Visualizza PDF - Società Italiana di Andrologia
Visualizza PDF - Società Italiana di Andrologia
Visualizza PDF - Società Italiana di Andrologia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
142<br />
Età paterna e rischio <strong>di</strong> aborto<br />
Da molto tempo è nota la relazione fra età materna<br />
e incidenza <strong>di</strong> aborto che oltre i 40 anni <strong>di</strong> età della<br />
partner porta a percentuali maggiori del 50%. Gran<br />
parte <strong>di</strong> tale incremento è riconducibile all’aumento<br />
delle aneuploi<strong>di</strong>e nel prodotto del concepimento<br />
che portano alla tipica abortività precoce (entro la<br />
XII settimana) come conferma l’analisi del cariotipo<br />
dei prodotti abortivi del I trimestre. Tale fenomeno<br />
è nella donna riferibile ad una particolare sensibilità<br />
del meccanismo meiotico al fattore età durante<br />
l’oogenesi.<br />
Al contrario i lavori esistenti in letteratura che hanno<br />
stu<strong>di</strong>ato la relazione fra età paterna ed abortività sono<br />
molto meno numerosi e relativamente recenti.<br />
Due recenti lavori condotti rispettivamente su un<br />
campione <strong>di</strong> soggetti americani e <strong>di</strong> soggetti europei<br />
e pubblicati sull’American Journal of Epidemiology 7<br />
e su Human Reproduction 8 hanno evidenziato una associazione<br />
fra età paterna e rischio <strong>di</strong> aborto spontaneo.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Slama et al. ha <strong>di</strong>mostrato un aumento<br />
del rischio solo per l’abortività del I trimestre.<br />
Alla luce dell’elevata frequenza <strong>di</strong> un’eziologia cromosomica<br />
nell’abortività precoce è possibile ipotizzare,<br />
pur in assenza <strong>di</strong> dati definitivi sul cariotipo dei<br />
prodotti abortivi, che l’incremento del rischio sia riconducibile<br />
ad un incremento delle aneuploi<strong>di</strong>e del<br />
prodotto del concepimento. Il lavoro multicentrico<br />
europeo, a nostro giu<strong>di</strong>zio particolarmente interessante,<br />
ha evidenziato una relazione fra età paterna ><br />
40 anni e rischio <strong>di</strong> aborto per le donne <strong>di</strong> età ≥ 35<br />
anni. Se dunque non vi è una relazione fra aneuploi<strong>di</strong>e<br />
autosomiche a termine ed età paterna così importante<br />
come quella esistente con l’età materna, l’età<br />
paterna sembra comunque giocare un ruolo, soprattutto<br />
nelle coppie con età della partner ≥ 35 anni, nel<br />
rischio <strong>di</strong> abortività, probabilmente con un meccanismo<br />
<strong>di</strong> tipo genetico (aneuploi<strong>di</strong>e).<br />
Età paterna ed anomalie cromosomiche<br />
spermatiche<br />
Gli stu<strong>di</strong> sulle aneuploi<strong>di</strong>e negli spermatozoi venivano<br />
un tempo eseguiti con l’analisi citogenetica con<br />
meto<strong>di</strong>ca tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> bandeggio dei cromosomi<br />
spermatici alla prima metafase dopo fertilizzazione<br />
degli ovociti <strong>di</strong> Hamster privati della zona pellucida<br />
con spermatozoi umani capacitati. Attualmente gli<br />
stu<strong>di</strong> dei cromosomi spermatici vengono condotti<br />
con la tecnica <strong>di</strong> ibri<strong>di</strong>zzazione in situ multipla (Mul-<br />
M. Manno et al.<br />
ti-FISH) che consente la valutazione <strong>di</strong> un numero <strong>di</strong><br />
