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Manuale Biogas - Centro Ricerche Produzioni Animali S.p.A.

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ENERgIA dAl bIOgAS PROdOTTO dA EFFluENTI ZOOTEcNIcI, bIOMASSE dEdIcATE E dI ScARTO<br />

sione in energia elettrica e/o termica può portare ad un reddito netto che<br />

talvolta arriva a superare quello dell’attività agricola e/o zootecnica propria<br />

dell’azienda e rappresentare, quindi, un’attività imprenditoriale non più solamente<br />

integrativa ma addirittura alternativa.<br />

La produzione di energia con impianti di digestione anaerobica non richiede<br />

solamente la costruzione di uno o più digestori e di opere di gestione e conversione<br />

termochimica del biogas, ma molto spesso anche trasformazioni del<br />

sistema di gestione delle deiezioni a monte e a valle dell’impianto stesso. La<br />

qualità degli effluenti zootecnici e lo stoccaggio delle materie prime insilabili<br />

(colture energetiche e/o scarti agro-industriali), l’adeguamento dei volumi<br />

di stoccaggio del digestato a seguito dell’utilizzo di biomasse aggiuntive agli<br />

effluenti zootecnici e l’eventuale trattamento del digestato rappresentano solamente<br />

alcune delle voci di costo di investimento e di gestione che incidono<br />

sulla remuneratività dell’operazione.<br />

Solamente la conoscenza e l’analisi di tutte le variabili tecniche che possono<br />

avere influenza sui rendimenti energetici e delle voci di costo dirette e indirette<br />

analizzate preliminarmente può permettere all’imprenditore di individuare<br />

i punti di criticità dell’investimento e di decidere la tipologia costruttiva e la<br />

dimensione dell’impianto.<br />

Accanto agli aspetti tecnici, l’imprenditore deve poter valutare, infine, la sensibilità<br />

della remuneratività dell’investimento alle variazioni delle voci attive:<br />

prezzo dell’energia elettrica, prezzo degli incentivi (certificati verdi), incidenza<br />

degli eventuali contributi pubblici. L’analisi della sensitività è lo strumento<br />

che permette di confrontarsi con tutti gli scenari possibili e giungere alla decisione<br />

con più tranquillità.<br />

Affinché, però, l’allevatore possa avere benefici economici in grado di ripagare<br />

il proprio lavoro e l’investimento sostenuto diviene fondamentale affrontare<br />

la scelta imprenditoriale con una analisi approfondita dei benefici e dei costi<br />

energetici ed extra-energetici che l’introduzione della tecnologia della digestione<br />

anaerobica comporta.<br />

Con l’analisi di fattibilità i principali temi da affrontare sono:<br />

• l’inseribilità dell’impianto nell’azienda;<br />

• il dimensionamento del digestore e dei relativi accessori tecnologici di ge-<br />

stione e controllo;<br />

• le modalità di conversione energetica;<br />

• l’analisi finanziaria dell’investimento.<br />

L’inseribilità dell’impianto nell’azienda deve valutare la compatibilità del pro-<br />

cesso di digestione anaerobica con la gestione degli effluenti in corso, il rispet-<br />

to della normativa ambientale vigente e la compatibilità con i vincoli fissati<br />

dai piani di spandimento agronomici del digestato.<br />

Il dimensionamento del digestore è il primo elemento da cui si deve partire<br />

perché da questo dipendono le rese in biogas e i principali costi di opere edili.<br />

Per la sua stima devono essere considerate:<br />

• la disponibilità complessiva e temporale delle biomasse. Le biomasse stagionali<br />

(colture energetiche, scarti colturali e scarti agroalimentari) devono<br />

poter essere utilizzate per la maggior parte dell’anno e quindi necessitano<br />

di investimento per strutture di stoccaggio (insilamento);<br />

• il contenuto di sostanza secca e della relativa percentuale di sostanza organica<br />

(frazione digeribile durante il processo anaerobico) di tutti i substrati;<br />

• il carico organico volumetrico, ovvero la quantità di sostanza organica che<br />

mediamente si ritiene che possa essere caricata giornalmente nel digestore;<br />

• il tipo di processo: psicrofilo (temperatura ambiente), mesofilo (temperature<br />

comprese fra 35 e 40°C), termofilo (temperature comprese fra 50 e<br />

55°C). In linea generale all’aumentare della temperatura il processo diviene<br />

più efficiente, ma al contempo più delicato e aumenta la professionalità<br />

richiesta al gestore.<br />

Per quanto concerne la conversione del biogas prodotto in energia elettrica,<br />

l’analisi di fattibilità deve considerare:<br />

• la quantità e la qualità del biogas prodotto: la percentuale di metano, e<br />

quindi il contenuto energetico del biogas stesso, cambia a seconda del<br />

contenuto di lipidi, proteine e carboidrati delle diverse matrici caricate e<br />

della stabilità del processo digestivo;<br />

• il tempo di funzionamento del cogeneratore: al fine di poter utilizzare tutto<br />

il biogas prodotto la potenza elettrica installata e il volume di stoccaggio del<br />

MANuAlE PRATIcO<br />

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