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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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<strong>Il</strong> <strong>Rinascimento</strong> pittorico tedesco si svolge per due vie: da una parte si attiene<br />

strettamente al genio popolare e dall’altra si giova sempre più di elementi formali<br />

dell’arte italiana. M. Grunewald operò in un centro altissimo di cultura come<br />

Isenheim, la cui fioritura fu dovuta al mecenatismo del priore del convento di S.<br />

Antonio, Guido Guerci, per la cui chiesa il pittore fece il polittico dell’altare; si<br />

avvertono nelle sue opere mature, nella monumentalità d’impianto, nella<br />

ricchezza dei passaggi chiaroscurali, nei giochi di panneggio nuove concezioni<br />

stilistiche. H. Holbein il giovane nelle pitture sulla facciata della casa del podestà<br />

di Lucerna, eseguite con la collaborazione del fratello Ambrosius tra il 1517 e il<br />

’19, rivela una approfondita conoscenza di soluzioni prospettico-illusionistiche e<br />

di motivi ornamentali caratteristici del <strong>Rinascimento</strong> padano, suggerendo l’ipotesi<br />

di un prolungato soggiorno dell’artista in Lombardia verso il 1516; ricordiamo che<br />

il costume delle facciate dipinte passò nei paesi tedeschi dall’Italia settentrionale<br />

(se ne vedono in Tirolo, in Baviera, fino in Alsazia, come nel palazzo comunale di<br />

Mulhausen). Nella ritrattistica pervenne ad una straordinaria acutezza di<br />

osservazione, a un senso di decoro e di equilibrio formale attraverso l’esperienza<br />

dell’arte italiana. H. Burgkmair, profondo conoscitore della pittura dell’Italia<br />

settentrionale, è autore di composizioni di imponente struttura, dal senso<br />

realistico della natura, dalle tonalità vicine al gusto veneziano. A. Durer compì due<br />

viaggi a Venezia, visitò Ferrara e Bologna(1494-’95 e 1505-’07), e ciò gli consentì<br />

di accostare l’arte classica e rinascimentale (Mantegna e Bellini); la<br />

rappresentazione della persona umana, la concezione prospettica dello spazio e<br />

lo studio delle proporzioni divennero i problemi centrali nell’opera dell’artista<br />

dopo il suo secondo soggiorno veneziano. Egli giunse a una felice fusione tra<br />

l’elemento nordico con il grandioso mondo formale , la magnificenza cromatica e<br />

il pathos dei suoi modelli italiani; nelle incisioni posteriori al 1495 vediamo<br />

soggetti tolti all’erudizione umanistica, reminiscenze classiche negli sfondi<br />

architettonici, nella magnificenza del paesaggio. G. Pencz, allievo del Durer,<br />

completò la propria formazione a Roma, studiando Raffaello e Giulio Romano. J.<br />

Breu il vecchio viaggiò in Italia nel 1514-’15. B. Beham fu in Italia nel 1535, morì a<br />

Bologna nel ’40; abile incisore, fu attento allo stile di M. Raimondi e Dürer. Molto<br />

legato ai modelli italiani fu A. Daucher che lavorò per i Fugger ad Augusta e si<br />

distinse come decoratore. Mostrano notevoli influssi italiani anche l’austriaco J.<br />

Seisenegger e lo svizzero D.N. Manuel, che si formò sulla pittura italiana del 400 e<br />

su Leonardo, oltre che sul Dürer.<br />

Tra i primi artisti italiani in Germania ricordiamo Adriano Fiorentino (Di Giovanni<br />

dei maestri), fonditore e medaglista, che eseguì il busto in bronzo del principe<br />

elettore di Sassonia, Federico il saggio. Jacopo de’Barbari, conosciuto dai tedeschi<br />

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