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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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irto di difficoltà, specialmente là dove esisteva già una robusta tradizione locale di<br />

architettura gotica o di pittura naturalistica.<br />

Occorre a tal punto precisare che il primo aspetto dell’arte italiana, accolto con<br />

successo nei paesi stranieri, fu lo stile decorativo tipico dell’Italia settentrionale e<br />

in particolar modo della Lombardia, in cui le strutture e i moduli rinascimentali<br />

vengono assorbiti e spesso quasi annullati dalla ricca ornamentazione policroma e<br />

dai rilievi. In un secondo tempo si diffonde la tecnica dello stucco; il suo grande<br />

ritorno come decorazione architettonica avviene trionfalmente nell’ambito del<br />

genio di Raffaello, allorché il suo allievo, Giovanni da Udine, riscopre la tecnica<br />

usata dagli antichi romani; si studiano le “grottesche”, quel particolare tipo di<br />

decorazione parietale, derivante da quello della Domus aurea di Nerone (le<br />

cosiddette grotte), costituite da fantastiche forme vegetali miste a figurette umane<br />

o animali, per lo più immaginari, in un insieme capricciosamente bizzarro e<br />

innaturale, ed eseguite a stucco e ad affresco. Le grottesche passarono anche alla<br />

scultura, raggiungendo finezza estrema di esecuzione. Giovanni da Udine, autore<br />

degli stucchi nelle Logge di Raffaello in Vaticano e a Villa Madama, dopo il sacco<br />

di Roma lavorò a Venezia , contribuendo alla diffusione dello stile romano in Alta<br />

Italia.<br />

Questo gusto si propagò anche in Germania; i rilievi di stucco, alternati a dipinti di<br />

grottesche, si inserirono per opera di maestranze quasi esclusivamente italiane<br />

nella tipica pesantezza del <strong>Rinascimento</strong> architettonico locale; esempi interessanti<br />

del come venissero interpretate le decorazioni raffaellesche si trovano nella<br />

Residenza di Monaco e nella casa dei Fugger ad Augusta (vedi lez. n.19).<br />

E ritroviamo in tutta l’Europa orientale questa circolazione di elementi di tecnica e<br />

di stile, dovuta quasi sempre ad artisti italiani, rivissuta però nelle forme di quel<br />

<strong>Rinascimento</strong> attardato. In Boemia, ad esempio, attorno alla metà del ‘500 se ne<br />

hanno interessanti manifestazioni nella decorazione di una sala del castello di<br />

Bucovice, improntata a squisite preziosità di sapore manieristico e, sotto certi<br />

aspetti, pre-barocco; negli ornati di Kratochville (Kurzweill), o nel camino del<br />

castello di Nelahozeves (Mulhausen) che ripete una tipologia sorta nel Veneto.<br />

Da questo stesso periodo gli stucchi, i motivi ornamentali ad affresco e la<br />

decorazione pittorica con figure in grandi composizioni rientrano nel movimento<br />

che si dirà manieristico (vedi lez. n.19), diffuso ad opera di artisti italiani dalla<br />

scuola di Fontainebleau, piuttosto che in una concezione stilistica propriamente<br />

rinascimentale. Sul finire del ‘500 l’intento teorico prende il sopravvento sul<br />

classicismo e conduce ad astratte formulazioni che lo riducono di fatto a<br />

disciplina didattica; in Francia invece i sostenitori del gusto aulico contro la più<br />

emozionata arte fiamminga identificano nel classicismo, introdotto da teorici e<br />

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