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RICORDO<br />

Premio IDI nel 1989. Ma fin dal 1958 Nediani<br />

aveva scritto drammi, a partire da quella “Candina”<br />

in cui emerge la forte personalità e abilità<br />

commerciale della protagonista. Del 1962 è “Il<br />

giorno e la notte” che si impernia sulla vicenda<br />

amorosa di un mantenuto e di una intellettuale.<br />

Ancora del ’62 è “Estate” dove si sviluppa una<br />

vicenda che ha come tema dominante la noia della<br />

vita e del matrimonio. Del ’75 è “La commedia<br />

dell’arte” che in una recensione Giorgio Prosperi<br />

definì in sintesi come una trattazione de “la fenomenologia<br />

degli attori, cioè un’immagine dei loro<br />

comportamenti, illusioni, vocazioni, frustrazioni...<br />

lungo una ambigua linea di demarcazione,<br />

tra lo squallore e il disordine quotidiani e la continua<br />

trasfigurazione del quotidiano stesso”.<br />

Con la SIAD e la rivista Ridotto, Nediani aveva<br />

sempre avuto una grande dimestichezza, partecipando<br />

a incontri, convegni e dibattiti. Spesso<br />

aveva scritto recensioni di libri, articoli di varie<br />

tematiche teatrali su quella rivista che più volte<br />

gli aveva dedicato spazio per suoi testi. Nel<br />

numero speciale di dicembre 2007 è apparsa una<br />

recensione, a firma di Carlo Vallauri, del suo<br />

ultimo testo teatrale, in cui aveva trattato la figura<br />

di Irnerio, il grande giurista che recuperò il<br />

Codice Giustinianeo interpretandolo e ricollegando<br />

il diritto romano al centro della cultura<br />

europea.<br />

Scrive Vallauri: “L’autore ha saputo, con intelligenza<br />

e arguzia, mettere insieme tutti gli elementi<br />

instituzionali con gli ingredienti dei cibi bolognesi<br />

per rendere il senso di un’operazione giuridica<br />

che apre strade di regolazione della vita e<br />

dei traffici (...) Così il lettore – prossimo spettatore<br />

– apprende come gli eventi giurisdizionali<br />

siano strettamente collegati con i fatti reali”.<br />

Questa citazione legata a Bologna ci pare quasi<br />

un omaggio ad una città nella quale Nediani ha<br />

trascorso con una ritrovata spensieratezza giovanile<br />

i parecchi suoi ultimi anni. E’ stata la Casa<br />

di Riposo per artisti drammatici italiani “Lyda<br />

Borelli” ad accoglierlo con quella festosità che<br />

gli è caratteristica, consentendo a chi vi accede<br />

un’esistenza non solo dignitosa ma ricca di possibilità<br />

di dialogo e di attività. Nediani seguiva le<br />

compagnie bolognesi, se ne faceva vivace interlocutore,<br />

talvolta veniva rappresentato da esse.<br />

Ci eravamo augurati che avesse il piacere di<br />

vedere in scena quell’”Irnerio” pubblicato dalla<br />

CLUEBB di Bologna, come lui ci aveva detto di<br />

sperare. Il testo va oltre l’autore, lo trascende in<br />

una piccola speranza di eternità; noi auguriamo<br />

che “Irnerio” di Antonio Nediani trovi ad accoglierlo<br />

le tavole del palcoscenico.<br />

L’incontro con Roberto Herlitzka determinò in<br />

Nediani una rinnovata volontà di scrittura. Così<br />

accade all’autore di teatro autentico, quando<br />

4<br />

intravvede la possibilità di rappresentare un suo<br />

testo. E’ sulla scena che lo sente davvero vivo, è<br />

attraverso l’interprete ideale che lo fa emergere<br />

dal profondo della sua ispirazione.<br />

E’ lo stesso Herlitzka a raccontare di quell’incontro<br />

e di quanto ne seguì, fino alla rappresentazione,<br />

singolare e significativa di fermenti e<br />

crisi attuali, rivisitati in chiave di allusiva poesia.<br />

E con disincantata esperienza l’Attore denuncia<br />

di quello spettacolo la scarsa rispondenza di un<br />

pubblico disabituato al vero teatro, educato<br />

malamente alle storiette televisive. Ma per<br />

Nediani quella rappresentazione, che aveva mosso<br />

un interprete così ricco di carisma, rimase il<br />

punto più alto del suo percorso artistico, e lo<br />

spinse a proseguire ancora, negli anni, con alterna<br />

fortuna ma con immutato entusiasmo e incrollabile<br />

speranza, nella scrittura dei suoi sogni.

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