Ali del Levante N.54 Dicembre 2012 - Aeroporti di Puglia

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per produrre vini dolci che sappiano essere il felice risultato tra rispetto e valorizzazione della tradizione ed innovazione e ricerca di nuove strade. I vitigni più utilizzati e con maggiori potenzialità sono però rimasti quelli della tradizione, gli autoctoni che hanno reso famosa la Puglia in tutto il mondo: Moscato, Malvasia bianca e nera, Aleatico e Primitivo. Oggi la Puglia vanta un carrello assortissimo di egregi vini dolci e da meditazione: occorre soltanto scegliere il “pretesto” giusto, ossia l’abbinamento perfetto, per degustarli al meglio. Proviamo a suggerirne qualcuno, facendoci guidare dagli esperti dell’AIS, associazione italiana sommelier, di Puglia, ideatori di DOLCE PUGLIA, rassegna dedicata appunto a questa tipologia enoica, giunta ormai alla settima edizione. L’abbinamento tradizionale: i dolci delle feste. I vini dolci pugliesi, diversi tra loro per caratteristiche e legame con i territori, si sposano perfettamente con la pasticceria tradizionale pugliese: i fichi secchi farciti con mandorla; le cartellate, i tipici dolci fritti natalizi con colatura di glassa di zucchero, miele o di vin cotto; le scarcelle, dolci al forno pasquali con il tradizionale uovo incastonato e granella di zucchero colorato; le zeppole, ciambelle della festa di San Giuseppe; le mandorle tostate e immerse La magia dei vitigni pugliesi in cioccolato fondente o torrone; le noci in vin cotto, i bocconotti; le ostie ripiene; i sospiri; il dolce mandorla e il mandorlaccio; i cuscini di Gesù Bambino; il biscotto di Ceglie; gli Stuezzi; le Pettole fritte e ricoperte di zucchero. Ma la vera tradizione dolciaria, che riguarda l’intera regione, è quella legata alla pasta di mandorla. Dunque, gli abbinamenti: la dolcezza equilibrata dei vini dolci bianchi e la giusta temperatura di servizio (10-12°C) suggeriscono l’accostamento alla pasticceria a base di mandorla e ai torroni pugliesi. Il dolce e la morbidezza dei polifenoli, insieme alla carezzevole rugosità dei tannini nei vini dolci rossi - serviti invece a temperature più elevate (14-16°C) - si sposano alla perfezione con i dolci dal cuore rosso di marmellata di ciliegie o amarene. Ma se il dolce è fritto e farcito con crema, allora non si può sbagliare: un buon passito bianco con elevata percezione alcolica fa felice il palato. L’abbinamento più discusso: cioccolato si, cioccolato no? Gli intenditori si dividono su due fronti, quelli del no assoluto all’accostamento e quelli che, invece, ritengono che quella dell’incontro tra vino e cioccolato sia una storia tutta da scrivere, verificando caso per caso, in maniera empirica, azzardando e controllando cosa ne pensa il palato. Per andare sul sicuro ci affidiamo ai professionisti che suggeriscono l’Aleatico di Puglia Dop, Il primo vino sembra esser stato un Moscato di Trani, di cui si parla intorno all’anno Mille. Nei secoli successivi si affacciano sulla scena Moscatelli e Malvasie. Solo verso la fine dell’Ottocento compaiono l’Aleatico e il Primitivo dolce naturale. I vitigni autoctoni ancora oggi più utilizzati sono: la Malvasia bianca, utilizzata da sola o in uvaggio per ottenere deliziosi vini bianchi dolci da vendemmia tardiva o da uve appassite; il Moscato bianco, da solo o in assemblaggio con altre varietà a bacca bianca, trova impiego nel rinomato Moscato di Trani DOC (DOP) e nella produzione di vini dolci IGT (IGP) in diverse aree della Puglia; l’Aleatico, che si utilizza per la produzione di vino delle DOC Aleatico di Puglia, Gioia del Colle Aleatico e Salice Salentino Aleatico e di alcune IGT pugliesi; la Malvasia nera, in misura non superiore al 15%, per la produzione dell’Aleatico nelle delle DOC Aleatico di Puglia, Gioia del Colle e Salice Salentino. Occasionalmente, da sola o unita a Negroamaro e/o al Primitivo, rappresenta la base per la produzione di vini dolci delicatamente aromatici e dotati di buona struttura e di stoffa vellutata; il Primitivo, con cui si produce il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG, Gioia del Colle Aleatico DOC, Aleatico di Puglia DOC, Salice Salentino Aleatico DOC e di vari IGT. In alcuni casi vengono fatti maturare in botte o in barrique, mentre qualche produttore utilizza i capasoni in ceramica. 50 un vino dolce naturale con una gradazione minima di 15 gradi, proposto sia nelle tipologie dolce naturale che liquoroso dolce naturale, versione in cui il leggero appassimento delle uve innalza il tasso minimo di alcolicità fino ai 18,5 gradi. Ottimo infine sulle preparazioni dolci a base di pasta di mandorle, va molto bene anche su dolci caldi a base di cioccolato. L’abbinamento perfetto: il formaggio Il formaggio, in tutte le sue variazioni sul tema, è tradizionalmente ostile agli abbinamenti “accademici e sicuri” : ampio spazio, dunque, alla creatività e alla ricerca solitaria del perfetto partner enoico. Gli aromi molto intensi, e spesso meravigliosamente pungenti del formaggio pugliese, richiedono l’accostamento ad un vino che abbia la medesima personalità. Per i più audaci, si tratta di una sfida avvincente, soprattutto se ci si trova davanti ai formaggi di lunga stagionatura o erborinati che “suggeriscono” vini dalla elevata morbidezza e apprezzabile volume alcolico. Spazio, allora ai passiti dolci e liquorosi, campioni di morbidezza, alcolicità, struttura e dolcezza. Il consiglio dell’intenditore: un caciocavallo o un canestrato, fermi da almeno due anni in fossa o foglie di noce, richiedono di essere abbinati ad un Aleatico o un Primitivo dolce, mentre per sapori più decisi quali il gorgonzola o i grandi erborinati francesi meglio optare per vini più aromatici, come il Moscato di Trani o i moscatelli bianchi protagonisti della vinificazione passita salentina, ma anche vini liquorosi con apprezzabile dolcezza, come per esempio un Primitivo di Puglia liquoroso dolce naturale. Insomma, ce n’è per tutti i gusti e se se vi sembrasse di azzardare troppo a seguire il consiglio del padre della medicina Ippocrate, che indicò i vini dolci come efficace ricostituente nelle convalescenze, limitatevi a gustare un buon vino dolce di Puglia in un momento di relax. Da soli o in ristretta compagnia: una carezza assicurata al cuore ed al palato.

