Scarica il pdf - Idrogeologia e Filtrazione
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SASSARI<br />
FACOLTA’ DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI<br />
CORSO DI LAUREA IN GESTIONE DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO<br />
PROCESSI DI DEGRADO DA NITRATI DELLE RISORSE IDRICHE<br />
SOTTERRANEE NELL’AREA DELLA NURRA DI ALGHERO (SARDEGNA<br />
NORD-OVEST)<br />
Relatore<br />
Prof. GIACOMO OGGIANO<br />
Correlatori:<br />
Prof. GIORGIO GHIGLIERI<br />
Anno Accademico 2008-2009<br />
Tesi di Laurea di<br />
STEFANIA TANGIANU
Indice VERIFICA CON LE MODIFICHE<br />
1 INTRODUZIONE.................................................................................... 4<br />
2 INQUINAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE......................................... 7<br />
2.1 Le acque sotterranee.......................................................................................7<br />
2.2 Inquinamento delle acque sotterranee.............................................................9<br />
2.3 Inquinamento da nitrati ..................................................................................13<br />
2.4 Origine e processi di formazione e/o produzione di nitrati .............................14<br />
2.5 Fonti naturali di nitrati ....................................................................................16<br />
2.6 Fonti antropiche di nitrati ...............................................................................17<br />
2.7 Denitrificazione ..............................................................................................21<br />
3 USO DELL’ANALISI ISOTOPICA NEGLI STUDI IDROGEOLOGICI E PER LA<br />
DETERMINAZIONE DI FONTI D’INQUINAMENTO DA NITRATI NELLE ACQUE<br />
SOTTERRANEE ........................................................................................ 23<br />
3.1 analisi isotopiche ...........................................................................................23<br />
3.2 Uso dell’analisi isotopica per la determinazione di fonti d’inquinamento da<br />
nitrati nelle acque sotterranee................................................................................26<br />
4 QUADRO LEGISLATIVO EUROPEO E NAZIONALE ..................................... 34<br />
4.1 La Direttiva nitrati 676/91..............................................................................36<br />
4.2 La Direttiva quadro in materia di acque 60/2000 ...........................................37<br />
4.3 La Direttiva 2006/118/CE relativa alla protezione dall’inquinamento e dal<br />
degrado delle acque sotterranee ...........................................................................39<br />
4.4 Il Dlgs. 31/2001 relativo alla qualità delle acque destinate al consumo umano<br />
40<br />
4.5 Il Dlgs. 152/2006 recante norme in materia ambientale (parte terza norme in<br />
materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque<br />
dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche..............................................40<br />
5 AREA DI STUDIO................................................................................ 42<br />
5.1 Inquadramento geografico e morfologico ......................................................42<br />
5.2 Inquadramento climatico................................................................................44<br />
5.3 Inquadramento geologico ..............................................................................46<br />
5.4 Inquadramento idrogeologico ........................................................................49<br />
5.5 Inquadramento pedologico ............................................................................52<br />
5.6 Uso del suolo.................................................................................................55<br />
5.7 Il quadro delle risorse idriche dell’area ..........................................................57<br />
6 MATERIALI E METODI ......................................................................... 59<br />
6.1 R<strong>il</strong>ievi idrogeologici ed idrochimici eseguiti in situ..........................................59<br />
6.2 Analisi chimico fisiche eseguite in laboratorio................................................62<br />
6.3 Monitoraggio novembre 2007 ........................................................................66<br />
6.4 Monitoraggio dicembre 2008 - gennaio 2009.................................................69<br />
7 RISULTATI E DISCUSSIONE ................................................................. 72<br />
8 LO STRUMENTO DI ANALISI TERRITORIALE UTILIZZATO PER<br />
L’ELABORAZIONE DATI SPAZIALI: GVSIG .................................................. 87<br />
8.1 Generalità sui GIS .........................................................................................87<br />
8.2 Applicazione all’area della Nurra ...................................................................89<br />
9 CONCLUSIONI................................................................................... 91<br />
BIBLIOGRAFIA E SITI CONSULTATI ............................................................. 94<br />
RINGRAZIAMENTI .................................................................................. 100<br />
2
1 INTRODUZIONE<br />
Nell’ambito delle attività di ricerca multidisciplinari, volte a contrastare e/o a mitigare i<br />
processi di desertificazione, un ruolo importante deve essere attribuito alle tematiche<br />
relative ad una corretta gestione delle risorse idriche, finalizzata al controllo ed alla<br />
conservazione quantitativa e qualitativa delle stesse.<br />
Il degrado qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee costituisce infatti una<br />
seria problematica ambientale laddove l’approvvigionamento per usi civ<strong>il</strong>i, agricoli ed<br />
industriali, deve tener conto anche dello sfruttamento di queste risorse. Le pressioni<br />
di tipo antropico, legate anche alle attività produttive ed ai loro impatti (scarico<br />
incontrollato di reflui di varia origine, apporto di sostanze chimiche per trattamenti<br />
antiparassitari e concimazioni, sovrasfruttamento delle acque sotterranee, fenomeni<br />
d'intrusione di acqua marina, etc.), possono produrre un degrado quali-quantitativo<br />
di questa risorsa, rendendola inadatta ai vari usi ed in particolare a quelli più pregiati<br />
(idropotab<strong>il</strong>i ed ambientali). In tal senso <strong>il</strong> degrado delle risorse idriche sotterranee<br />
(RIS) di un territorio, influendo negativamente sugli ambienti naturali e sulla crescita<br />
socio-economica dell’area, costituisce un fondamentale indicatore dei processi di<br />
desertificazione, intesi nell’accezione più generale di degrado del territorio derivante<br />
da diversi fattori, comprese le variazioni climatiche e l’impatto antropico (UNEP,<br />
1994), (Ghiglieri et al. 2006; 2008).<br />
La Sardegna, per la sua particolare collocazione geografica e per <strong>il</strong> verificarsi di<br />
eventi climatici estremi, risente della ridotta disponib<strong>il</strong>ità di risorse idriche. In questi<br />
ultimi decenni è cresciuta notevolmente la necessità d’acqua, soprattutto durante i<br />
periodi maggiormente siccitosi, sia per effetto dell’ espansione urbana che per quella<br />
industriale e agricola. Tutto questo, ha determinato la ricerca di nuove fonti di<br />
4
approvvigionamento idrico di buona qualità e in quantità tali da essere sfruttate, con<br />
conseguenze tali che in molte zone dell’isola si è verificato <strong>il</strong> deterioramento quali-<br />
quantitativo dei principali acquiferi.<br />
In particolare, <strong>il</strong> problema dell’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee<br />
provocato da nitrati è all’attenzione della Comunità Europea sin dagli anni ’70: <strong>il</strong><br />
Consiglio della allora CEE fissò <strong>il</strong> limite alla presenza di nitrati nelle acque a 50 mg/l,<br />
con la Direttiva 440/75 (Qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di<br />
acqua potab<strong>il</strong>e negli Stati Membri), e successivamente con la Direttiva Nitrati relativa<br />
alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti<br />
agricole.<br />
Il D.Lgs 152/06, con <strong>il</strong> quale, in Italia, viene recepita la Direttiva Nitrati 676/91,<br />
attribuisce alle Regioni diversi compiti, fra cui quello di designare le zone vulnerab<strong>il</strong>i<br />
da nitrati di origine agricola attraverso valutazioni preliminari. In Sardegna, è in corso<br />
dal 2002, <strong>il</strong> monitoraggio della qualità delle acque previsto dal D.Lgs.152/99 (che<br />
precede <strong>il</strong> D.Lgs 152/2006) attraverso <strong>il</strong> Piano di Tutela delle Acque (con<br />
coordinamento a cura dell’Assessorato Difesa Ambiente).<br />
Attualmente la rete di monitoraggio regionale delle acque sotterranee, istituita nel<br />
2003, consta di 53 postazioni, distribuite sui 37 complessi acquiferi considerati<br />
significativi. Inoltre, sono state definite, a scala regionale, la vulnerab<strong>il</strong>ità intrinseca e<br />
le zone vulnerab<strong>il</strong>i da nitrati di origine agricola. Queste valutazioni necessitano però<br />
di ulteriori approfondimenti.<br />
Questo studio rappresenta la parte preliminare di un progetto per la definizione dei<br />
processi di degrado e l’analisi delle possib<strong>il</strong>i cause all’origine dell’accumulo di azoto<br />
nitrico nelle acque degli acquiferi della Nurra di Alghero (Sardegna NO), si da poter<br />
attuare misure preventive di protezione o limitative per <strong>il</strong> ripristino della qualità delle<br />
acque sotterranee, come detta la normativa in materia di piani d’azione.<br />
5
Il presente lavoro di tesi è stato supportato da:<br />
• un progetto di più ampio respiro denominato RIADE (Ricerca Integrata per<br />
l’Applicazione di tecnologie e processi innovativi per la lotta alla<br />
Desertificazione), cofinanziato dal MIUR (Ministero Istruzione Università e<br />
Ricerca), condotto dalla partnership composta da ACS S.p.a. (Advanced<br />
Computer Systems), ENEA (Ente per le Nuove tecnologie Energia e<br />
Ambiente), NRD (Nucleo Ricerca Desertificazione dell’Università degli Studi di<br />
Sassari);<br />
• un progetto, in corso di svolgimento denominato Progetto p<strong>il</strong>ota di lotta alla<br />
desertificazione nelle cinque regioni italiane maggiormente a rischio: Sardegna<br />
–Sistemi innovativi di r<strong>il</strong>evamento e di norme tecniche per la prevenzione e/o<br />
definizione dei processi di degrado delle Risorse Idriche Sotterranee ed in<br />
particolare da inquinamento da nitrati nell’area p<strong>il</strong>ota (Nurra di Alghero<br />
Sardegna NO). Il progetto è finanziato dal Comitato Nazionale per la Lotta alla<br />
Siccità ed alla Desertificazione ed è coordinato da ARPAS Sardegna e da NRD<br />
(Nucleo Ricerca Desertificazione dell’Università degli Studi di Sassari).<br />
Le attività di ricerca, per l’area della Nurra, sono state coordinate dal Prof. Giorgio<br />
Ghiglieri.<br />
Schematicamente <strong>il</strong> lavoro di tesi si è sv<strong>il</strong>uppato attraverso le seguenti fasi:<br />
- Analisi bibliografica<br />
- R<strong>il</strong>ievi idrogeologici e idrochimici in situ;<br />
- Analisi chimico fisiche di laboratorio;<br />
- Analisi isotopiche;<br />
- Elaborazione dati con software GVSIG.<br />
6
2 INQUINAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE<br />
2.1 Le acque sotterranee<br />
Le migliori risorse d’acqua sono quelle più fac<strong>il</strong>mente ed economicamente accessib<strong>il</strong>i, che<br />
hanno una resa prevedib<strong>il</strong>e, che presentano la migliore qualità e che sono soggette al<br />
minore rischio di inquinamento per variazioni ambientali.<br />
Svariati fattori tra cui quelli storici, economici, geografici influenzano la scelta di una risorsa<br />
da parte delle comunità. In genere però la maggior parte degli ut<strong>il</strong>izzatori conta su più fonti di<br />
approvvigionamento idrico per coprire le proprie necessità.<br />
È interessante notare come, ad esempio in Italia, si abbia un maggior approvvigionamento<br />
da acquiferi nelle regioni settentrionali, a differenza di quelle meridionali.(figura 1)<br />
Nella regione Sardegna, ad esempio, ¾ del fabbisogno idrico sono soddisfatti da acque<br />
superficiali, perlopiù da invasi artificiali. ( APAT)<br />
Figura 1: prelievi idrici ad uso potab<strong>il</strong>e per area geografica e per tipo, fabbisogno nazionale. ( fonte APAT)<br />
L’ acqua sotterrane è definita dalla Direttiva Quadro in Materia di Acque 2000/60/CE<br />
e dal D.Lgs. 152/2006 come: “tutte le acque che si trovano sotto la superficie del<br />
suolo nella zona di saturazione e a contatto diretto con <strong>il</strong> suolo o <strong>il</strong> sottosuolo” .<br />
7
L’acqua sotterranea è parte integrante dell’acquifero. Un acquifero è una formazione<br />
idrogeologica permeab<strong>il</strong>e che permette <strong>il</strong> deflusso significativo di una falda idrica<br />
sotterranea e la captazione di quantità apprezzab<strong>il</strong>i d’acqua con mezzi economici<br />
(Castany 1985). È definito pertanto dalla formazione permeab<strong>il</strong>e, o serbatoio, e<br />
dall’acqua in esso contenuta.<br />
Nella zonazione suolo/acqua sotterranea si possono distinguere 2 zone importanti:<br />
-la zona non satura: acqua gravifica (mob<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e) in transito;<br />
-la zona satura: acqua gravifica e acqua di ritenzione (non mob<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e).<br />
L’acquifero è un sistema a comportamento idrodinamico nel quale l’acqua gravifica, è<br />
soggetta a spostamenti nello spazio e nel tempo.<br />
Rispetto <strong>il</strong> contenuto di acqua gravifica è necessaria un’ulteriore distinzione tra<br />
riserva e risorsa idrica. La prima è l’acqua gravifica immagazzinata in un dato tempo<br />
in un sistema idrologico, e risulta associata al concetto di risorsa idrica non<br />
rinnovab<strong>il</strong>e; la seconda (RIS) è <strong>il</strong> volume d’acqua che può essere estratto in un dato<br />
tempo tenendo conto dei vincoli tecnici, socio-economici e politici (Castany 1985).<br />
Un altro fattore molto importante nello sfruttamento delle RIS è costituito dalle loro<br />
caratteristiche qualitative. In questa ottica rivestono particolare importanza le<br />
proprietà geochimiche delle acque sotterranee, che dipendono da quelle di<br />
alimentazione e di ricarica e dai processi chimici che avvengono nel sottosuolo.<br />
L’idrogeochimica, integrata dall’idrogeologia, cerca di approfondire gli aspetti<br />
chimici, chimico-fisici e biologici delle acque sotterranee, in modo da ottenere<br />
informazioni su acquiferi e loro alimentazione.<br />
La composizione chimica delle acque sotterranee, al momento del prelievo, ci<br />
permette di identificarne la “storia”, essendo <strong>il</strong> risultato di fenomeni chimico-fisici-<br />
biologici occorsi nel tragitto che le acque compiono dalla evaporazione, alla<br />
precipitazione, allo scorrimento superficiale, all’inf<strong>il</strong>trazione nel sottosuolo, al<br />
8
percorso idrico sotterraneo, fino al punto di captazione. In particolare, la<br />
caratterizzazione chimica di una acqua sotterranea dipende dal tempo di contatto<br />
acqua-roccia, dalla litologia dell’acquifero e dunque dalla permeab<strong>il</strong>ità,<br />
dall’estensione delle superfici di contatto, dalla temperatura e dalla pressione.<br />
Già Plinio, nel 74 D.C., affermava: “ Tales sunt aquuae quales terrae per quas<br />
fluunt” ( la composizione delle acque riflette la tipologia di rocce con cui viene a<br />
contatto).<br />
Il recente sv<strong>il</strong>uppo delle scienze ambientali ha comportato un maggiore e migliore<br />
ut<strong>il</strong>izzo dei risultati analitici delle acque: si è capito, infatti, che essi non ci danno solo<br />
informazioni sulla loro potab<strong>il</strong>ità o sui loro potenziali usi, ma sono fondamentali per<br />
verificare lo stato di qualità ambientale.<br />
Possiamo quindi dedurre che ciascun parametro chimico, fisico od isotopico<br />
misurab<strong>il</strong>e nelle acque sotterranee può essere considerato quale potenziale<br />
tracciante di una caratteristica del sistema.<br />
2.2 Inquinamento delle acque sotterranee<br />
“L’inquinamento può definirsi come la presenza nelle acque sotterranee di<br />
sostanze estranee tali da causare un degrado chimico e/o fisico della qualità di base<br />
delle acque stesse (non necessariamente tale da arrecare danno alla salute).” (Civita<br />
2005).<br />
La Direttiva Quadro in Materia di Acque (2000/60/CE) definisce "inquinamento"<br />
come: l'introduzione diretta o indiretta, a seguito di attività umana, di sostanze o di<br />
calore nell'aria, nell'acqua o nel terreno, che possono nuocere alla salute umana o<br />
alla qualità degli ecosistemi acquatici o degli ecosistemi terrestri che dipendono<br />
9
direttamente da ecosistemi acquatici, perturbando, deturpando o deteriorando i valori<br />
ricreativi o altri legittimi usi dell'ambiente.<br />
Un inquinante è quindi un agente fisico, una sostanza minerale o biologica, prodotto<br />
dall’attività umana che provoca, sotto una intensità o una concentrazione anormali,<br />
una degradazione della qualità dell’acqua naturale (Castany 1985) .<br />
Il potere inquinante di una sostanza è determinato dalla dose di introduzione e dalla<br />
frequenza degli apporti (i sedimenti, così come gli esseri umani, hanno un effetto<br />
cumulativo).<br />
Le fonti dell’inquinamento possono essere naturali o antropiche.<br />
Le prime sono fondamentalmente di due tipi: puntuali e non puntuali. Le fonti puntuali<br />
sono spesso correlate con particolari assetti idro-strutturali che comportano<br />
lisciviazione di rocce e/o minerali particolari da parte di un acquifero. Tra le fonti<br />
inquinanti non puntuali c’è <strong>il</strong> mare, con la sua penetrazione all’interno degli acquiferi<br />
