PORTOVESME - Gazzetta del Sulcis Iglesiente

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Cantina Calasetta
Ritrovata fiducia dei soci, bilanci
in regola, difesa della qualità
del prodotto e attivazione di una
organizzata rete di promozione
e di vendite fanno della cantina
sociale un punto forte dell’economia
di Calasetta. Negli anni
scorsi quest’enopolio aveva risentito
dell’anemica politica gestionale,
al punto che il Consiglio
direttivo era stato sciolto e
la gestione era stata affidata al
Commissario Enrico Cera che
ancora oggi (ma già si pensa
che il Ministero vorrà confermargli
il mandato) si trova al timone
di un’azienda che sta conoscendo
una sua seconda giovinezza.
“Il recente Vinitaly di Verona,
ha commentato Enrico Cera, ha
visto la cantina di Calasetta, storica
produttrice di Carignano
del Sulcis doc, ottenere un incredibile
successo di pubblico e
di contatti commerciali”.
Nel corso della kermesse, lo
stand della cantina di Calasetta
è stato visitato da un numero altissimo
di eno-appassionati e di
operatori commerciali del settore
Ho.Re.Ca. (ristoranti-agriturismi-enoteche
ecc.), nazionali
ed esteri. Questo è stato la prova
che la nuova gestione della
cantina, che vede al timone il
Commissario Enrico Cera, coadiuvato
dall’enologo Daniele
Marchi e dal responsabile commerciale
Michele Di Donato, ha
dato una maggiore dinamicità
Vinitaly
numero 535 del 26 Maggio 2011 Politica
DALLA RITROVATA FIDUCIA NELLA GESTIONE
IL RILANCIO DELLA CANTINA DI CALASETTA
Sergio Rombi
ed una rinnovata visibilità alla
più antica cantina sociale della
Sardegna che l’anno prossimo
compirà ottant’anni.
Il primo risultato di quest’azione
ha già consentito al vino di
Calasetta di avere in tutta Italia
39 agenti suddivisi in 15 Regioni.
Con l’estero si registrano già
rapporti operativi con 27 importatori
di 15 paesi stranieri, compresa
la Cina.
“Altro elemento che ci induce
ad essere fiduciosi, ha aggiunto
Enrico Cera, è il rapporto instaurato
con la più longeva catena
di supermercati italiani sui
cui scaffali troneggia il vino Carignano
prodotto dalla cantina
di Calasetta. Già da qualche
giorno abbiamo riattivato la catena
di imbottigliamento perché
le nostre scorte disponibili sono
andate esaurite prima di quanto
potessimo prevedere qualche
settimana addietro”.
D’altro canto sulla bontà del
Carignano del Sulcis nessuno
ormai avanza riserve. Esso è un
tipico prodotto della zona Sud-
Occidentale della Sardegna, e si
sta conquistando un ruolo sempre
più prestigioso nei mercati
nazionali ed esteri. Questo grazie
anche all’intraprendente
opera divulgativa della “Strada
del vino Carignano del Sulcis
doc”, un’associazione che sta
operando in maniera egregia per
valorizzare il territorio ed i suoi
meravigliosi prodotti tipici e
che, in occasione del Vinitaly,
ha organizzato una conferenza
stampa (unica per i vini sardi)
dove la Presidente della “Strada
del vino Carignano del Sulcis
Cantina Calasetta al Vinitaly
doc” Marinella Grosso ha presentato
lo stato dell’arte dell’associazione,
mentre il sommelier
Pierpaolo Fiori ha, con rara professionalità,
condotto una degustazione
guidata dei vini Carignano
del Sulcis più rappresentativi
delle cantine facenti parte
della “strada”.
Appare, con sempre maggiore
evidenza, che la cantina di Calasetta,
dopo anni di lavoro a
basso regime di giri, adesso abbia
ingranato una marcia superiore
e stia programmando un
futuro che le consentirà di riportarsi
come elemento trainante
dell’economia locale. In questa
direzione stanno dando il proprio
apporto anche i circa trecento
soci cui è stato assicurato
una crescente rimuneratività del
prodotto conferito in cantina. I
tipi di prodotto imbottigliato
(Tupei, Piedefranco, Rassetto,
Maccòri, Cala di Seta, In Fundu,
e l’ultimo nato Aina) sono
di sicura affidabilità al punto
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che è sempre più frequente vedere
i vini di Calasetta presenti
nelle varie “Guide”.
“Parallelamente allo sviluppo
della rete commerciale, ha ripreso
Enrico Cera, si lavora
sempre con tenacia e passione
al miglioramento qualitativo
delle varie referenze, con particolare
riferimento al top di
gamma, come Aina, il Tupei e il
Piedefranco, vini provenienti da
antichi vigneti di Carignano allevati
ad alberello franco di piede,
cioè con le sue redici origi-
nali. E questo è testimoniato
dall’ottimo successo riscontrato
nelle guide enologiche 2011 che
hanno permesso alla cantina di
ottenere un pregiato 92/100 (Aina
2007) dalla guida Veronelli;
un ottimo 16,5/20 (al Piedefranco
2008) nella guida L’Espresso;
un altrettanto ottimo 87/100
(Aina 2007) dalla guida di Luca
Maroni, fino ad arrivare alla
fantastica “Corona” ottenuta da
Aina 2007 nella guida Vini
Buoni d’Italia del Touring Club
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