Relazione agronomica - Comune di Romano d'Ezzelino
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<strong>Relazione</strong> Agronomica – a cura <strong>di</strong> dott. for. Diego Sonda – dott.ssa for. Silvia Forni – dott. for. Michele Cassol<br />
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8.1.2 I boschi<br />
Nel Massiccio del Grappa, l’antropizzazione ha svolto un ruolo rilevante nel<br />
depauperamento dei boschi. La Repubblica <strong>di</strong> Venezia ha sfruttato intensamente il legname<br />
per costruire navi, i carbonai successivamente hanno utilizzato il faggio per produrre carbone<br />
e la Grande Guerra (1915-18) ha causato forse il <strong>di</strong>sboscamento più intenso, soprattutto nella<br />
parte alta. Pochi sono i boschi che non hanno subito danni nel tempo, anche se, nelle zone<br />
me<strong>di</strong>o basse, si possono reperire formazioni molto interessanti, quali i boschi <strong>di</strong> forra. Questi<br />
si inse<strong>di</strong>ano nei canaloni più stretti dove il sole raramente arriva, creando così un ambiente<br />
molto particolare, caratterizzato da scarsa insolazione, umi<strong>di</strong>tà accentuata e <strong>di</strong>sponibilità<br />
d’acqua. Le specie tipiche sono: Tigli (Tilia cordata e Tilia platyphyllos), Acero <strong>di</strong> monte<br />
(Acer pseudolatanus), Carpino nero (Ostrya carpinifolia).<br />
In generale, i boschi sono governati a ceduo o a fustaia. I cedui sono composti da alberi<br />
a foglia caduca che hanno la capacità <strong>di</strong> ricrescere una volta tagliati (ceduati). Per questa loro<br />
caratteristica vengono utilizzati per ricavare legna da ardere.<br />
La fustaia è formata da boschi nati da seme. Nelle nostre zone sono costituite<br />
prevalentemente da abeti. Una volta tagliati non hanno più la possibilità <strong>di</strong> ricrescere. I boschi<br />
tipici della bassa e me<strong>di</strong>a montagna sono qui rappresentati dagli Ostrieti, governati<br />
prevalentemente a ceduo. Sono formati prevalentemente da Carpino nero, qualche Acero, e<br />
spora<strong>di</strong>camente vi si trova la Roverella (Quercus pubescens).<br />
Nella parte alta, 800 – 1.600 m, i popolamenti forestali sono rappresentati in<br />
maggioranza dal Faggio (Fagus sylvatica), un tempo governato a ceduo, attualmente in fase <strong>di</strong><br />
conversione a fustaia: sono presenti allo stato più puro o più frequentemente consociate con<br />
Abete rosso (Picea excelsa) o con Abete bianco (Abies alba). I alcune zone sono stati fatti<br />
impianti artificiali e rimboschimenti <strong>di</strong> Abete rosso.<br />
Nella Valle <strong>di</strong> Santa Felicita sono presenti, nella parte me<strong>di</strong>o – bassa (quota 200 – 400<br />
m), Ostrieti con partecipazione <strong>di</strong> nocciolo (Corylus avellana), <strong>di</strong> Orniello (Fraxinus ornus).<br />
Nel fondovalle, vegetano conifere non autoctone, Pino nero (Pinus nigra), Cedri (Cedrus<br />
spp.), Pino strombo (Pinus strobus), frutto <strong>di</strong> rimboschimenti fatti negli anni ’60. Negli stretti<br />
valloni troviamo i popolamenti tipici dei boschi <strong>di</strong> forra, mentre nella parte me<strong>di</strong>o-alta sono<br />
ancora le formazioni a Carpino nero a prevalere con la presenza però <strong>di</strong> conifere, qualche<br />
Acero, rare Roverelle, spora<strong>di</strong>co il Sorbo montano (Sorbus aria). A quota 900 m iniziano le<br />
faggete, gli Abeti rossi, quasi sempre in impianto artificiale, o in bosco misto con Faggio,<br />
qualche Betulla (Betula alba).<br />
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