della terra ferma, fenomeno questo, spesso provocato dallo sfruttamento intensivo<br />
degli acquiferi costieri.<br />
L’inquinamento antropico delle acque in genere, e di quelle sotterranee in particolare,<br />
procede da numerose fonti puntuali dette centri di pericolo (CDP) e da altrettanto<br />
numerose fonti diffuse di pericolo (FDP). I primi sono connessi alle attività degli<br />
insediamenti urbani e industriali, le seconde sono d’origine, più di frequente,<br />
connesse con l’agricoltura e la zootecnia.<br />
Le più comuni fonti di origine antropica sono così sintetizzab<strong>il</strong>i ( fig. 2) :<br />
• fonti di origine domestica o civ<strong>il</strong>e in genere;<br />
• fonti di origine zootecnica e agricola;<br />
• fonti di origine industriale;<br />
• discariche di rifiuti solidi urbani e industriali;<br />
• fonti da traffico veicolare.<br />
10
Figura 2: fonti di inquinamento delle acque sotterranee ( fonte: studio idrochimico comune di Visciano)<br />
Diffusione degli inquinanti<br />
La propagazione e l’evoluzione degli inquinanti idroveicolati, dalla superficie del<br />
suolo ai luoghi di ut<strong>il</strong>izzazione, può avvenire in quattro fasi (figura 3)<br />
• introduzione dell’inquinante nel suolo: fonti di inquinamento;<br />
• propagazione ed evoluzione dell’inquinamento nell’acquifero: d<strong>il</strong>uizione<br />
e/o concentrazione;<br />
• persistenza dell’inquinamento in falda;<br />
• mitigazione ed evoluzione dell’inquinante nel non saturo:<br />
autodepurazione.<br />
La zona non satura possiede un potere di autodepurazione naturale, dovuta a<br />
meccanismi:<br />
- fisici;<br />
- idrodinamici e idrocinematici;<br />
- idrochimici;<br />
- idrobiologici (biodegradazione);<br />
- fisico-chimici (adsorbimento e desorzione).<br />
11
Questo potere dovrebbe essere favorito al massimo anche con <strong>il</strong> ricorso ad<br />
opportune pratiche colturali per ciò che riguarda l’inquinamento che deriva dalle<br />
attività agricole.<br />
In sostanza i processi di autodepurazione che possono svolgersi nel suolo sono:<br />
precipitazione; assorbimento – adsorbimento; scambio ionico o di base;<br />
ossidoriduzione; biodegradazione; idrolisi; volat<strong>il</strong>izzazione; f<strong>il</strong>trazione meccanica;<br />
f<strong>il</strong>trazione osmotica; d<strong>il</strong>uizione.<br />
In ogni caso, poiché la decontaminazione è molto diffic<strong>il</strong>e, prima di tutto bisogna<br />
agire nella prevenzione contro l’inquinamento dell’acqua sotterranea (Castany 1985).<br />
È detto difesa di punto l’insieme di provvedimenti e interventi tecnici strutturali che<br />
serve a proteggere le captazioni di acque sotterranee di pregio. Esso comprende <strong>il</strong><br />
sistema di aree di salvaguardia, o fasce di rispetto, consistente in tre diverse zone<br />
concentriche nelle quali la severità dei vincoli disposti dalla legge decresce dal centro<br />
alla periferia.<br />
La difesa a tutto campo comprende tutte le attività conoscitive che permettono a Enti<br />
o Agenzie preposte alla tutela delle risorse idriche sotterranee (RIS) di decidere<br />
scientemente i provvedimenti, gli interventi strutturali e non strutturali da mettere in<br />
essere allo scopo di difendere la risorsa in quanto tale su tutto <strong>il</strong> territorio d’interesse.<br />
Tra tali attività primeggia la valutazione e la cartografia della vulnerab<strong>il</strong>ità intrinseca o<br />
naturale e integrata (quando alla prima si sovrappongono via GIS, i centri di pericolo,<br />
CDP, e le fonti diffuse di pericolo, FDP,) degli acquiferi all’inquinamento (Civita<br />
2005).<br />
12
Figura 3: origine, trasporto ed evoluzione degli inquinanti, dalla superficie del suolo ai deflussi. ( Q= prelievi; QB= quantità di<br />
base; t= tempo; cma= conc. minima ammissib<strong>il</strong>e) fonte Civita 2005.<br />
2.3 Inquinamento da nitrati<br />
I nitrati sono uno dei contaminanti più comuni e più diffusi: sono sali naturalmente<br />
presenti nel suolo, sono lo forma di azoto pred<strong>il</strong>etta per la nutrizione vegetale, sono<br />
ut<strong>il</strong>izzati (E251, E252) assieme ai nitriti (E249, E250) come conservanti naturali negli<br />
insaccati e nelle carni perché mantengono <strong>il</strong> colore rosso della carne e per la loro<br />
azione batteriostatica, e sono, in determinate condizioni, prodotti dal nostro corpo<br />
(presumib<strong>il</strong>mente sostanze espulse con le urine a seguito dell’azione di NO prodotto<br />
a partire da L-Arginina).<br />
Il consumo moderato in un adulto, secondo l’Autorità Europea per la sicurezza<br />
alimentare, si attesta in media sui 157 mg/giorno (valore dedotto dal contenuto nei<br />
cibi e nell’acqua considerando la media assunzione degli stessi), e non è pericoloso<br />
dato i valori di pH dello stomaco e l’alta solub<strong>il</strong>ità dei nitrati stessi, che dunque<br />
vengono eliminati prevalentemente con le urine. Il Comitato Scientifico per<br />
13
l’Alimentazione della Commissione Europea ha valutato l’ADI, l’assunzione<br />
giornaliera accettab<strong>il</strong>e di nitrati, (valore confermato nel 2002 dal Comitato misto<br />
FAO/OMS) in 3,7 mg/kg di peso corporeo (0,06 mg/Kg per i nitriti). La tossicità<br />
riguarda la trasformazione dei nitrati in nitriti già nella bocca con la saliva e poi nello<br />
stomaco. I nitriti in ambiente acido si trasformano in acido nitroso <strong>il</strong> quale legandosi<br />
alle ammine da origine alle nitrosammine, composti dimostratesi cancerogeni. Inoltre<br />
i nitriti si legano all'emoglobina ossidandola a metaemoglobina, riducendo quindi <strong>il</strong><br />
trasporto di ossigeno ai tessuti (metaemoglobinemia dei lattanti, cianosi). I nitrati<br />
causano danni anche agli animali (vedi tab. 1).<br />
Tossicosi acuta Tossicosi cronica<br />
Nitriti Metaemoglobinemia<br />
Azione vasod<strong>il</strong>atatrice<br />
Nitrati<br />
Irritanti e caustici ad alte dosi (istolesivi)<br />
Azione deprimente sulla muscolatura liscia (soprattutto la vasale)<br />
Depressione miocardica<br />
Tabella 1 Effetti di nitrati e nitri sugli animali domestici<br />
Ipotiroidismo<br />
Ipovitaminosi A<br />
Ipogalassia<br />
I più a rischio sono i ruminanti, tra questi gli ovini sono i meno sensib<strong>il</strong>i. Nei<br />
monogastrici possono provocare fenomeni irritativi e richiami d’acqua. Nel cavallo, in<br />
particolare, se prevale l’azione vasod<strong>il</strong>atatrice si può verificare depressione<br />
miocardica e morte. Inoltre a livello cronico si può presentare riduzione di<br />
performances produttive (ad esempio ipogalassia) e riproduttive.<br />
2.4 Origine e processi di formazione e/o produzione di nitrati<br />
In natura, la disponib<strong>il</strong>ità di azoto è limitata dalla reazione biochimica detta di azoto-<br />
fissazione, ma l’aumento dell’attività agricola, e dunque l’incremento tra gli altri<br />
dell’ut<strong>il</strong>izzo di concimi azotati, associato ad altre pratiche di tipo intensivo come<br />
14
l’irrigazione fanno si, che tale inquinante si ritrovi sempre più spesso e in quantità<br />
sempre più elevate nelle acque sotterranee.<br />
L’origine della presenza dei nitrati nelle acque sotterranee non è comunque da<br />
attribuirsi esclusivamente alla attività agricole e zootecniche; infatti tra le principali<br />
fonti inquinanti troviamo scarichi industriali e rete fognaria civ<strong>il</strong>e (tab. 2).<br />
Tabella 2 Principali centri di pericolo: fonti puntuali e non puntuali di inquinamento da nitrati delle acque sotterranee (modificato<br />
da Civita 1994).<br />
Centri di pericolo Fonti puntuali Fonti non puntuali (diffuse)<br />
Insediamenti industriali<br />
Discariche di rifiuti<br />
Insediamenti urbani<br />
Infrastrutture di collegamento<br />
Attività agricole<br />
Attività zootecnica<br />
-Stoccaggi materie prime<br />
-Perdite di sottoservizi<br />
-Serbatoi fuori terra e interrati<br />
-Scarichi liquidi senza<br />
trattamento<br />
-Immissione nel sottosuolo di<br />
rifiuti liquidi<br />
-Serbatoi interrati<br />
-Fognature<br />
-Fosse settiche<br />
-Scarichi di acque di lavaggio<br />
delle attrezzature agricole<br />
-Depositi di contenitori di<br />
prodotti agrochimici<br />
Raccolta deiezioni animali<br />
(cumuli, pozzi neri, vasche e<br />
lagoni)<br />
Smaltimento rifiuti<br />
-Fert<strong>il</strong>izzanti organici (letame<br />
solido, liquido, compost)<br />
-Fert<strong>il</strong>izzanti inorganici<br />
-Fitofarmaci<br />
Fonti naturali e antropogeniche Deposizioni atmosferiche<br />
Nitriti e nitrati sono prodotti principalmente da processi ossidativi dello ione ammonio<br />
e da fenomeni conseguenti all'impiego dei fert<strong>il</strong>izzanti azotati in agricoltura. Lo ione<br />
nitrato è infatti presente come componente di sali molto solub<strong>il</strong>i impiegati come<br />
fert<strong>il</strong>izzanti, pertanto può passare velocemente nelle acque sotterranee per<br />
d<strong>il</strong>avamento del suolo agricolo.<br />
Il nitrito è invece una specie intermedia derivante appunto dall’ossidazione<br />
dell’ammoniaca, più raramente dalla riduzione di nitrato, e la sua presenza nelle<br />
15
acque sotterranee, specie se accompagnato dalla presenza di ione ammonio, può<br />
indicare processi ossidativi ancora in corso.<br />
Il lungo percorso, dal suolo alle acque sotterranee, non dà sempre modo ai fenomeni<br />
naturali di eseguire una efficace denitrificazione che consenta <strong>il</strong> ritorno di tale<br />
elemento all’atmosfera, sua sede naturale, è dunque obbligatorio conoscere a fondo<br />
<strong>il</strong> problema per elaborare un attenta lista di possib<strong>il</strong>i soluzioni. Esistono comunque<br />
trattamenti di potab<strong>il</strong>izzazione, che permettono di ridurre la concentrazione di nitriti e<br />
nitrati fino alla loro totale eliminazione.<br />
2.5 Fonti naturali di nitrati<br />
Sono dovute a fenomeni biologici naturali di:<br />
- Mineralizzazione;<br />
- Fissazione azoto atmosferico.<br />
Gli animali eliminano ed immettono nell’ambiente una grande quantità di composti<br />
azotati in diverse forme a seconda dell’animale stesso. Ammoniaca per gli<br />
invertebrati, composti organici azotati per i vertebrati, acido urico per serpenti e<br />
uccelli, urea per i mammiferi. Urea e acido urico vengono mineralizzati da specifici<br />
microrganismi con formazione di CO2 e ammoniaca. Anche la demolizione di materia<br />
organica (piante e animali morti) fornisce ammoniaca.<br />
La mineralizzazione di azoto organico porta alla formazione di ione ammonio (NH4 + )<br />
a partire da composti organici (ammonificazione), e successivamente forma nitrato<br />
per ossidazione di NH4 + (nitrificazione). La formazione di ione ammonio è associata<br />
nel metabolismo microbico ad un eccesso di substrato azotato rispetto i fabbisogni<br />
dei microrganismi ammonizzanti e rappresenta la fonte di energia delle reazioni<br />
ossidative dei batteri autotrofi della nitrificazione.<br />
16
La conversione di ammoniaca in nitrato, o nitrificazione, è effettuata da due specifici<br />
gruppi batterici chemioautotrofi aerobi obbligati, in due tappe. La prima consiste<br />
nell’ossidazione dell’ammoniaca a nitrito, la seconda nell’ossidazione del nitrito a<br />
nitrato: questo costituisce <strong>il</strong> principale composto azotato disponib<strong>il</strong>e nel suolo per le<br />
piante.<br />
• Ossidazione dell’ammonio a nitrito: batteri nitrosi del genere Nitrosomonas<br />
• Ossidazione dei nitriti a nitrati: batteri nitrici del genere Nitrobacter<br />
I nitrati così prodotti sono poi lisciviati dalle acque piovane o di irrigazione e<br />
trasportati in falda. Talvolta i nitrati si trovano associati a depositi o incrostazioni<br />
calcaree, a depositi lacustri e anche a rocce ignee sotto forma di composti<br />
d’ammonio (Chiesa, 1994).<br />
L’azoto molecolare atmosferico può essere anche fissato da batteri simbionti delle<br />
radici di leguminose (genere Rhizobium), associativi (Azotobacter) o liberi<br />
(Clostridium).<br />
Mediamente si può ritenere che le concentrazioni dovute a fenomeni naturali siano<br />
dell’ordine di 10 mg/l (Chiesa, 1994).<br />
2.6 Fonti antropiche di nitrati<br />
Sono fondamentalmente di due tipi<br />
-Fert<strong>il</strong>izzanti azotati (di origine organica o industriale) in agricoltura;<br />
-Mineralizzazione reflui zootecnici o civ<strong>il</strong>i.<br />
A questi si aggiungano i reflui delle industrie agro-alimentari.<br />
Fert<strong>il</strong>izzanti azotati<br />
Dopo che i lavori di Liebig, nel 1840, dimostrarono che le piante avevano bisogno di<br />
elementi inorganici come azoto, fosforo e potassio per crescere, la chimica dei<br />
17
fert<strong>il</strong>izzanti ebbe un vigoroso sv<strong>il</strong>uppo. Prima della disponib<strong>il</strong>ità dei concimi azotati<br />
artificiali la fert<strong>il</strong>izzazione dei terreni avveniva con lo spargimento dello stallatico che,<br />
con l’industrializzazione delle coltivazioni, non fu più sufficiente per le ampie richieste<br />
di concimazione. I fert<strong>il</strong>izzanti azotati disponib<strong>il</strong>i verso la fine dell’800 stentavano<br />
ancora a coprire <strong>il</strong> fabbisogno agricolo e l’industria chimica pensò al recupero dei<br />
sottoprodotti. Questo fu <strong>il</strong> caso del solfato d’ammonio ottenuto come residuo nelle<br />
dist<strong>il</strong>lazioni del litantrace (carbon foss<strong>il</strong>e). Presto anche i recuperi non furono più<br />
sufficienti a soddisfare la richiesta di concimi azotati e nel 1898 Crookes pensò<br />
all’aria come fonte inesaurib<strong>il</strong>e di azoto.<br />
I prodotti chimici più ut<strong>il</strong>izzati (vedi fig. 4) come fert<strong>il</strong>izzanti azotati sono: solfato di<br />
ammonio ((NH4)2SO4), nitrato di ammonio (NH4NO3), nitrato di calcio (Ca(NO3)2),<br />
urea (CO(NH2)2), calciocianammide (CaCN2). Oltre a questi si hanno dei fert<strong>il</strong>izzanti<br />
complessi contenenti elevate percentuali di azoto. La produzione italiana di azotati<br />
negli ultimi anni è superiore al consumo e viene esportata in gran parte.<br />
CALCIOCIANAMIDE<br />
NITRATI (nitrato ammonico+ nitrato di calcio)<br />
SOLFATO AMMONICO<br />
UREA<br />
ALTRI<br />
1.462.472<br />
7.322.134<br />
143.866<br />
quintali di fert<strong>il</strong>izzanti azotati 2007<br />
5.606.719<br />
1.688.825<br />
Figura 4 Uso dei fert<strong>il</strong>izzanti azotati in Italia anno 2007 (dati ISTAT)<br />
MINERALI SEMPLICI<br />
ORGANICI SEMPLICI<br />
ORGANOMINERALI SEMPLICI<br />
234.521<br />
16.224.016 2.076.884<br />
quintali di fert<strong>il</strong>izzanti azotati in Italia 2007<br />
Tranne <strong>il</strong> caso delle leguminose, che contengono batteri in noduli radicali, capaci di<br />
assim<strong>il</strong>are direttamente l’azoto dell’aria, questo elemento viene assim<strong>il</strong>ato sotto<br />
forma di ione ammonio e nitrato (vedi tab. 3).<br />
18
Tabella 3 Stima del carico di nitrati da fert<strong>il</strong>izzanti minerali nei suoli agricoli, calcolata in base ai valori di azoto asportato dalle<br />
singole colture riportate in letteratura (GIARDINI,1992; BURL, 1996; CORTINA et al., 1999), presupponendo che l’entità delle<br />
concimazioni azotate non superi <strong>il</strong> reale fabbisogno delle piante.(elaborato per progetto Aquanet Piacenza 2004)<br />
APPORTO DI AZOTO (Kg/ha/anno) COLTURE<br />
0 Leguminose (soia, pisello, erba medica, ….)<br />
1-25 Prato, melo, pero<br />
26-100 Avena, segale, barbabietola, triticale, girasole, lino, colza, vite<br />
100-180 Frumento, orzo, riso, patata<br />
> 180 Mais, ulivo, pioppo 10-12° anno<br />
Mentre i nitrati sono molto solub<strong>il</strong>i e vengono fac<strong>il</strong>mente d<strong>il</strong>avati dalle piogge, i sali di<br />
ammonio sono meno solub<strong>il</strong>i e vengono fissati meglio dal terreno. Poiché l’azione dei<br />
batteri nitrificanti richiede un certo tempo, ne consegue che, mentre i nitrati sono<br />
concimi ad azione rapida che vanno dati in primavera, i concimi ammonici devono<br />
essere preferib<strong>il</strong>mente sparsi in autunno.<br />
Il solfato d’ammonio, messo in commercio con un titolo di azoto del 20-21%, è<br />
ottenuto in gran parte per neutralizzazione di acido solforico con ammoniaca ed<br />
anche per trattamento del gesso con ammoniaca e anidride carbonica.<br />
Il nitrato di ammonio costituisce <strong>il</strong> composto più impiegato in tutti i Paesi produttori di<br />
fert<strong>il</strong>izzanti (eccetto forse Italia e Ingh<strong>il</strong>terra): esso viene usato come tale e in miscela<br />
(con solfato ammonico, con fosfato ammonico), ma ha l’inconveniente di una elevata<br />
igroscopicità che rende diffic<strong>il</strong>e lo stoccaggio. Inoltre, <strong>il</strong> nitrato d’ammonio è<br />
suscettib<strong>il</strong>e di detonazione per la sua sensib<strong>il</strong>ità al calore e agli urti: questa però<br />
diminuisce se si mescola <strong>il</strong> nitrato d’ammonio con solfato ammonico o con carbonato<br />
di calcio, farina foss<strong>il</strong>e, arg<strong>il</strong>la. Il nitrato di calcio viene preferito in alcuni Paesi per la<br />
sua rapidità d’azione e per le caratteristiche di alcalinità, mentre incontra difficoltà in<br />
altri per <strong>il</strong> suo basso titolo (15,5% in azoto) che rende onerose le varie manipolazioni<br />
e <strong>il</strong> trasporto. Anch’esso è fortemente igroscopico.<br />
L’urea è un fert<strong>il</strong>izzante molto ricco, teoricamente ha <strong>il</strong> 46,6% di azoto; <strong>il</strong> prodotto per<br />
l’agricoltura di solito ne contiene circa <strong>il</strong> 45%. In Italia la sua produzione è cresciuta in<br />
19
maniera notevole negli ultimi decenni. I vantaggi del suo impiego derivano dall’alto<br />
titolo che fa diminuire i costi di trasporto, e di manipolazione, e lo rende ut<strong>il</strong>issimo<br />
nella formazione di fert<strong>il</strong>izzanti complessi, dall’assenza di tossicità, di pericolosità e<br />
dalla relativa fac<strong>il</strong>ità di produzione.<br />
