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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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(Surrey), costruito verso il 1525, mostra una ricerca di eleganza ottenuta con<br />

l’impiego di pannelli e di ornamenti di terracotta.<br />

L’Old Somerset House (1547-’52) fu il primo tentativo di ricreare un edificio<br />

genuinamente italiano; la parte centrale della facciata riprendeva tutti i motivi<br />

degli archi di trionfo tra le due ali, sormontati da una balaustra ornamentale e con<br />

muratura rustica. <strong>Il</strong> castello di Longleat (1553) presenta il tipo delle grandi dimore<br />

elisabettiane e si ispira al Somerset House; l’edificio è più italiano che francese,<br />

disposto simmetricamente rispetto ai due assi, con le superfici tutte rette.<br />

Anche la sistemazione degli interni subì delle trasformazioni; in tutte le dimore<br />

signorili lo stile nuovo si avverte, oltre che nel cambiamento planimetrico, nella<br />

spiccata tendenza alla simmetria, nello splendore dei locali, nella funzione<br />

dell’atrio, divenuto il centro dell’abitazione. Come in Francia, così in Inghilterra<br />

comparve una lunga galleria di solito al primo piano; quella di Hampton Court è<br />

assai vicina cronologicamente a quella di Fontainebleau, altre ne furono costruite<br />

a Montacute e a Hardwick; i soffitti a modanature erano suddivisi in scomparti<br />

riccamente decorati da motivi di derivazione italiana, i camini erano monumentali<br />

e ricchi.<br />

A Wollaton Hall di R. Smithson, il primo architetto inglese che volle innestare<br />

forme italiane su quelle ancora gotiche, la pianta è ricavata da un’incisione del<br />

Serlio; l’insieme si richiama al palazzo di Poggioreale a Napoli, edificio allora<br />

considerato un’assoluta novità.<br />

Tra gli altri artisti italiani attivi in Inghilterra nel secolo <strong>XV</strong>I ricordiamo Pietro Baldi,<br />

Teodoro Bernardi, Giovanni da Rovezzano e Vincenzo Volpe (Fox), pittore alla<br />

corte inglese tra il 1514 e il ’30.<br />

Nelle Fiandre e in Olanda durante tutto il ‘400 gli italianismi furono assai vivi<br />

presso artisti grandi e minori, intensi i rapporti tra i pittori fiamminghi, olandesi e<br />

italiani.<br />

Zanetto Bugatto (notizie 1458-’74) fu inviato dai duchi di Milano a Bruxelles dove<br />

rimase per tre anni nella bottega di R. Van der Weiden che nel ’50 si era recato a<br />

Roma per il giubileo, fermandosi poi a Ferrara (dove lavorò per Lionello d’Este) e<br />

visitando Firenze e Milano, venendo a contatto con Gentile da Fabriano;<br />

l’influenza italiana si avverte nella diminuita drammaticità delle opere posteriori al<br />

viaggio in Italia e nella raffinatissima scansione spaziale.<br />

Giusto di Gand nelle opere eseguite ad Urbino dal 1471 per il duca Federico da<br />

Montefeltro risente delle rigorose concezioni spaziali di Piero della Francesca e<br />

Leon Battista Alberti.<br />

Quentin Metsys, fondatore della scuola pittorica di Anversa, accoglie il senso<br />

realistico dell’arte rinascimentale, attenuando l’intensità religiosa della tradizione<br />

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