19.05.2013 Views

Visualizza PDF - Società Italiana di Andrologia

Visualizza PDF - Società Italiana di Andrologia

Visualizza PDF - Società Italiana di Andrologia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Ruolo dell’età paterna nell’infertilità <strong>di</strong> coppia 145<br />

Il permanere <strong>di</strong> un’attiva spermatogenesi nel maschio<br />

<strong>di</strong> età avanzata consente l’accumulo <strong>di</strong> mutazioni<br />

autosomiche dominanti e la loro possibile trasmissione<br />

alla progenie con conseguente manifestazione<br />

delle patologie correlate nella prima generazione.<br />

Per quanto riguarda le malattie monogeniche un<br />

incremento della frequenza <strong>di</strong> patologie autosomiche<br />

dominanti nella progenie <strong>di</strong> padri con età avanzata è<br />

stato descritto per alcune patologie genetiche tra le<br />

quali l’acondroplasia, l’osteogenesi imperfetta, la<br />

neurofibromatosi, la MEN 2 e la sindrome <strong>di</strong> Apert<br />

(craniosinostosi, sindattilia a carico <strong>di</strong> mani e pie<strong>di</strong>,<br />

ipoplasia me<strong>di</strong>ofacciale), la sindrome <strong>di</strong> Pfeiffer, la<br />

sindrome <strong>di</strong> Crouzon e la schizofrenia 2 20 . Non è tuttavia<br />

semplice stabilire quale possa essere il rischio<br />

relativo in termini percentuali all’aumentare dell’età<br />

paterna al concepimento, in quanto esistono dei meccanismi<br />

più complessi che entrano in gioco sia in termini<br />

<strong>di</strong> selezione negativa che positiva che fanno sì<br />

che l’incidenza alla nascita <strong>di</strong> alcune patologie monogeniche<br />

sia <strong>di</strong>versa da quella attesa sulla base del<br />

tasso calcolabile <strong>di</strong> mutazione spontanea. Il più noto<br />

tra questi è il vantaggio selettivo che la mutazione<br />

G1138A del gene FGFR3, responsabile <strong>di</strong> acondroplasia,<br />

determina nello spermatozoo in termini <strong>di</strong> fertilizzazione<br />

e, successivamente, nell’embrione in termini<br />

<strong>di</strong> impianto e crescita embrionale 27 , e che rende<br />

l’acondroplasia la <strong>di</strong>splasia scheletrica vitale più frequente<br />

nella popolazione mon<strong>di</strong>ale.<br />

L’accumulo <strong>di</strong> mutazioni nel genoma dello spermatozoo<br />

correlato all’età paterna riguarda, verosimilmente,<br />

sia le mutazioni <strong>di</strong> tipo recessivo che <strong>di</strong> tipo<br />

dominante; è evidente che solo per quelle dominanti<br />

è possibile una valutazione clinica <strong>di</strong>retta. Per le mutazioni<br />

recessive è possibile ipotizzare solo un aumento<br />

del carico genetico negativo per le generazioni<br />

future ma non è praticabile una valutazione a tappeto<br />

in ampie casistiche della loro frequenza in relazione<br />

con l’età paterna a soli fini <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Difficoltà e bias nel rilievo dell’influenza<br />

dell’età paterna sullo stato <strong>di</strong> salute del<br />

concepito<br />

Gli stu<strong>di</strong> epidemiologici che hanno cercato <strong>di</strong> verificare<br />

la relazione fra età paterna e rischio <strong>di</strong> malformazioni<br />

su base genetica o aneuploi<strong>di</strong>e del prodotto<br />

del concepimento non sono molto numerosi. Questi<br />

stu<strong>di</strong> si sono dovuti confrontare con una scarsa sensibilità<br />

generale per il problema <strong>di</strong>mostrata dal fatto<br />

che spesso i certificati <strong>di</strong> nascita sono risultati non ri-<br />

portare l’età paterna. Altro elemento non trascurabile<br />

è il fatto che l’età paterna sembra correlare con<br />

l’età della partner per cui è assolutamente necessario<br />

<strong>di</strong>stinguere l’effetto dell’età paterna da quello dell’età<br />

materna cosa che risulta <strong>di</strong>fficile per la tendenza<br />

prevalente a costituire coppie <strong>di</strong> partners con età<br />

simile. Può giocare una certa responsabilità l’erronea<br />

assunzione che il perdurare <strong>di</strong> un’attiva spermatogenesi<br />

e della fertilità maschile anche in età avanzata<br />

sia in grado <strong>di</strong> garantire anche la normalità della prole<br />

concepita. Vi potrebbe essere sotto questo aspetto<br />

una certa analogia con quanto già in passato osservato<br />

nel campo dell’infertilità coniugale nel quale la<br />

“responsabilità” del mancato concepimento veniva<br />

spesso, erroneamente, attribuita aprioristicamente alla<br />

sola partner femminile. Come ben sappiamo lo<br />

sviluppo della conoscenza in ambito <strong>di</strong> infertilità coniugale<br />

ha invece consentito <strong>di</strong> documentare come in<br />

realtà tale “responsabilità” sia, in una percentuale dei<br />

casi stimabile intorno al 40%, riconducibile ad un<br />

fattore maschile. Circa possibili bias <strong>di</strong> rilevazione in<br />

grado <strong>di</strong> rendere ancor più arduo il compito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

una relazione fra età paterna e patologia della<br />

progenie, è da sottolineare il fatto che le malformazioni<br />

non sono sempre riportate alla nascita ma<br />

spesso solo dopo il primo anno <strong>di</strong> vita; per <strong>di</strong> più alcune<br />

patologie genetiche si manifestano clinicamente<br />

dopo i primi anni <strong>di</strong> vita. Un’ulteriore <strong>di</strong>fficoltà<br />

nel rilevare l’associazione fra età paterna ed aberrazioni<br />

cromosomiche numeriche nel prodotto del concepimento,<br />

come precedentemente segnalato, è data<br />

dall’elevata efficienza della pressione selettiva negativa<br />

nei confronti della più frequente delle aneuploi<strong>di</strong>e<br />

del prodotto del concepimento.<br />

Conclusioni<br />

Al momento quin<strong>di</strong> è possibile concludere che la relazione<br />

fra età paterna e patologie della progenie merita<br />

ulteriori approfon<strong>di</strong>menti per una serie <strong>di</strong> motivi:<br />

1) i dati attualmente <strong>di</strong>sponibili in letteratura sono insufficienti<br />

e talora contrad<strong>di</strong>ttori;<br />

2) è possibile una sottostima del fenomeno legato a<br />

bias <strong>di</strong> rilevazione;<br />

3) il trend è nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> uno spostamento in<br />

avanti dell’età paterna al momento del concepimento;<br />

4) esiste la premessa biologica per ipotizzare che nel<br />

corso delle <strong>di</strong>visioni meiotiche gli spermatozoi<br />

possano, sulla base della ipotesi “copy and error”,<br />

essere sede <strong>di</strong> accumulo progressivo <strong>di</strong> mutazioni

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!