La calciocianammide trova discreto favore presso gli agricoltori solo in pochi Paesi<br />
(Italia, Germania, Giappone). Essa trova applicazione soprattutto nei terreni<br />
compatti, poveri di calce o arg<strong>il</strong>losi; la presenza di sostanze colloidali nel terreno<br />
fac<strong>il</strong>ita la trasformazione in urea e l’ut<strong>il</strong>izzazione da parte delle piante.<br />
A seguire, in tabella 4, si riportano i dati sulla quantità di concimi azotati distribuiti in<br />
Italia nel biennio 2006-2007.<br />
Tabella 4 Fert<strong>il</strong>izzanti azotati distribuiti in Italia negli anni 2006-2007 espressi in quintali (fonte ISTAT)<br />
TIPO DI FERTILIZZANTE<br />
2006 2007<br />
IN COMPLESSO<br />
VARIAZIONI<br />
ASSOLUTE %<br />
MINERALI SEMPLICI 16.103.522 16.224.016 120.494 0,7<br />
-CALCIOCIANAMIDE 124.031 143.866 19.835 16,0<br />
-NITRATI (nitrato ammonico+ nitrato di calcio) 5.707.168 5.606.719 -100.449 -1,8<br />
-SOLFATO AMMONICO 1.455.128 1.688.825 233.697 16,1<br />
-UREA 7.354.874 7.322.134 -32.740 -0,4<br />
-ALTRI 1.462.321 1.462.472 151 ..<br />
ORGANICI SEMPLICI 1.764.686 2.076.884 312.198 17,7<br />
ORGANOMINERALI SEMPLICI 152.690 234.521 81.831 53,6<br />
In particolare, in Sardegna (anno 2007), è stato stimato un consumo pari a 275.923<br />
q di fert<strong>il</strong>izzanti azotati semplici su un totale di concimi minerali, organici e organo<br />
minerali di 739.368 q.<br />
Mineralizzazione dei reflui civ<strong>il</strong>i e zootecnici.<br />
Segue le stesse tappe viste per la mineralizzazione di materia organica nelle fonti<br />
naturali.<br />
20
L’azoto organico viene trasformato in ammoniaca e successivamente ossidato,<br />
dapprima in nitrito e successivamente in nitrato.<br />
Gli scarichi civ<strong>il</strong>i (fosse settiche e biologiche, pozzi neri, pozzi perdenti) contengono<br />
mediamente 20-30 mg/l di azoto (Chiesa 1994). Non sempre essi contengono nitrati,<br />
questi si formano in gran parte per reazioni aerobie di nitrificazione, che spesso<br />
avvengono negli stessi impianti di depurazione e trattamento che normalmente<br />
rimuovono solo <strong>il</strong> 30% dell’azoto. Indicativamente si possono indicare le seguenti<br />
percentuali di forma d’azoto contenute nei reflui civ<strong>il</strong>i: 60% azoto ammoniacale, 35%<br />
azoto organico e 5% nitriti e nitrati.<br />
Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Sardegna stima in 12 g/abitante/giorno<br />
l’apporto di azoto dei reflui civ<strong>il</strong>i. Sempre nel PTA sono indicati i carichi potenziali di<br />
azoto derivanti da reflui zootecnici (tab. 5).<br />
Tabella 5 Carichi zootecnici potenziali (tratto da PTA Sardegna)<br />
2.7 Denitrificazione<br />
Specie<br />
Azoto prodotto<br />
(kg/animale/anno)<br />
Bovini 54,8<br />
Suini 11,3<br />
Caprini-Ovini 4,9<br />
Equini 62<br />
Avicoli 0,48<br />
Cunicoli 0,48<br />
L’attenuazione del contenuto in nitrati, soprattutto nelle acque sotterranee, consiste<br />
di due meccanismi: la d<strong>il</strong>uizione e la denitrificazione (fig. 5).<br />
21
Figura 5 Fonti e ciclo dell’azoto<br />
La prima è un processo fisico per cui diminuisce la concentrazione dell’inquinante ed<br />
è funzione degli apporti d’acqua. Il secondo è un vero e proprio processo di<br />
decontaminazione, consiste nella riduzione dei nitrati ad azoto molecolare gassoso e<br />
avviene per opera di microrganismi in assenza di ossigeno e con un substrato<br />
organico a disposizione.<br />
Gli esseri viventi traggono energia dall’ossidazione di composti organici, processo<br />
questo chiamato respirazione; normalmente l’accettore di elettroni è l’ossigeno ma in<br />
alcuni casi, in ambiente anossico, alcuni batteri sono capaci di ut<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> nitrato e di<br />
eseguire una serie di due respirazioni metaboliche per cui lo ione è ridotto a nitrito, a<br />
ossido nitroso (N2O) e quindi ad azoto molecolare gassoso che viene dunque<br />
rimosso dal terreno e dalle acque per finire in atmosfera.<br />
La maggior parte del nitrato è comunque ridotto ad ammoniaca da batteri fermentanti<br />
piuttosto che ad azoto molecolare dai denitrificanti. I batteri coinvolti nella<br />
denitrificazione si possono ricondurre a: Pseudomonas, Thiobac<strong>il</strong>lus, Paracoccus e<br />
Neisseria.<br />
22
3 USO DELL’ANALISI ISOTOPICA NEGLI STUDI IDROGEOLOGICI E<br />
PER LA DETERMINAZIONE DI FONTI D’INQUINAMENTO DA NITRATI<br />
NELLE ACQUE SOTTERRANEE<br />
3.1 analisi isotopiche<br />
Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento con diverso numero di neutroni, quindi<br />
masse diverse, forze di legame diverse, comportamenti chimico-fisici diversi.<br />
Gli isotopi radioattivi sono instab<strong>il</strong>i e sono nuclidi che si disintegrano spontaneamente<br />
per formare altri isotopi emettendo particelle α o particelle β ed in alcuni casi raggi γ.<br />
Gli isotopi stab<strong>il</strong>i non decadono nella scala dei tempi geologici, ma possono essere<br />
prodotti durante <strong>il</strong> decadimento di quelli radioattivi.<br />
Nelle indagini ambientali vengono ut<strong>il</strong>izzati prevalentemente alcuni elementi (H, C, N,<br />
O, S), che sono i principali elementi presenti nei sistemi idrologici, geologici e<br />
biologici: sono leggeri e la loro differenza di massa è relativamente elevata, per cui i<br />
frazionamenti che avvengono durante i processi fisici, chimici e biologici sono<br />
misurab<strong>il</strong>i.<br />
Gli isotopi stab<strong>il</strong>i vengono ut<strong>il</strong>izzati come traccianti nei cicli dell’acqua, del carbonio,<br />
dei nutrienti e in genere delle sostanze disciolte (D/ 1 H – 18 O/ 16 O - 13 C/ 12 C - 15 N/ 14 N -<br />
34 S/ 32 S – 11 B/ 10 B). Gli isotopi vengono anche ut<strong>il</strong>izzati per stimare l’età delle acque<br />
sotterranee ( 3 H, 14 C, 36 Cl, ecc.). La composizione isotopica è normalmente riportata<br />
come valore δ (delta) ed espressa in parti per m<strong>il</strong>le (‰), riferita ad uno standard di<br />
composizione nota<br />
δ (in ‰) = (Rx / Rs - 1) x1000<br />
23
dove R è <strong>il</strong> rapporto fra l'isotopo più pesante e quello più leggero (es. 18 O/ 16 O) ed Rx<br />
e Rs sono rispettivamente i rapporti del campione e dello standard (tab. 6).<br />
Tabella 6: Elementi chimici, loro isotopi, abbondanze e standard di riferimento<br />
Elemento<br />
Idrogeno<br />
Carbonio<br />
Azoto<br />
Ossigeno<br />
Zolfo<br />
Isotopi<br />
stab<strong>il</strong>i<br />
Abbondanza<br />
naturale media<br />
(%)<br />
1H 99.985<br />
2H 0.015<br />
12C 98.892<br />
13C 1.108<br />
14N 99.6337<br />
15N 0.3663<br />
16O 99.7587<br />
18O 0.2039<br />
32S 95.02<br />
34S 4.22<br />
Valori dei rapporti<br />
standard<br />
2H/1H =<br />
0.000316<br />
13C/12C =<br />
0.0112372<br />
15N/14N =<br />
0.007353<br />
18O/16O =<br />
0.0039948<br />
34S/32S =<br />
0.0450045<br />
Standard di riferimento<br />
internazionale<br />
V-SMOW (Vienna –Standard Mean Ocean Water)<br />
V-PDB (Vienna-Pee Dee Belemnite)<br />
Carbonato di calcio foss<strong>il</strong>e<br />
AIR (Azoto dell’aria)<br />
V-SMOW (Vienna –Standard Mean Ocean Water)<br />
V-CDT (Canyon Diablo Tro<strong>il</strong>ite)<br />
Gli isotopi sono soggetti in natura a frazionamento isotopico: ciò significa che le<br />
proporzioni delle abbondanze relative dei vari isotopi stab<strong>il</strong>i di uno stesso elemento<br />
non sono fisse, ma cambiano in seguito a processi fisici, chimici e biologici: ad<br />
esempio, nella condensazione del vapore acqueo gli isotopi più leggeri ( 16 O e 1 H) si<br />
concentrano nella fase di vapore, quelli più pesanti ( 18 O e 2 H o Deuterio) nella fase<br />
liquida.<br />
Gli isotopi più leggeri formano legami chimici che si rompono più fac<strong>il</strong>mente rispetto a<br />
quelli degli isotopi pesanti, e reagiscono più velocemente, concentrandosi nei<br />
prodotti; mentre, gli isotopi più pesanti si concentrano nei reagenti. Gli isotopi più<br />
leggeri sono maggiormente ut<strong>il</strong>izzati dagli organismi perché comportano un minor<br />
costo energetico, e si concentrano nei prodotti del metabolismo; mentre, gli isotopi<br />
più pesanti si concentrano nei substrati.<br />
I frazionamenti (fig. 6) che avvengono durante i processi di evaporazione e<br />
condensazione delle acque di pioggia e che coinvolgono i componenti della molecola<br />
d’acqua (H2O), sono influenzati dalla temperatura. Infatti, ad una temperatura di<br />
24
condensazione più bassa corrisponde un contenuto minore di isotopi pesanti,<br />
viceversa ad una temperatura di condensazione più elevata corrisponde un maggior<br />
contenuto di isotopi pesanti.<br />
Le principali conseguenze della dipendenza della composizione isotopica delle<br />
precipitazioni dalla temperatura di condensazione sono le seguenti:<br />
- Effetto delle variazioni stagionali: le precipitazioni invernali hanno un<br />
contenuto più basso di isotopi pesanti rispetto alle precipitazioni estive come<br />
conseguenza del fatto che derivano da un vapore condensato a temperature<br />
più basse;<br />
- effetto altitudine: le piogge originate ai piedi di un r<strong>il</strong>ievo sono isotopicamente<br />
più pesanti delle piogge che cadono a quote maggiori, e che sono<br />
isotopicamente più leggere (gradiente isotopico verticale);<br />
- effetto continentalità: le precipitazioni sulle zone interne di un continente sono<br />
isotopicamente più leggere rispetto a quelle che si verificano sulle zone litorali<br />
o sub-litorali;<br />
- effetto latitudine: la composizione isotopica delle precipitazioni ha contenuti<br />
minimi di isotopi pesanti su aree polari e contenuti massimi su aree tropicali.<br />
Gli isotopi stab<strong>il</strong>i di Ossigeno e Idrogeno trovano applicazioni negli studi<br />
idrogeologici: grazie al gradiente isotopico verticale è possib<strong>il</strong>e stimare la quota<br />
relativa di ricarica di una sorgente (quota di condensazione delle piogge che la<br />
alimentano); in base all’ampiezza delle variazioni isotopiche stagionali r<strong>il</strong>evate<br />
sull’acquifero stesso, è possib<strong>il</strong>e effettuare valutazioni sulla profondità e sulla<br />
lunghezza di un circuito idrogeologico:<br />
- nel caso di circuiti brevi e piuttosto superficiali le variazioni isotopiche<br />
dell’acquifero sono paragonab<strong>il</strong>i alle variazioni isotopiche delle precipitazioni<br />
atmosferiche dell’area in esame;<br />
25
- nel caso di circuiti di portata regionale e/o di grande profondità, le acque<br />
hanno <strong>il</strong> tempo di rimescolarsi ed omogeneizzarsi, perciò non sono più<br />
praticamente presenti variazioni isotopiche stagionali, come nelle<br />
precipitazioni relative (Progetto Aquanet, 2004).<br />
Figura 6 Frazionamento dell’ossigeno<br />
3.2 Uso dell’analisi isotopica per la determinazione di fonti<br />
d’inquinamento da nitrati nelle acque sotterranee<br />
La fonte dei nitrati in certi ambienti naturali può essere identificata correlando <strong>il</strong><br />
rapporto isotopico dell’azoto naturale tra <strong>il</strong> nitrato contenuto nell’acqua di falda e <strong>il</strong><br />
nitrato contenuto nei terreni a seconda della loro ut<strong>il</strong>izzazione (Chiesa 1994).<br />
Come è noto, l’azoto, nelle acque naturali, è presente come nitrato, nitrito, ione<br />
ammonio, in forma gassosa biatomica e come ammoniaca; in forma organica come<br />
materiale solido in sospensione.<br />
Le reazioni possib<strong>il</strong>i sono:<br />
Ammonificazione: Org-N → NH4 + ↔ NH3 + H +<br />
Nitrificazione: NH4 + +1/2 O2 + 2H2O → NO3 - + 8H +<br />
26
Denitrificazione:<br />
• Ossidazione pirite: 14NO3 - + 5FeS2 + 4H + → 7N2 + 10 SO4 - + 5Fe + + 2H2O<br />
• Ossidazione materia organica:<br />
5C6H12O6 + 24NO3 - → 30CO2 +24OH - + 18H2O + 12N2<br />
L’azoto possiede due isotopi stab<strong>il</strong>i 14 N e 15 N, <strong>il</strong> loro rapporto, ovvero la variazione in<br />
della presenza rispettivamente dell’uno o dell’altro isotopo aiuta a definire<br />
l’origine dell’azoto: da fenomeni di ossidazione di resti organici o come sale derivato<br />
da fissazione industriale di azoto atmosferico, e ut<strong>il</strong>izzato come concime.<br />
L’ut<strong>il</strong>izzo dei dati isotopici dell’azoto in questa applicazione si basa sul fatto che<br />
l’azoto in natura si trova prevalentemente nella forma 14 N, ma è presente anche<br />
come 15 N, isotopo pesante; l’abbondanza isotopica viene misurata rispetto a<br />
standard internazionali di riferimento, che per l’azoto è quello atmosferico (δ 15 N=0).<br />
Valori di δ 15 N intorno allo zero, infatti individuano i fert<strong>il</strong>izzanti azotati (fig. 7), che<br />
vengono prodotti per sintesi partendo dall’azoto atmosferico; valori di δ 15 N compresi<br />
tra +3 e +25 individuano liquami di origine animale, per la prevalenza di processi<br />
biometabolici; inoltre <strong>il</strong> 14 N viene espulso con l’urina e l’ammoniaca presente nei<br />
liquami (isotopicamente arricchita in 14 N) e volat<strong>il</strong>izza fac<strong>il</strong>mente: da qui <strong>il</strong> marcato<br />
arricchimento in 15 N.<br />
27
Figura 7 Valori di δ15N (Modificato da Hoefs 1997 and Clark and Fritz 1997 con dati di Amberger and Schmidt 1987, Böttcher<br />
et al. 1990, and Létolle 1980).<br />
I fert<strong>il</strong>izzanti sintetici sono prodotti per sintesi industriale a partire dall’azoto e<br />
dall’ossigeno atmosferico, pertanto la loro composizione isotopica rimane sim<strong>il</strong>e a<br />
quella atmosferica (fig. 8); con valori per δ 15 N intorno allo 0 ‰, generalmente<br />
compresi tra – 4‰ e +4‰; per δ 18 O = +20 ± 2 ‰ (valore medio dell’ossigeno<br />
atmosferico 18 O = 23 ‰).<br />
Figura 8 Contenuto in isotopi di azoto e ossigeno per le varie fonti di nitrati (Clark and Fritz, 1997)<br />
La metabolizzazione dell’azoto lungo la catena alimentare comporta un<br />
frazionamento sempre maggiore in proporzione al livello trofico dell’organismo.<br />
Dunque, i nitrati provenienti dall’ossidazione di materia organica prodotta da<br />
28
organismi superiori (concimi organici, perdite da fosse settiche) presentano valori di<br />
15 N maggiormente arricchiti fino a valori prossimi a 20‰. Inoltre, poiché nel processo<br />
di denitrificazione i batteri ut<strong>il</strong>izzano di preferenza l’isotopo leggero 14 N, <strong>il</strong> rapporto<br />
isotopico dei nitrati presenti nelle acque sotterranee, in presenza di tali processi,<br />
potrebbero risultare sim<strong>il</strong>i sia nel caso di nitrati provenienti da fert<strong>il</strong>izzanti prodotti<br />
industrialmente, che di quelli provenienti da mineralizzazione di sostanza organica.<br />
Perciò viene quantificata anche la variazione dell’isotopo 18 O.<br />
Il rapporto tra <strong>il</strong> valore del campione e <strong>il</strong> valore standard viene espresso come:<br />
δ 15 N (‰) = ( 15 N/ 14 N) campione – ( 15 N/ 14 N) standard / ( 15 N/ 14 N) standard x 1000<br />
- se 15 N campione > 15 N standard allora δ 15 N è positivo (arricchimento dell’isotopo<br />
pesante nel campione rispetto allo standard);<br />
- se 15 N campione < 15 N standard allora δ 15 N risulta essere un valore negativo<br />
(impoverimento dell’isotopo pesante o arricchimento dell’isotopo leggero rispetto allo<br />
standard).<br />
La composizione isotopica dell’azoto serve dunque:<br />
- ad individuare l’origine e distinguere i fert<strong>il</strong>izzanti sintetici dai composti organici;<br />
- a portare in evidenza fenomeni di nitrificazione e denitrificazione e caratterizza i<br />
processi che si svolgono nelle acque sotterranee;<br />
- è indispensab<strong>il</strong>e per distinguere un nitrato da concime organico rispetto ad uno da<br />
fert<strong>il</strong>izzante sintetico.<br />
Esempi di valori di δ 15N r<strong>il</strong>evati in differenti condizioni. (Roadcap et al., 2002)<br />
-Precipitazioni<br />
29
Le acque piovane contengono azoto nitrico e ammoniacale in quantità talmente<br />
basse da non costituire fonte importante di contaminazione. I valori di δ 15 N si<br />
attestano su -3‰ per analisi effettuate su precipitazioni a Pretoria in Sud Africa.<br />
-Acque superficiali<br />
Il range di δ 15 N è compreso tra +1‰ e +10‰. Valori più alti sono da attribuire a<br />
fenomeni di denitrificazione in acque anossiche.<br />
-Suolo<br />
L’azoto è contenuto nel materiale organico potenzialmente mineralizzab<strong>il</strong>e e come<br />
risultato di ammonizzazione e nitrificazione. Se lo ione ammonio è prodotto con<br />
sufficiente lentezza e ha un tempo di ritenzione basso, e se la volat<strong>il</strong>izzazione è<br />
minima la nitrificazione è completa. I valori di δ 15 N vanno da +4‰ a +9‰. In uno<br />
studio di laboratorio su 7 differenti tipi di suolo <strong>il</strong> range era compreso tra -9,6‰ e<br />
+6,3‰, risultati probab<strong>il</strong>mente dovuti ai tempi di incubazione.<br />
-Acque sotterranee non contaminate<br />
Premesso che <strong>il</strong> valore di δ 15 N in studi a larga scala è estremamente difficoltoso,<br />
studi effettuati in Minnesota hanno stab<strong>il</strong>ito un quantitativo di nitrati di 1,5 mg/l<br />
corrispondenti a valori di δ 15 N intorno a +3,9‰<br />
-Acque sotterranee contaminate da fert<strong>il</strong>izzanti inorganici<br />
L’azoto è contenuto nei fert<strong>il</strong>izzanti in forma di nitrato ammonico e ammoniaca anidra<br />
e deriva dalla fissazione industriale di azoto atmosferico. I valori di δ 15 N sono<br />
compresi tra<br />
30
-4‰ e +4‰. Heaton (1986) indica valori pari a -1‰ e +2,5‰ rispettivamente per la<br />
parte dello ione ammonio e per la parte dello ione nitrato. Dealy (1995) suggerisce<br />
un range che va da +3,5‰ a +7‰ per contaminazioni derivanti dalla combinazione<br />
di fert<strong>il</strong>izzanti azotati in suoli con materiale organico.<br />
-Acque sotterranee contaminate da reflui animali e fosse settiche<br />
Nitrati derivanti da reflui animali hanno valori di δ 15 N maggiori di +10‰. Il grado di<br />
arricchimento è alto in conseguenza del tempo di esposizione diretta dei reflui<br />
