spesa<br />

per alimentari è diminuita in<br />

media, a livello nazionale, <strong>del</strong><br />

2,9%. Il calo più consistente si è<br />

registrato nel Mezzogiorno (-<br />

3,9%) e nel Centro (-4,1%). Al<br />

Nord la riduzione <strong>del</strong>la spesa<br />

alimentare è stata <strong>del</strong>l’1,9%. (26<br />

luglio)<br />

✎ La prospettiva che l’Islanda<br />

diventi il 28° Stato membro<br />

<strong>del</strong>l’UE è stata accolta favorevolmente<br />

dal Parlamento europeo<br />

che ha espresso il loro<br />

Una veduta aerea <strong>del</strong>la pineta bru c i a t a . Sullo sfondo la Baia di Calalunga (Pe s c h i c i - F G )<br />

venzione degli incendi, un<br />

elemento negativo per il<br />

paesaggio in zona turistica.<br />

La pubblica A m m i n i s t ra z i o n e,<br />

sotto la spinta di associazioni<br />

ambientaliste e con il confo r to di<br />

alcuni tecnici ha perso tempo<br />

(oltre 1 anno!) per le autori z z a z i oni<br />

sia <strong>dei</strong> progetti di privati (con<br />

fondi propri!) sia <strong>dei</strong> progetti di<br />

Enti pubblici finalizzati alla pronta<br />

rimozione <strong>del</strong>le piante bruciate e<br />

alla difesa <strong>del</strong> suolo.<br />

Con ordinanza di un Sindaco,<br />

emanata per ragioni di pubblica<br />

incolumità, sono state asportate<br />

le piante bruciate su una fascia<br />

larga 40 metri a ridosso <strong>del</strong>la<br />

viabilità rotabile.<br />

Dopo tre mesi dall’incendio un<br />

violento nubifragio ha interessato<br />

l’area <strong>dei</strong> boschi bru c i a t i<br />

determinando danni alle infra-<br />

sostegno alla recente decisione<br />

di aprire formalmente i negoziati<br />

di adesione. (7 luglio)<br />

✎ Il Kenya vende l’82% <strong>del</strong>le<br />

sue esportazioni ortofrutticole<br />

nei Paesi <strong>del</strong>l’Unione Europea,<br />

d ove i pagamenti ve n g o n o<br />

effettuati in euro, lasciando solo<br />

il 18% a destinazioni dominate<br />

dal dollaro, come Stati Uniti,<br />

Medio Ori e n t e , Giappone e<br />

Russia. (16 giugno)<br />

✎ Per la prima volta in India il<br />

PIL <strong>del</strong>l’industria manifatturiera<br />

s u p e ra quello <strong>del</strong>l’agri c o l t u ra .<br />

(31 maggio)<br />

✎ Nell’ultimo esercizio finanziario<br />

la Spagna ha ricevuto per<br />

la Pac un totale di 7,4 miliardi di<br />

euro, di cui 6,2 dal Fondo di<br />

g a ranzia agri c o l a . Di questa<br />

cifra, i sostegni diretti alla produzione<br />

hanno sfi o rato i 5<br />

miliardi di euro mentre per lo<br />

strutture turistiche e una notevole<br />

erosione <strong>del</strong> suolo e ...<br />

<strong>del</strong>la carica di semi.<br />

Oggi la situazione è catastrofica<br />

per gli aspetti paesaggistici, per<br />

la scarsa presenza di rinnovazione,<br />

per i danni conseguenti<br />

all’erosione <strong>del</strong> suolo e ad un<br />

attacco di Tomicus su piante<br />

vive, per l’elevato rischio che<br />

l’incendio si ripeta.<br />

Dalle analisi pirologiche è risultato<br />

che le zone sgomberate<br />

dalle piante bruciate sono le<br />

meno vulnerabili agli incendi,<br />

ancor più se sottoposte a<br />

pascolo. Le zone con le piante<br />

bruciate, in gran parte crollate<br />

al suolo, si presentano altamente<br />

infiammabili e impraticabili a<br />

qualsiasi intervento di repressione.<br />

Orazio La Marca<br />