per produrre vini dolci che sappiano<br />

essere il felice risultato tra rispetto<br />

e valorizzazione <strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione ed<br />

innovazione e ricerca <strong>di</strong> nuove strade.<br />

I vitigni più utilizzati e con maggiori<br />

potenzialità sono però rimasti quelli<br />

<strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione, gli autoctoni che<br />

hanno reso famosa la <strong>Puglia</strong> in tutto<br />

il mondo: Moscato, Malvasia bianca e<br />

nera, Aleatico e Primitivo.<br />

Oggi la <strong>Puglia</strong> vanta un carrello assortissimo<br />

<strong>di</strong> egregi vini dolci e da me<strong>di</strong>tazione:<br />

occorre soltanto scegliere il<br />

“pretesto” giusto, ossia l’abbinamento<br />

perfetto, per degustarli al meglio.<br />

Proviamo a suggerirne qualcuno,<br />

facendoci guidare dagli esperti <strong>del</strong>l’AIS,<br />

associazione italiana sommelier, <strong>di</strong><br />

<strong>Puglia</strong>, ideatori <strong>di</strong> DOLCE PUGLIA,<br />

rassegna de<strong>di</strong>cata appunto a questa<br />

tipologia enoica, giunta ormai alla settima<br />

e<strong>di</strong>zione.<br />

L’abbinamento tra<strong>di</strong>zionale:<br />

i dolci <strong>del</strong>le feste.<br />

I vini dolci pugliesi, <strong>di</strong>versi tra loro per<br />

caratteristiche e legame con i territori,<br />

si sposano perfettamente con la pasticceria<br />

tra<strong>di</strong>zionale pugliese: i fichi secchi<br />

farciti con mandorla; le cartellate, i<br />

tipici dolci fritti natalizi con colatura <strong>di</strong><br />

glassa <strong>di</strong> zucchero, miele o <strong>di</strong> vin cotto;<br />

