19.05.2013 Views

Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Opere importanti, diffuse anche all’estero, furono “De sculptura” di Pomponio<br />

Gaurico che tratta della fisiognomica, indicante il carattere specifico di ogni parte<br />

del corpo (l’autore fu anche in Germania e nei Paesi Bassi) e “Emblemata” di<br />

Andrea Alciato che tratta di aspetti dell’iconografia rinascimentale (simbolo e<br />

allegoria); essa si rifà all’opera del Colonna sull’origine e la moda degli emblemi,<br />

derivata a <strong>sua</strong> volta dal libro VIII dell’”Architettura” dell’Alberti in cui parla dei<br />

geroglifici. Nel 1556 Pietro Valeriano pubblicò a Basilea “Hierogliphica…”, un<br />

trattato di grande mole.<br />

In altre forme si viene intanto elaborando un primo sistema di “storia dell’arte”,<br />

costruita attraverso il filone della vita degli artisti, dai “Commentari” del Ghiberti<br />

alle celebri “vite” del Vasari (1550); lo sviluppo dell’arte italiana è visto come<br />

frutto delle grandi personalità creatrici, da Cimabue a Michelangelo. L’interesse è<br />

puntato sullo schema generale del percorso storico (rinascita, progresso e<br />

perfezione dell’arte) e sul ”modello“ stilistico della biografia. <strong>Il</strong> testo del Vasari<br />

ebbe enorme fortuna e divenne modello per analoghe trattazioni in epoca<br />

successiva all’estero oltre che in Italia; si ispirarono ad esso C. van Mander,<br />

pittore fiammingo, durante il suo soggiorno a Roma e a Firenze (sec. <strong>XV</strong>I) e J. von<br />

Sandrart, mentre nel trattato del Peacham abbiamo la traduzione di alcune “Vite” e<br />

ad esse si rifece anche il trattato in spagnolo del Carducci (Carducho).<br />

Quanto abbiamo detto della derivazione dall’antichità può essere facilmente<br />

verificato nella storia dell’architettura.<br />

Con Filippo Brunelleschi si inizia la tradizione, durata per più di quattro secoli,<br />

degli artisti che stimano indispensabile compiere la propria educazione sui<br />

classici a Roma; egli va nel 1402 nella città delle rovine con Donatello e fruga,<br />

scopre, misura, adora in umiltà. Tutti in seguito fecero come lui. Nelle proporzioni<br />

d’un capitello o d’una trabeazione del Foro si cercano con fede assoluta le leggi<br />

eterne della bellezza. Quel che gli artisti nuovamente impararono dall’antichità<br />

furono alcune particolari forme che si potrebbero dire lessicali e grammaticali<br />

(colonne, basi, capitelli, mensole, rosoni, motivi d’ornamenti, ecc.) che tuttavia<br />

non erano mai stati completamente dimenticati; e quando il Brunelleschi creò i<br />

primi monumenti dell’architettura quattrocentesca, essi gli nacquero strettamente<br />

congiunti agli edifici romanici di Firenze. Nello stesso tempo l’artista si fece<br />

portatore di una nuova tecnica, appresa sui monumenti antichi che gli permisero<br />

di voltare la grande cupola di S. Maria del Fiore senza bisogno di armature, ma<br />

soprattutto di una nuova ideologia: con lui infatti l’architetto non è più il<br />

capomastro medioevale, ma è il progettista, il creatore, in grado di risolvere con il<br />

suo lavoro intellettuale, in sede di progettazione, tutti i problemi della<br />

costruzione. Questo enorme salto qualitativo non sarebbe stato possibile al<br />

207

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!