Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi
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della cattedrale. A Carrara vengono assunti altri collaboratori: Marcuccio Bernardi,<br />
Pietro da Carrara, Pandolfo Fancelli (cugino di Domenico), <strong>Francesco</strong> da Como,<br />
<strong>Francesco</strong> e Nicola Ghetti, Astolfo e Giovanni da Firenze, Franchino della Torre,<br />
Domenico Vanelli, Pietro Mantovano, Giovannino Nelli, Tomeo da Menco,<br />
<strong>Francesco</strong> di Filippo Mastri, Domenico Ghare, Pietro Aprile, Bersagli, Girolamo da<br />
Santacroce e Giangiacomo da Brescia, Adamo Wibaldo e Tommaso Fornà, in totale<br />
con i tre collaboratori, venuti da Barcellona, 24 persone.<br />
Nel 1520 l’Ordoñez muore; il sepolcro di Filippo di Borgogna e di Giovanna la<br />
Pazza, progettato da Domenico Fancelli ed eseguito poi dall’Ordoñez, viene<br />
rifinito da Giovanni da Fiesole, Simone Bellalana, Vittorio Cogono e Domenico<br />
Ghare e consegnato a Granada nel ’21. La tomba del cardinale Cisneros,<br />
progettata dal Fancelli, terminata da Pietro Aprile, Giangiacomo da Brescia e<br />
Girolamo da Santacroce, è collocata nella cappella ad Alcalà nel ’24; le tombe dei<br />
Fonseca (don Alonso e la madre), disegnate dal Fancelli, sono eseguite da Pietro<br />
Aprile e Marcuccio Bernardi e giungono a Coca nel ’33. Simone Bellalana e<br />
Giovanni da Fiesole terminano la tomba del vescovo di Burgos, abbozzata<br />
dall’Ordoñez; il secondo lavora anche a Granada, così come Giuseppe Sangronis.<br />
Dell’arte di Ordoñez dobbiamo dire che la maniera del Fancelli venne modificata<br />
nelle sue ultime opere da influssi michelangioleschi; egli visse diversi anni a<br />
Napoli e a Genova oltre che in Toscana.<br />
Celebre fu Giovanni Moretto (Juan de Moreto); diffuse l’arte degli scultori<br />
lombardi, lavorò a Tarascona con Nicola Lovato; nel 1521 a Jaca fu “maestro<br />
architetto”. Nella cappella di S. Michele della cattedrale eseguì in collaborazione<br />
con C. Joly il retablo, con statue di s. Rocco, s. Giuseppe, s. Paolo e s. Cristoforo;<br />
nel ’25 a Saragozza (con il Picart) fece il retablo dell’ ”Ecce homo” nella chiesa di<br />
S. Filippo, quello nella chiesa di S. Michele, gli stalli del coro nella basilica del Pilar<br />
(con l’Obrey e il Lovato), nel ’30 eseguì il retablo della chiesa di La Almolda, nel<br />
’38 quello della chiesa di S. Sebastiano a Borja. Suoi sono anche quelli di s.<br />
Michele Arcangelo nella parrocchiale di Ibdes, della Ermita de la Virgen a<br />
Moncayo, della cappella de los Concillos nella cattedrale e della cappella della<br />
Visitazione a Tarazona, e infine quello di Valladolid (ora nel museo). A Plasencia il<br />
Moretto lavorò nella chiesa del Salvador, eseguì il busto di s. Anna nella<br />
parrocchiale di Tauste, fece lavori anche per le chiese di Alquezar, Alcaniz,<br />
Belchite, Calnergo, Hijar, Mora, Roda, Sallent de Galleco. <strong>Il</strong> figlio Pietro lavorò a<br />
Barrozar, Anorbe, Orobia e Saragozza.<br />
Molti altri scultori italiani operarono in Spagna nel secolo <strong>XV</strong>I: <strong>Francesco</strong><br />
Camilliani nel palazzo di Abadia (Caceres), Giovanni Marigliano da Nola, autore<br />
della tomba di don Ramon Folch da Cardona nella chiesa di Bellpuig; Clemente<br />
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