le scarcelle, dolci al forno pasquali<br />

con il tra<strong>di</strong>zionale uovo incastonato e<br />

granella <strong>di</strong> zucchero colorato; le zeppole,<br />

ciambelle <strong>del</strong>la festa <strong>di</strong> San Giuseppe;<br />

le mandorle tostate e immerse<br />

La magia dei vitigni pugliesi<br />

in cioccolato fondente o torrone; le<br />

noci in vin cotto, i bocconotti; le ostie<br />

ripiene; i sospiri; il dolce mandorla e il<br />

mandorlaccio; i cuscini <strong>di</strong> Gesù Bambino;<br />

il biscotto <strong>di</strong> Ceglie; gli Stuezzi;<br />

le Pettole fritte e ricoperte <strong>di</strong> zucchero.<br />

Ma la vera tra<strong>di</strong>zione dolciaria, che<br />

riguarda l’intera regione, è quella legata<br />

alla pasta <strong>di</strong> mandorla. Dunque, gli<br />

abbinamenti: la dolcezza equilibrata dei<br />

vini dolci bianchi e la giusta temperatura<br />

<strong>di</strong> servizio (10-12°C) suggeriscono<br />

l’accostamento alla pasticceria a base <strong>di</strong><br />

mandorla e ai torroni pugliesi. Il dolce<br />

e la morbidezza dei polifenoli, insieme<br />

alla carezzevole rugosità dei tannini<br />

nei vini dolci rossi - serviti invece a<br />

temperature più elevate (14-16°C) - si<br />

sposano alla perfezione con i dolci dal<br />

cuore rosso <strong>di</strong> marmellata <strong>di</strong> ciliegie o<br />

amarene. Ma se il dolce è fritto e farcito<br />

con crema, allora non si può sbagliare:<br />

un buon passito bianco con elevata<br />

percezione alcolica fa felice il palato.<br />

L’abbinamento più <strong>di</strong>scusso:<br />

cioccolato si, cioccolato no?<br />

Gli inten<strong>di</strong>tori si <strong>di</strong>vidono su due<br />

fronti, quelli <strong>del</strong> no assoluto all’accostamento<br />

e quelli che, invece, ritengono<br />

che quella <strong>del</strong>l’incontro tra vino e cioccolato<br />

sia una storia tutta da scrivere,<br />

verificando caso per caso, in maniera<br />

empirica, azzardando e controllando<br />

cosa ne pensa il palato. Per andare sul<br />

sicuro ci affi<strong>di</strong>amo ai professionisti che<br />

suggeriscono l’Aleatico <strong>di</strong> <strong>Puglia</strong> Dop,<br />

Il primo vino sembra esser stato un Moscato <strong>di</strong> Trani, <strong>di</strong> cui si parla intorno all’anno Mille. Nei<br />

secoli successivi si affacciano sulla scena Moscatelli e Malvasie. Solo verso la fine <strong>del</strong>l’Ottocento<br />

compaiono l’Aleatico e il Primitivo dolce naturale.<br />

I vitigni autoctoni ancora oggi più utilizzati sono: la Malvasia bianca, utilizzata da sola o in<br />

uvaggio per ottenere <strong>del</strong>iziosi vini bianchi dolci da vendemmia tar<strong>di</strong>va o da uve appassite; il<br />

Moscato bianco, da solo o in assemblaggio con altre varietà a bacca bianca, trova impiego nel<br />

rinomato Moscato <strong>di</strong> Trani DOC (DOP) e nella produzione <strong>di</strong> vini dolci IGT (IGP) in <strong>di</strong>verse aree<br />

<strong>del</strong>la <strong>Puglia</strong>; l’Aleatico, che si utilizza per la produzione <strong>di</strong> vino <strong>del</strong>le DOC Aleatico <strong>di</strong> <strong>Puglia</strong>,<br />

Gioia <strong>del</strong> Colle Aleatico e Salice Salentino Aleatico e <strong>di</strong> alcune IGT pugliesi; la Malvasia nera, in<br />

misura non superiore al 15%, per la produzione <strong>del</strong>l’Aleatico nelle <strong>del</strong>le DOC Aleatico <strong>di</strong> <strong>Puglia</strong>,<br />