all’atmosfera. Heaton (1986) indica valori compresi tra +8‰ e +22‰.<br />
I reflui umani sono una potenziale fonte di nitrati in piccole comunità rurali nelle quali<br />
<strong>il</strong> numero di fosse settiche è alto. Rispetto i reflui animali, l’arricchimento isotopico<br />
tende ad essere inferiore. Mariotti (1988) indica valori compresi tra +10‰ e 13,5‰<br />
per fognature e fosse settiche, mentre per campioni di acque sotterranee in area<br />
urbana in Francia si indica un valore medio di +9,9‰.<br />
-Denitrificazione<br />
Quando le acque sotterranee fluiscono verso la zona di riduzione, i nitrati vengono<br />
ridotti dai batteri che li usano come accettori di elettroni. Il range va da +4,7‰ di un<br />
acquifero calcareo in Francia dove avvengono fenomeni di adsorbimento (Mariotti e<br />
altri 1988) a +30‰ in acquifero nel deserto del Kalahari dove la<br />
denitrificazione è particolarmente lenta (Vogel e altri 1981).<br />
Disponib<strong>il</strong>ità di δ 18 O misurati nelle acque sotterranee.<br />
In studi di Bottcher e altri (1990) realizzati su 10 campioni lungo un percorso di 3 km<br />
caratterizzato da suoli agricoli e forestali in Germania, è evidente la correlazione tra<br />
la concentrazione di nitrati e l’incremento in δ 15 N e δ 18 O. Infatti a 4 a 7 metri di<br />
31
profondità <strong>il</strong> contenuto in nitrati subisce un decremento da 21 mg/l a 4,5 mg/l con un<br />
incremento di δ 15 N da +9,69‰ a +37,09‰ e un incremento di δ 18 O da +6,01‰ a<br />
+25,67‰. Altri studi condotti in Ontario da Mengis e altri (1999) sui processi di<br />
denitrificazione indicano valori di δ 15 N tra +5‰ e +30‰ e di δ 18 O tra +0,5‰ e<br />
+17‰.<br />
In un’altra area di studio dove si sospetta che i fert<strong>il</strong>izzanti siano la fonte dei nitrati<br />
Aravena e altri (1993), indicano per δ 18 O un valore di +3,5‰. Questo risulta più<br />
basso del valore atteso (pari a +13‰) nell’ipotesi che tutto <strong>il</strong> nitrato presente<br />
provenga dal nitrato ammonico usato per la fert<strong>il</strong>izzazione. I risultati indicano che <strong>il</strong><br />
nitrato non deriva appunto dal fert<strong>il</strong>izzante, ma presumib<strong>il</strong>mente da un nitrificazione<br />
di ione ammonio presente nel letame e dalla mineralizzazione dell’azoto organico del<br />
suolo.<br />
Oltre gli isotopi di azoto e ossigeno può essere ut<strong>il</strong>e un indagine conoscitiva sugli<br />
isotopi del carbonio (δ 13 C) contenuto nel DIC (carbonio inorganico disciolto) e dello<br />
zolfo (δ 34 S) per determinare quali processi geochimici dominano la denitrificazione.<br />
Ad esempio se <strong>il</strong> processo principale fosse l’ossidazione della pirite <strong>il</strong> valore di δ 34 S<br />
sarà negativo, al contrario in caso di ossidazione della materia organica sarà<br />
negativo <strong>il</strong> valore di δ 13 C.<br />
Il Trizio ( 3 H) si troverà invece negli acquiferi in concentrazioni direttamente<br />
proporzionali a quella delle piogge che li hanno alimentati, ed inversamente<br />
proporzionali al tempo trascorso dal momento della loro inf<strong>il</strong>trazione del terreno: darà<br />
quindi una indicazione sui tempi di residenza delle acque sotterranee. E’ presente<br />
nelle acque a ricarica recente, caratterizzate da età inferiori ai 50 anni, dove valori di<br />
TU (Tritium Unit) inferiori a 0.8 rappresentano una ricarica anteriore al 1952; valori<br />
compresi fra 0.8 e 5 TU indicano un’acqua con età compresa tra 10 e 50 anni; valori<br />
fra 5 e 15 TU, tra 1 e 10 anni; e valori maggiori di 15 TU indicano possib<strong>il</strong>i casi di<br />
32
inquinamento. Mentre <strong>il</strong> 14 C è <strong>il</strong> l’isotopo più ut<strong>il</strong>e per la datazione delle acque<br />
sotterranee e del materiale organico nel range 1.000 – 50.000 anni: alte<br />
concentrazioni denotano elevate velocità di circolazione, mentre acquiferi confinati<br />
presentano bassa o nulla attività 14 C (progetto Aquanet, 2004).<br />
L’isotopo δ 11 B è un buon tracciante per distinguere le fonti inquinanti di origine<br />
animale; ma può creare problemi con processi di assorbimento in presenza di arg<strong>il</strong>le<br />
Metodo d’analisi<br />
Nelle analisi isotopiche, gli elementi di interesse come azoto e ossigeno dei nitrati<br />
vengono trattati e convertiti in fase gassosa purificata (N2 e CO2) e attraverso uno<br />
spettrometro di massa viene misurata la composizione isotopica. Per determinare<br />
δ 18 O è necessario rimuovere la materia organica disciolta e gli ioni solfato per non<br />
incorrere in contaminazioni dell’ossigeno nitrico nel campione. Successivamente i<br />
nitrati del campione vengono estratti usando una colonna a scambio anionico.<br />
Estratti i nitrati viene ut<strong>il</strong>izzato HBr come eluente, e i nitrati vengono trasformati in<br />
nitrato d’argento tramite ossido d’argento per congelamento a secco sotto vuoto. Il<br />
nitrato d’argento viene dunque convertito in CO2 e N2 per le analisi di δ 18 O e δ 15 N<br />
rispettivamente .<br />
33
4 QUADRO LEGISLATIVO EUROPEO E NAZIONALE<br />
Già nel quarto Programma d’Azione delle Comunità Europee in materia ambientale<br />
(1987), veniva presentata una proposta di direttiva sul controllo e sulla riduzione<br />
dell’inquinamento idrico risultante dallo spandimento e dallo scarico di deiezioni del<br />
bestiame o dall’uso eccessivo dei fert<strong>il</strong>izzanti, pratiche ritenute le principali<br />
responsab<strong>il</strong>i di questo tipo di contaminazione: da questa proposta nasce la Direttiva<br />
676/91 del 12 dicembre 1991, relativa alla Protezione delle Acque dall’Inquinamento<br />
da Nitrati provenienti da fonti agricole.<br />
La direttiva imponeva agli Stati membri la designazione, entro due anni dall’entrata in<br />
vigore, delle Zone Vulnerab<strong>il</strong>i da Nitrati (ZVN) note all’interno del loro territorio,<br />
prevedendo un riesame periodico di tali aree almeno ogni quattro anni. Sempre entro<br />
due anni dall’entrata in vigore della direttiva, si dovevano predisporre uno o più<br />
Codici di Buona Pratica Agricola ed, eventualmente, programmi comprensivi di<br />
disposizioni per la formazione e l’informazione degli agricoltori.<br />
Entro due anni dalla prima designazione, gli Stati membri dovevano fissare dei<br />
Programmi d’Azione per le Zone Vulnerab<strong>il</strong>i, da attuare entro quattro anni dalla loro<br />
fissazione. Inoltre veniva fissato a 170 kg/ha/anno <strong>il</strong> quantitativo massimo di azoto da<br />
effluenti distribuib<strong>il</strong>e sui terreni e si davano indicazioni sulle modalità di<br />
determinazione della quantità massima di fert<strong>il</strong>izzante da distribuire sulla base del<br />
b<strong>il</strong>ancio dell’azoto. La direttiva è stata recepita in Italia mediante la Legge 146 del 22<br />
febbraio 1994 (Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza<br />
dell' Italia alle Comunità Europee).<br />
34
Con <strong>il</strong> DM del 19 apr<strong>il</strong>e 1999, che segna l’approvazione del Codice di Buona Pratica<br />
Agricola, sono state in parte colmate alcune lacune. Il successivo Decreto Legislativo<br />
11 maggio 1999 n. 152 (Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e<br />
recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente <strong>il</strong> trattamento delle acque reflue<br />
urbane e della direttiva 676/91 relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento<br />
da nitrati provenienti da fonti agricole), sancisce la prima individuazione delle Zone<br />
Vulnerab<strong>il</strong>i ai nitrati sul territorio italiano, attribuendo facoltà alle Regioni di<br />
individuarne di ulteriori. Viene, inoltre, conferito alle Regioni <strong>il</strong> compito di predisporre,<br />
entro un anno dall’entrata in vigore del suddetto decreto, i Programmi d’Azione<br />
obbligatori basati sulle indicazioni del Codice da attuare all’interno delle Zone<br />
Vulnerab<strong>il</strong>i individuate. Tali Programmi dovevano essere rivisti almeno una volta ogni<br />
quattro anni, così come la designazione stessa delle Zone Vulnerab<strong>il</strong>i. L’Italia non ha<br />
dato seguito alle prescrizioni: l’inadempienza ha comportato una condanna da parte<br />
della Corte di Giustizia Europea alla fine del 2001, dovuta al fatto che le istituzioni<br />
nazionali e regionali non hanno applicato correttamente la direttiva.<br />
Conseguentemente, alcune Regioni italiane hanno proceduto alla delimitazione delle<br />
aree vulnerab<strong>il</strong>i e alla predisposizione dei Programmi di Azione. Infine, con <strong>il</strong> DLgs 7<br />
apr<strong>il</strong>e 2006 n. 152 (Norme in materia ambientale) vengono riviste le Zone Vulnerab<strong>il</strong>i<br />
e si impone alle Regioni di definire o di rivedere, se già posti in essere, i Programmi<br />
d’Azione entro un anno dall’entrata in vigore dello stesso decreto: in questo modo<br />
viene data piena attuazione alla direttiva nitrati.<br />
Attualmente la normativa di riferimento consiste sostanzialmente di tre Direttive a<br />
livello europeo ( 676/91, 60/2000 e 118/2006) e due Decreti legge a livello nazionale<br />
italiano (31/2001 e 152/2006). Sempre in Italia è stato inoltre proposto un Decreto<br />
legislativo recante: «Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione<br />
35
delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento» trasmesso alla<br />
Presidenza del Senato <strong>il</strong> 23 dicembre 2008.<br />
4.1 La Direttiva nitrati 676/91<br />
La direttiva 676/91, evidenziando come negli anni si vi sia stato l’aumento del<br />
contenuto di nitrati nelle acque comunitarie, indica come maggiore responsab<strong>il</strong>e le<br />
attività connesse con le pratiche agricole e detta regole in fatto di: individuazione<br />
delle zone vulnerab<strong>il</strong>i, metodi di controllo, analisi e relative misure di protezione e di<br />
miglioramento dello stato delle acque.<br />
In sostanza, gli stati membri, entro 2 anni, sono tenuti a: individuare tutte le zone<br />
note vulnerab<strong>il</strong>i, ovvero acque già inquinate o suscettib<strong>il</strong>i di inquinamento da nitrati;<br />
revisionarle almeno ogni 4 anni; fissare uno o più codici di buona pratica agricola;<br />
fissare programmi d’azione riguardo le zone vulnerab<strong>il</strong>i comprendenti misure<br />
vincolanti da attuarsi entro 4 anni dalla fissazione; consegnare una relazione, ogni<br />
quadriennio, contenente dati riguardanti la localizzazione, la qualità delle acque, le<br />
previsioni e le misure adottate.<br />
I programmi d’azione tengono conto dei dati scientifici e tecnici e delle condizioni<br />
ambientali. Si tratta di scegliere dei punti di controllo appropriati e valutare <strong>il</strong><br />
contenuto di nitrati sia per acque superficiali che per acque sotterranee.<br />
La designazione delle zone vulnerab<strong>il</strong>i avviene misurando <strong>il</strong> contenuto in nitrati nelle<br />
acque dolci per un anno (una volta al mese o più frequentemente nei periodi di piena<br />
per le acque superficiali, a intervalli regolari per le acque sotterranee). Vengono<br />
escluse le stazioni nelle quali <strong>il</strong> contenuto di nitrati risulta inferiore a 25 mg/l. Sono,<br />
dunque, considerate zone vulnerab<strong>il</strong>i tutte le acque nelle quali si r<strong>il</strong>evi, o potrebbero<br />
essere r<strong>il</strong>evati in futuro, quantitativi uguali o superiori a 50 mg/l di nitrati (limite<br />
stab<strong>il</strong>ito per legge).<br />
36
Nell’attuazione delle misure dei programmi d’azione si fa soprattutto riferimento alle<br />
limitazioni nell’uso di fert<strong>il</strong>izzanti azotati siano questi naturali o di produzione<br />
industriale, e nelle limitazioni agli spandimenti di letame, che non devono superare i<br />
170 Kg/ha/anno (in contenuto di azoto) per le zone vulnerab<strong>il</strong>i, prevedendo<br />
appropriate dimensioni dei depositi degli effluenti, i periodi e le procedure di<br />
applicazione nel rispetto dei codici di buona pratica agricola e tenendo conto delle<br />
condizioni climatiche, pedologiche e di uso del suolo.<br />
4.2 La Direttiva quadro in materia di acque 60/2000<br />
La direttiva quadro stab<strong>il</strong>isce che: l'acqua non è un prodotto commerciale al pari degli<br />
altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale.<br />
Stab<strong>il</strong>isce inoltre che gli Stati membri dovrebbero cercare di raggiungere almeno<br />
l'obiettivo di un buono stato delle acque, definendo e attuando le misure necessarie<br />
nell'ambito di programmi integrati di misure, nell'osservanza dei vigenti requisiti<br />
comunitari. Ove le acque abbiano già raggiunto un buono stato, si dovrebbe<br />
mantenere tale situazione. Per le acque sotterranee, oltre ai requisiti di un buono<br />
stato, si dovrebbe identificare e correggere qualsiasi tendenza significativa e<br />
prolungata all'aumento della concentrazione di sostanze inquinanti.<br />
A tal proposito e per questo studio in particolare si definiscono "acque sotterranee":<br />
tutte le acque che si trovano sotto la superficie del suolo nella zona di saturazione e<br />
a contatto diretto con <strong>il</strong> suolo o <strong>il</strong> sottosuolo; "falda acquifera": uno o più strati<br />
sotterranei di roccia o altri strati geologici di porosità e permeab<strong>il</strong>ità sufficiente da<br />
consentire un flusso significativo di acque sotterranee o l'estrazione di quantità<br />
significative di acque sotterranee; "corpo idrico sotterraneo": un volume distinto di<br />
acque sotterranee contenute da una o più falde acquifere; "buono stato chimico delle<br />
37
acque sotterranee": stato chimico di un corpo idrico sotterraneo che risponde a tutte<br />
le condizioni di cui alla tabella 2.3.2 dell'allegato V (tab. 7).<br />
Tabella 7 Definizione di stato buono (Direttiva Quadro in materia di acque)<br />
Elementi Stato buono<br />
Generali La composizione del corpo idrico sotterraneo è tale che le concentrazioni di<br />
inquinanti:<br />
- Non presentano effetti di intrusione salina o di altro tipo<br />
- Non superano gli standard di qualità applicab<strong>il</strong>i ai sensi di altri atti normativi<br />
comunitari, ai sensi dell’art. 17<br />
- Non sono tali da impedire <strong>il</strong> conseguimento degli obbiettivi ambientali di cui all’art. 4<br />
per le acque superficiali connesse ne da comportare un deterioramento significativo<br />
della qualità ecologica o chimica di tali corpi ne da recare danni significativi agli<br />
ecosistemi terrestri direttamente dipendenti dal corpo idrico sotterraneo<br />
Conduttività Le variazioni di conduttività non indica intrusioni saline o di altro tipo nel corpo idrico<br />
sotterraneo<br />
Nei corpi idrici sotterranei selezionati <strong>il</strong> monitoraggio riguarda tutti i fondamentali<br />
parametri seguenti:<br />
-tenore di ossigeno;<br />
-valore del pH;<br />
-conduttività;<br />
-nitrati;<br />
-ione ammonio.<br />
Inoltre nei piani di gestione dei bacini idrografici, per quanto concerne le acque<br />
sotterranee, sono previsti:<br />
- rappresentazione cartografica dell’ubicazione e del perimetro dei corpi idrici<br />
sotterranei;<br />
- stime dell’inquinamento da fonti puntuali;<br />
- stime sull’inquinamento da fonti diffuse con sintesi di ut<strong>il</strong>izzazione del suolo;<br />
- stime delle pressioni sullo stato quantitativo (estrazioni comprese);<br />
- analisi degli altri impatti antropici;<br />
38
- mappa delle reti di monitoraggio e rappresentazione cartografica dei<br />
programmi di monitoraggio effettuati a norma di dette disposizioni per<br />
verificare lo stato chimico e quantitativo.<br />
4.3 La Direttiva 2006/118/CE relativa alla protezione dall’inquinamento<br />
e dal degrado delle acque sotterranee<br />
Definisce i nitrati (assieme ai fosfati) come sostanze inquinanti che contribuiscono<br />
all’eutrofizzazione. Questa direttiva risulta più specifica in quanto istituisce misure<br />
specifiche per prevenire e controllare l'inquinamento delle acque sotterranee, ai sensi<br />
dell'articolo 17, paragrafi 1 e 2, della direttiva 2000/60/CE.<br />
Queste misure comprendono in particolare:<br />
-criteri per valutare <strong>il</strong> buono stato chimico delle acque sotterranee;<br />
-criteri per individuare e invertire le tendenze significative e durature all'aumento e<br />
per determinare i punti di partenza per le inversioni di tendenza.<br />
Ai fini della valutazione dello stato chimico di un corpo o gruppo di corpi idrici<br />
sotterranei, in conformità dell'allegato V - punto 2.3 della direttiva 2000/60/CE, gli<br />
Stati membri ut<strong>il</strong>izzano i seguenti criteri:<br />
a) le norme di qualità delle acque sotterranee di cui all'allegato I (che per i nitrati<br />
prevede un valore massimo di 50 mg/l)<br />
b) i valori soglia che devono essere stab<strong>il</strong>iti dagli Stati membri secondo la procedura<br />
descritta nell'allegato II, parte A, per gli inquinanti, i gruppi di inquinanti e gli indicatori<br />
di inquinamento che, all'interno del territorio di uno Stato membro, sono stati<br />
individuati come fattori che contribuiscono alla caratterizzazione di corpi o gruppi di<br />
corpi idrici sotterranei come a rischio, tenuto conto almeno dell'elenco contenuto<br />
nell'allegato II, parte B.<br />
39
4.4 Il Dlgs. 31/2001 relativo alla qualità delle acque destinate al<br />
consumo umano<br />
Disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano al fine di proteggere la<br />
salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque,<br />
garantendone la salubrità e la pulizia. Fornisce parametri relativi ai valori limite per la<br />
dichiarazione di conformità al consumo umano.<br />
4.5 Il Dlgs. 152/2006 recante norme in materia ambientale (parte terza<br />
norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di<br />
tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse<br />
idriche<br />
Riprendendo le definizioni della normativa europea di riferimento, assegna le<br />
