Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi
Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi
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Fiorentino a Fontainebleau. Per tutti gli artisti che lavorarono in questo centro<br />
rimandiamo alla lezione sul Manierismo (n.19).<br />
Trattiamo ora dei rapporti con <strong>Francesco</strong> I dei tre grandi del <strong>Rinascimento</strong>:<br />
Leonardo, Michelangelo e Raffaello.<br />
Accompagnato da <strong>Francesco</strong> Melzi e Andrea Salai, dal servitore Battista de Villanis<br />
e dalla fantesca Malacina, Leonardo da Vinci si trasferì in Francia nel 1517,<br />
accettando la splendida ospitalità offertagli da <strong>Francesco</strong> I; questi lo colmò di<br />
onori, lo nominò “premier peintre, architecte et méchanicien du roi” e gli assegnò<br />
a dimora il castello di Cloux dove potè dedicarsi alle sue ricerche e ai disegni del<br />
diluvio. Si sa da una relazione del segretario del cardinale d’Aragona, in visita<br />
presso Leonardo nel ’17, che il maestro mostrò al suo visitatore tre quadri di cui<br />
era l’autore: “S. Giovanni Battista”, “S. Anna”, e un ritratto di donna, monna Lisa<br />
del Giocondo, detta poi la Gioconda, quadri senza dubbio dipinti per conto di<br />
committenti italiani. Si sa che a Fontainebleau esisteva una “Leda” distrutta nel<br />
secolo <strong>XV</strong>II; la “Vergine delle rocce” è citata nel 1625 da Cassiano del Pozzo che la<br />
vide a Fontainebleau. Leonardo, impedito da una paralisi, negli ultimi tempi non<br />
dipingeva più; unica attività fu il progetto di un grande castello con parco per la<br />
regina madre a Romorantin (la costruzione non fu realizzata ma le idee del<br />
progetto si riflettono nel castello di Chambord, iniziato sotto <strong>Francesco</strong> I, vivente<br />
ancora il maestro). <strong>Il</strong> documento più commovente dell’ultima attività creativa sono<br />
i disegni della “Fine del mondo”. Leonardo morì nel castello d’Amboise il 2 maggio<br />
1519 e fu sepolto nella chiesa di S. Florentin (distrutta durante la rivoluzione).<br />
Erede dell’intero patrimonio degli scritti fu il fedelissimo amico e allievo <strong>Francesco</strong><br />
Melzi.<br />
Nel 1497 il cardinale J. Bilhères de Lagraulas, ambasciatore di Carlo VIII presso la<br />
S. Sede, ordinò a Michelangelo una Pietà, ora in S. Pietro in Vaticano. Nel 1502<br />
una statua della Madonna con Bambino è portata da mercanti fiamminghi a<br />
Bruges. Nello stesso anno Pierre de Rohan, un amatore d’arte già sceso in Italia al<br />
seguito di Carlo VIII, attraverso gli ambasciatori fiorentini residenti a Lione,<br />
commissionò a Michelangelo un “David” in bronzo; l’esecuzione andò per le<br />
lunghe, finchè su intervento della Signoria che riceveva sollecitazioni dalla<br />
Francia, si riuscì ad ottenere l’aiuto di Benedetto da Rovezzano per rifinire l’opera<br />
dopo la fusione nel 1508. Pervenuto in Francia, il “David” fu collocato nel castello<br />
di Bury; nel secolo <strong>XV</strong>II si trovava in quello di Villeroy ma da allora se ne sono<br />
perse le tracce. Anche un “Ercole” ebbe la stessa sorte. Nel 1529 da <strong>Francesco</strong> I<br />
giungono continue offerte a Michelangelo per stabilirsi in Francia; nel ’46 l’artista<br />
promette al sovrano una scultura in bronzo, una in marmo e un dipinto che non<br />
eseguirà. Roberto Strozzi regala al re due “captivi”, avuti in dono da Michelangelo;<br />
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