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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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“fenestras ytalicales”; fece molti lavori Giovanni Maria Speciecasa (Giovanni Maria<br />

da Napoli o Johannes Maria Italus). <strong>Il</strong> castello più grande dell’alta Ungheria è<br />

quello di Nagylicse con un arioso cortile porticato di chiara origine italiana (1571-<br />

1605). In questa regione si affermarono forme nuove come i muri coronati da<br />

cornicioni, di origine veneta; a Frics, Kèsmark, Eperjes, Betlhenfalva, ecc. si<br />

costruirono palazzi sotto l’influsso dell’architettura veneziana.<br />

In Slovacchia, sotto la corona magiara, furono costruiti a Levoca (Locse) in stile<br />

rinascimentale il palazzo comunale, la casa dei Thurzò e altre case private; le<br />

decorazioni in stucco della casa dei Thurzò furono eseguite da stuccatori anonimi<br />

italiani.<br />

In Transilvania, a Cluy (Koloszvar) operarono all’inizio del secolo <strong>XV</strong>I, oltre a<br />

numerosi scalpellini venuti dall’Italia, gli scultori e architetti Giovanni Fiorentino,<br />

Domenico da Bologna, Antonio Castello, Agostino Serena che dettero luogo a uno<br />

stile detto “rinascimentale fiorito” a contatto con il decorativismo locale; influssi<br />

dell’Italia settentrionale si ritrovano a Gherla, a Cris, ecc. Simone da Milano,<br />

architetto regio, nel 1568 dirigeva i lavori del castello di Munkacz (Mukacevo) in<br />

Transcarpazia, che costruiva con operai italiani.<br />

Alessandro da Vedano fu “magister muratorum regius”; i suoi discendenti, fissatisi<br />

nella regione, divennero i nobili Vedano che parteciparono attivamente alla vita<br />

dello stato; egli lavorò con Niccolò da Milano al castello di Sarospatak (1570),<br />

opera cominciata da Felice da Pisa anni prima, gli ornamenti della torre e la<br />

bellissima loggia rivelano influssi lombardi del primo <strong>Rinascimento</strong>.<br />

<strong>Il</strong> nuovo stile ispirò molti artisti ungheresi; J. Aquila segnò per primo i caratteri<br />

nuovi nella pittura, colonie di pittori si formarono a Siena e a Ferrara nel <strong>XV</strong><br />

secolo, come Michele Pannonio che lavorò per Borso d’Este nell’ambiente del<br />

ferrarese Cosmè Tura. Tommaso di Cluy si ispirò nelle sue tavole a Gentile da<br />

Fabriano, influssi umbri sono nella “Visitazione” di Csegold (sec. <strong>XV</strong>) e nell’altra<br />

della cattedrale di Kassa (sec. <strong>XV</strong>I); seguace dei modelli fiorentini si rivela il<br />

maestro ungherese della “Madonna di Bathory” (1526).<br />

La Polonia già nel secolo XIV, sotto Ladislao II Jagellone, attraverso le colonie<br />

italiane del Mar Nero era entrata in più stretti rapporti commerciali con gli italiani<br />

che cominciavano ad affluire entro i suoi confini; aveva, infatti, relazioni con<br />

Genova, Firenze, Venezia e Milano. A Cracovia i contatti si fecero più intensi<br />

all’inizio del ‘500 quando cominciò ad affermarsi il gusto rinascimentale.<br />

L’esempio di Mattia Corvino, re d’Ungheria, protettore di artisti italiani, fu ripreso<br />

in Polonia, quando il principe Sigismondo, futuro re, si recò in visita presso il<br />

fratello Ladislao, succeduto sul trono d’Ungheria a Mattia, ed ebbe modo di<br />

vedere quanto era stato realizzato a Buda da architetti, scultori e pittori italiani.<br />

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