Superficie in erba sintetica: traumi nel calciatore - Alleniamo.com

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19.05.2013 Views

Superficie in erba sintetica: traumi nel calciatore Traumi nel calciatore Egidio SPROVIERO La decisione adottata dalla Lega Nazionale Dilettanti di consentire lo svolgimento delle gare ufficiali anche su campi in erba sintetica avrà come conseguenza che accanto ai 139 campi di calcio già realizzati, se ne affiancheranno altri 109 in fase di realizzazione. Se è vero che l’erba sintetica è stata abbondantemente studiata in termini tecnici di resistenza del manto erboso (durata negli anni) e costi di gestione e manutenzione, non altrettanto si può dire relativamente alla traumatologia ad essa correlata. Infatti, in Letteratura è difficile reperire studi in cui i traumi rilevati nel calcio giocato su superficie sintetica vengono messi in confronto con quelli che accadono quando la superficie di gioco è l’erba naturale. Molto più abbondante è la Letteratura relativa al football americano, dal momento che in tale disciplina i terreni in erba sintetica sono utilizzati da ormai più di venti anni. Occorre precisare che i dati non sempre sono concordanti. Tuttavia, anche volendo applicare le conoscenze del football al calcio (soccer), bisogna effettuare alcuni importanti distinguo che sono rappresentati dalla diversa natura del gioco delle due discipline (sport di contato il primo e di non contatto il calcio) e della stessa evoluzione tecnologica non solo dei tappeti sintetici ma anche degli scarpini adottati. E’ opportuno inoltre tenere anche in debita considerazione che i traumi stessi hanno origine multifattoriale e di ciò andremo a discutere di seguito nella trattazione. Il poter effettuare una partita di calcio richiede sedute di allenamento che prevedono accanto alla tecnica individuale anche situazioni di tattica, inseriti in contesti atletici in cui la corsa è il principale componente. Le distanze percorse, durante una partita di calcio, superano in genere i 12 Km.(Bangsbo 1994). Queste distanze sono coperte da alternarsi di fasi di cammino, di jogging e di sprint e a livello professionistico si possono contare circa 6000 contatti del piede col suolo.(Lafortune et al 1997) Nella stessa partita il calciatore effettua accelerazioni, decelerazioni, cambi di direzione e balzi (Sproviero et al, 2002). Attraverso il contatto del piede al suolo è l’arto inferiore a supportare i maggiori carichi. Soprattutto i cambi rapidi di direzione e i takles ad alto impatto possono costituire i

<strong>Superficie</strong> <strong>in</strong> <strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica: <strong>traumi</strong> <strong>nel</strong> <strong>calciatore</strong><br />

Traumi <strong>nel</strong> <strong>calciatore</strong><br />

Egidio SPROVIERO<br />

La decisione adottata dalla Lega Nazionale Dilettanti di consentire lo<br />

svolgimento delle gare ufficiali anche su campi <strong>in</strong> <strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica avrà <strong>com</strong>e<br />

conseguenza che accanto ai 139 campi di calcio già realizzati, se ne<br />

affiancheranno altri 109 <strong>in</strong> fase di realizzazione. Se è vero che l’<strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica è<br />

stata abbondantemente studiata <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i tecnici di resistenza del manto<br />

erboso (durata negli anni) e costi di gestione e manutenzione, non altrettanto si<br />

può dire relativamente alla traumatologia ad essa correlata. Infatti, <strong>in</strong><br />

Letteratura è difficile reperire studi <strong>in</strong> cui i <strong>traumi</strong> rilevati <strong>nel</strong> calcio giocato su<br />

superficie s<strong>in</strong>tetica vengono messi <strong>in</strong> confronto con quelli che accadono<br />

quando la superficie di gioco è l’<strong>erba</strong> naturale. Molto più abbondante è la<br />

