IL LIEVITO - Microbiologia Generale
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IL LIEVITO
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<strong>IL</strong> <strong>LIEVITO</strong>
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La cellula di lievito<br />
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Caratteristiche generali<br />
Fungo unicellulare appartenente alla divisione ascomicete<br />
Cresce su substrati semplici<br />
Ha un tempo di generazione di circa 2 ore<br />
Si possono effettuare degli studi di genetica classica<br />
Può essere manipolato geneticamente<br />
trasformazione<br />
disponibilità di diversi tipi di plasmidi.<br />
S. cerevisiae è stato il primo eucariote completamente sequenziato:<br />
il genoma è circa 3,5 volte quello di E. coli, esistono circa 6000 geni<br />
(in E. coli sono circa 2000) di cui solo per una parte si conosce la<br />
funzione<br />
Può essere utilizzato come modello semplice per i complicati<br />
processi che avvengono nelle cellule degli eucarioti superiori.<br />
Viene utilizzato in numerosi processi biotecnologici.<br />
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Sebbene i lieviti abbiano una complessità genetica più grande dei batteri,<br />
contengono 3.5 volte più DNA rispetto a Escherichia coli, condividono con<br />
quest’ultimo molti vantaggi tecnici che hanno consentito un rapido progresso<br />
nel campo della genetica molecolare.<br />
Alcune delle proprietà che rendono il lievito particolarmente adatto per gli<br />
studi biologici includono la crescita rapida, forma unicellulare in forma<br />
dispersa, la facilità della replica plating e l’isolamento di mutanti, un sistema<br />
genetico ben definito e una ampia versatilità di sistemi di trasformazione.<br />
Il S. cerevisiae è vitale anche se porta numerosi marcatori genetici. Essendo<br />
non-patogeno, il lievito può essere maneggiato tranquillamente senza<br />
particolari precauzioni. E’ infatti considerato un organismo GRAS (Generally<br />
Regarded As Safe). Ampie quantità di normale lievito panario sono<br />
commercialmente disponibili e possono fornire una risorsa a buon mercato per<br />
gli studi biochimici.<br />
Al contrario di molti altri microrganismi, i ceppi di S. cerevisiae possono<br />
esistere in forma stabile sia in forma aploide che in forma diploide. In questo<br />
modo le mutazioni recessive possono essere isolate e se ne può studiare il<br />
fenotipo nei ceppi aploidi; i ceppi diploidi possono essere utilizzati per<br />
generare mutazioni in geni essenziali e per test di complementazione.<br />
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Colorazione delle cellule di lievito con<br />
rodamina-falloidina: messa in evidenza<br />
della actina<br />
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Parete cellulare del lievito<br />
• I costituenti principali della parete del lievito sono:<br />
• 1. 1,3-β-glucano: è il maggiore componente e forma lo scheletro fibroso<br />
della parete<br />
• 2. 1,6-β-glucano: collega i componenti esterni ed interni della parete<br />
• 3. mannoproteine: si trovano sulla superficie esterna della parete. Sono<br />
estensivamente glicosilate. La loro presenza limita la permeabilità ai soluti<br />
della parete. Le mannoproteine sono modificate mediante l’aggiunta di un<br />
ancora glicosil-fosfatidil-inositolo (GPI)<br />
• 4. chitina: contribuisce alla insolubilità delle fibre. Si localizza nel collo di<br />
emergenza della gemme e forma una cicatrice. Contando le cicatrici si può<br />
risalire al numero di gemme prodotte da una cellula.<br />
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Colorazione delle cellule di lievito con<br />
calcofluoro: messa in evidenza della<br />
chitina<br />
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• Lo sviluppo delle tecniche di trasformazione del DNA ha reso il lievito particolarmente<br />
accessibile alla clonazione genica e a tecniche di ingegneria genetica. Geni strutturali<br />
