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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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La casa di Boutgthérude a Rouen e molte case di Caen hanno facciate adorne di<br />

busti di imperatori o di riquadri a bassorilievo, ispirati al “Trionfi” del Petrarca o<br />

anche di statue allegoriche, così come il palazzo di Mondrainville, la casa di Abel<br />

le Prestre e quella di Ecoville. A Tours nelle prima metà delle ‘500 molte abitazioni<br />

di stile gotico furono modificate secondo il nuovo gusto (notevole tra queste il<br />

palazzo Gouin). L’arte rinascimentale trionfa sull’antica scuola borgognona;<br />

numerose case di Digione stanno a testimoniare l’entusiasmo della borghesia del<br />

tempo per questa nuova forma di civiltà venuta da Firenze e Milano. Influssi<br />

rivelano anche il municipio di Orléans (1503), di Nimes e di Rouffach (1540), il<br />

palazzo di giustizia di Rouen, numerosi palazzetti di Langres con facciate a<br />

colonne, il palazzo Bernuy (con portico e loggia) e la maison de Pierre (con<br />

cortile), ambedue a Tolosa; ricordiamo infine il cortile decorato nel diaconato di S.<br />

Jean a Cahors e l’Hotel Carnavalet a Parigi (1545) con statue alle finestre,<br />

raffiguranti le stagioni.<br />

Questa rapida corsa fra castelli e abitazioni ci dà l’impressione che spesso<br />

debbano essersi formati qua e là, in Francia, gruppi di lavoratori italiani che<br />

furono a volte umili scalpellini o poco più. Notiamo come, non solo il re, ma tutti<br />

gli uomini più in vista, anche se il loro castello era rincantucciato nella campagna,<br />

fossero presi da questa smania di farsi, o almeno rifarsi un’abitazione, che avesse<br />

aspetto italiano e si deliziassero di grotte e di giardini. Questi desideri, questi<br />

gusti, prendono naturalmente un carattere più preciso nell’esecuzione, e si hanno<br />

così fasi diverse d’una stessa tendenza. Dapprima la fioritura superficiale,<br />

l’ubriacatura dell’ornamento; dopo il 1531 le diffuse dottrine vitruviane da un lato<br />

e dall’altro l’ispirazione, tratta dalla rozza copia di un arco trionfale romano a tre<br />

fornici, che è il portico della corte ovale di Fontainebleau, rendono comuni forme<br />

tendenti ad una sempre maggiore compostezza (ricordiamo Fontaine Henri,<br />

1537- Assier, 1538- Mesnières, 1545-Tour Grignan, 1545). Intorno al 1540<br />

l’arrivo di teorici e di architetti italiani, come il Vignola e soprattutto il Serlio,<br />

contribuisce a dare un indirizzo preciso a questo movimento, cioè all’ispirazione<br />

al <strong>Rinascimento</strong> romano (vedi lez. n.19). A poco a poco si giunge col Délorme ad<br />

una visione del classico che renderà inutili gli interpreti italiani. Una nuova gravità<br />

fa scomparire la grazia vivace, il brio, la leggerezza delle precedenti creazioni.<br />

Così il terzo periodo della penetrazione italiana comincia con la costruzione del<br />

nuovo Louvre (1547), ispirato più all’arte romana antica che a quella<br />

rinascimentale, più a Roma che a Firenze. P. Délorme soggiornò a Roma dal 1533<br />

al ’36, studiando gli antichi e i contemporanei; di lui ricordiamo la tomba per<br />

<strong>Francesco</strong> I a S. Denis (ispirata all’arco trionfale romano), i lavori nel castello di<br />

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