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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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<strong>Il</strong> <strong>Rinascimento</strong> rinnegò la tradizione “bizantina” non in nome di una verità nuova<br />

(come aveva fatto l’arte cristiana), ma in nome di una verità ritrovata nell’antico,<br />

in nome di valori ideali offuscati dall’”età oscura”. E poiché la poetica umanistica<br />

dominerà il campo dal <strong>XV</strong> all’inizio del XIX secolo, in questo lungo periodo non si<br />

parlerà più di tradizione, ma soltanto dell’ ”antico”, cioè di una perfezione ideale,<br />

di un’età d’oro esistita e alla quale è necessario rifarsi.<br />

Si esalta così la figura dell’artista e della <strong>sua</strong> attività creativa; nasce di<br />

conseguenza la concezione nuova dell’arte: al Medioevo che vedeva nell’artista il<br />

produttore di oggetti materiali, l’Umanesimo contrappone una visione dell’artista<br />

come ideatore di forme, dell’arte come attività concettuale e umana avente in sé<br />

la propria giustificazione e il proprio fine (vedi lez. n.13).<br />

Le arti (pittura, scultura, architettura) sono promosse al rango di “artes liberales”<br />

contro la tradizione medioevale che le annoverava tra le “artes mechanicae”;<br />

questo affermò Leon Battista Alberti quando attraverso le sue opere teoriche<br />

intese dare un fondamento scientifico all’operare <strong>artistico</strong>, ponendo le arti sullo<br />

stesso piano della filosofia e della letteratura. Nel trattato ”De pictura” (1436),<br />

dedicato al Brunelleschi, che nel 1410 aveva definito le regole della prospettiva,<br />

l’Alberti presenta la codificazione della concezione del primo <strong>Rinascimento</strong><br />

fiorentino per cui l’arte non è più imitazione naturale ma conoscenza della natura,<br />

fondata sul nuovo concetto della prospettiva raggiunta scientificamente (il che fa<br />

dell’Alberti uno dei fondatori della geometria proiettiva) con le regole della<br />

corretta costruzione prospettica. Si passa con lui da una ricerca scientifica, attuata<br />

sporadicamente nel secolo XIV in opere pittoriche con schemi geometrici e<br />

formule empiriche, ad una problematica artistica; attraverso la prospettiva si<br />

afferma il concetto stesso dell’uomo come centro dell’universo, si creano scene e<br />

figure di profonda umanità in ambienti ritmicamente spaziati.<br />

Nella storia artistica italiana del <strong>XV</strong> secolo la rappresentazione del mondo visibile<br />

secondo prospettiva è l’elemento unificante di tutte le espressioni figurative.<br />

Marsilio Ficino afferma che le arti, se vogliono sfuggire all’approssimazione ed<br />

attingere la perfezione, devono porre le basi nell’ ”ordo mathematicus”. Questo<br />

nuovo rigore scientifico, oltre ad elevare pittura, scultura e architettura da arti<br />

meccaniche ad arti liberali, rappresenta anche un avanzamento sociale degli artisti<br />

che da artigiani e tecnici diventano uomini di scienza; e matematica, geometria e<br />

musica sono ora considerate premesse teoriche indispensabili per la formazione<br />

dell’artista.<br />

Gli artisti del <strong>Rinascimento</strong> erano pienamente convinti che la matematica fosse la<br />

vera essenza del mondo fisico e che l’universo fosse tutto ordinato e spiegabile in<br />

termini geometrici, profondamente influenzati dalla allora recuperata filosofia dei<br />

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