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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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Per quanto riguarda l’estetica rinascimentale, Leon Battista Alberti teorizza la<br />

concezione del “bello” come forma ideale che si identifica con il disegno, e da<br />

questa concezione deriverà la subordinazione del colore al segno, propria della<br />

pittura fiorentina; con lui si afferma la tesi del primato dell’ideazione<br />

sull’esecuzione. Con la visione neoplatonica, rappresentata artisticamente dalla<br />

linea botticelliana, il ritmo ascensionale delle figure, presente nell’arte gotica, si fa<br />

lirico, confermandosi come essenza mentale, ideativa dell’artista.<br />

Nella “Hypnerotomachia Poliphyli” (1499), trattato di <strong>Francesco</strong> Colonna, molto<br />

diffuso in Europa, che costituì un’ampia fonte di temi allegorici per le arti, si ha il<br />

riepilogo delle teorie umanistiche di “estetica”; l’identificazione dell’arte come<br />

operazione mentale, ammirazione per l’antichità e suo superamento da parte<br />

dell’artista moderno.<br />

<strong>Il</strong> recupero dell’individualità dell’artista, l’affermazione di un suo nuovo ruolo<br />

sociale, l’elevata considerazione delle arti in generale, sono i cardini su cui poggia<br />

la grande fioritura di testi sull’arte nel <strong>Rinascimento</strong>; l’esigenza di dare all’operare<br />

<strong>artistico</strong> un fondamento teorico e una base scientifica si esprime in numerosi<br />

trattati. Nel 1452 l’Alberti, archeologo e urbanista sotto Niccolò V a Roma, scrisse<br />

il trattato “De re aedificatoria”, sul modello del testo di Vitruvio; egli non fu tanto<br />

un” inventore” e un “costruttore” come il Brunelleschi, ma attuò nell’architettura<br />

(fatto sociale per eccellenza) la <strong>sua</strong> concezione umanistica del mondo e della<br />

storia. Ricordiamo che l’opera fu pubblicata a Strasburgo nel 1511 e nel ’41, a<br />

Parigi nel ’40 e nel ’43. <strong>Il</strong> trattato dello stesso Alberti “De pictura” uscì a Basilea<br />

nel 1540. Nel 1464 l’artista scrisse il “De statua”; nel ’47 ne uscì a Basilea<br />

un’edizione tedesca a cura del Rivius; questo stesso nel ’43 aveva scritto un<br />

trattato basato sull’Alberti e sul Serlio (vedi lez. n.19). Altri trattati scrissero<br />

<strong>Francesco</strong> di Giorgio Martini (Architettura civile e militare), il Filarete (il suo fu il<br />

primo trattato teorico di architettura in volgare, 1461), il Grapaldi (Architettura,<br />

’94). La teoria artistica del ‘400 culmina nella personalità di Leonardo da Vinci; il<br />

suo trattato sulla pittura (1498), inestimabile fonte di conoscenza e di ispirazione<br />

per tutti gli storici e artisti successivi, esercitò grande influsso sul Durer; nel 1651<br />

apparve a Parigi con le illustrazioni di N. Poussin. Leonardo tratta del primato<br />

delle arti e sostiene la superiorità della pittura; questa è senz’altro scienza<br />

naturale e mezzo di conoscenza e attraverso di essa si ha esperienza<br />

dell’universo, l’unica esperienza che conduca al sapere. Egli anticipa così di oltre<br />

un secolo la rivoluzione del concetto di scienza. L’antico e la maniera dei maestri<br />

non hanno per Leonardo che scarso interesse: al centro della <strong>sua</strong> poetica è la<br />

natura; egli immagina uno stile pittorico che comprenda a un tempo la forma<br />

plastica e l’atmosfera.<br />

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