corrispondenti a praticamente qualsiasi tratto genetico possono essere isolati mediante<br />
complementazione da banche plasmidiche. I vettori utilizzati per la trasformazione del<br />
lievito sono di tre tipi: vettori integrativi (YIp), che si integrano a bassa frequenza nel<br />
genoma, vettori ad alto numero di copie (YEp), che si replicano autonomamente grazie<br />
all’origine di replicazione del plasmide 2µ ed infine, vettori a basso numero di copie<br />
(YCp), che si replicano grazie ad una sequenza di replicazione autonoma (ARS). e che<br />
contengono anche una sequenza centromerica (CEN).Sono inoltre disponibili gli YAC,<br />
cromosomi artificiali di lievito, che vengono utilizzati per clonare grandi frammenti di<br />
DNA (200-800 Kb); tali vettori sono lineari e contengono anche sequenze telomeriche<br />
oltre ad una origine di replicazione (ARS ) e al centromero (CEN).Grazie alla tecniche<br />
del DNA ricombinante ed alla costruzione di vettori di clonaggio e di espressione, il<br />
lievito Saccharomyces cerevisiae viene utilizzato per la produzione di proteine<br />
eterologhe.Rispetto ad E. coli, le proteine prodotte in lievito possono subire le<br />
appropriate modifiche a livello post-traduzionale quali la glicosilazione. Inoltre, le<br />
proteine eterologhe secrete da ceppi ingegnerizzati mostrano un corretto ripiegamento<br />
e sono facilmente recuperate dal terreno di coltura.Ciò ha permesso di produrre in<br />
lievito il primo vaccino umano, l’antigene del core dell’epatite B, ed il primo prodotto di<br />
impiego nel settore alimentare, la rennina (Sherman, 1997).<br />
• Infine, le potenzialità del lievito in quanto organismo modello è illustrata dal fatto che<br />
molti geni di mammifero vengono introdotti in lievito per un’analisi sistematica della<br />
funzione dei corrispondenti prodotti genici.<br />
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Vettore batterico<br />
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Classi di vettori di lievito<br />
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GENETICA CLASSICA<br />
• La segregazione dei cromosomi in S. cerevisiae avviene in maniera simile<br />
a tutti gli altri eucarioti con una prima ed una seconda divisione<br />
meiotica. Durante la meiosi, le cellule di S. cerevisiae vanno incontro a<br />
cambiamenti morfogenetici. Ogni cellula diploide produce quattro spore<br />
apolidi contenute in un asco, chiamato anche tetrade. L’associazione<br />
fisica di tutti i prodotti di una singola meiosi all’interno di una tetrade,<br />
consente un’analisi genetica della progenie molto precisa.<br />
• L’analisi genetica dei prodotti meiotici all’interno di una tetrade<br />
richiede un metodo noto come “dissezione delle tetradi” che consiste<br />
nella separazione delle quattro spore di una tetrade su un terreno solido.<br />
Qui le spore germineranno e intraprenderanno il ciclo di vita mitotico.<br />
• Per la dissezione delle tetradi è necessario un trattamento con un enzima<br />
litico (zimoliasi o glusulasi) che digerisca parzialmente la parete<br />
dell’asco. Quindi, con l’ausilio di un micromanipolatore, è possibile<br />
separare le spore.<br />
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A B<br />
C<br />
D<br />
Terreno minimo<br />
privo di istidina<br />
Gene essenziale<br />
Replica<br />
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Scopi dell’analisi delle tetradi<br />
• Verificare l’effetto di una mutazione<br />
• Analizzare la distanza sul cromosoma tra due marcatori<br />
genetici<br />
• Creare doppi mutanti<br />
• Verificare la relazione esistente tra due geni mediante<br />
l’analisi del doppio mutante<br />
• Verificare se una mutazione è dominante o recessiva<br />
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Isolamento ed analisi di mutanti<br />
• Screening: ricerca di mutanti nei quali ogni candidato è<br />
testato per il fenotipo mutante.<br />
• Si può pensare di fare uno screening su circa 50000 cloni<br />
• Selezione: descrive l’uso di particolari condizioni che<br />
