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Lezione XV - Il Rinascimento artistico; sua ... - Francesco Ridolfi

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mercato d’arte si era fatto più ricco di contrattazioni; i frequenti spostamenti degli<br />

oggetti da una raccolta all’altra, da un paese all’altro, avevano determinato il<br />

sorgere della speculazione; l’interesse commerciale per le cose d’arte era ormai<br />

destinato ad assumere uno sviluppo molto accentuato.<br />

Riesumato nella Firenze del ‘400 da Lorenzo il Magnifico e poi adottato<br />

universalmente, fu il nome dell’ edificio, dedicato alle muse, destinato a raccolta<br />

di opere d’arte. Già nel Medioevo l’accentramento della ricchezza nelle mani di<br />

pochi potenti favorì le raccolte di oggetti d’arte: primi nuclei dai quali, poi, col<br />

favore della cultura umanistica e del mecenatismo, strumento di prestigio politico<br />

delle famiglie più cospicue, trassero origine le raccolte del <strong>Rinascimento</strong>.<br />

Gli ambienti nei quali gli oggetti erano raccolti si chiamarono ”gabinetti”. Nel<br />

Natale 1471 Sisto IV, donando al popolo romano le opere d’arte raccolte nel<br />

Campidoglio, iniziava l’era delle pubbliche collezioni. La raccolta capitolina fu la<br />

prima ad avere un apposito palazzo.<br />

Tra i primi a costituire raccolte di opere d’arte furono i Medici. Ricchissime furono<br />

le collezioni: Gonzaga a Mantova, dei Montefeltro a Urbino, Estense a Modena,<br />

Farnese a Parma, ecc.<br />

Nel ‘500 le grandi conquiste dell’arte italiana ebbero altre conseguenze nella<br />

evoluzione del mecenatismo; i potenti di tutta Europa cominciarono a<br />

comprendere il prestigio che potevano trarre dal favorire le arti e presto si misero<br />

a competere con gli italiani. <strong>Francesco</strong> I, Massimiliano d’Asburgo e Carlo V<br />

contribuirono a introdurre un’idea la cui importanza doveva poi farsi sentire per<br />

molti secoli; proteggendo gli artisti un principe può procacciare gloria non solo a<br />

se stesso ma anche al suo paese.<br />

La penetrazione degli indirizzi artistici italiani nei paesi stranieri fu in genere<br />

accompagnata da movimenti paralleli in altri campi della cultura. L’esigenza di<br />

aggiornamento, voluta anche dai grandi committenti delle corti d’oltralpe,<br />

rendeva indispensabile il viaggio di studio in Italia che diveniva, al momento del<br />

ritorno in patria, un eccellente viatico per assicurarsi successo e fama. Importanza<br />

ebbero anche i movimenti religiosi; pure dopo l’avvento della Riforma alcuni stati<br />

italiani, come Venezia, mantennero le relazioni diplomatiche con l’Europa<br />

settentrionale e costituirono, in particolare per l’Inghilterra, un importante tramite<br />

con la cultura italiana.<br />

<strong>Il</strong> processo di assimilazione delle idee rinascimentali segue linee differenti nei<br />

diversi paesi; in alcuni, come la Spagna, la Francia e l’Ungheria, i motivi nuovi<br />

furono direttamente importati da artisti italiani; in altri casi si ebbe il processo<br />

inverso, per esempio con il Durer e con il fiammingo Mabuse. Tale processo fu<br />

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