sviluppo rurale sono stati spesi<br />

1,2 miliardi. (30 maggio)<br />

✎ Secondo la Corte Costituzionale<br />

sono illegittime le<br />

norme approvate dalla Regione<br />

Valle D’Aosta (artt. 2 e 6 <strong>del</strong>la<br />

Legge regionale n.18 <strong>del</strong> 2009)<br />

tendenti a limitare l’installazione<br />

degli impianti eolici. (11 maggio)<br />

✎ L’Unione Europea ha visto<br />

scomparire 3,7 milioni di posti<br />

di lavoro agricoli, cioè un quarto<br />

<strong>del</strong> totale, tra il 2000 ed il<br />

2009, secondo i dati <strong>del</strong>l’Istituto<br />

europeo di statistica (Eurostat).<br />

(9 maggio)<br />

✎ In India il Ministero <strong>del</strong>l’agricoltura<br />

si è posto l’obiettivo di<br />

aumentare la produzione di<br />

frutta e verdura <strong>del</strong> paese <strong>del</strong><br />

46%, portandola a 300 milioni<br />

di tonnellate nei prossimi due<br />

anni. (7 maggio)<br />

Letizia Martirano


Giuseppe Medici<br />

Della schiera di tecnici<br />

<strong>del</strong>l’agricoltura che uscirono<br />

dalle scuole superiori<br />

d’agricoltura negli anni successivi<br />

alla prima guerra mondiale,<br />

Giuseppe Medici fu certamente<br />

il più dotato per acume<br />

scientifico, per cultura in senso<br />

lato, per ambizione e volontà.<br />

Tant’è che a chi gli chiedeva<br />

quali fossero stati i suoi maestri,<br />

usava fare pochi nomi e aggiungere<br />

che comunque “ogni giovane<br />

intelligente è maestro di<br />

sé stesso”. La stessa capacità<br />

espositiva, che faceva di lui un<br />

oratore affascinante, con un lessico<br />

ricchissimo, elegante, e una<br />

dizione senza incertezze, era il<br />

frutto di un esercizio costante<br />

col quale aveva superato un’imbarazzante<br />

balbuzie giovanile e<br />

di una cultura storica, giuridica,<br />

umanistica conquistata attraverso<br />

autonome letture personali.<br />

I suoi studi, infatti, erano di altra<br />

natura: perito agrario prima, poi<br />

laureato in agraria a Milano, nel<br />

1929, all’età di 22 anni, aveva<br />

dato inizio alla carriera universitaria<br />

nello stesso Ateneo, poi<br />

rapidamente era passato a<br />

Bologna, dove Giuseppe Tassinari,<br />

professore di economia e<br />

politica agraria, importante politico,<br />

lo aveva chiamato, folgorato<br />

dalle sue straordinarie capacità<br />

intellettuali. A Bologna, nell’ambiente<br />

quasi “conventuale”<br />

<strong>del</strong>la Facoltà di Agraria, Giuseppe<br />

Medici lavorò intensamente,<br />

p u bblicando numerose ri c e rche,<br />

cominciò a collaborare con<br />

la REDA, ossia la casa editrice<br />

<strong>del</strong>la Federconsorzi, dando un<br />

c o n t ri buto importante al<br />

Manuale <strong>del</strong>l’agronomo, opera<br />

enciclopedica sulla tecnica agric<br />

o l a . S volse numerosi viaggi<br />

all’estero, in Ungheria, Bulgaria,<br />

Germania e, allo stesso tempo,<br />

realizzò numerose perizie di<br />

carattere estimativo, oltre a partecipare<br />

alla stesura di piani di<br />

In occasione <strong>del</strong>l’Inaugurazione <strong>del</strong> 216° Anno Accademico, tenutasi nella sede <strong>del</strong>l’<strong>Accademia</strong><br />

il 23 febbraio 1969, il Presidente <strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong>, prof. Marino Gasparini,<br />

consegna al Sen. prof. Giuseppe Medici il Premio “Fondazione Carlo e Giulio Marchi<br />