Gioia <strong>del</strong> Colle e Salice Salentino. Occasionalmente, da sola o unita a Negroamaro e/o al<br />

Primitivo, rappresenta la base per la produzione <strong>di</strong> vini dolci <strong>del</strong>icatamente aromatici e dotati<br />

<strong>di</strong> buona struttura e <strong>di</strong> stoffa vellutata; il Primitivo, con cui si produce il Primitivo <strong>di</strong> Manduria<br />

Dolce Naturale DOCG, Gioia <strong>del</strong> Colle Aleatico DOC, Aleatico <strong>di</strong> <strong>Puglia</strong> DOC, Salice Salentino<br />

Aleatico DOC e <strong>di</strong> vari IGT. In alcuni casi vengono fatti maturare in botte o in barrique, mentre<br />

qualche produttore utilizza i capasoni in ceramica.<br />

50<br />

un vino dolce naturale con una gradazione<br />

minima <strong>di</strong> 15 gra<strong>di</strong>, proposto sia<br />

nelle tipologie dolce naturale che liquoroso<br />

dolce naturale, versione in cui il<br />

leggero appassimento <strong>del</strong>le uve innalza<br />

il tasso minimo <strong>di</strong> alcolicità fino ai 18,5<br />

gra<strong>di</strong>. Ottimo infine sulle preparazioni<br />

dolci a base <strong>di</strong> pasta <strong>di</strong> mandorle, va<br />

molto bene anche su dolci cal<strong>di</strong> a base<br />

<strong>di</strong> cioccolato.<br />

L’abbinamento perfetto: il formaggio<br />

Il formaggio, in tutte le sue variazioni<br />

sul tema, è tra<strong>di</strong>zionalmente ostile agli<br />

abbinamenti “accademici e sicuri” :<br />

ampio spazio, dunque, alla creatività e<br />

alla ricerca solitaria <strong>del</strong> perfetto partner<br />

enoico. Gli aromi molto intensi,<br />

e spesso meravigliosamente pungenti<br />

<strong>del</strong> formaggio pugliese, richiedono<br />

l’accostamento ad un vino che abbia la<br />

medesima personalità. Per i più audaci,<br />

si tratta <strong>di</strong> una sfida avvincente, soprattutto<br />

se ci si trova davanti ai formaggi<br />

<strong>di</strong> lunga stagionatura o erborinati che<br />

“suggeriscono” vini dalla elevata morbidezza<br />

e apprezzabile volume alcolico.<br />

Spazio, allora ai passiti dolci e liquorosi,<br />

campioni <strong>di</strong> morbidezza, alcolicità,<br />

struttura e dolcezza. Il consiglio<br />

<strong>del</strong>l’inten<strong>di</strong>tore: un caciocavallo o un<br />

canestrato, fermi da almeno due anni<br />

in fossa o foglie <strong>di</strong> noce, richiedono<br />

<strong>di</strong> essere abbinati ad un Aleatico o un<br />

Primitivo dolce, mentre per sapori più<br />

decisi quali il gorgonzola o i gran<strong>di</strong> erborinati<br />

francesi meglio optare per vini<br />

più aromatici, come il Moscato <strong>di</strong> Trani<br />

o i moscatelli bianchi protagonisti<br />

<strong>del</strong>la vinificazione passita salentina, ma<br />

anche vini liquorosi con apprezzabile<br />

dolcezza, come per esempio un Primitivo<br />

<strong>di</strong> <strong>Puglia</strong> liquoroso dolce naturale.<br />

Insomma, ce n’è per tutti i gusti e se<br />

se vi sembrasse <strong>di</strong> azzardare troppo<br />

a seguire il consiglio <strong>del</strong> padre <strong>del</strong>la<br />

me<strong>di</strong>cina Ippocrate, che in<strong>di</strong>cò i vini<br />

dolci come efficace ricostituente nelle<br />

convalescenze, limitatevi a gustare<br />

un buon vino dolce <strong>di</strong> <strong>Puglia</strong> in un<br />

momento <strong>di</strong> relax. Da soli o in ristretta<br />

compagnia: una carezza assicurata al<br />

cuore ed al palato.

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