Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

secolo); il pulpito di S. Croce a Coimbra ha una mirabile decorazione in puro stile
rinascimentale; il paliotto d’altare nella chiesa “da luz” a Lisbona è attribuito al
Mosca (sec. XVI), così come le “Storie di s. Girolamo” nel transetto della chiesa del
convento di Belem. Nella basilica di Batalha lavorarono lo scultore in legno Pietro
Tacca (dal 1549 al ’61) e i pittori Antonio e Francesco Tacca, ricordati dai
documenti tra il ’32 e il ’66.
Gusto italiano presentano a Lisbona il portale della chiesa della Madonna di Loreto
e il chiostro del convento della Madre di Dio; a Sintra il portale presso il palazzo
reale; a Coimbra la “porta speciosa” della cattedrale vecchia, la cappella del
Sacramento e il chiostro del Carmine; a Viana do Castelo la chiesa della
Misericordia, la facciata della chiesa di S. Domenico e il portale di S. Sebastiano; a
Lagos il portale della chiesa “do compromisso maritimo”; a Evora, il centro
artistico portoghese più italianizzante, il portale del cimitero, la facciata del
convento della Grazia in stile michelangiolesco, il chiostro e il portale di questa
chiesa e quello di S. Chiara; a Tavira il portale della chiesa della Misericordia, a
Caminha la chiesa parrocchiale, a Braga il palazzetto. A Thomar l’influsso
tipicamente fiorentino è palese nella chiesa della Concezione, mentre quello
romano è presente nella cappella absidale del convento dei “Jeronimos”.
Tra i pittori rinascimentali ricordiamo Antonio Fiorentino che affrescò la “Sacra
conversazione” nella chiesa di S. Francesco a Oporto ed eseguì il ritratto di re
Giovanni.
Nel 1536 fu inviato a Safri in Africa come architetto militare per il Portogallo
Garcia da Bologna.
Tra gli artisti portoghesi che studiarono o si formarono in Italia citiamo A. Pires
d’Evora e F. de Hollanda, pittore e scrittore, noto soprattutto per il suo trattato
della pittura antica (1547-’49), lode appassionata del classicismo; l’autore aveva
soggiornato a Roma ed era stato allievo di Michelangelo. Al trattato seguono
quattro dialoghi nei quali intervengono l’autore, Vittoria Colonna e Michelangelo,
delle cui idee sull’arte il testo è interessante testimonianza; ricordiamo che il de
Hollanda lasciò di Michelangelo anche un prezioso ritratto miniato.
L’Ungheria sembra avere avuto piuttosto tempestivamente contatti con la cultura
italiana; il condottiero Filippo Buondelmonti degli Scolari, detto Pippo Spano,
conte e governatore di Temesvar, divenne uno dei consiglieri più intimi del
sovrano, edificò fortezze ai confini dello stato, combattè con successo per diciotto
volte contro turchi e veneziani; un fratello fu governatore della Valacchia, un
cugino vescovo di Varadino. Pippo aveva cominciato la carriera in Buda come
garzone nella bottega dei Pecchia, una famiglia fiorentina trapiantatasi già nel
secolo XIV per il commercio della seta; uno degli antesignani della cultura
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