per il progresso <strong>del</strong>l’Agricoltura”.<br />

bonifica. La libera<br />

docenza universitaria<br />

arrivò appena<br />

dopo tre anni<br />

e la cattedra unive<br />

rs i t a ria subito<br />

d o p o, p r e s s o<br />

l ’ U n i ve rsità di<br />

Pe ru g i a . C o n<br />

questa, acquisì la<br />

libertà di ricerca<br />

e studio che più<br />

gli era congeniale,<br />

tuttavia mantenne<br />

uno stretto<br />

collegamento<br />

con il gruppo <strong>dei</strong><br />

giovani professori<br />

<strong>del</strong>lo studio<br />

bolognese e con<br />

Tassinari. Il matrimonio,<br />

nel 1934,<br />

e la nascita di tre<br />

figli non rallentarono<br />

la sua intensa<br />

attività. D a<br />

Perugia, dopo poco, si trasferì<br />

a l l ’ U n i ve rsità di To ri n o, d ove<br />

ebbe modo di conoscere Luigi<br />

Einaudi e ad intraprendere una<br />

fattiva collaborazione col Giornale<br />

degli Economisti, all’epoca<br />

la più prestigiosa rivista <strong>del</strong><br />

campo, legata ad una gloriosa<br />

eredità liberale.<br />

Gli anni trenta, che furono la<br />

stagione <strong>del</strong>la maturità scientifica<br />

e tecnica di Giuseppe Medici,<br />

ebbero bruscamente termine<br />

con la seconda guerra mondiale.<br />

Medici, era stato chiamato<br />

in precedenza da Tassinari,<br />

divenuto Ministro <strong>del</strong>l’agricoltura,<br />

a coprire una <strong>del</strong>le direzioni<br />

generali <strong>del</strong> Ministero, per cui<br />

passò a Roma il periodo bellico.<br />

Fu appunto a Roma, nell’immediato<br />

dopoguerra che ritrovò<br />

Luigi Einaudi, n o m i n a t o<br />

Governatore <strong>del</strong>la Banca d’Italia.<br />

Ebbe inizio allora una seconda<br />

stagione, che fu lunga, dove<br />

raccolse il frutto <strong>del</strong> patrimonio<br />

di cultura tecnica ed economica<br />

accumulato. Dopo un periodo<br />

iniziale, nel quale si avvicinò<br />

al ricostituito partito liberale,<br />

Medici divenne uno degli uomini<br />

di prestigio <strong>del</strong>la democrazia<br />

cristiana, nelle cui file fu eletto,<br />

nel 1953, Senatore <strong>del</strong>la<br />

Repubblica partecipando poi a<br />

numerosi Governi come Ministro.<br />

Non fu mai un vero notabile,<br />

ossia personaggio politico<br />

dotato di un proprio elettorato,<br />

né ebbe mai un potere legato<br />

alle correnti in cui il partito<br />

cattolico cominciò ben presto a<br />

dividersi, ma raccolse la stima e<br />

l’apprezzamento di larga parte<br />

<strong>del</strong> partito come uomo di qualità<br />

eccezionale, capace di azione,<br />

ma anche di abili e pazienti<br />

mediazioni tra le varie parti,<br />

quindi prezioso per lo stesso<br />

partito. In altre parole, la sua<br />

presenza accresceva il live l l o<br />

qualitativo e la coerenza interna<br />

di ogni gove rn o. Fu dunque<br />

Ministro <strong>del</strong>l’agri c o l t u r a , d e l<br />

tesoro (come tale fece emettere<br />

la più bella e raffinata moneta<br />

metallica <strong>del</strong>la storia italiana),<br />

<strong>del</strong> bilancio, <strong>del</strong>l’istruzione, <strong>del</strong>la<br />

riforma <strong>del</strong>la pubblica amminis<br />

t ra z i o n e, d e l l ’ i n d u s t ri a , d e g l i<br />

esteri, oltre a tenere la presidenza<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Accademia</strong> Nazionale<br />

<strong>del</strong>l’Agricoltura, <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Nazionale <strong>del</strong>le Bonifiche<br />

e <strong>dei</strong> miglioramenti fo n d i a ri ,<br />

<strong>del</strong>la Montedison (per alcuni<br />

anni), senza dimenticare la Catt<br />

e d ra unive rs i t a ri a , di politica<br />

economica a Roma, presso la<br />

Facoltà di Scienze Politiche. La<br />

grande stagione di Giuseppe<br />

Medici andò dal dopoguerra al<br />

1 9 9 2 , quando presiedette al<br />

c o nvegno <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Nazionale <strong>del</strong>le Bonifiche, convocato<br />

a San Donà <strong>del</strong> Piave,<br />

dove cioè nel 1922 la Bonifica<br />

I n t e g r ale aveva avuto inizio.<br />

Ormai aveva 85 anni. La relazione<br />

svolta fu il suo testamento<br />

spirituale. In seguito diede la<br />

dimissione dai numerosi incarichi<br />

ancora coperti, ritirandosi a<br />

vita pri v a t a . Morì nel 2000,<br />

all’età di 93 anni, ultimo <strong>del</strong>la<br />

sua generazione.<br />

Giorgio Ama<strong>dei</strong><br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

