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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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dipingendo in 53 pannelli 20 figure di profeti; affresca il “Giudizio universale”<br />

nell’abside, lavora nel convento di s. Isabella d’Ungheria a Cantalapiedra e nella<br />

cattedrale di Valenza. <strong>Il</strong> fratello Sansone nel 1446 è a Siviglia, nel ’50 ad Avila<br />

dove esegue il retablo nella cappella di s. Stefano della cattedrale, collabora con<br />

Dello a Salamanca; dal ’62 è di nuovo ad Avila, lavorando nella cappella di s.<br />

Giovanni della cattedrale, nelle chiese di s. Maria e di s. Antonio, nella porta degli<br />

Apostoli, nel chiostro del “Noli me tangere”.<br />

Nel 1472 Paolo di San Leocadio, <strong>Francesco</strong> Pagano da Napoli e maestro Riccardo,<br />

recatisi al seguito del cardinale Rodrigo Borgia, affrescano il presbiterio della<br />

cattedrale di Valenza nel ’84 Paolo si impegna per altri lavori nella stessa<br />

cattedrale; nel 1501-’05 esegue il grande altare della collezione di Gandìa<br />

(“Passione e vita della Madonna”); nel ’11 vari altari nella stessa città; nel ’13 il<br />

capitolo di Valenza gli commissiona tredici grandi tele per gli sportelli dell’organo<br />

che dipinge con il figlio Filippo.<br />

Tra il <strong>XV</strong> e il <strong>XV</strong>I secolo troviamo a Barcellona Pietro Cavaro, pittore; qualche<br />

decennio più tardi Pietro Paolo Alberghi.<br />

<strong>Il</strong> Vasari ci dice che anche Andrea Sansovino fu in Spagna; a lui si attribuisce la<br />

tomba del cardinale nella cattedrale di Toledo (1493) o forse è di Andrea Bregno o<br />

di Domenico Fancelli; certamente è un’opera importata dall’Italia o lavorata in<br />

Spagna da mano italiana.<br />

Domenico Fancelli non sarebbe divenuto l’alfiere del <strong>Rinascimento</strong> nella scultura<br />

spagnola se non avesse avuto la straordinaria ventura di entrare nelle grazie di<br />

don Inigo Lopez de Mendoza, conte di Tendilla, che, inviato nel 1486 dai re<br />

cattolici in Italia per comporre la pace tra il papa Innocenzo VIII e la corte<br />

aragonese di Napoli, aveva soggiornato a Firenze, ospite di Lorenzo il Magnifico.<br />

<strong>Il</strong> conte scelse il Fancelli la cui fiorente bottega, dedita prevalentemente all’arte<br />

funeraria, godeva di un indiscusso prestigio e gli affidò l’incarico di eseguire il<br />

monumento funebre per il fratello Diego, arcivescovo di Siviglia, da collocare nella<br />

cappella di Nostra Signora de la Antigua in cattedrale. <strong>Il</strong> Fancelli acquistò a<br />

Carrara nel 1502 cinquantacinque carrate di marmo bianco, trasferite via mare a<br />

Genova, dove egli scolpì le varie parti del monumento da lui stesso montato nel<br />

’10 nella cattedrale di Siviglia; nel centro, sulla parete, al di sopra dell’urna con il<br />

giacente Diego Hurtado de Mendoza, appaiono tre rilievi della Vergine, di s. Anna<br />

e della Resurrezione, e nel registro inferiore i ritratti dei due fratelli<br />

dell’arcivescovo, committenti dell’opera; nel timpano è raffigurata l’Assunzione;<br />

sotto l’urna due rilievi, la Temperanza e la Giustizia, affiancano l’epitaffio, volto in<br />

latino dall’umanista italiano Pietro Martire, precettore alla corte dei re cattolici. Per<br />

suggerimento del conte di Tendilla il Fancelli ebbe dalla corte spagnola una<br />

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