Letteratura relativa al football americano, dal momento che <strong>in</strong> tale discipl<strong>in</strong>a i<br />

terreni <strong>in</strong> <strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica sono utilizzati da ormai più di venti anni. Occorre<br />

precisare che i dati non sempre sono concordanti. Tuttavia, anche volendo<br />

applicare le conoscenze del football al calcio (soccer), bisogna effettuare<br />

alcuni importanti dist<strong>in</strong>guo che sono rappresentati dalla diversa natura del<br />

gioco delle due discipl<strong>in</strong>e (sport di contato il primo e di non contatto il calcio)<br />

e della stessa evoluzione tecnologica non solo dei tappeti s<strong>in</strong>tetici ma anche<br />

degli scarp<strong>in</strong>i adottati. E’ opportuno <strong>in</strong>oltre tenere anche <strong>in</strong> debita<br />

considerazione che i <strong>traumi</strong> stessi hanno orig<strong>in</strong>e multifattoriale e di ciò<br />

andremo a discutere di seguito <strong>nel</strong>la trattazione. Il poter effettuare una partita<br />

di calcio richiede sedute di allenamento che prevedono accanto alla tecnica<br />

<strong>in</strong>dividuale anche situazioni di tattica, <strong>in</strong>seriti <strong>in</strong> contesti atletici <strong>in</strong> cui la corsa<br />

è il pr<strong>in</strong>cipale <strong>com</strong>ponente. Le distanze percorse, durante una partita di calcio,<br />

superano <strong>in</strong> genere i 12 Km.(Bangsbo 1994). Queste distanze sono coperte da<br />

alternarsi di fasi di camm<strong>in</strong>o, di jogg<strong>in</strong>g e di spr<strong>in</strong>t e a livello professionistico<br />

si possono contare circa 6000 contatti del piede col suolo.(Lafortune et al<br />

1997) Nella stessa partita il <strong>calciatore</strong> effettua accelerazioni, decelerazioni,<br />

cambi di direzione e balzi (Sproviero et al, 2002). Attraverso il contatto del<br />

piede al suolo è l’arto <strong>in</strong>feriore a supportare i maggiori carichi. Soprattutto i<br />

cambi rapidi di direzione e i takles ad alto impatto possono costituire i


momenti traumatici più rilevanti. Occorre però ricordare che anche le forze<br />

scambiate dal piede al suolo, o se vogliamo attraverso lo scarp<strong>in</strong>o al suolo,<br />

possono essere causa di <strong>traumi</strong> sia di tipo diretto che di tipo <strong>in</strong>diretto. Il terreno<br />

di gioco, oltre alle proprie caratteristiche <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche, può presentare delle<br />

variabilità determ<strong>in</strong>ate dalle condizioni climatiche. La scelta dello scarp<strong>in</strong>o più<br />

adatto è fondamentale al f<strong>in</strong>e di ridurre i <strong>traumi</strong> (Sproviero et al .2001;<br />

Sproviero E. 2001). Con riferimento specifico ai terreni <strong>in</strong> <strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica, si può<br />

rilevare che le diverse case produttrici ne realizzano differenti tipi che possono<br />

presentare una tessitura molto simile all’<strong>erba</strong> naturale o essere <strong>com</strong>posti da<br />

materiali abbastanza sottili e simili ai tappeti di uso <strong>com</strong>une domestico<br />

(tipicamente il fondo adottato per i campi da calcio a 5). In ogni caso l’<strong>erba</strong><br />

s<strong>in</strong>tetica presenta una capacità ammortizzante <strong>in</strong>feriore rispetto all’<strong>erba</strong><br />

naturale e la scarpa ideale da adottare (cross tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g o sneakers) non risulta<br />

<strong>in</strong>vece adatta per le necessità del calcio, soprattutto per calciare il pallone.<br />

