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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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Brunelleschi senza l’elaborazione di un fondamento teorico, quell’invenzione della<br />

prospettiva per la quale già i contemporanei lo esaltarono come iniziatore di una<br />

nuova era; il nuovo metodo di misurazione razionale dello spazio permise di<br />

creare un’architettura a misura d’uomo, in cui ogni parte sia armonicamente<br />

coordinata e proporzionata al tutto.<br />

Nel 1432 arriva a Roma Leon Battista Alberti; la <strong>sua</strong> “Descriptio urbis Romae”<br />

(1434) è il primo studio sistematico per una ricostruzione della città antica;<br />

l’Alberti non solo rintracciò, come il Brunelleschi, nel proporzionamento degli<br />

edifici romani la base della progettazione architettonica, ma da essi desunse una<br />

ricca tipologia strutturale e decorativa.<br />

Ricordiamo che l’amore per l’antichità spinse l’umanista Pomponio Leto a fondare<br />

l’accademia di archeologia, la prima del genere, nel 1465 a Roma.<br />

Si è parlato in scultura di un “realismo” quattrocentesco; in realtà gli statuari<br />

impararono dai classici a interpretare e a disciplinare questo ”reale” secondo uno<br />

stile misurato e chiaro, quello stesso dell’architettura, legato all’uomo che innalza<br />

a valore di simbolo. Gli scultori ora, come i pittori, cominciano a dare opere<br />

autonome, cioè non legate a decorazioni o destinazioni, ma create per il puro<br />

godimento della bellezza. Donatello, maggiore rappresentante del classicismo<br />

umanistico fiorentino, ne superò al tempo stesso i limiti stilistici e culturali;<br />

l’ispirazione classica fu da lui sempre rivissuta con straordinaria libertà e<br />

spregiudicatezza, in dialettico e vivo rapporto con la realtà umana e storica di<br />

Firenze e del suo popolo; nella <strong>sua</strong> opera matura e tarda Donatello seppe cogliere<br />

i sintomi della crisi degli ideali dell’Umanesimo, lasciando un’eredità di problemi<br />

nuovi che in modo diverso affronteranno Leonardo e Michelangelo.<br />

In pittura con Masaccio si svilupparono le tendenze plastiche di Giotto,<br />

svincolandosi dalle calligrafie del gotico internazionale; il suo stile è caratterizzato<br />

da una perfetta armonia di forma-colore, da un senso spaziale di accento<br />

realistico, con figure di una umanità “eroica” nella nobiltà di una profonda<br />

coscienza morale, saldamente ancorata alla vita.<br />

Ricordiamo in particolare quei pittori del secolo <strong>XV</strong> che influirono in maniera<br />

determinante su alcune personalità artistiche straniere: lo stile di Piero della<br />

Francesca è una sintesi tra la luminosità cromatica e una sublime misura dello<br />

spazio dalle arcane rispondenze geometriche (la prospettiva fu il principio<br />

essenziale del suo linguaggio); gli impassibili personaggi si legano in perfetta<br />

simbiosi con le architetture e gli sfondi di paese.<br />

Melozzo da Forlì immise nelle sue figure un più cordiale slancio di vita, attenuò<br />

l’astratta bellezza geometrica del suo maestro Piero, sostituendola con forme<br />

inquadrate in solenni impianti architettonici.<br />

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