consentono la crescita preferenziale o la sopravvivenza di<br />
organismi con un particolare fenotipo.<br />
• E’ importante per isolare mutazioni rare; si possono<br />
analizzare anche 10 7 colonie per piastra<br />
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Un esempio di<br />
screening<br />
genetico<br />
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Test per verificare se un mutante è<br />
dominante o recessivo<br />
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Test di complementazione<br />
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Letalità sintetica<br />
mutazione1<br />
mutazione2<br />
mutazione1+2<br />
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Letalità sintetica<br />
P P P P P<br />
P<br />
P<br />
P<br />
P P<br />
P<br />
P<br />
P<br />
P<br />
P<br />
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P<br />
P
Uso del lievito come sistema modello<br />
Esiste l’omologo in lievito (YeO)<br />
Idendificazione di un ORF umana (HuO)<br />
La funzione è nota La funzione non è nota<br />
Complementazione<br />
del mutante di<br />
lievito con la HuO<br />
Uso della genetica<br />
di lievito per studi<br />
di strutturafunzione<br />
Costruzione del mutante<br />
Il mutante non ha<br />
un fenotipo<br />
Sovrespressione del<br />
cDNA HuO e YeO,<br />
isolamento di mutanti<br />
ts di YeO, isolamento<br />
di coletali al mutante<br />
YeO (letalità sintetica)<br />
Non esiste l’omologo in lievito<br />
Sovra-espressione del cDNA<br />
HuO in lievito e<br />
osservazione del fenotipo<br />
Il mutante ha un fenotipo<br />
Complementazione del<br />
mutante di lievito con la HuO<br />
Uso della genetica di lievito<br />
per studi di struttura-funzione<br />
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Uso del lievito come sistema modello<br />
• Le persone altruiste fanno cose straordinarie, danno prima che qualcosa gli sia<br />
chiesto, fanno cose senza la necessità di essere ringraziati, si preoccupano non<br />
soltanto per se stessi, ma anche per altri individui che apparentemente non si<br />
preoccupano del loro futuro, a volte sacrificano la loro vita per il bene della<br />
comunità. Queste persone sono molto rare nella maggior parte delle società.<br />
• E’ molto difficile trovare dei microrganismi altruisti, ma uno studio sul lievito ha<br />
dimostrato che in alcune condizioni, le cellule di lievito si suicidano per il bene di<br />
altre cellule circostanti.<br />
• Nelle cellule di mammifero la morte programmata di una cellula viene definita<br />
apoptosi.<br />
• In organismi multicellulari, le cellule muoiono in continuazione. Se le cellule<br />
destinate a morire lo facessero semplicemente lisando, potrebbero rilasciare un<br />
gran numero di molecole tossiche nell’area che le circonda e potrebbero così<br />
danneggiare le cellule in quest’aria. Nell’apoptosi invece, la morte cellulare è molto<br />
organizzata e come risultato si ha che i danni alle cellule vicine sono molto limitati.<br />
In pratica, quasi tutte le molecole tossiche che risultano dalla morte cellulare sono<br />
distrutte durante l’apoptosi. Ciò è molto utile se una parte dell’essere vivente sta<br />
morendo; sarebbe controproducente infatti compromettere la salute dell’intero<br />
organismo solo perché una parte è malata.<br />
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Uso del lievito come sistema modello<br />
• Ora, per quale motivo una cellula di lievito vorrebbe uccidersi? In fondo sono<br />
organismi unicellulari che devono “pensare” solo a loro stessi. L’ossigeno, sebbene sia<br />
importante per una rapida crescita cellulare, può causare dei gravi danni. In<br />
presenza di un elevata concentrazione di radicali liberi molte cellule di lievito<br />
moriranno. Se morissero rilasciando il loro contenuto cellulare pieno di molecole<br />
tossiche, anche i pochi sopravvissuti morirebbero. Ciò sarebbe deleterio per la<br />
continuazione della specie se è presente nell’ambiente una elevata concentrazione di<br />