Giocare su superficie s<strong>in</strong>tetica può risultare particolarmente traumatico per chi<br />

non avesse scelto la calzatura più adeguata ma soprattutto per chi non avesse<br />

familiarità a giocare su tale tipo di superficie. Al f<strong>in</strong>e di rendere più stabili le<br />

articolazioni, è pratica <strong>com</strong>une, <strong>nel</strong> football americano, ricorrere a metodiche<br />

di tap<strong>in</strong>g, sia a livello delle dita dei piedi (ove la patologia più frequente è il<br />

turf-toe, appunto dito da tappeti erbosi) sia a livello della caviglia. Altra pratica<br />

<strong>com</strong>une è quella di effettuare un tap<strong>in</strong>g della scarpa (a livello delle<br />

articolazioni metatarsofalangee) o utilizzare scarp<strong>in</strong>i a suola più rigida.<br />

Ma proprio per le caratteristiche <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche del calcio, questi ultimi<br />

accorgimenti non possono utilmente essere adottati. Un recente studio di<br />

Meyers e coll (2004) ha posto <strong>in</strong> confronto i <strong>traumi</strong> rilevati <strong>in</strong> un periodo di<br />

osservazione di c<strong>in</strong>que anni <strong>in</strong> giocatori di football di high school che<br />

giocavano su <strong>erba</strong> naturale e <strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica. Da tale studio si ev<strong>in</strong>ce che<br />

sebbene esistono delle similitud<strong>in</strong>i tra i <strong>traumi</strong> rilevati, ciascun tipo di<br />

superficie presenta specificità per il meccanismo traumatico, la sede del trauma<br />

e i tessuti <strong>in</strong>teressati dal trauma. Una maggiore <strong>in</strong>cidenza per <strong>traumi</strong> m<strong>in</strong>ori,<br />

<strong>in</strong>teressanti la cute e i muscoli avvengono su superficie s<strong>in</strong>tetica (TurfField).<br />

Su <strong>erba</strong> naturale sono risultati essere più frequenti i <strong>traumi</strong> alle strutture<br />

ligamentose articolari (fra queste anche la rottura del Legamento Crociato<br />

Anteriore). Sebbene, <strong>com</strong>e dicevamo, questi risultati non possono avere<br />

analogo valore per i calciatori, è possibile <strong>com</strong>unque effettuare alcune<br />

considerazioni. Innanzi tutto è documentato che gli scarp<strong>in</strong>i adottati per l’<strong>erba</strong><br />

naturale, proprio perché dotati di tacchetti generano a contatto con l’<strong>erba</strong> un<br />

maggior attrito <strong>in</strong> frizione e maggiori resistenze torsionali. Inoltre è


documentato che l’<strong>erba</strong> naturale determ<strong>in</strong>a momenti di picco più elevati<br />

rispetto all’<strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica quando sono calzate scarpe con tacchetti (Cawley<br />

P.W., 2003). Anche questi risultati vanno <strong>in</strong>terpretati <strong>in</strong> senso critico, dal<br />

momento che gli scarp<strong>in</strong>i da calcio sono notevolmente differenti da quelli da<br />

football e dal momento che spesso gli stadi da football sono al coperto e qu<strong>in</strong>di<br />

non risentono delle variazioni climatiche e atmosferiche che <strong>in</strong>vece giocano un<br />

ruolo rilevante dal punto di vista biomeccanico all’<strong>in</strong>terfaccia scarpa-superficie<br />

di gioco. Infatti calzare scarpe <strong>in</strong> condizioni climatiche diverse rispetto a quelle<br />

per le quali gli scarp<strong>in</strong>i sono stati progettati e realizzati, può essere causa di<br />

seri <strong>in</strong>fortuni alle articolazioni di caviglia e g<strong>in</strong>occhio. Pertanto non si può<br />

addebitare il trauma esclusivamente al terreno di gioco e alla sua superficie,<br />

quando è ormai dimostrato anche l’importante ruolo dell’<strong>in</strong>terfaccia<br />

scarpa/suolo. Di conseguenza non si può concludere <strong>in</strong> maniera esaustiva<br />

dicendo che per il calcio una superficie può essere maggiormente chiamata <strong>in</strong><br />