competenze ai vari organismi pubblici, enti e altri soggetti.<br />
Definisce i vari bacini idrografici presenti nel territorio italiano.<br />
In particolare alla II sezione della III parte e all’allegato 7 vengono ripresi i punti già<br />
visti nella normativa europea riguardanti l’individuazione delle aree vulnerab<strong>il</strong>i e loro<br />
revisione. Vengono quindi individuate le ZVN tenendo conto dei carichi (specie<br />
animali, intensità e tipologia di allevamento e dei reflui, modalità di applicazione al<br />
terreno, fert<strong>il</strong>izzazione in uso e colture) e dei fattori ambientali.<br />
I fattori ambientali dipendono dalle caratteristiche litostrutturali, idrogeologiche e<br />
idrodinamiche, dalle capacità di attenuazione del suolo, dalle caratteristiche<br />
climatiche e idrologiche, dall’ordinamento colturale e dalle pratiche agricole. Infine<br />
40
stab<strong>il</strong>isce le limitazioni già note riguardo <strong>il</strong> quantitativo massimo permesso di azoto<br />
che si attesta su 170 kg/ha/anno.<br />
In tabella 8 la sintesi legislativa.<br />
Tabella 8 Sintesi legislativa<br />
Sintesi legislativa<br />
Europa Italia<br />
Direttiva nitrati 676/91<br />
Direttiva quadro 60/2000<br />
DL 152/2006<br />
Direttiva 118/2006 Proposta di DL del dicembre 2008<br />
41
5 AREA DI STUDIO<br />
5.1 Inquadramento geografico e morfologico<br />
L’area p<strong>il</strong>ota, oggetto di studio della presente tesi, (fig. 9) è <strong>il</strong> bacino idrografico e<br />
idrogeologico sotteso allo stagno del Calich, individuata nella zona nord occidentale<br />
della Sardegna, nella regione della Nurra (provincia di Sassari).<br />
Figura 9 Area di studio (fonte progetto RIADE)<br />
Il bacino ha una estensione di 433 km 2 e ricade nei territori comunali di Alghero, Ittiri,<br />
Olmedo, Putifigari, Sassari, Uri e V<strong>il</strong>lanova Monteleone. Nell’area sono compresi gli<br />
stessi agglomerati urbani (tessuto residenziale compatto) e le borgate (tessuto<br />
42
esidenziale rado) Guardia Grande, V<strong>il</strong>la Assunta, Tottubella, Santa Maria La Palma,<br />
La Corte. Il bacino è compreso nei fogli IGM (in scala 1:50000) n. 440, 441, 458, 459,<br />
478, 479.<br />
Si possono distinguere due grandi aree: la piana di Alghero, con paesaggi<br />
pianeggianti, nella porzione centro settentrionale del bacino; la parte meridionale del<br />
bacino, costituita da paesaggi collinari che da Alghero si spingono verso V<strong>il</strong>lanova<br />
Monteleone.<br />
La vicinanza dei r<strong>il</strong>ievi alla costa non consente la formazione di corsi d’acqua di una<br />
certa importanza; le precipitazioni si raccolgono in modesti compluvi e defluiscono<br />
direttamente a mare. In generale, <strong>il</strong> reticolo idrografio del bacino è impostato con<br />
orientamento verso <strong>il</strong> Golfo di Fert<strong>il</strong>ia. Le linee principali di deflusso sono a raggiera<br />
e, solo in parte, legate a direttrici tettoniche. Il fiumi principali <strong>il</strong> Rio Barca (principali<br />
affluenti Rio F<strong>il</strong>ibertu, Sassu e Serra), <strong>il</strong> Riu di Calvia e <strong>il</strong> Canale Urune: questi<br />
alimentati da una serie di torrenti confluiscono nello stagno costiero del Calich. Sono<br />
tutti a carattere torrentizio stagionale fatta eccezione del tratto finale del Rio Barca <strong>il</strong><br />
quale avendo in questa zona <strong>il</strong> fondo dell’alveo ad una quota minore del livello medio<br />
del mare risente nei periodi estivi dell’influenza della marea.<br />
All’interno del bacino sono presenti due invasi artificiali, corrispondenti alle dighe del<br />
Cuga e di Surigheddu (fig. 10).<br />
43
Figura 10 Area di studio (fonte progetto RIADE)<br />
Il primo, gestito dal Consorzio di bonifica della Nurra, raccoglie le acque superficiali<br />
ut<strong>il</strong>izzate attualmente in gran parte per scopi irrigui ed, in minima parte, per scopi<br />
idropotab<strong>il</strong>i; <strong>il</strong> secondo, gestito dall’ERSAT, è attualmente inut<strong>il</strong>izzato. Sono inoltre<br />
presenti diversi laghetti collinari.<br />
5.2 Inquadramento climatico<br />
Il clima è caratterizzato da grande variab<strong>il</strong>ità, con estate siccitosa e primavera e<br />
autunno con andamenti di temperature e precipitazioni irregolari. In riferimento alle<br />
temperature medie mens<strong>il</strong>i, per i dati del trentennio 1961-1990, si può notare che le<br />
temperature più basse si registrano nei mesi di gennaio e febbraio con 6,3°C e quelle<br />
più alte nei mesi di luglio e agosto quando sfiorano i 30°C (fig. 11).<br />
44
35<br />
30<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
GENNAIO<br />
FEBBRAIO<br />
MARZO<br />
APRILE<br />
MAGGIO<br />
GIUGNO<br />
LUGLIO<br />
AGOSTO<br />
SETTEMBRE<br />
Figura 11 Andamento delle temperature medie mens<strong>il</strong>i<br />
OTTOBRE<br />
NOVEMBRE<br />
DICEMBRE<br />
TEMPERATURE MEDIE<br />
MASSIME<br />
TEMPERATURE MEDIE MINIME<br />
Le precipitazioni medie annue sono pari a 600 mm/anno e si concentrano nel periodo<br />
autunnale. Il mese con maggiore scarsità di precipitazioni è luglio con una media di<br />
5,1 mm mentre, quello a maggiore intensità di precipitazione è novembre che, di<br />
media registra 103,7 mm (fig.12).<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
GENNAIO<br />
64,5 67,7<br />
FEBBRAIO<br />
MARZO<br />
51,2 44,7<br />
APRILE<br />
MAGGIO<br />
24,7<br />
GIUGNO<br />
12,9<br />
PRECIPITAZIONI mm<br />
LUGLIO<br />
Figura 12 Andamento delle precipitazioni medie mens<strong>il</strong>i<br />
5,1<br />
AGOSTO<br />
11,9<br />
SETTEMBRE<br />
38,9<br />
OTTOBRE<br />
75,9<br />
NOVEMBRE<br />
103,7<br />
DICEMBRE<br />
89,1<br />
PRECIPITAZIONI<br />
Di seguito (tab. 9) sono riportati i dati (medie mens<strong>il</strong>i) r<strong>il</strong>evati nella stazione<br />
meteorologica di Alghero, per <strong>il</strong> trentennio di riferimento 1961-1990 (fonte<br />
Aeronautica M<strong>il</strong>itare).<br />
45
Tabella 9: Medie mens<strong>il</strong>i del trentennio di riferimento 1961-1990 (fonte AM)<br />
5.3 Inquadramento geologico<br />
TMIN<br />
°C<br />
TMAX<br />
°C<br />
PRECIPITAZIONI<br />
mm<br />
GENNAIO 6,3 13,9 64,5<br />
FEBBRAIO 6,3 14,1 67,7<br />
MARZO 7,1 15,1 51,2<br />
APRILE 8,9 17,5 44,7<br />
MAGGIO 11,8 21,5 24,7<br />
GIUGNO 15,3 25,4 12,9<br />
LUGLIO 17,7 28,9 5,1<br />
AGOSTO 18 28,8 11,9<br />
SETTEMBRE 16,2 26,2 38,9<br />
OTTOBRE 13,1 22,3 75,9<br />
NOVEMBRE 9,7 17,6 103,7<br />
DICEMBRE 7,4 14,7 89,1<br />
La Nurra è una regione pianeggiante nella quale sono presenti una grande varietà di<br />
litologie interessate da complessità strutturali: essa costituisce un alto strutturale,<br />
delimitata verso est da un semigraben miocenico del bacino di Porto Torres. I<br />
depositi miocenici del semigraben trasgrediscono, con rapporti onlap, nel quale i<br />
terreni più antichi affiorano progressivamente verso ovest. La trasgressione si<br />
realizza al di sopra di vulcaniti oligo-aquitaniane e talvolta direttamente sopra le<br />
coperture carbonatiche mesozoiche ad ovest delle quali sulla costa affiora <strong>il</strong><br />
basamento metamorfico varisico. Verso sud la regione confina con <strong>il</strong> Mejlogu: un<br />
area caratterizzata da plateaux ignimbritici miocenici variamente incisi. Ad ovest la<br />
46
Nurra è delimitata dal bacino balearico e a nord dal golfo dell’ Asinara. L’attuale<br />
assetto strutturale che controlla la distribuzione e la giacitura dei terreni in<br />
affioramento si è delineato con molta probab<strong>il</strong>ità a partire dall’Oligo-Miocenico<br />
inferiore anche se in alcuni tratti strutturali, che interessano le coperture mesozoiche,<br />
possono essere riferiti a fasi tettoniche del Cenozoico inferiore e del Mesozoico<br />
(Ghiglieri et al. 2006; Funedda et al. 2000). La grande varietà di litologie coinvolte, in<br />
una strutturazione solo apparentemente priva di complessità, rende problematica la<br />
ricostruzione della circolazione idrica sotterranea e le geometrie dei serbatoi.<br />
In figura 13 è riportata la carta geologica della Nurra, così come riportata dagli autori<br />
(Ghiglieri et al. 2006) nell’ambito del progetto RIADE.<br />
47
Figura 13 Carta geologica della Nurra (fonte progetto RIADE)<br />
48
5.4 Inquadramento idrogeologico<br />
Da un punto di vista idrogeologico, sono state identificate 5 Unità Idrogeologiche<br />
principali che a loro volta sono state suddivise in 7 Complessi Idrogeologici o<br />
Acquiferi, caratterizzati da livelli di produttività medio-alta:<br />
- Acquifero ospitato nelle formazioni del Trias (dolomie, marne, gessi, arg<strong>il</strong>le,<br />
calcari dolomitici, etc) scarsamente produttivo e caratterizzato da valori di<br />
conducib<strong>il</strong>ità elettrica elevati, generalmente superiori a 3000 µS/cm: la<br />
salinizzazione sembrerebbe dovuta a fenomeni naturali legati alla<br />
composizione chimica delle rocce che compongono la matrice dell’acquifero<br />
(presenza di livelli evaporitici);<br />
- Acquifero ospitato nelle formazioni del Giura (calcari, calcari dolomitici, marne<br />
ecc) molto produttivo e con valori di conducib<strong>il</strong>ità elettrica bassi compresi tra<br />
1000 e 2000 µS/cm;<br />
- Acquifero ospitato nelle formazioni del Cretaceo (calcari, calcari dolomitici,<br />
marne ecc) mediamente produttivo e con valori di conducib<strong>il</strong>ità elettrica<br />
intermedia compresi tra 2000 e 2500 µS/cm, attribuib<strong>il</strong>e alla presenza di<br />
marne;<br />
- Acquifero ospitato nel complesso vulcanico Oligo-Miocenico (rioliti, riodaciti,<br />
tufi ecc) mediamente produttivo e caratterizzato in alcune aree da elevati<br />
valori della conducib<strong>il</strong>ità elettrica<br />
- Acquifero ospitato nelle alluvioni recenti del Quaternario, localmente e<br />
scarsamente produttivo, caratterizzato in prossimità della costa da valori di<br />
conducib<strong>il</strong>ità elettrica elevati generalmente superiori a 3000 µS/cm. In questo<br />
acquifero si segnalano in alcuni casi quote piezometriche inferiori al livello<br />
49
medio del mare indicativo di fenomeni di sovrasfruttamento degli acquiferi<br />
(Ghiglieri, et al. 2006).<br />
- Acquifero del Paleozoico: flussi generalmente sub superficiali che tendono a<br />
confluire nel sistema carbonatico.<br />
- Acquifero del Miocene: per la nostra area non costituisce un acquifero<br />
importante, mentre è da considerarsi strategico per la zona del sassarese<br />
dove raggiunge spessori importanti.<br />
Lo schema idrogeologico è riportato in figura 14, dove sono anche rappresentate le<br />
direzioni di flusso principali relative ai complessi idrogeologici identificati (Ghiglieri et<br />
al. 2006; Ghiglieri et al. 2009).<br />
50
Figura 14 Carta idrogeologica della Nurra (fonte progetto RIADE)<br />
51
5.5 Inquadramento pedologico<br />
In accordo con la Carta dei Suoli realizzata nell’ambito del progetto RIADE sono di<br />
seguito descritte le unita di paesaggio ( tab. 10) per l’area in studio:<br />
Tabella 10 Formazioni e relativi suoli (Progetto RIADE)<br />
Unità di paesaggio Relativi suoli dominanti<br />
1. Formazioni metamorfiche del paleozoico<br />
(f<strong>il</strong>ladi, f<strong>il</strong>ladisericitiche, quarzoscisti, quarziti<br />
ecc) e relativi depositi di versante<br />
2. Formazioni calcaree cristalline del<br />
mesozoico e relativi depositi di versante<br />
3. Formazioni effusive acide del mesozoico e<br />
relativi depositi di versante<br />
4. Formazioni sedimentarie del cenozoico e<br />
relativi depositi di versante<br />
5. Alluvioni mio-plioceniche e pleistoceniche<br />
6. Depositi eolici dell’olocene<br />
7. Alluvioni recenti e attuali<br />
8. Aree urbanizzate<br />
1. Lithic dystrocherepts e lithic xerorthents<br />
2. Lithic e typic rhodoxeralfs<br />
3. Lithic e typic haploxerepts<br />
4. Lithic e typic haploxerepts con inclusioni di<br />
calcic haploxerepts<br />
5. Typic, aquic e calcic palexeralfs<br />
6. Lythic quartzpsamments<br />
7. Typic xerofluvents<br />
Sulle formazioni del paleozoico si sv<strong>il</strong>uppano associazioni di entisuoli e inceptisuoli di<br />
ridotto spessore (< 50 cm) a regime di umidità xerico. Nelle formazione del<br />
mesozoico si possono incontrare alfisuoli di tipo terre rosse (sui calcari cristallini) e<br />
52
inceptisuoli (sulle formazioni effusive acide). Su formazioni sedimentarie del<br />
cenozoico si trovano inceptisuoli tipici di ambienti mediterranei. Sulle alluvioni mio-<br />
plioceniche e pleistoceniche alfisuoli di tipo più antico. Sui depositi eolici dell’olocene<br />
suoli a tessitura sabbiosa ad elevato contenuto in quarzo, di ridotto spessore, inadatti<br />
all’uso agricolo. Infine su alluvioni recenti entisuoli, sv<strong>il</strong>uppatisi su alluvioni fluviali,<br />
aventi spessore anche maggiore di 100 cm, gli unici adatti ad agricoltura intensiva<br />
(fig. 15).<br />
53
Figura 15 Carta pedologica del bacino idrografico (fonte progetto RIADE)<br />
54
5.6 Uso del suolo<br />
L’area è caratterizzata da intensa attività agricola (tab. 11), sv<strong>il</strong>uppatasi soprattutto<br />
nella porzione pianeggiante, dove si r<strong>il</strong>evano, dalla cartografia dell’uso del suolo (fig.<br />
16) realizzata nell’ambito del progetto RIADE, circa 12500 ha coltivati (INEA, 2005):<br />
di questi, circa 2000 ha, risultano condotti in irriguo, con l’adozione quindi di tecniche<br />
colturali intensive (maggiori apporti di concimi, fitofarmaci etc.).<br />
Tabella 11 Aziende sul territorio dell’area in studio (IV e V censimento agricoltura ISTAT)<br />
Comune<br />
Numero aziende Superficie tot ha Superficie SAU ha<br />
1990 2000 1990 2000 1990 2000<br />
Alghero 1424 1715 19656 10546 13661 7567<br />
Ittiri 856 725 15449 9513 14357 7551<br />
Olmedo 158 279 2551 2423 2113 1421<br />
Putifigari 134 114 3189 3243 2630 1716<br />
Uri 475 503 4681 3257 3257 2650<br />
V<strong>il</strong>lanova Monteleone 448 379 22546 18532 22234 11381<br />
Le superfici coltivate, localizzate soprattutto nell’area pianeggiante della Nurra (zona<br />
centro settentrionale del bacino) occupano circa <strong>il</strong> 60% del territorio. In particolare, i<br />
seminativi (non irrigui, semplici e orticole in pieno campo) si estendono su una<br />
superficie di 188 km 2 corrispondente al 43,4% del totale. Le colture arboree, per lo<br />
più oliveti (3,4%) e vigneti (2%), occupano una superficie di circa 23 km 2 ; i prati<br />
artificiali l’8,1% si estendono per 35 km 2 . le zone agricole eterogenee 3,2%. Le zone<br />
arbustive e arboree (macchia mediterranea ecc) pari a 23,4% si trovano soprattutto<br />
nell’area Sud-Est, dove vi sono anche le zone boscate (3,8%), e le aree a pascolo<br />
naturale (6,8%). Le aree urbanizzate ed industriali coprono 1,9%. Le aree naturali<br />
55
2%. Le acque 0,8%. Le zone verdi artificiali non agricole 0,8%. Le aree estrattive<br />
0,3%.<br />
Nella zona collinare è diffuso l’allevamento semi-estensivo della specie ovina e<br />
bovina, con <strong>il</strong> ricorso sistematico al pascolamento, per tutto o per gran parte<br />
dell’anno. Anche nell’area pianeggiante sono presenti diverse aziende zootecniche,<br />
alcune delle quali praticano l’allevamento semi-intensivo della razza bovina.<br />
Nell’entroterra, a Nord-Est di Alghero, hanno sede alcune imprese produttive<br />
tipologicamente riconducib<strong>il</strong>i ad attività industriali, terziarie e quaternarie. Negli ultimi<br />
anni si è assistito ad una forte espansione urbanistica lungo la fascia costiera, con la<br />
costruzione di diversi insediamenti turistici e infrastrutture urbane.<br />
56
Figura 16 Carta dell’uso del suolo del bacino idrografico (fonte progetto RIADE)<br />
5.7 Il quadro delle risorse idriche dell’area<br />
L’approvvigionamento idrico delle attività produttive e degli usi civ<strong>il</strong>i è per la maggior<br />
parte garantito da risorse idriche invasate ed alternativamente, in particolare durante<br />
periodi siccitosi, dallo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee. Nelle aree<br />
57
collinari del bacino, non servite dalla rete consort<strong>il</strong>e, le RIS rappresentano la<br />
principale fonte di approvvigionamento delle aziende zootecniche.<br />
L’approvvigionamento idrico, da risorse idriche superficiali, dell’area compresa nel<br />
bacino del Calich avviene da:<br />
- l’invaso del Rio Cuga a Nuraghe Attentu (Uri) facente parte dello schema<br />
Temo-Cuga ha una capacità di invaso di 34,9 Mm 3 ed è gestito dal Consorzio<br />
di Bonifica della Nurra; l’ut<strong>il</strong>izzazione delle acque prelevate è irrigua e<br />
potab<strong>il</strong>e;<br />
- l’invaso del Rio Surigheddu a Sa Misericordia (Alghero) gestito dall’ERSAT ha<br />
una capacità di invaso di 1,9 Mm 3 offre acqua per ut<strong>il</strong>izzazione irrigua.<br />
I prelievi dalle traverse fluviali sono relativi a:<br />
- Rio Sette Ortas a Ponte Valenti (Putifigari) per ut<strong>il</strong>izzazione industriale e<br />
irrigua<br />
- Rio Badde Jana (Putifigari) per ut<strong>il</strong>izzazione industriale e irrigua<br />
Per quanto riguarda i prelievi da acque sotterrane: allo stato attuale non si ha un<br />
quadro conoscitivo aggiornato.<br />
- Nella zona di piana servita anche dalle reti del Consorzio di Bonifica della<br />
Nurra, sono presenti pozzi in grande quantità (90 % abusivi), che vengono<br />
ut<strong>il</strong>izzati in particolare durante i periodi maggiormente siccitosi, per uso<br />
agricolo e civ<strong>il</strong>e.<br />
- Nella parte collinare le risorse idriche sotterranee costituiscono l’unica fonte di<br />
approvvigionamento idrico. In tutta l’area comunque sono in attività già da<br />
tempo, alcuni pozzi con discrete portate di esercizio (pozzo Berti ≈50 l/s;<br />
pozzo Sella & Mosca circa 120 l/s) che vengono ut<strong>il</strong>izzati per usi idropotab<strong>il</strong>i e<br />
per l’agricoltura.<br />
58
6 MATERIALI E METODI<br />
Come è stato scritto in precedenza, <strong>il</strong> lavoro di tesi è inserito nelle attività di un<br />