ossigeno. Per evitare di perdere tutti i membri di una popolazione di lievito anche le<br />
cellule di lievito quindi intraprendono il processo apoptotico. Il risultato sarà in un<br />
danno minore per le cellule sopravvissute; oltretutto si renderanno disponibili<br />
nutrienti per le cellule sopravvissute, importanti nella ripopolazione di un’altra<br />
nicchia.<br />
• L’apoptosi è una materia di studio importante in quanto a volte nel nostro corpo<br />
alcune cellule sopprimono la via che porta ad apoptosi, trasformando tali cellule in<br />
cellule cancerogene.<br />
• Conoscere meglio come viene controllato il processo apoptotico potrebbe essere utile<br />
per delucidare alcuni segreti propri delle cellule cancerogene e quindi potrebbe<br />
aiutare nello sviluppo di terapie per il trattamento di queste cellule impazzite.<br />
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Marcatori citologici di apoptosi nel lievito<br />
e nei mammiferi<br />
1. Rotture nella doppia elica del DNA<br />
Queste rotture causano la presenza di estremità 3’-OH<br />
libere che possono essere messe in evidenza mediante una<br />
specifica colorazione denominata TUNEL (pan. C e G)<br />
2. Condensazione della cromatina<br />
La condensazione della cromatina si può osservare<br />
tramite una colorazione del DNA nucleare con il<br />
colorante DAPI. In questo caso si osserverà una<br />
marginazione della colorazione sulla membrana nucleare<br />
a formare un anello (pan.A, B, E, F)<br />
La condensazione della cromatina è anche visibile al ME<br />
(pan. I e J)<br />
3. Esposizione della fosfatidilserina<br />
sulla membrana cellulare<br />
(pan. D e H)<br />
K.U. Frolich, F. Madeo, FEBS Letters 473 (2000) 6-9<br />
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Uso del lievito come sistema modello per<br />
lo studio dell’apoptosi<br />
• Le proteine della famiglia Bcl-2 svolgono un ruolo<br />
fondamentale nella regolazione dell’apoptosi, e comprendono<br />
fattori che promuovono l’apoptosi (Bax e Bak) e fattori che<br />
bloccano il processo (Bcl-2 e Bcl-X L ).<br />
• La completa sequenza genomica di S. cerevisiae ha mostrato<br />
assenza di geni omologhi ai principali regolatori apoptotici<br />
descritti nei metazoi (Bax, Bcl-2, Apaf-1).<br />
• Tuttavia l’espressione eterologa della proteina Bax in S.<br />
cerevisiae conferisce al lievito un fenotipo letale. Inoltre, la<br />
cellula va incontro a cambiamenti molecolari e morfologici<br />
caratteristici dell’apoptosi.<br />
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Espressione della proteina umana pro-<br />
apoptotica hBax in lievito<br />
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Uso del lievito per l’solamento di geni<br />
importanti per la funzione di Bax<br />
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I mutanti cdc<br />
• I mutanti cdc (cell division cycle) sono quelli che in condizioni restrittive<br />
arrestano la crescita in un particolare stadio del ciclo cellulare.<br />
• Sono stati di fondamentale importanza per determinare gli eventi che<br />
consentono la progressione nel ciclo cellulare e le proteina coinvolte in tali<br />
processi.<br />
• Anche in questo caso si è rivelata una sorprendente omologia con i processi che<br />
avvengono nelle cellule degli eucarioti superiori.<br />
• Il premio Nobel nel 2001 è stato assegnato a L. Hartwell, P. Nurse e T. Hunt<br />
per i loro studi sul ciclo cellulare.<br />
• La maggior parte dei mutanti cdc del lievito S. cerevisiae sono stati isolati e<br />
caratterizzati nel laboratorio di L. Hartwell.<br />
• P. Nurse si è occupato dello studio del ciclo cellulare nel lievito<br />
Schizosaccharomyces pombe, che per certi versi è più simile alle cellule degli<br />
eucarioti superiori.<br />
• Questo lievito si riproduce per schizogonia (scissione binaria) e, pur avendo lo<br />
stesso contenuto in DNA del S. cerevisiae, il materiale genomico è organizzato<br />
in tre grandi cromosomi<br />
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