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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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Giovanni Dalmata, scultore e architetto, fu chiamato dal re nel 1481, stette circa<br />

dieci anni in Ungheria, fu onorato a corte; gli sono attribuiti due ritratti in<br />

bassorilievo del re e della regina, parti scultoree del castello di Visegrad e sculture<br />

nella cattedrale di Vàcz.<br />

Benedetto da Maiano, scultore e intagliatore, lavorò a Buda per il re come scultore<br />

in legno, in terracotta e in marmo (di questa <strong>sua</strong> attività in Ungheria parla il<br />

Vasari).<br />

Dai pochi frammenti rimasti della decorazione della reggia di Buda emerge che gli<br />

scultori chiamati alla corte di Mattia Corvino erano tutti di alto livello. Sappiamo<br />

che alcuni frammenti scultorei sono di opere fatte da Giovanni Ricci da Sala,<br />

autore anche della “Madonna” di Visegrad, città in cui lavorò maggiormente.<br />

Capolavoro dello stile rinascimentale è la fontana figurata di marmo rosso,<br />

eseguita nel 1480-’85 da un maestro italiano. Le opere di costruzione regia<br />

subirono un arresto dopo la morte del re (1490); furono riprese durante il regno<br />

di Ladislao II nel ’97 e durarono fino al 1505.<br />

<strong>Il</strong> Camicia, dopo un breve periodo passato a Firenze, riprese la direzione dei lavori<br />

a Buda fino all’ultimo periodo della <strong>sua</strong> vita; il Vasari ci dice che morì (dopo il<br />

1505) per l’eccessivo lavoro fatto per il re: ”Costruì palazzi, giardini, fontane,<br />

templi, fortezze ed altre molte muraglie d’importanza, con ornamenti, intagli,<br />

palchi lavorati ed altre simili cose”. Nel castello, distrutto dai turchi, vi erano<br />

cortili porticati, sontuosi ambienti interni, una biblioteca monumentale, grandi<br />

statue di bronzo e fontane.<br />

Tra i grandi pittori ricordiamo Ercole de’ Roberti che dipinse per il re (1487);<br />

Filippino Lippi che inviò al re un “Cenacolo”, una “Madonna” e altri quadri e fece il<br />

disegno di una pianeta; Antonio del Pollaiolo che disegnò il tappeto del trono (ora<br />

nel castello di Galgoc); su disegno del Botticelli fu tessuto il paramento della<br />

messa conservato a Nagyszeben (oggi Sibiu); alcuni quadri di Berto Linaiolo,<br />

dipinti a Firenze, furono portati dal Camicia al sovrano e destarono molta<br />

ammirazione.<br />

<strong>Il</strong> cardinale Ippolito I d’Este, nipote di Beatrice d’Aragona, divenuto primate<br />

d’Ungheria, chiamò artisti italiani a Strigonia (Esztergom) e fece innalzare<br />

monumenti di carattere rinascimentale nel palazzo vescovile e nella cattedrale.<br />

<strong>Francesco</strong> Francia eseguì per lui una splendida croce, ornata di nielli e rilievi<br />

(croce apostolica del regno), oggi nella cattedrale.<br />

Tommaso Bakòcz, primate d’Ungheria nel 1500, a Strigonia, divenuto il centro di<br />

cultura più importante della stessa corte, fece costruire nel ‘07 da un maestro<br />

della scuola di Giuliano da Sangallo una cappella che da lui prese il nome,<br />

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