causa <strong>nel</strong>le eziologie dei <strong>traumi</strong>. Sono senz’altro necessari ulteriori studi,<br />

specificamente applicati al gioco del calcio. Tuttavia ci sentiamo <strong>in</strong> grado di<br />

evidenziare alcuni problemi irrisolti (Open problems) e meritevoli di far<br />

focalizzare l’attenzione dei ricercatori su di essi.<br />

La Lega che ha autorizzato l’uso dell’<strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica è quella Dilettanti. Ma<br />

questo tipo di calciatori, proprio <strong>in</strong> virtù del loro status dilettantistico spesso si<br />

allenano non solo con materiale tecnico non sempre adeguato, ma soprattutto<br />

<strong>in</strong> orari e condizioni climatiche (le ore notturne), <strong>com</strong>pletamente diverse<br />

rispetto alle condizioni di gara. Inoltre spesso si allenano su superfici diverse<br />

rispetto a quelle di gara, qu<strong>in</strong>di è facile immag<strong>in</strong>are le difficoltà che si<br />

<strong>in</strong>contrano ai cambi di fondo, potendosi trovare ora tre diversi tipi di superfici<br />

di gioco (terra battuta, <strong>erba</strong> naturale e <strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica). E’ soprattutto<br />

quest’ultima che richiede una maggiore familiarizzazione, correndosi il rischio<br />

viceversa di <strong>in</strong>crementare l’<strong>in</strong>cidenza de <strong>traumi</strong> (da contatto o <strong>in</strong>diretti).<br />

Ricordiamo <strong>in</strong>oltre che per ogni tipo di superficie di gioco si deve scegliere la<br />

calzatura adeguata, anche <strong>in</strong> rapporto alle condizioni climatiche. Disponiamo<br />

al momento solo di scarp<strong>in</strong>i a tredici tacchetti fissi o a sei tacchetti<br />

<strong>in</strong>tercambiabili, con tutte le varianti possibili relative ai diversi <strong>com</strong>ponenti<br />

delle scarpe (suola, tomaia, alloggio per tacchetti e diversi tipi di forma e<br />

materiale dei tacchetti). Non sono ancora <strong>in</strong> <strong>com</strong>mercio scarp<strong>in</strong>i specifici per<br />

<strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica e spesso ci si adatta a usare scarp<strong>in</strong>i da calcio a 5. Abbiamo però<br />

già detto che la stessa <strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica è diversa <strong>in</strong> rapporto alla casa produttrice e<br />

che anche questa può risentire delle condizioni ambientali. Al moment sono<br />

allo studio <strong>in</strong> Olanda (PSV E<strong>in</strong>thoven) scarpe da calcio specifiche per il tipo di


<strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica adottato <strong>nel</strong>lo stadio della società calcistica.<br />

Cosa ci possiamo aspettare <strong>in</strong> futuro quando l’adozione di superficie s<strong>in</strong>tetica<br />

sarà più diffusa? Essendo tale superficie più dura rispetto all’<strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica<br />

potrebbero <strong>in</strong>crementare le patologie da over use <strong>in</strong> età evolutiva (m. di<br />

Server-Blanke), per impatti più duri del tallone al suolo. Anche <strong>nel</strong> soggetto<br />

adulto potremmo riscontrare, <strong>in</strong> analogia al football americano, una maggiore<br />

<strong>in</strong>cidenza di una patologia tipica dei tappeti erbosi, il turf-toe <strong>in</strong>teressante la 1°<br />

articolazione metatarsofalangea (Sproviero et al, 2005). Tutto quanto previsto<br />

potrebbe <strong>com</strong>unque essere smentito se la ricerca, tenendo <strong>in</strong> considerazione<br />

quanto sopra esposto, porterà a sviluppare nuovi materiali da adottare sia per<br />

l’<strong>erba</strong> s<strong>in</strong>tetica che per la realizzazione di calzature specifiche.<br />

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