progetto più ampio. Attraverso tale progetto si vogliono definire con maggior dettaglio<br />
le problematiche relative ai fenomeni di degrado delle acque sotterranee con<br />
particolare riferimento alla tracciab<strong>il</strong>ità di inquinanti azotati, ut<strong>il</strong>izzando anche<br />
tecniche di impiego di isotopi naturali. L’obiettivo non è solo quello di fornire delle<br />
stime assolute e quantitative della concentrazione di nitrati in falda, quanto quello di<br />
individuare l’origine dei nitrati (agricoltura, zootecnica, reflui urbani).<br />
Il lavoro sperimentale sv<strong>il</strong>uppato per la presente tesi riporta alcune fasi importanti del<br />
citato progetto e pertanto ne rappresenta solo una parte. Pur con questo limite, si<br />
sono potute seguire alcune importantissime fasi.<br />
Sulla base del modello idrogeologico e della rete di monitoraggio ottimizzata delle<br />
acque sotterranee, definiti nell’ambito del Progetto RIADE, sono stati eseguiti due set<br />
di r<strong>il</strong>ievi idrogeologici. Il primo è stato effettuato, dal 12 al 29 novembre 2007 ed <strong>il</strong><br />
secondo nel dicembre 2008.<br />
6.1 R<strong>il</strong>ievi idrogeologici ed idrochimici eseguiti in situ<br />
I r<strong>il</strong>ievi idrogeologici ed idrochimici eseguiti direttamente in situ sono consistiti in:<br />
• misura del livello piezometrico su pozzi;<br />
• misura delle portate delle sorgenti;<br />
• determinazione, su un campione di acqua, dei parametri: temperatura (°C) e<br />
conducib<strong>il</strong>ità elettrica a 25°C ( µS/cm), pH (con un pHmetro-conduttimetro portat<strong>il</strong>e<br />
WTW pH-cond 340i) ossigeno disciolto (mg/l) mediante ossimetro digitale<br />
59
Aqualytic OX24; potenziale di ossido riduzione (potenziale redox) per via<br />
potenziometrica con un pHmetro portat<strong>il</strong>e dotato di elettrodo per la misura del<br />
potenziale di ossido-riduzione pH Meter HD 8705.<br />
Il prelievo del campione (fig. 17), nei pozzi dotati di pompa sommersa, è stato<br />
sempre preceduto da un pompaggio di alcuni minuti, in modo da rendere <strong>il</strong> campione<br />
<strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e rappresentativo dell’acquifero. Nei pozzi privi di pompa, prima di<br />
provvedere al campionamento mediante un campionatore in poliet<strong>il</strong>ene, si è<br />
proceduto allo spurgo del pozzo mediante un sistema dotato di pompa e gruppo<br />
elettrogeno, che veniva montato all’occorrenza.<br />
Figura 17 Campionamento e redazione scheda di campagna<br />
I campioni sono sempre stati conservati in contenitori plastici in una borsa termica a<br />
bassa temperatura e conferiti <strong>il</strong> giorno stesso del prelievo al laboratorio chimico del<br />
Dipartimento d’Ingegneria del Territorio (Sez. di Geopedologia e Geologia Applicata)<br />
dell’Università di Sassari. I valori r<strong>il</strong>evati in situ sono stati riportati in un’apposita<br />
scheda (fig. 18)<br />
60
ID POZZO<br />
R<strong>il</strong>evatori Data Profondità m da<br />
Figura 18 Esempio di scheda di campagna<br />
Liv.<br />
Din. T °C Conducib<strong>il</strong>ità pH O.D. Eh<br />
PC PR acqua mS/cm mg/l mV<br />
prelievo<br />
da<br />
61
6.2 Analisi chimico fisiche eseguite in laboratorio<br />
I campioni, pervenuti presso <strong>il</strong> laboratorio sono stati f<strong>il</strong>trati con f<strong>il</strong>tri di carta porosa;<br />
una parte del campione è stata ulteriormente microf<strong>il</strong>trata per la lettura degli anioni in<br />
HPLC. Tutti i campioni sono stati conservati alla temperatura di 4 °C.<br />
Sono stati determinati i principali parametri fisico-chimici: conducib<strong>il</strong>ità elettrica d<strong>il</strong>uita<br />
a 18 °C ( µS/cm); residuo fisso a 110 °C e a 180 °C (mg/l); sa linità (mg/l); durezza<br />
totale (mg/l CaCo3); anioni: cloruri (mg/l), solfati (mg/l), nitrati (mg/l), nitriti (mg/l),<br />
bromuri (mg/l), fluoruri (mg/l), fosfati (mg/l); s<strong>il</strong>ice (mg/l); cationi: calcio (mg/l),<br />
magnesio (mg/l), sodio (mg/l), potassio (mg/l); ammoniaca (mg/l); ferro (mg/l), litio<br />
(mg/l), zinco (mg/l), manganese (mg/l), cadmio (mg/l), piombo (mg/l), nichel (mg/l) e<br />
rame (mg/l).<br />
Conducib<strong>il</strong>ità elettrica d<strong>il</strong>uita<br />
La conducib<strong>il</strong>ità elettrica d<strong>il</strong>uita dell’acqua è stata determinata in laboratorio, sul<br />
campione f<strong>il</strong>trato, con un conduttimetro dell’Analytical Control Model 120<br />
microprocessor Conductivity Meter; i dati sono stati espressi in µS/cm alla<br />
temperatura di riferimento di 18 °C.<br />
NH4 +<br />
Per la determinazione dello ione ammonio è stato ut<strong>il</strong>izzato <strong>il</strong> metodo colorimetrico<br />
associato a uno spettrofotometro portat<strong>il</strong>e (Fotometro Aqualytic PCCOMPACT –<br />
Ammoniaca). La determinazione su ciascun campione è stata effettuata in<br />
laboratorio dopo qualche ora dal prelievo, previa stab<strong>il</strong>izzazione dello stesso. Ogni<br />
campione è stato trattato con due pastiglie contenti <strong>il</strong> reattivo di Nessler, che<br />
62
sv<strong>il</strong>uppano un complesso colorato dosato alla lunghezza d’onda di 660 nm. I risultati<br />
sono stati espressi in mg/l di N ammoniacale.<br />
Ione bicarbonato<br />
Il contenuto di ioni bicarbonato nelle acque è stato determinato con <strong>il</strong> metodo<br />
potenziometrico con un titolatore Analytical Control ORION 950, mediante una<br />
titolazione acido base con una soluzione di HCL 0.05 N.<br />
Cationi principali: calcio, magnesio, sodio, potassio<br />
La determinazione dei cationi è stata eseguita mediante assorbimento atomico con<br />
aspirazione diretta in fiamma con uno spettrofotometro Perkin Elmer mod AAnalist<br />
200 ( fig.19). La taratura dello strumento è stata sempre realizzata con delle soluzioni<br />
standard certificate. Per ogni campione, preventivamente f<strong>il</strong>trato, sono state<br />
preparate delle d<strong>il</strong>uizioni, di modo che la concentrazione dei cationi ricadesse<br />
all’interno dell’intervallo di taratura dello strumento, con l’aggiunta di 1 ml su 100 ml<br />
di cloruro di lantanio al 20%.<br />
Cationi minori: Zinco, Ferro, Litio, Manganese, Cadmio, Piombo, Nichel e Rame<br />
La determinazione dei cationi minori è stata eseguita mediante assorbimento<br />
atomico con aspirazione diretta in fiamma, ut<strong>il</strong>izzando uno spettrofotometro Perkin<br />
Elmer mod AAnalist 200, sul campione preventivamente f<strong>il</strong>trato.<br />
63
Figura 19 Spettrofotometro Perkin Elmer AAnalist 200<br />
Anioni: fluoruri, cloruri, nitriti, bromuri, nitrati, fosfati, solfati<br />
La determinazione degli anioni è stata effettuata con <strong>il</strong> metodo della cromatografia<br />
ionica, con un cromatografo composto da:<br />
• pompa programmab<strong>il</strong>e Waters mod. 590;<br />
• r<strong>il</strong>evatore conduttometrico Waters mod. 431;<br />
• soppressore chimico Alltech mod. 335 spcs;<br />
• colonna anioni Alltech mod allsep anion 7 µ lunghezza 100 mm;<br />
• software Peak simple 3.21 (SRI) per la visualizzazione, integrazione del<br />
cromatogramma ed elaborazione dei dati.<br />
La taratura dello strumento è stata effettuata con soluzioni standard certificate. Il<br />
campione microf<strong>il</strong>trato, è stato d<strong>il</strong>uito con acqua m<strong>il</strong>liQ. Come eluente è stata<br />
ut<strong>il</strong>izzata una d<strong>il</strong>uizione (x200) di una soluzione di carbonato-bicarbonato di sodio.<br />
S<strong>il</strong>ice<br />
La s<strong>il</strong>ice è stata determinata con <strong>il</strong> metodo colorimetrico al blu di molibdeno dosata<br />
spettrofotometricamente a 650 nm con uno spettrofotometro Perkin Elmer mod 554.<br />
64
Residuo Fisso a 110 °C e a 180 °C<br />
Il residuo fisso è stato determinato con riscaldamento di 50 ml di campione in<br />
termostato (fig.20) rispettivamente a 110 °C e 180 °C e pesando le capsule.<br />
Figura 20 Termostato e capsule per la determinazione del residuo fisso<br />
Si riporta di seguito una scheda riassuntiva(tab. 12) con le principali attività<br />
sperimentali eseguite in campo ed in laboratorio, per la presente tesi.<br />
Tabella 12 Scheda riassuntiva analisi effettuate in campo e in laboratorio<br />
IN CAMPO<br />
- Livello di falda o piezometrico o misura di<br />
portata delle sorgenti<br />
- Dati costruttivi dell’opera<br />
- Coordinate ch<strong>il</strong>ometriche<br />
- Quota<br />
- Sui campioni d’acqua prelevati:<br />
- pH<br />
- T °C<br />
- Conducib<strong>il</strong>ità elettrica a 25°C µS/cm<br />
- Ossigeno disciolto<br />
- Eh<br />
IN LABORATORIO<br />
SUI CAMPIONI D’ACQUA<br />
- Pref<strong>il</strong>trazione campioni (f<strong>il</strong>tri….)<br />
- Microf<strong>il</strong>trazione campioni HPLC (f<strong>il</strong>tri…)<br />
-<br />
Cloruri<br />
Solfati<br />
Nitrati<br />
Nitriti<br />
Fluoruri<br />
Bromuri<br />
Ammoniaca<br />
- Bicarbonati<br />
- Residuo fisso a 110°C e 180°C<br />
- Anioni (HPLC):<br />
65
6.3 Monitoraggio novembre 2007<br />
Fosfati<br />
Calcio<br />
- Cationi (Assorbimento atomico):<br />
Magnesio<br />
Sodio<br />
Potassio<br />
- Cationi minori (Assorbimento atomico):<br />
Ferro; Litio; Rame; Zinco;Nichel; Piombo;<br />
Manganese<br />
- S<strong>il</strong>ice (Spettrofotometro)<br />
Il monitoraggio idrogeologico delle acque sotterranee è stato eseguito su 62 punti di<br />
prelievo (58 pozzi e 4 sorgenti) distribuiti su tutto <strong>il</strong> bacino idrogeologico sotteso allo<br />
Stagno del Calich e così suddivisi tra i vari acquiferi:<br />
• 11 pozzi nell’acquifero ospitato nelle formazioni del Trias (csc);<br />
• 27 pozzi nell’acquifero ospitato nelle formazioni del Giura (cc);<br />
• 8 pozzi nell’acquifero ospitato nelle formazioni del Cretaceo (ccm);<br />
• 7 pozzi e 2 sorgenti nell’acquifero ospitato nel complesso vulcanico Oligo-<br />
Miocenico (cpi);<br />
• 5 pozzi e 1 sorgente nell’acquifero ospitato nel complesso marnoso-calcareo del<br />
Miocene (cmc);<br />
• 1 sorgente nell’acquifero ospitato nel complesso sedimentario recente del<br />
Quaternario (csr).<br />
In figura 21 ed in tabella 13 sono riportati i punti d’acqua campionati.<br />
66
Figura 21 Ubicazione pozzi e sorgenti nel monitoraggio novembre 2007<br />
67
Tabella 13 Elenco pozzi e acquiferi corrispondenti (in grassetto la selezione per <strong>il</strong> secondo monitoraggio)<br />
ID pozzo Località Data Acquifero<br />
1S Guardia Grande 12 nov CSC (T)<br />
16S Guardia Grande 12 nov CC (G)<br />
18S La Rocchetta n.75 19 nov CCM (C)<br />
21C S. Quirico 27 nov CCM (C)<br />
26S Regione Corea 12 nov CSC (T)<br />
29C S. Quirico 15 nov CCM (C)<br />
31S Reg. Corea 12 nov CSC (T)<br />
32C Sa Segada 15 nov CCM (C)<br />
34S Reg. Corea 12 nov CSC (T)<br />
36S Campo sportivo Olmedo 29 nov CC (G)<br />
39S S.M. La Palma 29 nov CC (G)<br />
41S Monte Doglia 29 nov CC (G)<br />
43S Fighera Casasea 29 nov CC (G)<br />
47C Arenosu 15 nov CC (G)<br />
48S Crabolu 13 nov CSC (T)<br />
56S Predda Bianca La Corte 13 nov CSC (T)<br />
63C Sa Segada 22 nov CC (G)<br />
66C Zirra S.M. La Palma 12 nov CSC (T)<br />
72S Monte Nurra 14 nov CC (G)<br />
73S Donna Ricca 13 nov CC (G)<br />
75S Monte Reposu 13 nov CSC (T)<br />
77C Zona industriale S. Marco 15 nov CC (G)<br />
81C Nuraghe Biancu 28 nov CC (G)<br />
81S Su Pegur<strong>il</strong>e 14 nov CC (G)<br />
90S Monte Uccari 14 nov CC (G)<br />
93C Pedru Espe 13 nov CSC (T)<br />
107C Surigheddu 20 nov CC (G)<br />
114S Monte Uccari 15 nov CC (G)<br />
118C Punta Moro 19 nov CCM (C)<br />
120S S Bainzu Arca 20 nov CC (G)<br />
121C Tanca Farrà 15 nov CC (G)<br />
125S Brunestica 19 nov CCM (C)<br />
128S S’Orzale 14 nov CC (G)<br />
131C Mattearghentu 27 nov CC (G)<br />
139S Cu<strong>il</strong>e Porcu 20 nov CCM (C)<br />
143S Bonassai 14 nov CC (G)<br />
145C S. Lucia 19 nov CCM (C)<br />
165S Sa Bigalva 21 nov CPI (OM)<br />
167S Sa Rocca Ruja 21 nov CPI (OM)<br />
174S Cannedu 23 nov CPI (OM)<br />
178S Chiscia 21 nov CPI (OM)<br />
68
186C Campanedda (pozzo ESAF) 29 nov CC (G)<br />
187C Li Tunnicori 20 nov CMC (MC)<br />
192S Monte Unturzu 21 nov CPI (OM)<br />
197S Seddonai 22 nov CPI (OM)<br />
200C Sa Tanca Noa 26 nov CMC (MC)<br />
201C Pedre Longa 26 nov CMC (MC)<br />
205C Tanarighes 26 nov CMC (MC)<br />
205S Baddè Mela 21 nov CPI (OM)<br />
208C Tropu Ilde 26 nov CMC (MC)<br />
209C Monti di Gesgia 26 nov CMC (MC)<br />
210C Monte Casteddu 20 nov CC (G)<br />
212C Liori 20 nov CC (G)<br />
215C Serra Longa Monte Nurra 20 nov CC (G)<br />
217C S.Agostino 27 nov CC (G)<br />
218C Sa Londra 27 nov CSC (T)<br />
219C Barrate 27 nov CSC (T)<br />
220C La Purissima 27 nov CC (G)<br />
S11 Valverde 22 nov CPI (OM)<br />
S16 Pianu Cubaddu 22 nov CPI (OM)<br />
S109 Funtana Iventi 21 nov CMC (MC)<br />
S124 Piscina Desauda 14 nov CSR (Q)<br />
6.4 Monitoraggio dicembre 2008 - gennaio 2009<br />
La seconda fase di monitoraggio è stata realizzata con finalità differenti. Poiché i<br />
nitrati possono variare nel tempo e nello spazio, ovvero sono inquinanti non<br />
conservativi, si è deciso di osservarne la dinamica. Per evidenziare le eventuali<br />
variazioni dei nitrati, sono stati selezionati 11 punti di prelievo dei quali 7,<br />
nell’acquifero ospitato nelle formazioni del Giura, 3 nell’acquifero del Cretaceo,<br />
ubicati lungo un transetto tracciato perpendicolarmente alle linee di flusso delle<br />
acque sotterranee, e uno rappresentativo della zona per l’attività agricola<br />
nell’acquifero dell’Oligo-Miocene (fig. 22).<br />
69
Questa fase prevede le stesse misure e analisi, sia in situ che in laboratorio,<br />
attraverso un monitoraggio a cadenza mens<strong>il</strong>e (durata 6 mesi), a partire da dicembre<br />
2008.<br />
Figura 22 Selezione di punti di prelievo monitoraggio dicembre 2008 e gennaio 2009<br />
Inoltre, sui campioni prelevati si è deciso di eseguire alcune analisi isotopiche (azoto,<br />
ossigeno, deuterio e trizio) per la definizione delle zone di alimentazione degli<br />
acquiferi ed <strong>il</strong> tasso di rinnovamento delle acque, per la definizione dell’origine dei<br />
nitrati ed <strong>il</strong> tracciamento delle fonti d’inquinamento. Riguardo questo studio, sono<br />
stati presi in esame gli isotopi e relativo rapporto isotopico dell’azoto, dell’ossigeno,<br />
dell’idrogeno (deuterio e trizio). Le analisi, affidate al Centro di Chimica e<br />
Geochimica Isotopica di Trieste ed al Laboratorio Chimico-Isotopico del C.N.R.<br />
70
Istituto di Geoscienze e Georisorse di Pisa, consentiranno la distinzione dei nitrati su<br />
base organica o chimica e le dinamiche dei flussi sotterranei (aree di ricarica, tempo<br />
di permanenza, etc).<br />
Ad oggi, i dati del monitoraggio ed i dati isotopici analizzati per la presente tesi, non<br />
sono ancora resi disponib<strong>il</strong>i.<br />
71
7 RISULTATI E DISCUSSIONE<br />
Poiché <strong>il</strong> progetto è ancora oggi in corso, vengono qui di seguito riportati i primi<br />
risultati e le elaborazioni preliminari della ricerca. In particolare, si riferisce sulla<br />
distribuzione del contenuto di nitrati nei campioni d’acqua prelevati dagli acquiferi in<br />
esame. I risultati delle analisi chimiche di laboratorio, riferite a novembre 2007 sono<br />
riportati nelle tabelle 14 e 15. La rappresentazione iconografica dei risultati<br />
dell’operazione di classificazione delle acque sotterranee del bacino del Calich,<br />
effettuata sulla base del contenuto in nitrati, è riportata nella figura 23. Allo scopo di<br />
evidenziare la presenza quantitativa e la diffusione negli acquiferi di tali composti<br />
azotati, si è proposto un sistema di classificazione delle acque sotterranee che<br />
ut<strong>il</strong>izza otto classi di qualità.<br />
72
Figura 23 Rappresentazione sinottica delle concentrazioni di nitrati nelle acque sotterranee<br />
73
Tabella 14: Risultati analisi laboratorio per i 58 pozzi e le 4 sorgenti monitorati nel novembre 2007<br />
COND<br />
ID _DIL R_FIS R_FIS_ Ca Mg Na K HCO3 Cl SO4 F Br PO4 SiO2 Fe Li Mn Zn Pb Cd Ni Cu<br />
POZZO<br />
1S<br />
16S<br />
26S<br />
31S<br />
34S<br />
36S<br />
39S<br />
41S<br />
43S<br />
48S<br />
56S<br />
72S<br />
73S<br />
75S<br />
81S<br />
90S<br />
114S<br />
120S<br />
125S<br />
128S<br />
139S<br />
143S<br />
165S<br />
167S<br />
174S<br />
178S<br />
192S<br />
197S<br />
205S<br />
18C<br />
21C<br />
29C<br />
32C<br />
47C<br />
63C<br />
66C<br />
77C<br />
81C<br />
93C<br />
107C<br />
118C<br />
121C<br />
131C<br />
145C<br />
µS/cm<br />
4030<br />
2285<br />
2145<br />
8220<br />
2760<br />
1158<br />
1708<br />
1684<br />
1472<br />
8560<br />
3330<br />
1182<br />
730<br />
2975<br />
1064<br />
936<br />
899<br />
766<br />
1560<br />
1128<br />
3510<br />
4560<br />
3510<br />
1114<br />
4290<br />
1835<br />
2400<br />
3175<br />
378<br />
2585<br />
1236<br />
780<br />
1174<br />
1174<br />
1196<br />
4700<br />
2225<br />
3930<br />
1242<br />
1124<br />
5310<br />
_110<br />
3080<br />
1460<br />
1220<br />
5360<br />
1680<br />
760<br />
1220<br />
1120<br />
980<br />
5700<br />
2220<br />
880<br />
420<br />
2240<br />
680<br />
580<br />
500<br />
360<br />
1100<br />
780<br />
2180<br />
760<br />
3020<br />
2040<br />
760<br />
2940<br />
1280<br />
1080<br />
660<br />
1540<br />
1980<br />
260<br />
1960<br />
860<br />
500<br />
780<br />
760<br />
800<br />
3040<br />
1340<br />
2440<br />
820<br />
660<br />
3340<br />
180<br />
2820<br />
1420<br />
1180<br />
4800<br />
1640<br />
700<br />
1080<br />
1020<br />
880<br />
5100<br />
2100<br />
760<br />
400<br />
2120<br />
660<br />
540<br />
460<br />
360<br />
1060<br />
780<br />
2000<br />
700<br />
2640<br />
1940<br />
720<br />
2480<br />
1140<br />
1060<br />
660<br />
1500<br />
1960<br />
220<br />
1780<br />
780<br />
460<br />
700<br />
720<br />
780<br />
2780<br />
1280<br />
2420<br />
760<br />
640<br />
3280<br />
(mg/l)<br />
520,00<br />
190,00<br />
1,40<br />
166,00<br />
10,90<br />
160,00<br />
186,00<br />
184,00<br />
