Ali del Levante N.54 Dicembre 2012 - Aeroporti di Puglia
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Amsterdam<br />
Ritorno<br />
alla città<br />
“...Basti pensare ai quartieri storici<br />
<strong>del</strong>le città italiane preziosissime, ai<br />
piccoli paesi con case magari vecchie,<br />
dove però la comunità vive serenamente,<br />
perché esiste la qualità <strong>del</strong>le<br />
relazioni, dei rapporti,che permette<br />
<strong>di</strong> realizzare luoghi accoglienti a cui<br />
le persone possano affezionarsi e che<br />
siano portati a conservare e migliorare,<br />
dove si sentono a casa, dove<br />
esiste un luogo con la sua cultura,<br />
immagine, tra<strong>di</strong>zione, maniera <strong>di</strong><br />
cucinare, il suo <strong>di</strong>aletto e la speciale<br />
relazione tra le persone, tutti segni<br />
comuni per potersi riconoscere come<br />
comunità, che può essere anche solo<br />
la ringhiera <strong>di</strong> un balcone o una<br />
finestra socchiusa.”<br />
(Ugo Sasso)<br />
L<br />
e parole <strong>di</strong> Ugo Sasso ci parlano<br />
<strong>di</strong> qualcosa che attiene alla<br />
antropologia ancor prima che<br />
alle <strong>di</strong>scipline <strong>del</strong>l’urbanistica<br />
e <strong>del</strong>l’architettura e sottintende una<br />
domanda a cui dobbiamo rispondere:<br />
perché la qualità <strong>del</strong>la vita nei luoghi<br />
che abitiamo è peggiorata?<br />
Il paese descritto da Ugo si fondava su<br />
un co<strong>di</strong>ce con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong> comportamenti<br />
e regole, su un intreccio <strong>di</strong> relazioni<br />
economiche, sociali, parentali che identificavano<br />
una piccola comunità, un<br />
tessuto <strong>di</strong> relazioni che veniva rappresentato<br />
materialmente dal decoro <strong>del</strong>le<br />
case e <strong>del</strong>le facciate. La facciata descriveva<br />
lo status sociale, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
agiatezza o le virtù morali <strong>del</strong> proprietario:<br />
lo stemma <strong>di</strong> famiglia per le<br />
<strong>di</strong>nastie nobili, simboli <strong>del</strong> mestiere per<br />
le corporazioni artigiane, esortazioni<br />
alla pace e serenità domestica per altri.<br />
La facciata non era solo oggetto ma<br />
messaggio relazionale, una rappresentazione<br />
<strong>del</strong>la vita che si svolgeva al <strong>di</strong><br />
là <strong>del</strong> muro, un’offerta <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con<br />
il pubblico che frequentava la strada o<br />
12<br />
<strong>di</strong> Mario Spada*<br />
la piazza, considerate ad ogni effetto<br />
spazio pubblico. Senza uno spazio<br />
pubblico che costituisse il luogo <strong>del</strong>la<br />
rappresentazione urbana quelle facciate<br />
non avrebbero avuto senso come<br />
viceversa uno spazio pubblico senza<br />
“rappresentazione”avrebbe perso gran<br />
parte <strong>del</strong>le sue prerogative significanti.<br />
Le facciate <strong>del</strong>le case <strong>di</strong> Amsterdam<br />
<strong>del</strong> periodo che va dal XV al XVIII<br />
secolo, ognuna <strong>di</strong>versa dall’altra<br />
nei colori e nella forma, illustrano<br />
materialmente,con la regolarità <strong>del</strong>la<br />
larghezza <strong>di</strong> 4 metri, sia le regole<br />
costruttive <strong>del</strong> tempo sia la struttura<br />
fon<strong>di</strong>aria <strong>di</strong> una città nella quale ogni<br />
artigiano o commerciante esigeva un<br />
affaccio sul canale. Il periodo <strong>di</strong> massima<br />
espressione <strong>del</strong>la relazione virtuosa<br />
tra facciata e spazio pubblico è quello<br />
barocco, già annunciato dalle invenzioni<br />
michelangiolesche. La piazza <strong>del</strong><br />
Campidoglio, perfetta sintesi formale<br />
<strong>del</strong>l’intreccio <strong>di</strong> urbs,civitas e polis,<br />
come sarebbe senza le due facciate <strong>di</strong><br />
e<strong>di</strong>fici eguali che la chiudono ai lati in<br />
un perfetto equilibrio spaziale? E cos’è