spermatozoi molto più elevato 9 . Tale tecnica si basa<br />
sull’ibri<strong>di</strong>zzazione del DNA cromosomico con specifiche<br />
sonde marcate con fluorocromi. Tali stu<strong>di</strong> sono<br />
utili per confronti fra due popolazioni <strong>di</strong> pazienti ma<br />
risulta <strong>di</strong>fficile attribuire loro un valore clinico-<strong>di</strong>agnostico<br />
assoluto nel singolo paziente per l’assenza<br />
<strong>di</strong> range <strong>di</strong> normalità con<strong>di</strong>visi per la frequenza delle<br />
singole aneuploi<strong>di</strong>e. La maggior parte dei lavori<br />
condotti con la FISH ha inoltre documentato che le<br />
gravi <strong>di</strong>spermie si associano ad un importante aumento<br />
delle aneuploi<strong>di</strong>e degli spermatozoi dell’eiaculato<br />
10 , che è stato segnalato anche negli spermatozoi<br />
testicolari dei soggetti con azoospermia non<br />
ostruttiva 11 . Mancano però ad oggi dati certi sull’effetto<br />
dell’età nei pazienti <strong>di</strong>spermici.<br />
Circa la relazione fra età paterna e frequenza delle<br />
aneuploi<strong>di</strong>e spermatiche, le evidenze presenti vanno<br />
<strong>di</strong>stinte in relative ad aneuploi<strong>di</strong>e autosomiche e relative<br />
ai gonosomi. Circa le aneuploi<strong>di</strong>e autosomiche<br />
le osservazioni nell’uomo in favore <strong>di</strong> un aumento<br />
età-correlato sono scarse. Per quanto concerne la sindrome<br />
<strong>di</strong> Down, circa il 5-9% dei casi riconosce<br />
un’origine paterna ed alcuni stu<strong>di</strong> hanno suggerito<br />
una possibile relazione fra età paterna e rischio <strong>di</strong> trisomia<br />
21 sostenendo che l’avanzata età paterna possa<br />
costituire in<strong>di</strong>cazione allo screening prenatale 12 .<br />
Peraltro, in alcuni stu<strong>di</strong>, la relazione non è risultata<br />
confermata quando l’analisi è stata condotta dopo<br />
correzione per l’età materna. È dunque evidente che<br />
la relazione fra età paterna e trisomia 21 risulta molto<br />
più debole <strong>di</strong> quella con l’età materna.<br />
Come è noto, circa 1/500 nati è affetto da aneuploi<strong>di</strong>e<br />
dei cromosomi sessuali, il 55% delle quali è <strong>di</strong><br />
origine paterna. Chiaramente la frequenza dell’origine<br />
paterna è percentualmente <strong>di</strong>versa nelle varie<br />
aneuploi<strong>di</strong>e: nel 100% dei cariotipi 47,XYY, (<strong>di</strong>fetto<br />
meiosi II, 1/1.000 maschi), nell’80% dei cariotipi<br />
45,XO (<strong>di</strong>fetto meiosi I o mitotico post-zigotico<br />
1/2.500 femmine), nel 50% dei cariotipi 47,XXY<br />
(<strong>di</strong>fetto meiosi I, 1/500 nati maschi) e solo nel 6%<br />
dei cariotipi 47,XXX (<strong>di</strong>fetto meiosi II, 1/1.000<br />
femmine) 13 .<br />
Per quanto concerne la relazione fra età paterna e rischio<br />
<strong>di</strong> aneuploi<strong>di</strong>e spermatiche, alcuni lavori hanno<br />
osservato un incremento con l’età paterna del rischio<br />
<strong>di</strong> produrre spermatozoi con <strong>di</strong>somia gonosomica<br />
(24,XY) nei padri che hanno generato un figlio<br />
con sindrome <strong>di</strong> Klinefelter. Tale riscontro era presente<br />
solo nei padri dei casi <strong>di</strong> origine paterna (53%)<br />
e non in quelli <strong>di</strong> origine materna (frequenza =<br />
0,27%) a parità <strong>di</strong> età al concepimento 14 .