11


12<br />

informazioni dai <strong>Georgofili</strong><br />

n. 2 - <strong>2010</strong><br />

<strong>Georgofili</strong> imprenditori oggi<br />

A<br />

gricoltori d’avanguardia, uomini illuminati e lungimiranti, fondarono la nostra <strong>Accademia</strong> più di 250 anni fa ed hanno<br />

sempre rappresentato una componente essenziale nelle attività <strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong>. Seguendo il rapido evolversi <strong>del</strong><br />

complesso mondo che ruota intorno all’agricoltura, gli imprenditori <strong>del</strong> settore hanno continuato ad assumere ruoli<br />

avanzati, aprendo strade ed orizzonti nuovi, sempre più incisivi, specialistici ed agguerriti nel confronto su mercati ormai<br />

globali.<br />

Questo nuovo strumento di informazione intende dedicare un suo spazio per evidenziare la figura e le benemerenze di<br />

alcuni fra gli illustri <strong>Georgofili</strong> che sono oggi imprenditori d’avanguardia e guidano mo<strong>del</strong>li evolutivi <strong>del</strong>le attività agricole<br />

verso il futuro.<br />

Marco Aurelio Pasti<br />

Nasce a Padova il 24<br />

maggio 1967, c o n s egue<br />

la maturità classica<br />

nel 1986 e la laurea in scienze<br />

agrarie nel 1992 con una tesi<br />

sui geni di nodulazione <strong>del</strong> rizobio<br />

<strong>del</strong>la Sulla, svolta presso il<br />

Dipartimento di biotecnologie<br />

agrarie <strong>del</strong>l’Università di Padova.<br />

Grazie ad un programma di<br />

scambio tra l’Unive rsità di<br />

Padova e l’Università di California,<br />

svolge l’ultimo anno <strong>del</strong><br />

corso di laurea presso l’Università<br />

di Davis.<br />

Nell’anno <strong>del</strong>la laurea lavora in<br />

Ecuador in una piantagione di<br />

r o s e. Al termine di questa<br />

e s p e ri e n z a , d u rata circa un<br />

anno, rientra in Italia ed inizia a<br />

lavorare presso due aziende<br />

agricole di famiglia: una ad Eraclea<br />

(VE) ad indirizzo cerealicolo<br />

zootecnico e l’altra a Pieve<br />

Santo Stefano (AR), dove l’allevamento<br />

<strong>del</strong>la vacca nu t ri c e<br />

rappresenta l’attività principale.<br />

Nell’azienda di Eraclea, che si<br />

estende su circa 550 ettari<br />

oggetto di bonifica idra u l i c a<br />

all’inizio <strong>del</strong> 1900, viene proseguita<br />

la realizzazione di drenaggi<br />

tubolari modificati rispetto ai<br />

primi impianti degli anni ‘80, per<br />

migliorarne la durata e l’utilizzazione<br />

ai fini <strong>del</strong>la sub-irrigazione.<br />

Si procede inoltre all’aggiornamento<br />

<strong>del</strong> parco macchine<br />

con l’introduzione <strong>del</strong>le tecniche<br />

di minima lavorazione e<br />

semina su sodo. Quest’ultima<br />

tecnica è tuttora in fase di studio<br />

e messa a punto per i non<br />

ancora superati problemi relativi<br />

alla maggior presenza di<br />

parassiti, costipazione <strong>dei</strong> terre-<br />

ni limosi e ristagno idrico. Crescente<br />

attenzione viene riservata<br />

al controllo <strong>del</strong>le patologie<br />

fungine, per i sempre maggiori<br />

requisiti igienico-sanitari richiesti<br />

dalla normativa in continua<br />

evoluzione; patologie che negli<br />

anni hanno assunto sempre<br />

maggior virulenza anche per la<br />

progressiva eliminazione di<br />

principi attivi, che aumenta l’insorgenza<br />

di resistenze.<br />

L’azienda di Pieve Santo Stefano<br />

è stata oggetto di un radicale<br />

piano di miglioramento all’inizio<br />

degli anni ottanta dopo l’acquisizione.<br />

Tale piano aveva previsto<br />

l’introduzione <strong>del</strong>la ra z z a<br />

