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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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Antonio Maria Aprile con Antonio di Novo scolpisce nella <strong>sua</strong> bottega di Siviglia<br />

nel 1529 gli ornamenti destinati alla biblioteca della casa di Colombo, tra cui un<br />

portale. Si ha pure notizia di forniture di colonne da parte dello stesso Aprile e<br />

Bernardino Gagini per l’Alcazar di Siviglia. Infine alla scuola degli Aprile sono<br />

attribuiti i sepolcri di Alonso Carrillo e del fratello nella cappella di S. <strong>Il</strong>defonso<br />

della cattedrale di Toledo.<br />

Jacopo Torni o Jacopo Fiorentino, detto l’Indaco il vecchio, nel 1519 si reca in<br />

Spagna con Pedro Machuca, l’architetto venuto in Italia per un periodo di studio,<br />

con il fratello <strong>Francesco</strong>, e si stabilisce a Granada dove dirige la squadra di pittori,<br />

tagliatori di pietra e falegnami che lavorano nella cattedrale alla installazione<br />

dell’organo e delle porte della sagrestia; nel ’20 dipinge la cassa dell’organo. Con<br />

il Machuca esegue la pala della croce destinata ad inquadrare il famoso trittico di<br />

Dirk Bouts; esegue il fregio con medaglioni nella cappella del Gran Capitano, gli<br />

stalli del coro (con Martin Bello), la statua della Madonna e altre decorazioni sopra<br />

l’arco d’ingresso della cappella reale (con il fratello <strong>Francesco</strong>), un Cristo in legno<br />

nel convento dell’Angelo Custode, il gruppo della sepoltura (ora nel museo di<br />

Carlo V); Jacopo a Jaèn scolpisce il Cristo del Corpus in legno policromo nella<br />

chiesa della Maddalena; a Murcia il portale della sagrestia della cattedrale, gli<br />

ornamenti statuari e le decorazioni, gli stalli del coro e con il fratello <strong>Francesco</strong> un<br />

presepio in rilievo; a Villena nell’attuale casa municipale la pila battesimale (lavora<br />

in questa città anche come architetto).<br />

<strong>Francesco</strong> Torni, detto l’Indaco il giovane, dal ’19 al ’22 lavora nel castello di<br />

Velez Blanco, per il quale si ricorse ad operai italiani, con la collaborazione di<br />

Martino da Milano, con il quale esegue anche il fonte battesimale nella cattedrale<br />

di Granada e a Siviglia le sculture in marmo nel coro del duomo; infine a Murcia<br />

progetta la torre dell’orologio (ricordiamo che il bellissimo castello di Velez Blanco<br />

fu in seguito demolito; i soffitti a cassettoni, le ceramiche, le porte di noce<br />

scolpite, il finissimo arredamento, i blocchi marmorei, i ricchi pavimenti, le scale,<br />

tutto lavorato in Italia con marmo di Carrara, furono acquistati nel secolo XIX da<br />

un ricco signore che li fece impiegare in uno dei suoi palazzotti vicino Parigi).<br />

Pietro Torrigiani nel 1520 abbandona l’Inghilterra e si presenta a Granada; nel ’25<br />

è a Siviglia dove modella un busto di Isabella di Portogallo; il Vasari gli attribuisce<br />

opere di terracotta per il monastero di S. Girolamo di Buenavista. A Siviglia è<br />

conservata una Vergine con bambino (in terracotta policroma).<br />

Lo spagnolo B. Ordonez nel 1519 succede a Domenico Fancelli nell’esecuzione<br />

delle opere commissionate; nello stesso anno si trasferisce a Carrara, portando<br />

con sé Vittorio Cogono, Giovanni Rossi da Fiesole e Simone Bellalana, detto<br />

Mantovano, che già dal ’15 lavoravano con lui a Barcellona negli stalli del coro<br />

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