172,00<br />
156,00<br />
186,00<br />
165,00<br />
86,00<br />
342,00<br />
158,00<br />
114,00<br />
114,00<br />
74,00<br />
177,50<br />
111,00<br />
154,00<br />
118,00<br />
156,00<br />
82,00<br />
39,50<br />
142,00<br />
40,00<br />
95,00<br />
60,00<br />
187,50<br />
144,00<br />
28,50<br />
262,00<br />
124,00<br />
78,00<br />
174,00<br />
122,00<br />
160,00<br />
102,00<br />
54,50<br />
184,00<br />
112,00<br />
112,00<br />
107,00<br />
(mg/l)<br />
117,50<br />
60,50<br />
53,50<br />
200,00<br />
21,10<br />
30,60<br />
47,00<br />
42,00<br />
39,00<br />
240,00<br />
78,60<br />
19,10<br />
18,90<br />
92,00<br />
27,20<br />
30,60<br />
27,60<br />
22,40<br />
27,50<br />
48,70<br />
129,50<br />
45,00<br />
86,00<br />
83,00<br />
10,10<br />
124,00<br />
28,40<br />
54,80<br />
50,50<br />
44,00<br />
68,00<br />
7,45<br />
64,60<br />
21,60<br />
14,10<br />
16,00<br />
38,80<br />
26,00<br />
125,00<br />
30,60<br />
73,00<br />
27,60<br />
35,80<br />
124,00<br />
(mg/l)<br />
205,00<br />
215,00<br />
345,00<br />
1240,0<br />
560,00<br />
80,00<br />
170,00<br />
145,00<br />
120,00<br />
1300,0<br />
420,00<br />
75,00<br />
53,00<br />
265,00<br />
64,00<br />
60,00<br />
53,00<br />
56,00<br />
105,00<br />
80,00<br />
450,00<br />
75,00<br />
800,00<br />
550,00<br />
205,00<br />
610,00<br />
185,00<br />
260,00<br />
215,00<br />
340,00<br />
430,00<br />
38,00<br />
210,00<br />
124,00<br />
66,00<br />
94,00<br />
92,00<br />
100,00<br />
720,00<br />
360,00<br />
500,00<br />
136,00<br />
82,00<br />
880,00<br />
(mg/l)<br />
19,75<br />
16,75<br />
17,50<br />
51,50<br />
15,00<br />
4,50<br />
7,00<br />
11,20<br />
8,60<br />
51,00<br />
10,00<br />
5,50<br />
2,20<br />
6,25<br />
2,90<br />
2,40<br />
3,10<br />
4,00<br />
6,10<br />
9,90<br />
15,50<br />
3,60<br />
18,25<br />
12,25<br />
11,25<br />
13,00<br />
10,60<br />
7,30<br />
23,00<br />
7,25<br />
28,00<br />
4,80<br />
8,50<br />
16,75<br />
3,00<br />
4,30<br />
3,60<br />
5,30<br />
21,00<br />
20,50<br />
13,00<br />
3,00<br />
3,40<br />
45,00<br />
(mg/l)<br />
373,50<br />
438,00<br />
90,31<br />
360,50<br />
300,20<br />
452,60<br />
459,90<br />
454,90<br />
450,80<br />
275,60<br />
342,70<br />
373,50<br />
254,80<br />
384,60<br />
369,10<br />
426,60<br />
424,00<br />
288,00<br />
506,70<br />
522,70<br />
485,80<br />
346,30<br />
163,50<br />
194,10<br />
333,60<br />
172,30<br />
79,20<br />
228,70<br />
120,40<br />
537,20<br />
518,90<br />
91,30<br />
276,90<br />
377,60<br />
316,20<br />
436,70<br />
426,40<br />
451,90<br />
218,10<br />
240,00<br />
582,40<br />
534,20<br />
434,10<br />
594,60<br />
(mg/l)<br />
484,81<br />
458,05<br />
636,40<br />
2785,4<br />
694,75<br />
174,80<br />
363,80<br />
350,52<br />
275,83<br />
2901,7<br />
783,92<br />
171,05<br />
98,71<br />
402,58<br />
120,64<br />
113,91<br />
96,34<br />
109,96<br />
213,85<br />
152,98<br />
975,34<br />
163,24<br />
1479,8<br />
1074,0<br />
207,72<br />
1277,5<br />
309,24<br />
476,63<br />
444,41<br />
453,22<br />
669,01<br />
72,52<br />
241,95<br />
182,00<br />
84,74<br />
138,64<br />
155,53<br />
150,38<br />
1501,3<br />
594,54<br />
848,88<br />
124,75<br />
140,47<br />
1336,6<br />
(mg/l)<br />
1173,32<br />
227,12<br />
18,57<br />
158,76<br />
164,93<br />
50,48<br />
111,95<br />
120,96<br />
84,96<br />
351,08<br />
297,72<br />
50,24<br />
42,41<br />
675,46<br />
117,35<br />
37,33<br />
27,39<br />
25,19<br />
78,79<br />
20,77<br />
138,49<br />
50,49<br />
168,42<br />
117,28<br />
41,67<br />
179,69<br />
33,39<br />
72,33<br />
78,97<br />
174,32<br />
260,36<br />
15,94<br />
665,78<br />
59,99<br />
42,33<br />
64,91<br />
65,44<br />
48,50<br />
185,47<br />
88,06<br />
242,68<br />
100,39<br />
45,95<br />
220,80<br />
(mg/l)<br />
n.r.a.<br />
3,28<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,91<br />
1,34<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
3,32<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
10,88<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
6,57<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
9,41<br />
(mg/l)<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
16,74<br />
n.r.a<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
9,24<br />
8,01<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
4,67<br />
2,80<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
4,90<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
2,65<br />
2,56<br />
n.r.a<br />
5,00<br />
n.r.a<br />
n.r.a<br />
6,90<br />
13,40<br />
3,55<br />
n.r.a<br />
n.q.<br />
(mg/l)<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
(mg/l)<br />
14,13<br />
13,71<br />
5,01<br />
12,44<br />
7,66<br />
16,70<br />
9,93<br />
8,28<br />
11,18<br />
15,48<br />
22,15<br />
17,75<br />
10,01<br />
13,66<br />
11,83<br />
11,83<br />
12,02<br />
20,39<br />
18,86<br />
15,02<br />
49,62<br />
8,28<br />
52,18<br />
51,92<br />
70,23<br />
45,35<br />
55,30<br />
56,34<br />
75,95<br />
23,26<br />
32,83<br />
5,41<br />
17,70<br />
20,61<br />
11,39<br />
11,60<br />
14,98<br />
14,77<br />
10,47<br />
61,40<br />
32,36<br />
18,64<br />
12,44<br />
61,40<br />
(mg/l)<br />
0,03<br />
0,04<br />
n.r.a.<br />
0,04<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,10<br />
0,03<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
0,04<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a<br />
0,03<br />
0,08<br />
0,10<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,05<br />
(mg/l)<br />
0,11<br />
0,02<br />
0,12<br />
0,97<br />
0,41<br />
0,01<br />
0,01<br />
0,01<br />
0,01<br />
0,03<br />
0,04<br />
0,01<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,01<br />
0,01<br />
0,01<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
0,05<br />
0,01<br />
0,04<br />
0,03<br />
0,01<br />
0,01<br />
0,01<br />
0,02<br />
0,06<br />
n.r.a<br />
0,03<br />
0,01<br />
0,01<br />
n.r.a<br />
n.r.a<br />
0,01<br />
0,03<br />
0,01<br />
0,02<br />
0,01<br />
n.r.a<br />
0,03<br />
(mg/l)<br />
0,02<br />
0,02<br />
n.r.a<br />
0,14<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a<br />
0,52<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
0,64<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,23<br />
n.r.a<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
(mg/l)<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
0,04<br />
0,05<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
0,03<br />
0,00<br />
0,04<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,08<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
n.r.a<br />
0,02<br />
0,08<br />
n.r.a<br />
0,02<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
0,07<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,04<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,18<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
0,09<br />
(mg/l)<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,1<br />
0,1<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,2<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,1<br />
n.r.a.<br />
n.r.a<br />
0,1<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
(mg/l)<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,1<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,1<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,1<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
(mg/l)<br />
0,07<br />
0,05<br />
n.r.a<br />
0,02<br />
0,03<br />
0,05<br />
0,02<br />
0,03<br />
n.r.a<br />
0,13<br />
0,02<br />
0,05<br />
0,06<br />
0,04<br />
0,06<br />
0,04<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,05<br />
0,08<br />
0,06<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,05<br />
0,06<br />
0,04<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
0,04<br />
0,06<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
(mg/l)<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,02<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
0,03<br />
0,03<br />
n.r.a.<br />
n.r.a.<br />
74
186C 1220 800 720 172,00 32,60 74,00 2,00 469,60 152,72 83,08 n.r.a. 4,88 n.r.a. 9,31 n.r.a. 0,01 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. 0,02 n.r.a.<br />
187C 3470 2620 2540 380,00 78,50 210,00 7,00 394,10 546,85 201,54 n.r.a. n.r.a n.r.a. 1,19 0,06 0,02 n.r.a. 0,07 n.r.a. n.r.a. 0,08 n.r.a.<br />
.200C 980 600 600 150,00 16,40 70,00 3,40 363,20 134,57 30,77 n.r.a. n.q. n.r.a. 19,08 n.r.a. 0,01 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. 0,00 n.r.a.<br />
201C 1194 780 740 146,00 30,20 90,00 8,00 364,30 175,62 33,85 n.r.a. 2,98 n.r.a. 21,27 0,03 0,01 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. 0,03 n.r.a.<br />
205C 1670 920 880 90,00 47,20 225,00 16,10 425,90 370,20 74,11 n.r.a. 3,54 n.r.a. 21,27 n.r.a. 0,01 n.r.a. 0,03 n.r.a. n.r.a. 0,02 n.r.a.<br />
208C 782 480 460 124,00 7,00 54,00 2,10 315,60 70,57 18,30 n.r.a. 3,84 n.r.a. 10,76 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a n.r.a.<br />
209C 1555 1080 940 220,00 26,80 102,00 2,90 333,50 327,58 28,88 n.r.a. 2,93 n.r.a. 17,99 n.r.a. 0,01 n.r.a. 0,02 n.r.a. n.r.a. 0,03 n.r.a.<br />
210C 1222 740 740 150,00 27,40 68,00 64,00 444,90 140,37 69,59 n.r.a. 4,14 n.r.a. 17,70 0,12 0,01 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. 0,06 n.r.a.<br />
212C 3035 2280 2280 390,00 37,50 105,00 136,0 366,30 454,94 140,40 n.r.a. 7,30 n.r.a. 15,63 0,03 0,01 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. 0,09 n.r.a.<br />
215C 1206 740 740 186,00 17,80 58,00 4,30 445,40 146,36 36,26 n.r.a. 3,13 n.r.a. 15,84 0,03 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a.<br />
217C 1476 940 940 126,00 36,20 138,00 10,00 446,60 241,29 51,54 n.r.a. 5,58 n.r.a. 45,10 n.r.a. 0,01 n.r.a. 0,14 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a.<br />
218C 2010 1340 1300 150,00 32,60 260,00 13,00 357,70 323,47 268,56 n.r.a. n.r.a. n.r.a. 37,07 n.r.a. 0,01 0,03 0,18 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a.<br />
219C 3425 2900 2160 296,00 88,00 340,00 18,00 318,20 942,27 182,51 n.r.a. 6,76 n.r.a. 19,73 0,04 0,04 0,04 0,54 n.r.a. n.r.a. 0,05 n.r.a.<br />
220C 1665 1020 1000 202,00 40,40 124,00 40,50 463,90 308,49 71,31 n.r.a. 6,81 n.r.a. 32,13 0,03 0,01 n.r.a. 0,02 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a.<br />
S11 1460 900 900 55,00 36,20 245,00 11,25 92,20 444,19 44,87 n.r.a. n.r.a. n.r.a. 79,76 n.r.a. 0,01 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a.<br />
S16 780 520 520 23,00 23,70 108,00 8,00 22,50 210,65 46,07 n.r.a. n.r.a. n.r.a. 87,60 n.r.a. 0,01 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. 0,04 n.r.a.<br />
S109 770 440 440 118,00 7,25 31,00 2,30 309,40 81,26 23,37 n.r.a. n.r.a. n.r.a. 23,48 n.r.a. n.r.a. n.r.a. 0,02 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a.<br />
S124 1196 800 700 146,00 33,90 87,50 3,50 466,40 177,20 47,46 1,08 n.r.a. n.r.a. 15,48 n.r.a. 0,01 n.r.a. n.r.a. n.r.a. n.r.a. 0,06 n.r.a.<br />
75
Dal monitoraggio svoltosi nel novembre 2007 sui 62 punti di prelievo risultano:<br />
- 27 punti di controllo con nitrati inferiori ai 25 mg/l;<br />
- 17 punti di controllo con un quantitativo di nitrati compreso fra 25 mg/l e 50<br />
mg/l;<br />
- 18 punti di controllo con nitrati superiori ai 50 mg/l.<br />
Dei 18 punti con concentrazione di nitrati > 50mg/l (limite massimo imposto per<br />
legge), 4 risultano contenere circa 100 mg/l, mentre 6 superano i 150 mg/l.<br />
Confrontando i dati relativi alla ubicazione dei punti di prelievo, al contenuto di<br />
nitrati e l’uso del suolo sovrastante si può notare che non esiste una correlazione<br />
diretta e immediata tra i Centri di Pericolo e la contaminazione da nitrati (tab. 14).<br />
Questo in quanto gli acquiferi presenti nell’area non sono superficiali, ma come<br />
spiegato in precedenza, sono delle strutture idrogeologiche complesse. Ovvero,<br />
le aree di alimentazione (dove si inf<strong>il</strong>trano le acque) sono ubicate anche a diversi<br />
ch<strong>il</strong>ometri rispetto alle zone di prelievo.<br />
76
Tabella 15 Contenuto nitrati, nitriti e azoto ammoniacale del complesso dei punti di prelievo<br />
ID pozzo Località Acquifero Data mg/l nitrati mg/l nitriti mg/l N-NH3 Classificazione Uso del suolo<br />
.1S Guardia Grande CSC (T) 12 nov 31,34 n.r.a. 0,17<br />
16S Guardia Grande CC (G) 12 nov 31,98 n.r.a. 0,10<br />
Solfato-alcalinoterrosaCloruro-alcalinoterrosa<br />
Azienda agricola<br />
Azienda agricola<br />
18C La Rocchetta n.75 CCM (C) 19 nov 38,80 n.r.a. n.d. Cloruro-alcalina ______<br />
21C S. Quirico tanca Las Figas CCM (C) 27 nov 0,62 n.r.a. 0,14 Cloruro-alcalina Azienda zootecnica<br />
26S Regione Corea CSC (T) 12 nov 1,71 n.r.a. 1 Cloruro-alcalina Azienda zootecnica<br />
29C S. Quirico 55 CCM (C) 15 nov 1,09 1,03 n.r.a.<br />
31S Reg. Corea CSC (T) 12 nov 3,04 26,54 0,46<br />
32C Sa Segada podere 143 CCM (C) 15 nov 224,43 n.r.a. 0,08<br />
34S Reg. Corea CSC (T) 12 nov 1,66 n.r.a. 0,14<br />
Bicarbonato-alcalinoterrosaCloruro-alcalinoterrosaCloruro-alcalinoterrosaCloruro-alcalinoterrosa<br />
Azienda agricola<br />
Azienda agricola<br />
Azienda agricola<br />
Azienda agricola<br />
.36S Campo sportivo Olmedo CC (G) 29 nov 29,65 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina Abbanoa<br />
39S S.M. La Palma CC (G) 29 nov 32,25 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina Abbanoa<br />
41S Monte Doglia CC (G) 29 nov 33,74 n.r.a. n.r.a.<br />
43S Fighera Casa-Sea CC (G) 29 nov 27,11 n.r.a. n.r.a.<br />
47C Arenosu 40, podere 14 CC (G) 15 nov 96,39 n.r.a. n.r.a.<br />
48S Crabolu CSC (T) 13 nov 1,59 n.r.a. 0,25<br />
56S Predda Bianca La Corte CSC (T) 13 nov 132,12 n.r.a. 0,03<br />
63C Sa Segada CC (G) 22 nov 3,98 n.r.a. n.r.a.<br />
66C Zirra S.M. La Palma CSC (T) 12 nov 53,77 n.r.a. n.r.a.<br />
Bicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaSolfato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosa<br />
Abbanoa<br />
Abbanoa<br />
Casa civ<strong>il</strong>e abitazione<br />
Azienda zootecnica<br />
Casa civ<strong>il</strong>e abitazione<br />
Casa civ<strong>il</strong>e abitazione<br />
Azienda gricola<br />
77
72S Monte Nurra CC (G) 14 nov 92,76 2,45 n.r.a.<br />
73S Donna Ricca CC (G) 13 nov 10,75 n.r.a. 0,02<br />
Bicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosa<br />
Azienda zootecnica<br />
Azienda zootecnica<br />
75S Monte Reposu CSC (T) 13 nov 79,90 n.r.a. 0,06 Cloruro-alcalina Azienda zootecnica<br />
77C Zona industriale S. Marco CC (G) 15 nov 26,53 n.r.a. n.r.a.<br />
Bicarbonato-alcalinoterrosa<br />
81C Nuraghe Biancu CC (G) 28 nov 52,61 3,24 n.r.a. Cloruro-alcalina Aeroporto<br />
81S Su Pegur<strong>il</strong>e CC (G) 14 nov 24,05 2,34 0,25 Cloruro-alcalina --------<br />
90S Monte Uccari CC (G) 14 nov 31,70 2,27 n.r.a. Cloruro-alcalina Cavalli<br />
93C Pedru Espe CSC (T) 13 nov 0,86 n.r.a. 0,02 Cloruro-alcalina Vivaio<br />
107C Surigheddu CC (G) 20 nov 5,74 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina -------<br />
114S Monte Uccari CC (G) 15 nov 0,62 n.r.a. 0,02 Cloruro-alcalina Azienda agricola<br />
118C Punta Moro 48 CCM (C) 19 nov 49,37 10,80 n.r.a. Cloruro-alcalina Privato<br />
120S S Bainzu Arca CC (G) 20 nov 9,13 n.r.a. 0,04 Cloruro-alcalina Azienda agricola<br />
121C Tanca Farrà CC (G) 15 nov 4,67 n.r.a. 0,05 Cloruro-alcalina Ex conigliera<br />
125S Brunestica CCM (C) 19 nov 61,95 5,16 n.r.a.<br />
128S S’Orzale CC (G) 14 nov 4,88 4,41 0,62<br />
131C Mattearghentu CC (G) 27 nov 30,39 4,39 n.r.a.<br />
139S Cu<strong>il</strong>e Porcu CCM (C) 20 nov 13,74 n.r.a. n.r.a.<br />
143S Bonassai CC (G) 14 nov 36,22 4,35 0,46<br />
145C S. Lucia 122 CCM (C) 19 nov 226,88 n.r.a. 0,05<br />
165S Sa Bigalva CPI (OM) 21 nov 2,82 n.r.a. 0,04<br />
Cloruro-alcalinoterrosaSolfato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosa<br />
______<br />
_____<br />
Pascolo<br />
Sella&Mosca<br />
_____<br />
Bonassai cereali<br />
Azienda zootecnica<br />
Azienda zootecnica<br />
78
167S Sa Rocca Ruja CPI (OM) 21 nov 7,15 n.r.a. 0,02 Cloruro-alcalina Azienda agricola<br />
174S Cannedu CPI (OM) 22 nov 0,21 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina Carciofaia<br />
178S Chiscia CPI (OM) 21 nov 106,66 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina Azienda agricola<br />
186C Campanedda (pozzo ESAF) CC (G) 29 nov 35,43 n.r.a. n.r.a.<br />
187C Li Turriculi CMC (MC) 20 nov 654,62 n.r.a. n.r.a.<br />
Bicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosa<br />
ESAF<br />
Casa civ<strong>il</strong>e abitazione<br />
192S Monte Unturzu CPI (OM) 21 nov 26,73 2,70 n.r.a. Cloruro-alcalina Azienda agricola<br />
197S Seddonai CPI (OM) 22 nov 48,27 n.r.a. n.r.a.<br />
200C Sa Tanca Noa CMC (MC) 26 nov 45,88 n.r.a. n.r.a.<br />
201C Pedre Longa CMC (MC) 26 nov 101,54 n.r.a. 0,03<br />
205C Tanarighes CMC (MC) 26 nov 3,99 n.r.a. 0,03<br />
Bicarbonato-alcalinoterrosaCloruro-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosa<br />
205S Badde Mela CPI (OM) 21 nov 160,73 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina _____<br />
208C Tropu Ilde CMC (MC) 27 nov 53,12 n.r.a. n.r.a.<br />
209C Monti di Geisgia CMC (MC) 26 nov 70,42 n.r.a. 0,03<br />
210C Monte Casteddu CC (G) 20 nov 58,99 n.r.a. 0,70<br />
212C Liori CC (G) 20 nov 513,95 6,09 0,17<br />
215C Serra Longa Monte Nurra CC (G) 20 nov 80,37 n.r.a. n.d.<br />
217C S.Agostino CC (G) 27 nov 14,42 n.r.a. n.r.a.<br />
Bicarbonato-alcalinoterrosaCloruro-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaCloruro-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosa<br />
_____<br />
_____<br />
_____<br />
_____<br />
Azienda agricola<br />
____<br />
Oliveto<br />
Allevamento<br />
218C Sa Londra CSC (T) 27 nov 4,67 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina Orticole<br />
219C Barratè CSC (T) 27 nov 0,33 7,43 n.r.a.<br />
Cloruro-alcalinoterrosa<br />
_____<br />
Oliveto<br />
Casa civ<strong>il</strong>e abitazione<br />
79
220C La Purissima CC (G) 27 nov 16,98 n.r.a. n.r.a.<br />
Cloruro-alcalinoterrosa<br />
S11 Valverde CPI (OM) 22 nov 1,71 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina _____<br />
S16 Pianu Cubaddu CPI (OM) 22 nov 22,31 n.r.a. n.r.a. Cloruro-alcalina _____<br />
S109 Funtana Iventi CMC (MC) 21 nov 46,80 2,35 n.r.a.<br />
S124 Piscina De Sa Uda CSR (Q) 14 nov 24,58 3,57 0,37<br />