Limousine, la creazione di stalle<br />

adatte al ricovero invernale allo<br />

stato semibrado, la pulizia di<br />

prati pascoli, l’allargamento e<br />

spietramento <strong>dei</strong> campi dedicati<br />

alla produzione di foraggi, la<br />

manutenzione e il rinnovo di<br />

recinti e punti di abbeveraggio<br />

per il bestiame al pascolo, nonché<br />

la cura <strong>del</strong>la rete scolante e<br />

v i a ria aziendale. N u m e r o s i<br />

interventi di captazione <strong>del</strong>le<br />

acque e per prevenire i diffusi<br />

fenomeni fra n o s i , p a r t i c o l a rmente<br />

intensi nelle annate più<br />

piovose, vengono realizzati con<br />

tubi corrugati forati in sostituzione<br />

<strong>dei</strong> tradizionali drenaggi<br />

realizzati in materiale lapideo,<br />

più costosi e meno duraturi.<br />

Nell’ultimo triennio è stata inoltre<br />

intrapresa una campagna di<br />

misurazione <strong>del</strong> vento per lo<br />

sfruttamento <strong>del</strong>l’energia eolica<br />

nella porzione più alta <strong>del</strong>l’azienda.<br />

Lo sviluppo di tale iniziativa<br />

rappresenta oggi un passaggio<br />

fondamentale per mantenere<br />

attiva l’azienda che, a<br />

seguito <strong>del</strong>le ripetute riforme<br />

<strong>del</strong>la politica agricola comunitaria,<br />

ha visto un consistente peg-<br />

gioramento <strong>del</strong> quadro economico<br />

<strong>del</strong>la sua tradizionale attività,<br />

tanto da renderne incerta<br />

la sopravvivenza nel prossimo<br />

futuro.<br />

Nel 2001 Marco A. Pasti diviene<br />

presidente <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Italiana Maiscoltori e in questa<br />

veste si occupa <strong>del</strong> rinnovo <strong>dei</strong><br />

contratti di commercializzazione,<br />

<strong>dei</strong> negoziati WTO, <strong>del</strong>l’allargamento<br />

<strong>del</strong>la Comunità Europea<br />

e <strong>dei</strong> suoi riflessi sui mercati<br />

nazionali <strong>dei</strong> cereali, <strong>del</strong>l’utilizzo<br />

degli OGM per la coltivazione,<br />

<strong>del</strong>la definizione <strong>dei</strong> limiti<br />

massimi di micotossine nel mais<br />

Direttore responsabile<br />

Paolo Nanni<br />

Redazione<br />

<strong>Accademia</strong> <strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong><br />

Logge Uffizi Corti<br />

50122 Firenze<br />

Tel.: 055212114, 055213360<br />

Fax: 0552302754<br />

accademia@georgofili.it<br />

www.georgofili.it<br />

per l’alimentazione umana e <strong>dei</strong><br />

valori guida per l’alimentazione<br />

animale. Per quest’ultimo argomento,<br />

in collaborazione con<br />

l’associazione degli stoccatori ,<br />

altre associazioni e varie Università,<br />

viene ottenuto un innalzamento<br />

<strong>dei</strong> limiti proposti<br />

nella normativa europea per le<br />

fumonisine a valori più coerenti<br />

con la realtà produttiva italiana,<br />

senza pregiudicare la tutela<br />

<strong>del</strong>la salute <strong>dei</strong> consumatori.<br />

Nel 2005 viene nominato Accademico<br />

Aggregato <strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong><br />

e nel 2008 Accademico Corrispondente.<br />

Stampa<br />

F.&F. Parretti Grafiche<br />

Firenze<br />

Reg. Trib. Firenze n. 5562<br />

<strong>del</strong> 21/3/2007<br />

© <strong>Accademia</strong> <strong>dei</strong> <strong>Georgofili</strong><br />

ISSN 1974-269X (print)<br />

Ogni responsabilità relativa ai<br />

contenuti <strong>dei</strong> singoli scritti è<br />

<strong>dei</strong> rispettivi autori.

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