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150<br />

penieni e del tessuto erettile in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> base, allo<br />

scopo <strong>di</strong> escludere lesioni <strong>di</strong> tali strutture.<br />

Dopo questa fase preliminare, si procede alla farmaco-stimolazione<br />

con iniezione <strong>di</strong> 10 mcg <strong>di</strong> PGE1 intracavernosa,<br />

seguita da un breve massaggio atto a<br />

favorire la <strong>di</strong>ffusione del farmaco.<br />

Nei primi 5 minuti successivi all’iniezione, si osserva<br />

con il color-Doppler (CD) la progressiva <strong>di</strong>latazione<br />

delle arterie cavernose, se ne controlla la simmetria<br />

<strong>di</strong> calibro e <strong>di</strong> flusso e si ricercano eventuali<br />

affluenti secondari.<br />

Dopo questo primo controllo si passa allo stu<strong>di</strong>o con<br />

power-Doppler (PWD), allo scopo <strong>di</strong> verificare il rilasciamento<br />

delle cavernose e dei rami emergenti,<br />

valutare la morfologia <strong>di</strong> questi vasi e l’eventuale<br />

presenza <strong>di</strong> varianti anatomiche <strong>di</strong> essi.<br />

In caso <strong>di</strong> ipertono adrenergico le cavernose mantengono<br />

aspetto a cavaturaccioli e i rami emergenti non<br />

sono visualizzabili. In tale evenienza è inoltre necessario<br />

interrogare il soggetto circa la qualità dell’erezione<br />

da lui ottenuta in corso <strong>di</strong> indagine, e cioè se <strong>di</strong><br />

qualità non inferiore a quella ottenuta privatamente a<br />

casa (“Best Quality of Erection”). Se l’erezione ottenuta<br />

in corso <strong>di</strong> indagine è <strong>di</strong> qualità inferiore, il test<br />

non è atten<strong>di</strong>bile per presenza <strong>di</strong> inibizione da laboratorio<br />

4 . Si procede quin<strong>di</strong> facendo rilassare il paziente,<br />

lasciandolo solo per qualche minuto.<br />

Per favorire il rilasciamento trabecolare alcuni Autori 5<br />

suggeriscono <strong>di</strong> associare alla farmacostimolazione<br />

(componente periferica) la Video Sexual Stimulation<br />

(VSS) che innesca la componente centrale dell’erezione,<br />

ma tale approccio potrebbe generare in alcuni casi<br />

problemi opposti <strong>di</strong> inibizione capaci <strong>di</strong> falsare il giu<strong>di</strong>zio<br />

<strong>di</strong>agnostico. A tale proposito, l’impiego <strong>di</strong> VSS<br />

(con occhiali virtuali) in ambito <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong>namica<br />

della emo<strong>di</strong>namica peniena ha indagato la possibile<br />

ansia indotta dalla meto<strong>di</strong>ca, e non l’ha riscontrata superiore<br />

rispetto al gruppo controllo. Di contro la percentuale<br />

<strong>di</strong> indagini con ottenimento <strong>di</strong> completo rilasciamento<br />

della muscolatura liscia è risultato superiore<br />

nel gruppo VSS rispetto al gruppo controllo 6 . Un altro<br />

sistema, sicuramente più efficace per vincere gli stati<br />

inibitori è l’impiego della cosiddetta “triple drug mixture”,<br />

che utilizza la associazione <strong>di</strong> PGE1, Papaverina<br />

e Fentolamina. La maggiore incidenza <strong>di</strong> effetti collaterali<br />

(dal priapismo alla crisi ipotensiva) tuttavia consiglia<br />

questo approccio solo in casi selezionati, laddove<br />

non sia stato possibile l’ottenimento della massima<br />

erezione durante il test e l’operatore sia in grado <strong>di</strong><br />

fronteggiare potenziali (ma rari) casi <strong>di</strong> erezione prolungata<br />

7 . Recentemente è stata proposta l’associazione<br />

tra sildenafil e VSS per indurre l’erezione. Noi sottoli-<br />

L.M. Sarteschi, A. Aversa<br />

neiamo il significativo prolungamento del tempo d’esame,<br />

che a nostro parere pregiu<strong>di</strong>ca notevolmente<br />

questo tipo <strong>di</strong> induzione dell’erezione.<br />

Nella nostra esperienza abbiamo riscontrato, che se<br />

dopo 10-15 minuti dall’iniezione intracavernosa <strong>di</strong><br />

PGE1 non si è ancora superata la fase <strong>di</strong> tumescenza,<br />

basta lasciare il paziente da solo per qualche minuto,<br />

in autostimolazione, senza VSS, e si riesce ad avere la<br />

risoluzione dell’ipertono adrenergico, che con<strong>di</strong>ziona<br />

lo sviluppo del meccanismo veno-occlusivo. Se anche<br />

dopo tale accorgimento persiste mancanza <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong>tà,<br />

noi preferiamo procedere ad un redosing <strong>di</strong> ulteriori<br />

10 mcg PGE1 con associazione <strong>di</strong> fentolamina (1-2<br />

mg/mL) ovvero clorpromazina (2,5-5 mg/mL) che, attraverso<br />

il blocco dei recettori α-adrenergici, determina<br />

una riduzione dei falsi-positivi al test 8 .<br />

Dopo lo stu<strong>di</strong>o morfologico si passa alle rilevazioni<br />

velocitometriche con il Doppler-pulsato (DP), alternando<br />

fra i due lati, allo scopo <strong>di</strong> assicurarsi la simmetria<br />

perfusionale; se si è certi che l’apporto ematico<br />

è simile, si potrà proseguire l’esame campionando<br />

solo una delle cavernose. Tali rilevazioni proseguiranno<br />

poi fino al raggiungimento dell’erezione.<br />

È importante che la valutazione con DP sia effettuata<br />

avendo cura <strong>di</strong> posizionare il volume campione all’origine<br />

dell’arteria cavernosa. Questo accorgimento è<br />

necessario perché, in primo luogo, è evidente una progressiva<br />

riduzione della velocità <strong>di</strong> flusso nelle se<strong>di</strong><br />

più <strong>di</strong>stali delle arterie e, secondariamente, perché<br />

l’aumento della pressione intracavernosa provoca anche<br />

una progressiva compressione dei vasi, che però è<br />

meno intensa alla loro origine dal pavimento pelvico.<br />

Nello stato <strong>di</strong> massima erezione si completa lo stu<strong>di</strong>o<br />

in scala dei grigi dei rivestimenti e del tessuto erettile<br />

(alcune placche <strong>di</strong> IPP si rendono manifeste solo in<br />

questo modo). Se vi sono segni <strong>di</strong> ipoafflusso arterioso<br />

sarà buona norma includere nell’esame anche lo<br />

stu<strong>di</strong>o dell’aorta addominale e delle arterie iliache comuni<br />

(molto <strong>di</strong>fficile è il rilevamento delle ipogastriche),<br />

allo scopo <strong>di</strong> documentare eventuali segni <strong>di</strong><br />

coinvolgimento prossimale della patologia arteriosa 9 .<br />

Al termine dell’esame, raccoman<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> esprimere<br />

un giu<strong>di</strong>zio clinico sul raggiungimento dello stato <strong>di</strong><br />

erezione del paziente (Tab. I).<br />

Analisi ragionata del velocitogramma<br />

arterioso<br />

ANALISI QUALITATIVA<br />

Nella forma dell’onda Doppler si riconoscono agevolmente<br />

la componente sistolica e la componente

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