Bicarbonato-alcalinoterrosaBicarbonato-alcalinoterrosa<br />
_____<br />
_____<br />
Giardino pubblico<br />
80
Dal monitoraggio svoltosi nel novembre 2007 sui 62 punti di prelievo risultano:<br />
- 27 punti di controllo con nitrati inferiori ai 25 mg/l;<br />
- 17 punti di controllo con un quantitativo di nitrati compreso fra 25 mg/l e 50 mg/l;<br />
- 18 punti di controllo con nitrati superiori ai 50 mg/l.<br />
Dei 18 punti con concentrazione di nitrati > 50mg/l (limite massimo imposto per legge), 4<br />
risultano contenere circa 100 mg/l, mentre 6 superano i 150 mg/l.<br />
Confrontando i dati relativi alla ubicazione dei punti di prelievo, al contenuto di nitrati e<br />
l’uso del suolo sovrastante si può notare che non esiste una correlazione diretta e<br />
immediata tra i Centri di Pericolo e la contaminazione da nitrati .<br />
Questo in quanto gli acquiferi presenti nell’area non sono superficiali, ma come spiegato in<br />
precedenza, sono delle strutture idrogeologiche complesse. Ovvero, le aree di<br />
alimentazione (dove si inf<strong>il</strong>trano le acque) sono ubicate anche a diversi ch<strong>il</strong>ometri rispetto<br />
alle zone di prelievo.<br />
Nei grafici resi nelle figure 24, 25, 26, 27, 28 sono riportati i valori del contenuto di nitrati<br />
sui punti di prelievo, distinti per acquifero.<br />
218C<br />
219C<br />
93C<br />
75S<br />
66C<br />
56S<br />
48S<br />
34S<br />
31S<br />
26S<br />
1S<br />
0,33<br />
0,86<br />
4,67<br />
1,59<br />
1,66<br />
3,04<br />
1,71<br />
31,34<br />
53,77<br />
79,9<br />
Figura 24 Contenuto nitrati (mg/l) dei punti di prelievo dell’acquifero del Trias (novembre 2007)<br />
132,12<br />
81
118C<br />
139S<br />
125S<br />
145C<br />
32C<br />
29C<br />
21C<br />
18C<br />
1,09<br />
0,62<br />
13,74<br />
38,8<br />
49,37<br />
61,95<br />
Figura 25 Contenuto nitrati (mg/l) dei punti di prelievo dell’acquifero del Cretaceo (novembre 2007)<br />
226,88<br />
224,43<br />
82
220C<br />
217C<br />
215C<br />
212C<br />
210C<br />
186C<br />
143S<br />
131C<br />
128S<br />
121C<br />
120S<br />
114S<br />
107C<br />
90S<br />
81S<br />
81C<br />
77C<br />
73S<br />
72S<br />
63C<br />
47C<br />
43S<br />
41S<br />
39S<br />
36S<br />
16S<br />
16,98<br />
14,42<br />
4,88<br />
4,67<br />
9,13<br />
0,62<br />
5,74<br />
10,75<br />
3,98<br />
35,43<br />
36,22<br />
30,39<br />
31,7<br />
24,05<br />
26,53<br />
27,11<br />
33,74<br />
32,25<br />
29,65<br />
52,61<br />
31,98<br />
80,37<br />
58,99<br />
92,76<br />
96,39<br />
Figura 26 Contenuto nitrati (mg/l) dei punti di prelievo dell’acquifero del Giura (novembre 2007)<br />
513,95<br />
83
S11<br />
S16<br />
205S<br />
197S<br />
192S<br />
178S<br />
174S<br />
167S<br />
165S<br />
1,71<br />
0,21<br />
3,99<br />
2,82<br />
7,15<br />
22,31<br />
26,73<br />
48,27<br />
Figura 27 Contenuto nitrati (mg/l) dei punti di prelievo dell’acquifero dell’Oligo Miocene (novembre 2007)<br />
S109<br />
209C<br />
208C<br />
205C<br />
201C<br />
200C<br />
187C<br />
3,99<br />
46,8<br />
53,12<br />
45,88<br />
70,42<br />
101,54<br />
Figura 28 Contenuto nitrati (mg/l) dei punti di prelievo dell’acquifero del Miocene (novembre 2007)<br />
106,66<br />
654,62<br />
Nelle tab. 16 e 17 sono riportati i valori relativi ai prelievi eseguiti nei mesi dicembre 2008<br />
e gennaio 2009. In tab. 18 e in fig. 29 un confronto tra i valori r<strong>il</strong>evati dal 2007 al 2009.<br />
Tabella 16 Elenco pozzi e valori nitrati di dicembre 2008<br />
ID pozzo Località Acquifero Data<br />
nitrati<br />
mg/l<br />
nitriti<br />
mg/l<br />
N-NH3<br />
mg/l<br />
43S Fighera Casa-Sea CC (G) 3 dic 22,53 assenti nra<br />
47C Arenosu 40, podere 14 CC (G) 1 dic 63,16 nra nra<br />
63C Sa Segada CC (G) 1 dic 11,88 0,011 nra<br />
72S Monte Nurra CC (G) 1 dic 101,88 nra nra<br />
81C Nuraghe Biancu CC (G) 1 dic 42,03 assente nra<br />
118C Punta Moro 48 CCM (C) 4 dic 36,08 0,029 nra<br />
139S Cu<strong>il</strong>e Porcu CCM (C) 4 dic 10,42 0,014 1,02<br />
145C S. Lucia 122 CCM (C) 4 dic 273,23 nra nra<br />
178S Chiscia CPI (OM) 4 dic 129,45 nra nra<br />
186C Campanedda CC (G) 3 dic 30,53 assente nra<br />
210C Monte Casteddu CC (G) 3 dic 62, 58 0,011 nra<br />
84
Tabella 17 Elenco pozzi e valori nitrati gennaio 2009<br />
ID pozzo Località Acquifero Data<br />
nitrati<br />
mg/l<br />
nitriti<br />
mg/l<br />
N-NH3<br />
mg/l<br />
43S Fighera Casa-Sea CC (G) 12 gen 29,44 assenti nra<br />
47C Arenosu 40, podere 14 CC (G) 12 gen 59,94 nra nra<br />
63C Sa Segada CC (G) 12 gen 16,11 0,013 nra<br />
72S Monte Nurra CC (G) 12 gen 134,20 nra nra<br />
81C Nuraghe Biancu CC (G) 13 gen 35,92 assente nra<br />
118C Punta Moro 48 CCM (C) 13 gen 40,12 0,948 nra<br />
139S Cu<strong>il</strong>e Porcu CCM (C) 15 gen 20,03 0,028 1,02<br />
145C S. Lucia 122 CCM (C) 13 gen 224,41 2,31 nra<br />
178S Chiscia CPI (OM) 13 gen 163,67 nra nra<br />
186C Campanedda CC (G) 12 gen 40,48 nra nra<br />
210C Monte Casteddu CC (G) 12 gen 64,13 nra nra<br />
Tabella 18 Confronto novembre 2007- dicembre 2008- gennaio 2009<br />
ID pozzo Data<br />
2007<br />
nitrati<br />
mg/l<br />
Data<br />
2008<br />
nitrati<br />
mg/l<br />
Data<br />
2009<br />
nitrati<br />
mg/l<br />
43S 29 nov 27,11 3 dic 22,53 12 genn 29,44<br />
47C 15 nov 96,39 1 dic 63,16 12 genn 59,94<br />
63C 22 nov 3,98 1 dic 11,88 12 genn 16,11<br />
72S 14 nov 92,76 1 dic 101,88 12 genn 134,20<br />
81C 28 nov 52,61 1 dic 42,03 13 genn 35,92<br />
118C 19 nov 49,37 4 dic 36,08 13 genn 40,12<br />
139S 20 nov 13,74 4 dic 10,42 15 genn 20,03<br />
145C 19 nov 226,88 4 dic 273,23 13 genn 224,41<br />
178S 21 nov 106,66 4 dic 129,45 13 genn 163,67<br />
186C 29 nov 35,43 3 dic 30,53 12 genn 40,48<br />
210C 20 nov 58,99 3 dic 62,58 12 genn 64,13<br />
300<br />
250<br />
200<br />
150<br />
100<br />
50<br />
0<br />
186C 210C 72S 63C 81C 43S 47C 139S 145C 118C 178S<br />
Figura 29 Confronto valore nitrati nei monitoraggi di novembre 2007, dicembre 2008 e gennaio 2009<br />
nov-07<br />
dic-08<br />
gen-09<br />
85
Su 7 punti di prelievo, localizzati nell’acquifero del Giura, è stato inoltre possib<strong>il</strong>e fare un<br />
raffronto riguardo la concentrazione dei nitrati dal 2004 ad oggi. In particolare, sono stati<br />
ut<strong>il</strong>izzati i dati determinati a dicembre 2004 e a giugno 2005, nel corso del monitoraggio<br />
per <strong>il</strong> progetto RIADE (tab. 19) ( figura 30 e 31).<br />
Tabella 19 Contenuto di nitrati nei punti di prelievo relativi all’ acquifero ospitato nelle formazioni del Giurassico<br />
dic-04 giu-05 nov-07 dic-08 gen-09<br />
186C 35,43 30,53 40,48<br />
210C 58,99 62,58 64,13<br />
72S 162 136 92,76 101,88 134,2<br />
63C 10 4 3,98 11,88 16,11<br />
81C 51 58 52,61 42,03 35,92<br />
43S 30 25 27,11 22,53 29,44<br />
47C 105 96,39 63,16 59,94<br />
180<br />
160<br />
140<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
dic-04 giu-05 nov-07 dic-08 gen-09<br />
Figura 30 Variazione dei nitrati nei punti di prelievo localizzato nell’acquifero del Giura da dicembre 2004 a gennaio 2009<br />
180<br />
160<br />
140<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
186C 210C 72S 63C 81C 43S 47C<br />
186C<br />
210C<br />
72S<br />
63C<br />
81C<br />
43S<br />
47C<br />
dic-04<br />
giu-05<br />
nov-07<br />
dic-08<br />
gen-09<br />
Figura 31 Confronto valori nei punti di prelievo localizzati nell’acquifero del Giura lungo <strong>il</strong> transetto da dicembre 2004 a gennaio 2009<br />
86
8 LO STRUMENTO DI ANALISI TERRITORIALE UTILIZZATO PER<br />
L’ELABORAZIONE DATI SPAZIALI: GVSIG<br />
8.1 Generalità sui GIS<br />
Il termine GIS acronimo della locuzione anglosassone “Geographic Information System”<br />
sta ad indicare sistemi informatici capaci di trattare e rappresentare in cartografia dati<br />
georeferenziati, ossia associare agli oggetti rappresentati (punti, poligoni, linee, celle, etc.)<br />
delle coordinate spaziali rispetto ad un sistema di riferimento scelto (Gauss Boaga, UTM,<br />
etc.). Il GIS oltre ad essere strumento di rappresentazione cartografica è uno strumento di<br />
analisi: questa capacità è data dalla possib<strong>il</strong>ità di associare all’oggetto rappresentato un<br />
database contenente attributi ed informazioni di diverso tipo. Le informazioni sono<br />
organizzate ed immagazzinate sottoforma di layer o strati tematici informativi, che possono<br />
essere messi in relazione spaziale fra loro, consentendo di compiere analisi ut<strong>il</strong>izzando<br />
informazioni fra loro diverse. Il GIS offre la possib<strong>il</strong>ità di modificare in qualsiasi momento i<br />
database che possono quindi essere aggiornati in continuo.<br />
GVSIG è uno dei software GIS open source (senza licenza) più diffusi. Creato per gestire<br />
informazioni di tipo geografico mediante un concorso indetto nel 2003 dalla Conselleria de<br />
Infraestructuras y Transporte Valenciana e poi sv<strong>il</strong>uppato da Universidad Jaume I e da<br />
IVER Tecnologías de la Información S.A (impresa vincitrice del concorso). Come detto,<br />
gvSIG è un open source e possiede un’interfaccia estremamente semplice. È disponib<strong>il</strong>e<br />
in numerose lingue (spagnolo, valenciano, inglese, tedesco, ceco, cinese, euskera, allego,<br />
francese, italiano, polacco, portoghese e rumeno) e si distingue per un estrema flessib<strong>il</strong>ità<br />
si da consentire <strong>il</strong> suo ut<strong>il</strong>izzo su diversi sistemi operativi. Soprattutto per le caratteristiche<br />
87
della licenza GPL, gvSIG è in continuo sv<strong>il</strong>uppo per cui altri utenti possono apportare<br />
modifiche.<br />
gvSIG è un programma orientato alla gestione dell'informazione geografica. È<br />
caratterizzato da un’interfaccia semplice e dalla capacità di accedere agevolmente ai<br />
formati più diffusi (raster e vettoriali). Inoltre, gvSIG è in grado di integrare in una vista sia<br />
dati locali che remoti, mediante servizi WMS (Web Map Service), WFS (Web Feature<br />
Service), WCS (Web Coverage Service) o JDBC (Java Database Connectivity).<br />
È orientato verso gli ut<strong>il</strong>izzatori finali dell'informazione geografica, i professionisti ed <strong>il</strong><br />
personale della Pubblica Amministrazione.<br />
Risulta anche di speciale interesse in ambito universitario, per via della sua componente<br />
R+S+I (Ricerca+Sv<strong>il</strong>uppo+Innovazione).<br />
L'applicazione è a codice aperto, con licenza GPL (General Public License) e gratuita.<br />
gvSIG è stato studiato fin dall’inizio come un progetto basato su estensioni, in modo<br />
tale che gli sv<strong>il</strong>uppatori potessero ampliare fac<strong>il</strong>mente le funzionalità dell’applicazione, ma<br />
anche sv<strong>il</strong>uppare applicazioni del tutto nuove a partire dalle librerie ut<strong>il</strong>izzate in gvSIG.<br />
Il progetto gvSIG nasce per iniziativa della Generalitat Valenciana, in particolare del<br />
Dipartimento di Infrastrutture e Trasporti (concorso pubblico "Servizi informatici per lo<br />
sv<strong>il</strong>uppo di un'applicazione GIS per <strong>il</strong> Dipartimento di Infrastrutture e Trasporti ut<strong>il</strong>izzando<br />
software libero").<br />
L'Università Jaume I svolge <strong>il</strong> ruolo di supervisore, affinché lo sv<strong>il</strong>uppo conforme a tutti gli<br />
standard internazionali (Open GIS Consortium).<br />
IVER Tecnologías de la Información S. A., società vincitrice del concorso, si occupa dello<br />
sv<strong>il</strong>uppo.<br />
L’interfaccia grafica di gvSIG (fig. 32) contiene gli elementi necessari per comunicare con <strong>il</strong><br />
programma, è intuitiva e fac<strong>il</strong>e da ut<strong>il</strong>izzare, è alla portata di qualsiasi utente che ha<br />
fam<strong>il</strong>iarità con i Sistemi Informativi Geografici.<br />
88
Essa si compone di una finestra principale in cui sono collocati i vari strumenti e le finestre<br />
secondarie ut<strong>il</strong>i per creare i documenti propri del programma (© 2009 Conselleria de<br />
Infraestructuras y Transporte Pagina 11 di 500).<br />
Figura 32: interfaccia grafica di gvSIG<br />
8.2 Applicazione all’area della Nurra<br />
Le informazioni territoriali (geologia, idrogeologia, uso suolo, etc) r<strong>il</strong>evati durante <strong>il</strong> progetto<br />
RIADE, furono informatizzati ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> GIS commerciale ArcGIS 9.2 della ERSI.<br />
Durante <strong>il</strong> lavoro di tesi si è, invece, deciso di ut<strong>il</strong>izzare come supporto informativo <strong>il</strong> GIS<br />
gvSIG. I formati generati in ambiente ArcGIS sono risultati compatib<strong>il</strong>i con quelli ut<strong>il</strong>izzati<br />
da gvSIG. Il formato ut<strong>il</strong>izzato è lo shapef<strong>il</strong>e: questo è composto da un set di f<strong>il</strong>e<br />
contenente le informazioni geometriche, tabellari e <strong>il</strong> f<strong>il</strong>e di “raccordo” tra i primi due.<br />
89
Gli strati informativi così prodotti sono stati ut<strong>il</strong>izzati nella realizzazione di viste (view)<br />
impiegate per la rappresentazione cartografica addotta nella presente tesi (fig. 33).<br />
Figura 33 Schermata di GVSIG ove è rappresentata la selezione di punti di prelievo del monitoraggio dicembre 2008 e gennaio 2009.<br />
90
9 CONCLUSIONI<br />
La moltitudine dei centri di pericolo, produttori (reali e potenziali) di inquinamenti (puntuali<br />
e diffusi), sparsi in aree ad elevata pressione antropica, comporta la necessità di<br />
individuare, in modo completo e dinamico, le zone a rischio di degrado qualitativo, in modo<br />
da disporre di uno strumento, continuamente aggiornab<strong>il</strong>e, di controllo dello stato quali-<br />
quantitativo delle risorse idriche e da consentire agli Enti Gestori di pianificare adeguate<br />
misure di salvaguardia delle risorse stesse.<br />
La protezione delle risorse idriche rappresenta un aspetto di fondamentale importanza<br />
anche nel bacino del Calich, dove si fa un ampio ricorso allo sfruttamento delle acque<br />
sotterranee, per soddisfare le esigenze di approvvigionamento dei diversi settori (civ<strong>il</strong>e,<br />
idropotab<strong>il</strong>e, industriale, irriguo e zootecnico). Nell’ambito del progetto RIADE (Ghiglieri et<br />
al. 2006) e del presente lavoro si <strong>il</strong>lustra e si propone un processo metodologico di<br />
impostazione di una rete di monitoraggio delle acque sotterranee, che ottimizza lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
e l’estensione della rete stessa attraverso la selezione dei punti d’acqua più significativi,<br />
sulla base delle reali condizioni idrogeologiche locali e delle trasformazioni del territorio<br />
indotte dall’attività antropica. Tenendo conto del modello idrogeologico ricostruito per<br />
l’intero bacino del Calich, dei risultati dei r<strong>il</strong>ievi idrogeologici e idrochimici effettuati<br />
preliminarmente nei punti d’acqua disponib<strong>il</strong>i e del censimento dei Centri di Pericolo<br />
presenti nel territorio, la metodologia proposta è finalizzata principalmente a caratterizzare<br />
la qualità delle RIS, in relazione al contenuto in nitrati, ed in particolare al tracciamento<br />
delle fonti d’inquinamento attraverso tecniche isotopiche.<br />
Le indagini finora effettuate nel bacino, che dovranno essere confermate nel tempo, hanno<br />
inoltre messo in evidenza diffusi e preoccupanti fenomeni di inquinamento di tipo organico<br />
91
(civ<strong>il</strong>e o zootecnico) e/o di tipo agricolo dovuti alla presenza nelle acque sotterranee di<br />
eccessive concentrazioni di composti azotati (nitrati, nitriti ed ammoniaca).<br />
Uno dei dati più significativi, estrapolato dal Progetto Riade, riguarda la valutazione<br />
quantitativa in termini di riserve regolatrici (ricarica media annua) degli acquiferi presenti<br />
nel bacino idrogeologico del Calich: questa è stata calcolata pari a 37 Mmc (Ghiglieri et al.,<br />
2006; 2008). Dunque, <strong>il</strong> problema, oltre ad un indubbio interesse scientifico, presenta<br />
importanti risvolti pratici se considerato, ad esempio, nell’ottica dell’applicazione delle<br />
normative vigenti (D.Lgs. 152/06, etc) e per la salvaguardia di importanti e strategiche<br />
risorse idriche sotterranee.<br />
Come già scritto, <strong>il</strong> lavoro di tesi è stato inserito nel progetto, in corso di svolgimento,<br />
denominato Progetto p<strong>il</strong>ota di lotta alla desertificazione nelle cinque regioni italiane<br />
maggiormente a rischio: Sardegna –Sistemi innovativi di r<strong>il</strong>evamento e di norme tecniche<br />
per la prevenzione e/o definizione dei processi di degrado delle Risorse Idriche<br />
Sotterranee ed in particolare da inquinamento da nitrati nell’area p<strong>il</strong>ota (Nurra di Alghero<br />
Sardegna NO). Il progetto è finanziato dal Comitato Nazionale per la Lotta alla<br />
Desertificazione ed è coordinato da ARPAS Sardegna e da NRD (Nucleo Ricerca<br />
Desertificazione dell’Università degli Studi di Sassari). Poiché, <strong>il</strong> progetto non è ancora<br />
concluso, i risultati esposti nella tesi sono da considerarsi non definitivi.<br />
I criteri di indagine sv<strong>il</strong>uppati, una volta tarati e validati, saranno sottoposti agli Enti gestori<br />
e ut<strong>il</strong>izzatori della risorsa idrica, allo scopo di sv<strong>il</strong>uppare un’azione propositiva, mediante <strong>il</strong><br />
suggerimento di linee guida che consentano di adeguare gli interventi di monitoraggio e di<br />
salvaguardia alle peculiari caratteristiche della realtà territoriale ed idrogeologica nella<br />
quale operano, al fine di prevedere e prevenire possib<strong>il</strong>i fenomeni di degrado della risorsa<br />
idrica e, quindi, possib<strong>il</strong>i processi di desertificazione.<br />
La tesi si è articolata attraverso:<br />
- Analisi bibliografica<br />
92
- R<strong>il</strong>ievi idrochimici e idrogeologici in situ;<br />
- Analisi chimico fisiche di laboratorio;<br />
- Analisi isotopiche;<br />
- Elaborazione dati con software GVSIG.<br />
93
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