19.05.2013 Views

Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

incorporata nel 1823 nella nuova cattedrale; egli si valse dell’opera di pittori e<br />

scultori italiani.<br />

<strong>Il</strong> Pinturicchio disegnò la pianeta che il cardinale fece ricamare in Italia (oggi nel<br />

museo di Strigonia); Alberto Fiorentino, seguace di Filippino Lippi, eseguì gli<br />

affreschi della cappella (si è conservato il frammento delle “Quattro virtù”);<br />

mirabile esempio di arte rinascimentale è l’altare, opera di Andrea Ferrucci, della<br />

scuola di Giuliano da Sangallo, eseguita a Firenze, con gli ornati scolpiti da<br />

Giovanni Fiorentino. Lo stesso Ferrucci inviò una fontana di marmo al re Ladislao<br />

II e un tabernacolo a Pècs. Giovanni Fiorentino, chiamato in Ungheria e in Polonia<br />

dal 1510 al ’17, eseguì una vasca battesimale di marmo rosso a Granvaradino; a<br />

Menijo si conservano un suo portale, un fonte battesimale firmato e un ciborio.<br />

Vincenzo da Ragusa eseguì i portali delle chiese di Berevice, Hethars e Kiszeben<br />

ed un ciborio per la chiesa di Hethars; sono di fattura italiana il ciborio del<br />

vescovo Nagyzevry nella chiesa parrocchiale di Pest, gli stalli di pietra nel coro<br />

della chiesa di Nyrbator, il tabernacolo di Pecs. Del 1512 è la cappella Lazòr di<br />

Alba Julia, riccamente ornata di statue; ai primi anni del secolo si possono datare<br />

alcuni monumenti sepolcrali dall’ornato rinascimentale, con le figure dei defunti<br />

intese come ritratti (pietre tombali di J. Zapolya a Szepeseshely, e di I. Perenyi a<br />

Toketerebes). In Ungheria e in Polonia operò lo scultore <strong>Francesco</strong> Italico.<br />

Tra i pittori italiani in Ungheria nel secolo <strong>XV</strong>I troviamo Bernardo da Lugano che<br />

decorò a Bartfa la cappella di S. Egidio e introdusse la tecnica del graffito,<br />

decorando i bastioni della città; soprattutto nel nord del paese, a Szepes e a<br />

Saros, ornati a graffiti sono presenti in castelli, chiese e campanili. Ricordiamo<br />

anche Raffaello da Gallieno, il Visino e Giovanni Antonio da Pordenone che lavorò<br />

alla corte di re Giovanni Zapolya in Transilvania e ottenne nel 1535 la nobiltà<br />

ungherese; in questa regione motivi ornamentali italiani sono nei soffitti a<br />

cassettoni dipinti.<br />

Nel secolo <strong>XV</strong>I tra gli architetti fu celebre Pietro Ferabosco, anche come pittore e<br />

scultore; grande architetto militare, provvide alla costruzione e al consolidamento<br />

di molte fortezze. I sovrani chiamarono schiere di ingegneri militari dall’Italia per<br />

le difese dei confini contro la minaccia turca; la dominazione ottomana dal 1526<br />

al 1686 su due terzi del territorio ungherese arrestò l’evoluzione artistica nelle<br />

zone centrali, compresa Buda. Le regioni settentrionali e occidentali, sotto la<br />

dinastia degli Asburgo, rimasero invece in contatto con l’arte italiana attraverso<br />

Vienna e Praga, fonti del <strong>Rinascimento</strong> nell’Europa centrale. Nel secolo <strong>XV</strong>I furono<br />

ricostruiti da architetti italiani i castelli secondo il nuovo stile, così come molte<br />

chiese e palazzi distrutti. Un Italus trasformò il castello di Szamosujvar per il<br />

cardinale Giorgio Martinuzzi; un Alessio edificò a Bartfa un palazzo che aveva<br />

225

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!